Extrema Ratio #31: 03/08/22-09/08/22
Trentunesimo episodio della nostra rubrica a cadenza settimanale Extrema Ratio, dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal underground. L’appuntamento di oggi ci porta in dote tante novità appetitose, tra death metal e post-black metal, passando per suoni più tradizionali e altri più sperimentali. Questi i nomi dei protagonisti: Escarnium, Ellende, Implore, Aenaon, Gutvoid, Grigorien, Morbus Grave, Ahriman.
G.E.F.
1. Escarnium – “Far Beyond Primitive” (da Dysthymia, death metal)
Ricordo di essere stato sorpreso in positivo da Interitus, album pubblicato ormai sei anni fa dai deathster brasiliani Escarnium. Giunti ora al terzo disco, i sudamericani cercano la conferma con Dysthymia, in uscita per Redefining Darkness Records e Cianeto Discos. Anticipato dal singolo “Far Beyond Primitive”, il nuovo capitolo degli Escarnium riprende il discorso da dove i brasiliani l’avevano lasciato. La proposta è sempre quella di un death metal massiccio, perfettamente eseguito, con un growl oscuro e pauroso. Tra echi di Dead Congregation, Morbid Angel e Vomitory, la band brasiliana riorganizza e veicola nuovamente le proprie influenze restando tuttavia fedele ai canoni principali del death metal. Il risultato è un’opera con una forte identità nel suo genere di appartenenza, suonata da musicisti che rivelano la consapevolezza nei propri mezzi. Per potere godere finalmente in forma completa di Dysthymia bisognerà attendere il prossimo 9 settembre.
2. Ellende – “Abschied” (da Ellenbogengesellschaft, post-black metal)
Tra i nomi più interessanti emersi nella scena post-black metal nell’ultimo decennio ci sono sicuramente gli austriaci Ellende. Sebbene il quarto album Ellenbogengesellschaft sia introdotto da una copertina francamente non bellissima, il primo singolo estratto “Abschied” convince decisamente di più. Gli austriaci non reinventano il genere, ma piuttosto ne sfruttano i punti di forza: ecco così susseguirsi momenti riflessivi, sfuriate black metal e break acustici, con una prova vocale piuttosto variegata tra parti in scream, controcanti puliti e sezioni sussurrate. Alcuni riff peraltro sembrano ricordare molto da vicino gli Alcest di Écailles De Lune, sicuramente tra le maggiori ispirazioni della band. La nuova fatica degli Ellende, in ogni caso, vedrà la luce il prossimo 30 settembre su AOP Records.
3. Implore – “The Burden Of Existence” (da The Burden Of Existence, death-grind)
I tedeschi Implore sono uno dei nomi più interessanti della scena death-grind internazionale. Nel decennale della formazione sta per arrivare il loro quarto album, The Burden Of Existence. In realtà definirli semplicemente death-grind sarebbe abbastanza ingeneroso. Sebbene la base sia innegabilmente quella, gli Implore riescono a ricamare molto, regalando spazio a momenti che virano più sul punk, passando per soluzioni quasi sludge-doom. Come dimostra la title track, fanno capolino anche alcuni lead melodici, un po’ inaspettati nel grindcore ma che qui funzionano alla perfezione. Ne risulta un mix coraggioso ma che non sacrifica assolutamente impatto e rabbia (sia politico-sociale che musicale). Per la pubblicazione dell’album, però, ci vorrà ancora un po’: The Burden Of Existence uscirà infatti solo il prossimo 28 ottobre per Church Road Records.
4. Aenaon – “Synastry Of Hearbeats” (da Mnemosyne, progressive black metal)
Assieme probabilmente agli Hail Spirit Noir, gli Aenaon sono la band greca che più di ogni altra sa come far convivere sperimentazione, black metal e istanze progressive. Il primo singolo del nuovo album Mnemosyne, ovvero “Synastry Of Hearbeats”, dimostra soprattutto come questo approccio possa coesistere con un’idea di forma canzone tutto sommato easy listening (almeno per i canoni dei generi estremi). Non mancano inoltre i colpi di scena, tra l’incursione di un sassofono e la presenza di voci pulite, che richiamano un po’ alla mente i Solefald di In Harmonia Universali e i Code di Resplendent Grotesque (tra l’altro due dei miei album metal preferiti). Le aspettative per Mnemosyne, dunque, non possono che essere ragionevolmente alte, ma l’impressione è che nel nuovo disco dei greci ci sia ancora molto altro da scoprire. Per l’uscita ufficiale, sotto l’ala protettrice di Agonia Records, bisognerà attendere il prossimo 7 ottobre.
