Extrema Ratio #36: 07/09/22-13/09/22
Trentaseiesimo episodio della nostra rubrica a cadenza settimanale Extrema Ratio, dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal underground. Oggi passiamo in rassegna un’altra bella varietà di sonorità, dal pagan black metal al death metal vecchia scuola, fino a proposte molto più sperimentali. I nomi dei protagonisti di questa puntata: Kampfar, Imprecation, Arkheth, Deathsiege, Wesenwille, Bones, Malauriu, Tribal Gaze.
G.E.F.
1. Kampfar – “Flammen Fra Nord” (da Til Klovers Takt, pagan black metal)
Etichetta: Indie Recordings
Data di pubblicazione: 11 novembre 2022
Sebbene la Norvegia non sia più il centro della scena black metal internazionale da anni, i Kampfar rappresentano tuttora un nome molto apprezzato e rispettato. Il quartetto norvegese, giunto ormai al nono album, è infatti in odore di pubblicare la sua ultima fatica intitolata Til Klovers Takt, di cui sono già stati rivelati quattro estratti.
La band scandinava prende molto del black metal delle origini, combinandolo però con dosi di modernità e tradizioni della propria terra. Pur essendo meno paganeggiante rispetto agli esordi, anche Til Klovers Takt fa emergere il lato più nazionalpopolare dei Kampfar, dei quali l’interesse per le tematiche folkloristiche resta comunque evidente. Dall’ascolto del singolo che ho scelto tra quelli disponibili, “Flammen Fra Nord”, emerge la voglia di continuare a essere protagonisti, perennemente in bilico tra passato e modernità. Una cosa è certa: rispetto ad alcuni loro illustri connazionali sono invecchiati decisamente meglio.
2. Imprecation – “Bringer Of Sickness” (da In Nomine Diaboli, death metal)
Etichetta: Dark Descent Records
Data di pubblicazione: 14 ottobre 2022
Band storica del panorama underground statunitense e in particolare texano, da quando si sono riformati nel 2009 gli Imprecation hanno ripreso e sviluppato il loro filo conduttore degli anni Novanta. In Nomine Diaboli è il nuovo album in uscita del quintetto americano, terzo della loro discografia.
L’approccio degli Imprecation è smaccatamente old school, come si nota nel singolo “Bringer Of Sickness”. Anticipato da una ouverture sinistra ed evocativa, il brano raccoglie chiaramente le influenze di alcuni maestri della scena anni Novanta, come Incantation e Immolation. Oscurità, suoni cavernosi, ritmi sostenuti e qualche pericoloso rallentamento: questa è in breve la ricetta presentata dagli Imprecation, che non mostra grandi segni di modernità ma si limita a riproporre certi stilemi tipici del death metal. E lo fa benissimo.
3. Arkheth – “Neptune Beaches” (da Clarity Came With A Cool Summer’s Breeze, blackened avantgarde metal)
Etichetta: I, Voidhanger Records
Data di pubblicazione: 30 settembre 2022
Tra le formazioni presenti nell’appuntamento odierno, gli Arkheth sono decisamente i più strani e inusuali di tutti. Il progetto australiano, che prima era un gruppo a tutti gli effetti e da qualche tempo si è ridotto a one man band, è giunto al traguardo del quarto album. Clarity Came With A Cool Summer’s Breeze è un disco di difficilissima catalogazione, come si intuisce dalla coloratissima e bizzarra copertina.
Va detto anche che il loro inserimento in questa rubrica è un po’ borderline. Tra fiati, sassofoni e clarinetti, di black metal non è rimasto tantissimo negli Arkheth rispetto al passato. Certo, le influenze estreme restano comunque ben presenti, come si nota nel blast beat e nelle harsh vocals su “Neptune Beaches”, il brano rivelato in anteprima. Per il resto, però, l’album si muove molto tra sonorità progressive, jazz, post-, e più in generale sperimentali, rendendolo un miscuglio difficile da inquadrare. Ciò tuttavia non toglie nulla al progetto, che anzi si mostra essere interessantissimo e stuzzicante, oltre che con un tiro piuttosto easy listening che, ad onor del vero, non guasta mai.
4. Deathsiege – “Throne Of Heresy” (da Throne Of Heresy, blackened death metal)
Etichetta: Everlasting Spew Records
Data di pubblicazione: 28 ottobre 2022
Cambiando totalmente sonorità, i delicati sperimentalismi degli Arkheth lasciano spazio alla spietata brutalità priva di compromessi dei Deathsiege. Il trio israeliano è in procinto di pubblicare il suo primo album, dopo un paio di demo (poi raccolte in una compilation) che hanno suscitato buoni riscontri a livello underground.
