Extrema Ratio #62: 09/03/23-15/03/23 | Aristocrazia Webzine

Extrema Ratio #62: 09/03/23-15/03/23

Altro nuovo episodio di Extrema Ratio, la rubrica settimanale targata Aristocrazia dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal underground. Ecco le band protagoniste del numero sessantadue: Impetuous Ritual, Kruelty, Neo Inferno 262, Catacomb, Ossaert, Into Darkness, Atemporal, Bloodrust.

Nota: non sono riuscito a trovare un posticino tra le otto pick di questo numero per l’album di debutto dei torinesi Lum, intitolato Lunaria – I Racconti Del Falò e uscito venerdì scorso su Nigredo Records (CD) e Frozen Woods Records (cassetta). Raw-atmospheric black metal su leggende locali. Vale la pena ascoltarlo.

G.E.F.


1. Impetuous Ritual – “Lecherous Molestation” (da Iniquitous Barbarik Synthesis, blackened death metal)

Etichetta: Profound Lore Records
Data di pubblicazione: 12 maggio 2023

Potrei parlare a lungo di come gli Impetuous Ritual siano tra le band che più abbiano forgiato un certo sound oscuro e impenetrabile all’interno della scena death-black metal, insieme ad altri nomi come Portal, Grave Upheaval e Temple Nightside, ma non lo farò in questa sede. Comunque sia, Iniquitous Barbarik Synthesis è il quarto album di questa particolare band australiana.

“Lecherous Molestation”, primo singolo del disco in uscita, è una conferma di quanto fatto dagli Impetuous Ritual in passato: un disturbante maelstrom di blast beat e riff caotici, dove voci bestiali e filtrate si accompagnano ad assoli brevi e sinistri. Come già accaduto in passato, gli australiani arrivano anche a lambire territori vicini al war metal, quantomeno per brutalità e violenza, sebbene la matrice del sound alla Portal resti il loro marchio di fabbrica. Quello degli Impetuous Ritual è ancora un approccio sui generis, meno strettamente legato all’importanza dei riff e maggiormente improntato all’affermazione di un’atmosfera opprimente e orrorifica. Chi li ha già apprezzati in passato non potrà far altro che promuoverli anche questa volta.


2. Kruelty – “Burn The System” (da Untopia, death-doom metal, hardcore)

Etichetta: Profound Lore Records
Data di pubblicazione: 17 marzo 2023

In qualità di Aristocrazia Webzine, ci eravamo imbattuti nei folli Kruelty lo scorso anno, in occasione dello split con i Terminal Nation. Untopia è il nome del secondo album di questa particolare band nipponica, e vedrà la luce proprio questo venerdì.

Se con gli Impetuous Ritual condividono l’etichetta (cioè l’ottima Profound Lore Records), i Kruelty muovono anch’essi da una base death metal, ma da presupposti completamente diversi. La proposta dei giapponesi cerca sonorità più massicce, sottolineate ulteriormente da gustosi rallentamenti che sfiorano il death-doom. I Kruelty, inoltre, rendono ancora più variegate le loro idee grazie a inserti hardcore punk, che caratterizzano ulteriormente i brani con una certa imprevedibilità. 


3. Neo Inferno 262 – “Bleak Revolution” (da Pleonectic, industrial black metal)

Etichetta: Necrocosm
Data di pubblicazione: 31 marzo 2023

Il nome dei francesi Neo Inferno 262 è strettamente legato a Hacking The Holy Code, l’unico album della band transalpina pubblicato nell’ormai lontano 2008. Fu un disco piuttosto importante per un certo modo di concepire l’industrial black metal. Dopo ben quindici anni, finalmente quell’opera ha un seguito: Pleonectic, che vedrà la luce a fine mese.

Gli oltre otto minuti del singolo “Bleak Revolution” consegnano all’ascoltatore una band molto vicina a ciò che era ai tempi di Hacking The Holy Code. Forse ancora più estrema, perché i furenti blast beat dei francesi sono compendiati meglio dalla forte componente elettronica (con passaggi techno!) già presente in passato. L’impressione che il brano restituisce è quella di una band ancora più folle e sperimentale, dove la vena estrema è — se possibile — ancora più marcata. Per restare in ambito industrial black metal, Pleonectic potrebbe essere per i Neo Inferno 262 ciò che fu Planet Satan per gli storici Mysticum: un comeback riuscitissimo dopo lunghi anni di silenzio, con elementi nuovi ma con la propria personalità intatta.


4. Catacomb – “The Kings Of Edom” (da When The Stars Are Right, death metal)

Etichetta: Xtreem Music
Data di pubblicazione: 24 marzo 2023

I Catacomb sono un nome storico per quanto riguarda la scena death metal underground francese. In particolare, le tre demo pubblicate dai ragazzi di Tolone nei primi anni Novanta — specialmente In The Maze Of Kadath (1993) — sono giustamente giudicate di culto in certi ambienti. Ebbene, dopo tanti anni, la band ha deciso di pubblicare finalmente il primo full length, When The Stars Are Right, che uscirà tra circa dieci giorni.

I Catacomb prendono una certa tradizione death metal anni Novanta e la riaffermano, traendo spunto da una chiara impronta spaziale che era affiorata circa trent’anni fa grazie alle opere dei Nocturnus e dei Timeghoul, e su cui i Blood Incantation hanno costruito le loro fortune negli anni recenti. Ne esce fuori così When The Stars Are Right, che sicuramente è un disco estremamente novantiano ma che al contempo suona fresco e adatto ai tempi. Insomma, i Catacomb sono tornati, e sembrano essere davvero in gran forma!


