Extrema Ratio #32: 10/08/22-16/08/22 | Aristocrazia Webzine

Extrema Ratio #32: 10/08/22-16/08/22

Trentaduesimo episodio della nostra rubrica a cadenza settimanale Extrema Ratio, dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal underground. L’appuntamento di oggi ci porta in dote alcuni ritorni e tante novità, tra sperimentazioni e suoni più tradizionali, dal depressive black metal atmosferico fino al death-grind. Questi i nomi dei protagonisti: ColdWorld, Vermin Womb, Mamaleek, Ars Onirica, Vermilia, Cruz, Mimorium, Dead Void.

G.E.F.


1. ColdWorld – “Walz” (da Isolation, atmospheric-depressive black metal)

Sul finire degli anni ’00, il progetto ColdWorld era praticamente sulla bocca di tutti gli amanti del depressive black metal, grazie all’ottimo successo del debutto Melancholie² (2008). Dopo un ritorno sì apprezzabile, ma senza toccare le stesse vette compositive (con Autumn, nel 2016), la one man band tedesca sta per marcare il suo terzo lavoro su lunga distanza, intitolato molto semplicemente Isolation. “Walz” è il primo singolo estratto e mantiene le atmosfere fredde e struggenti che hanno reso noto ColdWorld, regalando però più spazio ad aperture e momenti luminosi, che aumentano il pathos del brano. Un po’ breve forse per i canoni del genere (non raggiunge neanche i quattro minuti di durata), “Walz” è però un’interessante anticipazione di quello che potrebbe essere Isolation. Nonostante il filone depressive abbia probabilmente già detto quasi tutto, sarà sicuramente emozionante poter riascoltare ColdWorld per i fan di vecchia data, a sei anni dal disco precedente. A pubblicarlo ci penserà l’ottima Eisenwald, con data di uscita prevista per il prossimo 30 settembre.


2. Vermin Womb – “Rot In Hell” (da Retaliation, blackened death-grind)

Quello dei Vermin Womb è un ritorno decisamente molto atteso e gradito, che arriva dopo la notizia dello scioglimento del 2018, salvo poi cambiare idea l’anno successivo. Il loro Decline del 2016 aveva fornito nuovi paradigmi di violenza e terrore per tutto l’universo grindcore, e il nuovo Retaliation si preannuncia sulle stesse coordinate. Con tre tracce già rivelate, qui nel player sottostante ho scelto “Rot In Hell”, perché dotata forse del titolo più esplicativo e con l’immagine più potente. Ebbene, la formula dei Vermin Womb è quella di un death-grind particolarmente oscuro e annerito, tanto che ci si avvicina non poco ai canoni del cosiddetto war metal (e, per chi non ricordasse cosa sia il war metal, urge un bel ripasso). Mi aspetto che l’intero album, comunque, sia su livelli di abominio sonoro difficilmente sentiti prima, visto anche che il disco durerà appena diciotto minuti. A breve sapremo: l’uscita è fissata per il 2 settembre, tramite Closed Casket Activities.


3. Mamaleek – “Boiler Room” (da Diner Coffee, avantgarde black metal)

Una delle novità più interessanti per i fanatici del black metal più storto e sperimentale è certamente il ritorno dei Mamaleek. L’enigmatico duo (che parrebbe essere formato da due fratelli americani di origini libanesi) torna infatti a farsi sentire a due anni di distanza dall’ottimo Come & See. Ancora una volta patrocinato dalla sempre valida etichetta The Flenser, il nuovo album Diner Coffee è introdotto da “Boiler Room”, traccia che si presenta fondamentalmente come un alternative rock sperimentale, con synth dal sapore vagamente prog e intermezzi jazzosi. La componente black metal qui si attesta a mera condizione di contorno, grazie alle voci rigorosamente in scream, sporche e sgraziate come da tradizione. Resta poco per giudicare il nuovo materiale, ma i Mamaleek sembrano continuare sulla direzione di un rock sempre più astratto e anti-commerciale sporcato da voci black. Per l’uscita ci sarà da attendere fino al 30 ottobre.


4. Ars Onirica – “Daydream” (da II: Lost, melodic death-doom metal)

Anche in questa puntata non può mancare la quota italiana di Extrema Ratio, dedicata all’imminente nuovo lavoro di Ars Onirica, progetto romano giunto con II: Lost al suo secondo album. La creatura solista di Alessandro Sforza (anche in Invernoir e Lykaion) si presenta con un death-doom molto melodico, dal retrogusto gothic. Pur riconoscendo un debito nei confronti di alcuni big (soprattutto Katatonia e Paradise Lost, ma anche Opeth in alcuni frangenti), Ars Onirica presenta diversi spunti originali. Il primo singolo estratto, “Daydream”, risulta in particolare molto vario, tra mid-tempo, break acustici, stili vocali che si alternano da harsh a clean, nonché un sentitissimo blast beat che richiama certo black metal di stampo cascadian. Sicuramente un ottimo progetto da riscoprire e supportare, con tanto potenziale. II: Lost uscirà il prossimo 23 settembre per l’etichetta spagnola Ardua Music.