5. Gutvoid – “In Caverns It Lurks” (da Durance Of Lightless Horizons, death metal)
Dopo un EP, un singolo e uno split, i canadesi Gutvoid hanno deciso di fare sul serio con la pubblicazione del loro primo album. Durance Of Lightless Horizons esce su Blood Harvest Records, etichetta svedese dedita soprattutto al death metal e che negli ultimi anni ha lanciato varie band, su tutte Suffering Hour e Cryptic Shift. Ora, non so se i canadesi raggiungeranno lo stesso status dei due gruppi summenzionati, ma il primo impatto è dei più positivi. Il death metal dei Gutvoid è infatti molto stratificato, cavernoso quanto basta ma con aperture piuttosto interessanti, soprattutto nelle parti più lente che viaggiano al limitare del doom. Non mancano inoltre passaggi tritonali, a suggerire un certo interesse per sonorità dissonanti. Teniamoli d’occhio, ne sentiremo parlare sicuramente: il debutto su lunga distanza del gruppo, intanto, uscirà il prossimo 23 settembre.
6. Grigorien – “Boedsgang Og Blodig Hoste” (da Magtens Evangelium, black metal)
Un’altra band al debutto su lunga distanza sono i danesi Grigorien, che hanno appena pubblicato Magtens Evangelium con la portoghese Signal Rex. L’album del terzetto sembra sfuggire alle tipiche logiche di certi trend che vanno tanto in questo periodo. La band scandinava è infatti dedita a un black metal grezzo e feroce, tanto diretto quanto spietato: tra i riferimenti più immediati per l’ascoltatore ci sono sicuramente i Marduk di Panzer Division Marduk, con qualche soluzione vicina a una certa scena francese (Aosoth, Antaeus). Qui non c’è spazio per alcuna poesia o melodia: l’esordio dei Grigorien non concede eccezioni, proponendosi semplicemente di spazzare via tutto ciò che può. Va da sé che a lungo andare Magtens Evangelium potrebbe risentire di una certa ripetitività nella struttura dei brani, ma chi apprezza il black metal pigiato sull’acceleratore avrà sicuramente modo di trarne il giusto godimento.
7. Morbus Grave – “Traumatic Malignancy” (da Lurking Into Absurdity, death metal)
Per la quota italiana dell’episodio #31, c’è il primo singolo dell’album di debutto dei Morbus Grave. La band è attiva dal 2010, tuttavia mi capitò di imbattermi per la prima volta nei lombardi tramite lo split del 2017 con i Lurking Terror (la cui cantante era Lucilia dei Larvae, di cui ho parlato qualche settimana fa). Da allora, dopo un’ulteriore sfilza di uscite minori, i Morbus Grave si sono ulteriormente affinati, attirando così l’attenzione di un’etichetta molto interessante come la messicana Chaos Records. Il singolo “Traumatic Malignancy” mostra una band sicura di sé, smaccatamente old school nell’approccio ma anche originale. Seppur indiscutibilmente death metal alla base, infatti, il brano contiene anche forti influenze thrash e doom, sapientemente miscelate. C’è dunque da tenere d’occhio Lurking Into Absurdity, che potrebbe rivelarsi una gemma del vasto panorama underground italiano di quest’anno.
8. Ahriman – “Pokolsarkantyú” (da Kehely, black metal)
Decani della scena black metal ungherese, anche se non particolarmente conosciuti all’estero, gli Ahriman sono in procinto di pubblicare Kehely, il loro quarto album. La proposta dei magiari è un black metal fortemente naturalistico e dal retrogusto quasi sciamanico. L’errore che si potrebbe fare è di pensare al singolo “Pokolsarkantyú” come al solito esempio di black metal atmosferico tutto accordi maggiori e assoli strappalacrime. Gli Ahriman invece mettono al servizio dell’ascoltatore tutta la loro militanza nella scena sin dagli anni Novanta, creando un qualcosa che è sì radicato nella tradizione black metal ma con una produzione piuttosto potente e moderna. L’album, inoltre, si regge su belle trame melodiche e un bel tappeto di tastiere. A ciò si aggiunge un piccolo plus per i fanatici delle particolarità: il disco è infatti cantato interamente in ungherese. Kehely uscirà a breve, il prossimo 19 agosto tramite Metal.hu, che oltre a pubblicare l’opera è anche un’importante webzine magiara.