5. Ossaert – “De Lichtkrans En De Waan” (da Offerdier, black metal)

Etichetta: Argento Records
Data di pubblicazione: 7 aprile 2023

Tante volte mi è capitato di tessere le lodi della scena black metal olandese, che vanta molte band interessanti in tutte le varie declinazioni del genere. Un posticino in questo panorama lo trova anche Ossaert, one man band di Zwolle che qualche anno fa aveva già colpito positivamente il nostro Bosj con Bedehuis. Offerdier è il nome del nuovo EP del progetto, in uscita il prossimo 7 aprile.

I quasi otto minuti dell’apertura “De Lichtkrans En De Waan” portano in seno un black metal ancorato agli stilemi del genere, ma al tempo stesso addolcito da un lato emozionale, con derive che virano sul black atmosferico grazie a lead di chitarra dal sapore malinconico e sentimentale. Ciò però non deve ingannare, perché nella seconda parte il brano cambia completamente, virando verso un approccio più in linea con i big norvegesi e con divertenti venature dal retrogusto thrash, dal riffing ispirato e, per così dire, headbanging-friendly. Operando in linea con altre realtà olandesi (mi vengono in mente Iskandr, Turia e Fluisteraars su tutti), Ossaert conferma la buona salute della scena locale, dimostrando di avere le carte in regola per tirar fuori un altro ottimo lavoro.


6. Into Darkness – “The Launch” (da Cassini – Huygens, death metal)

Etichetta: Unholy Domain Records
Data di pubblicazione: 10 marzo 2023

Per la quota italiana del numero 62 di Extrema Ratio, la mia scelta è ricaduta su Cassini – Huygens, nuovo EP dei comaschi Into Darkness, capitanati dalla polistrumentista Giulia Warrior. Uscito pochi giorni fa, il nuovo lavoro dei lombardi è in fondo quasi un album, dal momento che arriva a sfiorare la mezz’ora di minutaggio.

L’EP è introdotto da “The Launch”, il brano presente anche nel player sottostante, che rivela la natura old school del progetto. Devo dire però che gli Into Darkness, rispetto a tante band di ispirazione anni Novanta che girano oggi, hanno personalità da vendere, con riff che ti restano in testa e la capacità di restituire un’atmosfera oscura e dannatamente personale. In poche parole, la vera forza del gruppo sta proprio nel loro songwriting, con una capacità di comporre brani in grado di funzionare su tutti i livelli e di trascinare l’ascoltatore anche meglio di certi gruppi più blasonati. Bravi davvero.


7. Atemporal – “Three Initiates Meet At The Cemetery Crossroads” (da Thorn Genesis, raw black-death metal)

Etichetta: I, Voidhanger Records
Data di pubblicazione: 7 aprile 2023

Sebastian Montesi di Auroch e Mitochondrion è uno dei musicisti metal più impegnati della scena estrema canadese. Oltre a cimentarsi anche nel synthpop con Saturn’s Cross, altro suo progetto, Montesi ha deciso di approfondire l’interesse per un approccio più grezzo, istintivo e ferale con la nuova incarnazione chiamata Atemporal.

Pescando a piene mani dal songwriting di altri suoi progetti, con Atemporal tenta di sperimentare con una produzione molto più abrasiva, assistito da Gabriele Gramaglia (Cosmic Putrefaction, Vertebra Atlantis) in sede di mixing e mastering. Il risultato è sicuramente particolare, perché è come ascoltare gli Auroch se avessero una registrazione deliberatamente raw black metal. A mio avviso, in realtà, questo tipo di composizioni si sposa meglio con suoni più curati, perché le idee chitarristiche di Montesi qui non vengono valorizzate al 100% e sono un po’ limitate dalla registrazione. Resta però un esperimento interessante, che probabilmente può crescere ascoltando l’album per intero.


8. Bloodrust – “Hades Fire” (da At Glory’s End, death metal)

Etichetta: Archaic Sound
Data di pubblicazione: 7 aprile 2023

Provenienza esotica per Bloodrust, one man band death metal addirittura originaria delle… Isole Falkland o Malvine. Il progetto nato dalla mente dell’unico membro Richard Keenahan sta per pubblicare il suo terzo album, intitolato A Glory’s End, dopo che il debutto Burning Of Aeons e il successivo A Legacy Of Vengeance avevano dato un primo assaggio del potenziale del gruppo.

La musica proposta da Bloodrust, comunque, è sicuramente meno inusuale della sua provenienza geografica. Infatti si ispira chiaramente agli anni d’oro del death metal, ricalcandone in tutto e per tutto gli aspetti stilistici. Al di là del dibattito — probabilmente anche poco costruttivo — sull’originalità del progetto, c’è da dire che i riff sono ben costruiti, le voci possiedono una metrica ben scandita e questo rende i brani piuttosto easy listening e di facile memorizzazione. Ciò è particolarmente ravvisabile in “Hades Fire”, mentre “Vermin” è un pezzo più martellante. Resta in ogni modo una prova interessante, con un piccolo bonus se come me siete appassionati di band provenienti da posti inusuali.