Extrema Ratio #45: 10/11/22-16/11/22
Quarantacinquesimo episodio della nostra rubrica a cadenza settimanale Extrema Ratio, dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal underground. Anche questa volta tante novità dell’ultimo momento, tra marciume e sperimentazioni di vari livelli e forme. Ecco i nomi dei protagonisti di oggi: …And Oceans, Harvest Gulgaltha, Crown Of Ascension, Encryptment, Nimetön Hauta, Skythala, Intolerant, Dystopia A.D..
PS: Consiglio anche di recuperare la premiere del debut degli Incantvm, di cui si è occupato Oneiros qualche giorno fa.
G.E.F.
1. …And Oceans – “Cloud Heads” (da As In Gardens, So In Tombs, symphonic black metal)
Etichetta: Season Of Mist
Data di pubblicazione: 15 gennaio 2023
Non sta certo a me introdurre gli …And Oceans, storica band underground finlandese tornata attiva da qualche anno. Con Cosmic World Mother, infatti, aveva riallacciato i fili con le sue origini, dal momento che nacque in qualità di progetto symphonic black metal come testimoniano i loro primi, storici album: The Dynamic Gallery Of Thoughts (1998) e The Symmetry Of I, The Circle Of O (1999).
L’imminente As In Gardens, So In Tombs riprende ulteriormente le sonorità symphonic black metal, sulla scia del precedente Cosmic World Mother. Grazie ai due singoli rivelati finora, possiamo apprezzare un approccio molto old school alla materia, forte però di una produzione aggiornata ai giorni nostri e certamente lontana rispetto agli esordi degli …And Oceans. In effetti, questa nuova versione dei finlandesi sembra una vera e propria trasposizione della vecchia scena symphonic black ai giorni nostri, svecchiata sì, ma con una coerenza indiscussa. Praticamente assenti invece i riferimenti al passato industrial del gruppo, evidentemente considerato un capitolo chiuso.
2. Harvest Gulgaltha – “Vessel Of The Spirit Essence” (da Ancient Woods, death-doom metal)
Etichetta: Godz Ov War Productions
Data di pubblicazione: 11 novembre 2022
Gli statunitensi Harvest Gulgaltha hanno tagliato in questi giorni il traguardo del secondo disco, intitolato Ancient Woods. Cinque anni dopo il loro buon esordio, Altars Of Devotion, la band dell’Arizona torna a dispensare il suo carico di morte, con riff lenti e oppressivi rideclinati in un’oscura chiave death metal.
Insomma, per farla breve: puro e semplice death-doom metal. Di quello catacombale, putrido, nero e marcescente che più di così non si può. Nel lento sgorgare e incedere di riff putrefatti, fa capolino la voce che ben si amalgama al resto degli strumenti, mettendo in risalto le peculiarità vocali degli Harvest Gulgaltha. Non è un disco che cambierà la storia del sottogenere, ma Ancient Woods è sicuramente un album molto ben fatto che mette in luce una serie di piccoli dettagli apprezzabili ascolto dopo ascolto.
3. Crown Of Ascension – “Transmission Errors” (da Transmission Errors, experimental black-death metal)
Etichetta: Xenoglossy Productions
Data di pubblicazione: 25 novembre 2022
Progetto oscuro e poco noto al grande pubblico, Crown Of Ascension è una delle incarnazioni di Alexander White, unica mente dietro a Vessel Of Iniquity e Uncertainty Principle. In questa veste il musicista inglese sembra sviluppare ulteriormente certi pattern già presenti nei Vessel Of Iniquity, partendo da una base black metal sperimentale e deformandola ulteriormente.
Transmission Errors, primo album della one man band inglese, segue proprio queste direttive. Il black metal proposto da White è angusto e orrorifico, nonché decisamente in antitesi con il suo cognome. Rispetto al precedente EP, Twixt Zero And Infinity, qui l’atmosfera ha elementi industrial maggiormente marcati, che si uniscono a un songwriting vagamente ispirato ai capitoli più nauseanti dei Portal (Swarth soprattutto). Ne nasce una creatura ibrida e strana, dove l’obiettivo non è mettere in luce la poetica del riff, ma l’atmosfera più tetra possibile. Curiosità: il brano “The Great Dying” è un rifacimento dell’omonimo pezzo di Vessel Of Iniquity pubblicato lo scorso anno negli split con gli italiani Thecodontion.
4. Encryptment – “Dödens Födsel” (da Dödens Födsel, death metal)
Etichetta: Nuclear Winter Records
Data di pubblicazione: 11 novembre 2022
Esce per Nuclear Winter Records (etichetta di Anastasis dei Dead Congregation) l’album di debutto degli Encryptment, intitolato Dödens Födsel. La band svedese, già autrice di un EP e una demo, arriva così all’esordio su lunga distanza mostrandosi già molto matura e con la giusta dose di originalità.
Dödens Födsel è infatti un unicum che mescola più sottogeneri. La base degli svedesi è chiaramente death metal, con una produzione piuttosto marcia ma per nulla imperscrutabile. Assieme al death metal, tuttavia, gli Encryptment amano inserire molti altri elementi, tratti dal crust, dal grindcore, dal black metal. I brani inoltre riescono a passare da momenti caotici tutto blast beat e violenza a mid-tempo quasi ballabili (mi si passi l’aggettivo). L’unico consiglio possibile è quello di ascoltare l’album per provare ad apprezzarne tutte le varie sfaccettature: di sicuro Dödens Födsel è divertente, fresco, estremo e per niente banale o scontato.
