Extrema Ratio #92: 05/10/23-11/10/23
Si rinnova il consueto appuntamento del mercoledì con Extrema Ratio, la rubrica settimanale targata Aristocrazia dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal. Le band protagoniste del numero novantadue sono: Asagraum, Afterbirth, Vertebra Atlantis, Baring Teeth, Furia, Psionic Madness, Iku-Turso, The Plague.
G.E.F.
1. Asagraum – “Impure Fire” (da Veil Of Death, Ruptured, black metal)
Etichetta: Edged Circle Productions
Data di pubblicazione: 20 ottobre 2023
L’idea di formare una band black metal tutta al femminile fu originariamente portata avanti dalle Astarte, gruppo greco sciolto nel 2014 con la morte della sua fondatrice, Tristessa. Quel vuoto è stato nel frattempo riempito dalle Asagraum, formazione olandese anch’essa tutta al femminile che si è guadagnata notevole credibilità nell’ambito. Tra pochi giorni uscirà il loro terzo album, intitolato Veil Of Death, Ruptured.
La matrice del black metal delle Asagraum è principalmente norvegese, con i gelidi riff mutuati dallo stile in voga soprattutto negli anni Novanta. Si tratta dunque di una sorta di salto nel passato, sottolineato anche da una produzione che, per quanto moderna, cerca di ricreare le stesse sensazioni e atmosfere tipiche di un album uscito intorno al 2000 o giù di lì. Devo dire anche che le strutture dei brani non sono banali, specialmente la batteria è piuttosto variegata grazie a una buona commistione di mid-tempo e blast beat. Non mancano nemmeno parti melodiche e meditative (“Impure Fire”, nel player qui sotto, ne è un buon esempio), ben eseguite e che aggiungono varietà a un album sì tradizionale, ma dotato comunque di una certa personalità.
2. Afterbirth – “Hovering Human Head Drones” (da In But Not Of, progressive death metal)
Etichetta: Willowtip Records
Data di pubblicazione: 20 ottobre 2023
Band molto particolare, gli Afterbirth si sono riformati dieci anni fa dopo aver avuto breve esistenza tra il 1993 e il 1995. Da subito, si sono imposti per il modo originale di interpretare il brutal death metal, come si è visto soprattutto sul disco precedente Four Dimensional Flesh. Con l’imminente In But Not Of, in uscita tra pochi giorni, gli americani sono chiamati a riconfermarsi.
Già dalla copertina, molto colorata e alquanto lontana dai canoni del genere, gli Afterbirth lasciano intuire la particolarità della loro proposta. Ed è così che si rivela un interesse sempre crescente per strutture e melodie di stampo progressive, grazie a interessanti riff che si intrecciano sovente su di un sostrato comunque di ispirazione brutal death. Voci mostruose e ribassate fanno da contraltare agli assoli super atmosferici, con un basso sempre pulsante e ispirato, mentre breakdown anch’essi tipici del brutal death metal spuntano di tanto in tanto quasi come se gli Afterbirth volessero ricordarsi delle proprie origini. Sempre più prog, sempre più personali: di album in album la proposta degli americani si tinge ogni volta di nuovi colori.
3. Vertebra Atlantis – “Frostpalace Gloaming Respite” (da Dialogue With The Eeriest Sublime, atmospheric black-death metal)
Etichetta: I, Voidhanger Records
Data di pubblicazione: 20 ottobre 2023
Per la quota italiana di oggi ospito in rubrica uno dei progetti di un vecchio amico di Aristocrazia, Gabriele Gramaglia, già noto per le sue escursioni con Cosmic Putrefaction e The Clearing Path, tra gli altri. Stavolta però mi occupo di Vertebra Atlantis, che è in realtà un trio e sta per pubblicare il secondo album A Dialogue With The Eeriest Sublime, successore del già ottimo Lustral Purge In Cerulean Bliss.
