Extrema Ratio #29: 20/07/22-26/07/22 | Aristocrazia Webzine

Extrema Ratio #29: 20/07/22-26/07/22

Ventinovesima puntata della nostra rubrica a cadenza settimanale Extrema Ratio, dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal underground. Come al solito, la puntata odierna spazierà tra varie sonorità, dal black metal d’avanguardia fino al death-doom, passando per sonorità più grezze e feroci. Ecco i nomi dei protagonisti di oggi: Ashenspire, Ferum, Panzerfaust, Innumerable Forms, Mons Veneris, Ensanguinate, Dressed In Streams, VHS.

In aggiunta, c’è da dire che venerdì scorso è uscito il nuovo Imperial Triumphant, disco eccellente che qui però non può trovare spazio vista l’assenza da Bandcamp (politica di Century Media). Magari, tuttavia, ci sarà modo di parlare di Spirit Of Ecstasy tramite una recensione ad hoc.

G.E.F.


1. Ashenspire – “Béton Brut” (da Hostile Architecture, avantgarde black metal)

Apro la puntata numero 29 di Extrema Ratio con uno dei dischi rivelazione degli ultimi mesi. Hostile Architecture degli scozzesi Ashenspire, da poco uscito sotto Code666/Aural Music, è infatti un grandissimo album, senza se e senza ma. Di base, si tratta di avantgarde black metal dal forte piglio progressive, accentuato da richiami jazz e folk. La voce, peraltro, si trova a metà tra il cantato e il recitato, offrendo un’esperienza molto vicina agli A Forest Of Stars, una delle band che ricorda maggiormente gli Ashenspire. Come se non bastasse, il comparto lirico è altrettanto interessante e curato, con una feroce critica nei confronti del capitalismo, tanto che la band rientra a pieno titolo nel cosiddetto RABM (red & anarchist black metal). Hostile Architecture è un album per palati fini, che sono sicuro rientrerà in molte classifiche di fine anno presso i vari siti specializzati.


2. Ferum – “The Undead Truth” (da Asunder / Erode, death-doom metal)

I Ferum rappresentano la quota italiana di oggi per Extrema Ratio, con il loro album Asunder / Erode, in uscita per Unorthodox Emanations/Avantgarde Music. Su Aristocrazia avevamo già ospitato in premiere il loro primo singolo “Halfhead”, pertanto è giusto dedicare questo spazio anche al secondo brano estratto, “The Undead Truth”. Pezzo che tra l’altro contiene una bella sorpresa, perché è ospite alla voce Mike Perun dei leggendari Cianide, una delle maggiori influenze dei Ferum. Il brano segue la “solita” formula promossa dalla band, un death-doom vecchia scuola che non lesina riff tritaossa e vocioni cavernosi. Rispetto all’EP di esordio Vergence, già valido di per sé, i primi due brani di Asunder / Erode lasciano intendere una maturità maggiore e una più spiccata consapevolezza delle proprie capacità. Per la prova del nove bisognerà attendere la data di uscita, fissata il prossimo 19 agosto.


3. Panzerfaust – “The Far Bank At The River Styx” (da The Suns Of Perdition – Chapter III: The Astral Drain, black metal)

I Panzerfaust hanno pubblicato da pochi giorni su Eisenwald il loro sesto album, The Suns Of Perdition – Chapter III: The Astral Drain, terzo atto di una serie di dischi inaugurata nel 2019 da The Suns Of Perdition – Chapter I: War, Horrid War. I canadesi propongono un black metal tendenzialmente melodico e che fa un largo uso di mid-tempo. Vicini per sonorità a gruppi quali Mgła, Uada e Gaerea, i Panzerfaust cercano di farsi largo nell’affollato panorama black metal underground con una prova molto quadrata, che non pretende di inventare ma che piuttosto attualizza il genere, restando nella scia di uno specifico filone. Complessivamente, il black metal dei canadesi sa un po’ di compromesso, cercando di mantenere l’aura mistica originaria del genere ma puntando su suoni moderni (che non significa di plastica, anzi).


4. Innumerable Forms – “Built On Wrought” (da Philosophical Collapse, death-doom metal)

Con i succitati Ferum, gli statunitensi Innumerable Forms condividono l’interesse per il death-doom metal cavernoso e abissale. Il loro nuovo album Philosophical Collapse, in uscita il 16 settembre per Profound Lore, è introdotto da “Built On Wrought”, traccia che si muove agevolmente tra lente digressioni atmosferiche (quasi funeral doom), improvvisi blast beat e assoli rabbiosi. Ne risulta un brano vario ma compatto al tempo stesso, che accorpa in sé più anime senza mai farle sembrare sfilacciate o disunite. Giunti alla riprova del secondo album a quattro anni di distanza dall’ottimo Punishment In Flesh, per gli Innumerable Forms è tempo di conferme. Le impressioni del primo impatto, in ogni caso, sembrano essere più che promettenti per il quintetto di Boston.


