Extrema Ratio #78: 29/06/23-05/07/23 | Aristocrazia Webzine

Extrema Ratio #78: 29/06/23-05/07/23

Torna il consueto appuntamento del mercoledì con Extrema Ratio, la rubrica settimanale targata Aristocrazia dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal underground. Episodio numero settantotto, con le seguenti band protagoniste: Incantation, Mizmor, Asphodelus, BlackBraid, Undergang, Abstract Void, Ch’ahom, The Scars In Pneuma. Con un piccolo bonus: il singolo dei Marduk “Blood Of The Funeral” tratto dal loro nuovo album Memento Mori, che non può trovare spazio tra le altre otto menzioni di questa puntata visto che Century Media non utilizza Bandcamp come mezzo di promozione.

G.E.F.


1. Incantation – “Concordat (The Pact) I” (da Unholy Deification, death metal)

Etichetta: Relapse Records
Data di pubblicazione: 25 agosto 2023

Non devo essere certo io a introdurre gli Incantation, una delle band più storiche e importanti del panorama death metal underground. E anche una delle più costanti e coerenti: nonostante siano passati tanti anni dai loro dischi più famosi, gli statunitensi si sono dimostrati in forma pure negli album recenti. Il prossimo, Unholy Deification, uscirà il 25 agosto.

Non c’è grande spazio per l’innovazione negli Incantation che, con differenze tutto sommato minime, da oltre trent’anni propongono una formula molto simile. L’alternarsi di riff veloci e parti lente (che sfiorano ritmiche death-doom), il vocione infernale di McEntee, i blast beat, la produzione sulfurea e funerea: tutto come al solito con il consueto marchio di fabbrica degli Incantation. Provare per credere: “Concordat (The Pact) I” è un’ottima anticipazione di questo Unholy Deification.


2. Mizmor – “No Place To Arrive” (da Prosaic, blackened drone-doom metal)

Etichetta: Profound Lore Records
Data di pubblicazione: 21 luglio 2023

Quarto album in dirittura d’arrivo per Mizmor, la one man band americana che negli anni ha saputo imporsi grazie alla sua particolare miscela di drone, black e doom metal. Il prossimo album, Prosaic, uscirà tra un paio di settimane circa.

Con il passare degli anni, ho notato che Mizmor si sta spostando verso una direzione meno definita, dove i generi che spesso vengono utilizzati nella sua musica assumono forme differenti. Era il caso ad esempio di Wit’s End, che vira decisamente più sul drone limitando parecchio le influenze metal. Con Prosaic, invece, l’approccio è molto più vicino al doom metal (in realtà quasi death-doom), dove le parti blackened sono limitate all’atmosfera e ad alcuni riff. La mia impressione è che sarà molto interessante ascoltare Prosaic per intero, allo scopo di carpirne l’essenza nella sua totalità.


3. Asphodelus – “Waterside” (da Sculpting From Time, death-doom metal)

Etichetta: Hammerheart Records
Data di pubblicazione: 25 agosto 2023

Spazio ora ai finlandesi Asphodelus, band death-doom metal dal sound molto classico, oltre che dalle indubbie capacità. Il primo album Stygian Dream aveva già mostrato molte potenzialità, che ora dovranno essere confermate dall’imminente Sculpting From Time.

Dicevo che il death-doom degli Asphodelus ha un sound molto classico, dal momento che prende a piene mani dai big del genere degli anni Novanta, oserei dire soprattutto da certi Katatonia e Paradise Lost. Tuttavia, i finlandesi hanno anche elementi di originalità, come ad esempio l’uso spiccato dei synth che aggiungono un fortissimo retrogusto atmosferico e quasi progressive all’intero album. Ecco, per intenderci, Sculpting From Time è quel tipo di disco che rappresenta un perfetto paradigma in equilibrio tra tradizione e originalità.


4. Blackbraid – “The Spirit Returns” (da Blackbraid II, black metal)

Etichetta: Autoprodotto
Data di pubblicazione: 7 luglio 2023

I recentissimi Blackbraid hanno fatto fortuna con il loro debut album grazie a un’estetica che si allinea al cosiddetto indigenous black metal. La loro proposta melodica e atmosferica ha indubbiamente attirato l’attenzione di molti, ed è naturale che tanti attendano il loro nuovo lavoro, intitolato semplicemente Blackbraid II.

In realtà non sono un grandissimo fan di questa band americana (come del resto avevo lasciato trasparire lo scorso anno), ma riconosco ai Blackbraid la capacità di essersi fatti notare grazie a un black metal dalla formula easy listening e accattivante per i più, anche per merito della loro estetica piuttosto originale, sebbene vi siano altre band del filone “indigenous” che vorrei avessero maggiore considerazione. Tra melodie e break in mid-tempo, lead di chitarra e assoli atmosferici, i Blackbraid confermano quanto già mostrato sul loro primo album, candidandosi seriamente a conquistare ancora maggior attenzione sul mercato underground.