A mio parere Gramaglia possiede un merito particolare in assoluto: mi restituisce infatti il feeling che tutte le sue creature metal partano da un sostrato comune, ma ognuna di esse vada poi a virare su vie diverse, quasi a prendere vita propria. Il punto d’origine secondo me è dato da un interesse di fondo per i Castevet, band newyorkese relativamente poco conosciuta ma geniale nella sua commistione di black-death metal, progressive e post-hardcore, e i Krallice. Anche nei Vertebra Atlantis ho ritrovato una parte di questa eredità, che però in questa occasione si delinea verso lidi più atmosferici. Merito anche della presenza dei synth, che su Dialogue With The Eeriest Sublime godono di un bello spazio e portano il black-death metal della band verso territori precedentemente ancora inesplorati. Un po’ come la copertina, con uno sguardo nel passato e uno verso un’illusione lontana e forse inafferrabile. Sproloqui a parte, il disco è molto bello e chi conosce gli altri lavori che coinvolgono il polistrumentista lombardo amerà anche il nuovo Vertebra Atlantis.
4. Baring Teeth – “Obsolescence” (da The Path Narrows, progressive death metal)
Etichetta: I, Voidhanger Records
Data di pubblicazione: 20 ottobre 2023
Dopo Vertebra Atlantis, rimango nel roster di I, Voidhanger Records per parlare di The Path Narrows, quarto album degli statunitensi Baring Teeth. La band di Dallas torna così a realizzare un full length, a cinque anni di distanza dal precedente Transitive Savagery.
Quando I, Voidhanger pubblica un disco death metal, è quasi certo che sia molto dissonante, a volte al limite dell’inascoltabile (in senso buono). Effettivamente è anche quel che succede coi Baring Teeth, che portano le dissonanze à la Gorguts su atmosfere ancora più ostiche, recuperando alcune sensazioni che si avvicinano anche all’ultimo disco degli Ad Nauseam. Ed ecco che accordi tritonali flirtano con growl mostruosi e blast beat tipici del genere, dove i concetti di technical e progressive creano un connubio praticamente inscindibile, sostenendosi a vicenda e fondendosi in un tutt’uno. The Path Narrows non è semplicemente un album, piuttosto una vera e propria esperienza: un ascolto sfidante, probabilmente non per tutti ma certamente adatto a coloro che fanno di atonalità e dissonanze il proprio pane quotidiano.
5. Furia – “Spanie Polskie” (da Huta Luna, black metal)
Etichetta: Pagan Records
Data di pubblicazione: 10 ottobre 2023
La Polonia, in ambito metal estremo, non è soltanto Behemoth, Vader e Mgla, ma ha tante band interessanti. Se mercoledì scorso ho parlato dei Gruzja, gruppo decisamente singolare, i Furia non sono da meno: non esagero se dico che dischi come Nocel e Księżyc Milczy Luty sono tra le migliori espressioni estreme della Polonia dell’ultimo decennio. Con Huta Luna, uscito proprio ieri, la band di Katowice taglia il traguardo del settimo album.
La nuova opera, tuttavia, rappresenta un cambio di rotta sorprendente: tanto sperimentali erano i dischi precedenti, tanto tradizionale e black metal più in senso stretto è Huta Luna. Un ritorno al passato per i Furia, che però dimostrano di non avere affatto reciso i legami con la versione più ortodossa del genere. Ecco dunque un disco ipnotico, atmosferico, con blast beat infiniti e tragiche melodie che si intrecciano, creando un album black metal trionfale ed epico. Non mancano porzioni di cantato quasi in pulito, che giustificano l’etichetta di nekrofolk di cui la band si fa portatrice. Huta Luna è uno di quei dischi che inventa ben poco, ma che al tempo stesso vuoi soltanto mettere su più volte, semplicemente perché è dannatamente coinvolgente.