Throne Of Heresy è anticipato dalla title track, che rivela un black-death metal molto potente, che si avvicina a un certo war metal ma con maggiore enfasi sui riff. Non sarebbe sbagliato paragonare i Deathsiege a band quali Angelcorpse o Concrete Winds, con cui condividono l’aggressività smisurata e lo spirito belligerante. In uscita a fine ottobre, Throne Of Heresy potrebbe essere uno dei dischi black-death metal più estremi di quest’anno.
5. Wesenwille – “Revelation Of The Construct” (da III: The Great Light Above, experimental black metal)
Etichetta: Les Acteurs De L’Ombre Productions
Data di pubblicazione: 21 ottobre 2022
Già ospiti in passato sulle pagine di Aristocrazia, gli olandesi Wesenwille sono pronti a sfornare un nuovo capitolo, denominato III: The Great Light Above. Per la band si tratterà del terzo album, chiamato a confermare le qualità degli olandesi dopo gli ottimi I: Wesenwille e II: A Material God.
I Wesenwille sono, ancora una volta, nel reame del black metal sperimentale e dissonante. Gli olandesi sembrano tenere bene a mente la formula e la lezione impartite dai Deathspell Omega, ma III: The Great Light Above pare cercare continuamente una sensazione tragica e disperata, che conferisce una certa personalità al disco. A introdurlo ci pensano i quasi dieci minuti di “Revelation Of The Construct”, brano che pende continuamente tra furia omicida e un senso perenne di inquietudine e dolore.
6. Bones – “Twilight Divination” (da Sombre Opulence, death metal)
Etichetta: Invictus Productions
Data di pubblicazione: 9 settembre 2022
Dopo una gavetta durata una dozzina d’anni, si affacciano finalmente al primo album i belgi Bones, che negli scorsi giorni hanno pubblicato il debutto Sombre Opulence. Un band-name tanto semplice quanto efficace: Ossa, le stesse che il compianto Richard Benson buttava contro er nemico, che rappresenta anche una chiara dichiarazione di intenti.
Ma dal death metal dei Bones non ci sono da aspettarsi solamente morte e devastazione. O meglio, ci sono sicuramente anche quelle nella musica dei belgi, che però hanno un gusto non indifferente per la costruzione dei riff, spesso piuttosto storti pur senza sfociare in dissonanze astruse. La band ci sa fare anche quando rallenta, infarcendo la sua proposta di chitarre lead disgustose, nel miglior senso possibile che ci sia. Bella davvero, da recuperare assolutamente per chi ha voglia di un death metal che suoni tradizionale ma fresco al tempo stesso.
7. Malauriu – “Red Goat Rises” (da De Natura Obscuritatis, raw black metal)
Etichetta: Black Mass Prayers / Staring Into Darkness
Data di pubblicazione: 15 settembre 2022
Per l’ormai consueto spazio italiano di Extrema Ratio, oggi siamo in Sicilia con i palermitani Malauriu. Chi temeva che la band si fosse ormai data definitivamente alla darkwave e al rock sperimentale dell’omonimo Malauriu non avrà di che preoccuparsi. Con il nuovo EP De Natura Obscuritatis, infatti, i Nostri tornano a quel black metal tradizionale che li aveva sempre caratterizzati.
La musica della band sicula è molto lineare, accompagnata da una produzione grezza e da un approccio low-fi che può ricordare da vicino gli epigoni del genere degli anni Novanta. Non manca però qualche elemento di novità, come certe intuizioni nel cantato che suonano contemporaneamente originali e grottesche. Una prova certamente legata alla tradizione, dunque, ma che non disdegna di aggiungere piccole novità personali qua e là.
8. Tribal Gaze – “And How They Wept For Eternity” (da The Nine Choirs, death metal)
Etichetta: Maggot Stomp
Data di pubblicazione: 16 settembre 2022
Maggot Stomp è un’etichetta statunitense underground molto conosciuta ma spesso anche criticata, forse perché ritenuta foriera di un trend, quello del caveman death metal, che alcuni trovano stucchevole e ripetitivo. Tale nomea forse è dovuta anche al fatto che la label ha lanciato i Sanguisugabogg, uno dei progetti death metal più chiacchierati degli ultimi anni.
Tralasciando la loro etichetta, i Tribal Gaze si apprestano a debuttare tra pochi giorni con The Nine Choirs. Ovviamente anche questa band si inserisce in un certo death metal di matrice chiaramente americana, reminiscente di leggende come Morbid Angel e Cannibal Corpse. Forti di una batteria potentissima e di un growl notevole, i Tribal Gaze cercano comunque di smarcarsi dalle loro influenze principali, riuscendo a fornire una prova quantomeno interessante in termini di songwriting.
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