5. Undergang – “Livl​ø​s I En P​ø​l Af Egne Udskillelser” (da De Syv Stadier Af Ford​æ​rv, death metal)

Etichetta: Me Saco Un Ojo Records / Dark Descent Records
Data di pubblicazione: 1 settembre 2023

Tornano alla ribalta con un nuovo EP i deathster danesi Undergang, tra le realtà più zozze e prolifiche della scena death metal underground. Dopo aver pubblicato quest’anno già un album live e uno split, De Syv Stadier Af Ford​æ​rv uscirà il prossimo 1° settembre.

L’ennesimo lavoro dei danesi è molto classico, e ricalca fedelmente lo stile già adottato dagli Undergang. Aspettiamoci dunque il consueto carico di brani groovy e percussivi, con voci disumane e riff putrescenti già incontrati nelle release passate della band nordeuropea. Se la frase dell’Amleto «c’è del marcio in Danimarca» potesse essere traslata ai giorni nostri, gli Undergang ne sarebbero un’ottima trasposizione in salsa death metal.


6. Abstract Void – “Lost In The Night Sky” (da Forever, atmospheric black metal-synthwave)

Etichetta: Flowing Downward
Data di pubblicazione: 30 luglio 2023

Un altro atteso ritorno è quello di Abstract Void, one man band del polistrumentista russo Bogdan Makarov, già noto per l’altro progetto Skyforest. Forever è il quarto album sotto questo moniker, in uscita alla fine di questo mese.

Per chi non conoscesse Abstract Void, bisogna ammettere che la one man band russa ha avuto un’idea molto accattivante: mescolare la synthwave al black metal, nella sua veste più post e atmosferica. Al quarto album, la formula di questo progetto è rimasta perlopiù inalterata: immaginiamoci un incontro tra Perturbator e gli Alcest, con Abstract Void che prende un po’ dagli uni e un po’ dagli altri per creare qualcosa di proprio. Dal mio punto di vista, forse avrei dato un maggior risalto alle voci, che mi risultano un po’ troppo distanti. Ma è solo una piccola critica che non inficia quanto di buono fatto dalla one man band, che si conferma sul livello già importante dei dischi precedenti.


7. Ch’ahom – “Ts’ono’ot” (da Ts’ono’ot, progressive death metal)

Etichetta: Sentient Ruin Laboratories
Data di pubblicazione: 7 luglio 2023

I tedeschi Ch’ahom, pur non essendo particolarmente conosciuti, avevano già attirato la mia attenzione qualche anno fa grazie al loro furioso black-death metal (molto vicino al cosiddetto war metal) con tematiche incas e pre-ispaniche in generale. Con l’imminente EP Ts’ono’t, però, cambiano un po’ le carte in tavola.

Effettivamente un certo cambiamento lo si nota anche dal minutaggio, visto che l’EP è formato da una sola traccia di una dozzina di minuti. Oltretutto, la band ha dimostrato di aver svolto una metamorfosi, passando dal black-death incasinato degli esordi a una forma molto più free a livello di strutture, con un sound più raffinato, rifinito e complesso. I Ch’ahom flirtano col progressive e la psichedelia, con rimandi al death tecnico di Demilich e Timeghoul ma mantenendo comunque, a tratti, assonanze col black-death degli esordi, seppur in chiave caleidoscopica. Una bella trasformazione che sinceramente non mi aspettavo.


8. The Scars In Pneuma – “One With The Boars” (da Woebegone, Raised By Wolves), melodic black metal)

Etichetta: Deadwoods Productions
Data di pubblicazione: 7 luglio 2023

Chiudo l’appuntamento di oggi con la band italiana della settimana, ovvero i bresciani The Scars In Pneuma. Che curiosamente non conoscevo, pur essendo invece al corrente degli Ogen, progetto black metal in cui suonano i tre membri della band. Woebegone, Raised By Wolves è il secondo full length dei lombardi.

Definire semplicemente come “black metal” Woebegone, Raised By Wolves non renderebbe però giustizia all’idea musicale dei The Scars In Pneuma. I bresciani, invece, pur partendo da un’interpretazione melodica del genere, offrono spunti di intersezione con altri sottogeneri metal: dal melodic death a sezioni doom, con passaggi acustici che stemperano l’atmosfera e preparano il terreno a nuove sfuriate metalliche. Un chiaro esempio di questo approccio è presente anche nel singolo estratto “One With The Boars”, che consta di poco meno di dieci minuti di durata.