5. Vermilia – “Hautavajo” (da Ruska, atmospheric-pagan black metal)

Nome abbastanza nuovo della scena underground finlandese, Vermilia è una one woman band di chiara impronta black metal a tinte paganeggianti e naturalistiche. Il primo album pubblicato quattro anni fa, Kätkyt, mostrava già un buon potenziale, pur risultando un po’ immaturo in alcuni aspetti. I primi due singoli del nuovo disco, Ruska, sembrano però aver limato alcuni dettagli nell’approccio musicale del progetto finlandese. Non è un caso, comunque, che Vermilia conservi un’atmosfera tutto sommato simile a quella di altri progetti tutti al femminile già noti nella scena black metal. Mi riferisco in particolare a Myrkur, dai cui primi lavori prende i momenti più folk-pagan, e a Hulder, della quale invece ricorda l’aspetto più ferale e marcatamente black metal. Ecco, dovendo scegliere dei riferimenti, Vermilia sembra piazzarsi proprio in mezzo alle sue due illustri colleghe. Ruska, lavoro totalmente autoprodotto, uscirà il prossimo 6 settembre.


6. Cruz – “Als Peus De La Creu” (da Confines De La Cordura, death-thrash metal)

Mi ero già imbattuto negli spagnoli Cruz alcuni anni fa, al momento della pubblicazione del loro debutto Culto Abismal per conto della sempre valida Sentient Ruin Laboratories. Ora, la band iberica riparte da un’altra etichetta di sicuro valore come la greca Nuclear Winter Records, gestita da uno che di death metal ne mastica parecchio come Anastasis Valtsanis dei Dead Congregation. Il death dei Cruz è grezzo e diretto, con tanti elementi thrash che sono ancora più apprezzabili nei momenti più tirati, conferendo ulteriore violenza al risultato finale. Insomma: una mazzata nei denti! Un aspetto secondario ma molto interessante da notare è che la band di Barcellona ha deciso di inserire titoli (e presumo testi) in catalano, scelta sì intuitiva ma anche piuttosto inusuale non essendo una lingua così diffusa. Le premesse per un album interessante, comunque, ci sono tutte: per un giudizio rotondo e completo c’è da aspettare solo l’uscita di Confines De La Cordura, attesa per il prossimo 26 settembre.


7. Mimorium – “Mirror Dimension” (da The Route Of Haeresis, black metal)

Dopo aver parlato del nuovo album di Vermilia, la Finlandia si conquista un secondo spazio nella puntata #32 grazie ai blackster Mimorium. I finnici rappresentano la band black metal più tipica e tradizionale che possa esserci. Fondendo tra loro le sonorità svedesi e norvegesi degli anni Novanta, reinterpretano e fanno propria questa eredità, attingendo a piene mani da band quali Dark Funeral, 1349, Mörk Gryning, Dissection, tutte influenze facilmente riscontrabili. I Mimorium, comunque, possono anche vantare su un sound fresco e un’ottima produzione, che consente ai loro riff di elevarsi, rendendosi riconoscibili e memorizzabili, permettendo anche di potere apprezzare le progressioni, oltre alle capacità compositive del quintetto. Appena uscito per conto di Spread Evil Productions e Korpituli Productions, un bel tuffo nel passato per gli amanti del black metal scandinavo di seconda ondata.


8. Dead Void – “Perpetually Circling The Void” (da Volatile Forms, death-doom metal)

La scena death metal della Danimarca, negli ultimi anni, è in continua espansione. Merito sicuramente di un rinnovato interesse per certe sonorità, oltre che del ruolo egemone assunto dal Killtown Deathfest, tra i migliori festival death metal underground europei. In questo contesto si inseriscono dunque i Dead Void, band all’esordio su lunga distanza dopo la pubblicazione di tre demo precedenti. I danesi propongono un death-doom particolarmente marcio e oscuro, che però non rinuncia a folli assoli e putrescenti crescendo. Il tutto è coadiuvato dall’enigmatica ed evocativa copertina di Stefan Thanneur, già bassista dei Chaos Echoes ma anche autore di opere per StarGazer, Svart Crown, Year Of No Light, Plague Organ e altri. Nel complesso, il primo singolo “Perpetually Circling The Void” preannuncia così un album pesante, potente ma anche parzialmente attaccato alla tradizione. L’uscita di Volatile Forms è fissata per il 15 settembre, tramite Dark Descent Records e Me Saco Un Ojo Records.