6. Psionic Madness – “The Downfall”, (da Warhead Crucifix, death metal-grindcore)
Etichetta: Vargheist Records
Data di pubblicazione: 31 ottobre 2023
Per chi non seguisse ancora il podcast di Aristocrazia, proprio nell’ultimo episodio Bosj, Giup e Oneiros parlano in modo più approfondito dell’ultimo album degli Acausal Intrusion, peraltro già passato anche su Extrema Ratio. Questo per dire che entrambi i membri di quella band sono anche protagonisti negli Psionic Madness, rinforzati dal tizio dei Vølus alla voce. Lo stesso cantante si occupa della pubblicazione dell’album sulla propria etichetta, la Vargheist Records.
Nel categorizzare questa uscita mi sono trovato un po’ in difficoltà, lo confesso, perché quel death metal-grindcore che ho assegnato non descrive quanto ci si potrebbe aspettare. In realtà gli Psionic Madness usano diversi ingredienti per comporre la loro ricetta, partendo da una matrice death metal dissonante e infettandola di tempi e ritmiche grindcore, senza però condividerne l’estetica e la durata esigua dei brani. C’è invece una ricerca ossessiva dell’atmosfera, ora opprimente e oscura, ora persino sognante e luminosa (l’assolo di “The Downfall” ne è una prova), che fa degli Psionic Madness una band piuttosto diversa da tutte le altre. Tutti validi motivi che rendono l’album degli statunitensi meritevole quantomeno di un ascolto.
7. Iku-Turso – “Adinkra” (da Ikuinen Kirous, pagan black metal)
Etichetta: Purity Through Fire / Korpituli Productions
Data di pubblicazione: 27 ottobre 2023
Qui su Aristocrazia ci sono diversi esperti di Finlandia, oltre che di lingua e cultura finlandese. Io non sono uno di questi, ma Iku-Turso mi sembra un moniker fichissimo per una band pagan black metal, essendo il nome di un mostro marino presente nel Kalevala, il poema finnico per eccellenza. Gli Iku-Turso sono però anche un’ottima band, grazie a tre pregevoli full length. A breve pubblicheranno un nuovo EP, dal titolo Ikuinen Kirous.
La band originaria di Oulu suona in realtà un black metal piuttosto classico, dove l’aggettivo pagan riflette più che altro le tematiche e non spruzzi di folk qua e là come si vede spesso quando si parla di questo specifico filone del genere. Gli Iku-Turso trascinano dunque l’ascoltatore di fronte a brani che fanno del black metal tradizionale una bandiera, svelando una qualche parentela con gli Immortal di inizio carriera. Come già avvenuto in passato, i finlandesi aggiungono anche delle tastiere per rendere il sound più epico e atmosferico, senza però renderle un elemento invasivo e prevalente. Un po’ alla Mooncitadel, per intenderci, con le dovute differenze stilistiche. Nel complesso un ottimo EP, molto carina anche l’edizione su cassetta.
8. The Plague – “Impulsive Convulsions” (da Erosion Of Gods, death metal)
Etichetta: Brilliant Emperor Records
Data di pubblicazione: 23 ottobre 2023
Chiudo l’appuntamento odierno con un viaggetto nel continente oceanico per andare a trovare i The Plague. Gli australiani, provenienti da Sydney, sono un quintetto death metal che in queste settimane rilascerà il secondo album Erosion Of Gods.
Rispetto ad altri progetti menzionati nell’episodio di oggi, per descrivere i The Plague basta una parola: HM-2. Il leggendario distorsore alla base del sound a motosega del death metal svedese anni Novanta è infatti una parte fondamentale degli australiani, il cui velocissimo death metal svela un chiaro intento celebrativo di Dismember, Entombed e compagnia urlante. Ecco, non aspettiamoci esattamente un disco sperimentale, quanto più la riproposizione di un canone che, nonostante il passare dei decenni, continua a essere immortale nella scena death metal e dintorni.