5. Mons Veneris – “Satanás Impera” (da Inversados D’Um Abismo De Podridão, raw black metal)

Gli esperti Mons Veneris, attivi dal 2003, sono una delle band di punta della scena raw black metal portoghese e in particolare del Black Circle, un nugolo di formazioni dalle sonorità imperscrutabili e sataniche che risulta essersi dissolto proprio in questi mesi; da non confondere con l’Aldebaran Circle, altra cerchia raw black metal portoghese. Inversados D’Um Abismo De Podridão rappresenta il quinto album dei lusitani, in uscita per Signal Rex e anticipato dall’esplicativo singolo “Satanás Impera”. Il risultato è quel che ci si potrebbe attendere: un black metal rumorosissimo, grezzo e a tratti quasi fastidioso, con un forte accento sulle percussioni e sullo scream disperato. Chi ama queste sonorità saprà bene che il Portogallo ha un po’ preso il testimone delle celebri Légions Noires francesi degli anni Novanta. Appare altrettanto chiaro che per i detrattori questo potrebbe sembrare un inutile esercizio di stile su sonorità troppo datate; per i seguaci, invece, i Mons Veneris e i loro colleghi non rappresentano altro che l’eredità del vero culto del black metal.


6. Ensanguinate – “Lowermost Baptisms” (da Eldritch Anatomy, death metal)

Il linguaggio degli sloveni Ensanguinate sembra chiaro, diretto e privo di qualsivoglia compromesso: puro e semplice death metal! Del resto non può che essere questa l’impressione quando ci si approccia a “Lowermost Baptisms”, primo estratto da Eldritch Anatomy, il nuovo disco degli Ensanguinate in uscita per Emanzipation Productions. Reminiscenti dei primi Morbid Angel con un retrogusto quasi black, gli sloveni pescano a piene mani anche da altri nomi grossi degli anni Novanta, come Nihilist e Grotesque. Accompagnati da un bel basso crunchy come da tradizione old school, gli Ensanguinate martellano senza tregua, lasciando inebriare il proprio ascoltatore dell’odore del caos e della morte. Di innovazione non ce n’è neanche l’ombra, ma in questo caso va più che bene così.


7. Dressed In Streams – “The Queen Of Awadh Addresses Her Fighters From An Elephant On The Battlefield” (da लड़ाई का मैदान, raw atmospheric black metal)

La Colloquial Sound Recordings è una microetichetta statunitense, interamente gestita da Damien Master di A Pregnant Light e altri progetti. Nell’ultima batch di uscite, divenuta realtà venerdì scorso, mi ha colpito il nuovo EP di Dressed In Streams, progetto black metal che si rifà al folklore e alla storia anti-coloniale dell’India. Questo EP, chiamato लड़ाई का मैदान (che, se Google Translate non sbaglia, dovrebbe significare Campo Di Battaglia), presenta un black metal grezzo e molto atmosferico, con qualche reminiscenza punk peraltro tipica di molti progetti della Colloquial Sound. L’approccio è nel complesso simile a quello della scena cascadian, ma con un mood più diretto e ferale, accompagnato da tematiche quantomeno singolari. Assolutamente da consigliare a chi cerca un black metal non troppo sperimentale, ma con tematiche e atmosfere lontane dai canoni del genere.


8. VHS – “Crispy Skinned Maniacs” (da Lenzi, death-thrash metal-grindcore)

I canadesi VHS sono una band che urla vintage da ogni poro. A partire dal nome, che omaggia le mitiche videocassette, fino al titolo del disco, Lenzi, tributo al regista italiano Umberto Lenzi, scomparso nel 2017 e nome di culto in ambito giallo, poliziesco e horror. Formata da due sole tracce, questa breve opera rappresenta un saggio delle qualità della band nordamericana, che si destreggia agevolmente tra death-grind, punk e thrash metal. Ne risulta un EP divertente e gradevole, non banale nonostante l’accoppiata death-grind-horror possa sembrare un tipico cliché. Per chi non li avesse mai sentiti prima e fosse interessato ad approfondire, i canadesi vantano una produzione molto prolifica, dove probabilmente spicca su tutti We’re Gonna Need Some Bigger Riffs del 2019.