5. Nimetön Hauta – “Huntu Järvien Yllä” (da Huntu Järvien Yllä, atmospheric black metal)
Etichetta: Canti Eretici
Data di pubblicazione: 2 dicembre 2022
Negli scorsi mesi, l’affollato panorama underground ha visto la nascita di Canti Eretici, un’etichetta italiana dichiaratamente antifascista dedita al metal estremo — principalmente black metal — di nicchia ma di qualità. Tra le loro prime uscite, una delle più interessanti è l’EP di debutto di Nimetön Hauta, intitolato Huntu Järvien Yllä.
One man band finlandese, Nimetön Hauta suona atmospheric black metal. Di quello sentito, viscerale, melodico e quasi romantico nel suo modo di porsi. L’approccio è lontano dagli epigoni americani — in particolare cascadian — del genere, tanto che qua la batteria è molto più asciutta rispetto a quella super riverberata delle band statunitensi. Huntu Järvien Yllä prende piuttosto spunto dalla tradizione black metal anni Novanta, attingendo gli elementi più atmosferici del genere e spingendo sull’acceleratore per renderli più corposi e pieni. Ecco, Nimetön Hauta può essere un ottimo nome in grado di mettere d’accordo più generazioni di fan del black metal, da quello più old school alle sue derive più atmosferiche e melodiche.
6. Skythala – “Boreal Phrenological Despair” (da Boreal Despair, experimental black-death metal)
Etichetta: I, Voidhanger Records
Data di pubblicazione: 18 novembre 2022
Tra gli innumerevoli sperimentalismi proposti come sempre da I, Voidhanger Records, trova posto anche il primo album dei misteriosi Skythala, in uscita tra pochi giorni. Introdotto da una copertina artistica ed evocativa, Boreal Despair è il primo lascito di questa band.
Come si può notare nei due singoli estratti, il disco è chiaramente debitore di generi quali black e death metal, che vengono fusi in un marasma sonoro dalla declinazione fortemente atmosferica. Anche la produzione delle chitarre, volontariamente grezza, rappresenta una scelta interessante, perché fa da contraltare ai momenti più eterei e sognanti dei brani. Non finisce però qui, perché l’album contiene molte influenze e riferimenti neoclassici e sinfonici, che costituiscono l’aspetto più sperimentale degli Skythala e di Boreal Despair in particolare.
7. Intolerant – “Close To Archaic Delirium” (da Zero Point, black-death metal)
Etichetta: Despise The Sun Records / Extreme Chaos
Data di pubblicazione: 11 novembre 2022
La band italiana della puntata di oggi sono gli Intolerant, che hanno fatto uscire in questi giorni il loro secondo album Zero Point. Tra i membri del progetto tra l’altro c’è da annoverare la presenza di Manuel (a.k.a. Cold) dei Nocturnal Degrade (anche in Blood Artillery e nella band darkwave Der Noir).
Come si può già intuire dalla copertina, gli Intolerant sono esponenti del cosiddetto war metal, grezzo, diretto e senza alcun compromesso. Questa però potrebbe essere una descrizione un po’ riduttiva, perché all’interno di Zero Point c’è decisamente di più. La componente noise, power electronics e industrial ad esempio è molto presente, anche nel lavoro fatto con la batteria, aspetto che conferisce notevole personalità al progetto. Il riffing è spesso quasi sepolto dal caos sonoro, seguendo una scelta stilistica molto vicina a quelle delle band war-noise più note, come i Nyogthaeblisz o gli esponenti della scena indiana (Tetragrammacide, Kapala), anche se questo crea una piacevole contrapposizione con alcuni assoli, invero anche melodici (vedi “Crimes Of Power”). Zero Point degli Intolerant è insomma un album davvero belligerante, probabilmente uno dei dischi war metal più estremi mai concepiti in Italia: chi è fan di questo filone sonoro non potrà ignorarlo.
8. Dystopia A.D. – “Imperial Dawn” (da Doomsday Psalm, melodic death metal)
Etichetta: Autoprodotto
Data di pubblicazione: 2 dicembre 2022
Secondo album in dirittura d’arrivo per gli statunitensi Dystopia A.D., band che non penso troverete facilmente su ‘zine e riviste di settore essendo totalmente autoprodotta. Doomsday Psalm raccoglie l’eredità del debutto Designing Ruin, risalente ormai a quattro anni fa.
Ecco, ho detto che è autoprodotto e uno potrà pensare che sarà una roba dozzinale che tutte le etichette hanno scartato. Niente di più sbagliato: la produzione è eccellente, il songwriting è raffinato e il cantato mette in mostra una piacevolissima varietà, passando in rassegna diversi registri vocali distorti. Le composizioni sono relativamente easy listening ma hanno anche un che di progressivo, come si può annotare in “Imperial Dawn”, il singolo qui proposto nel player sottostante. In particolar modo, i Dystopia A.D. ci sanno fare quando il sound si apre e si fa più atmosferico, dimostrando una bella creatività compositiva. Sorprendenti.