Extrema Ratio #4: 24/01/22-31/01/22 | Aristocrazia Webzine

Extrema Ratio #4: 24/01/22-31/01/22

Quarta puntata della nostra rubrica a cadenza settimanale Extrema Ratio, dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal underground. Questo appuntamento spazia dal progressive death metal al death-doom, fino al black metal di stampo avanguardista e sperimentale. Ecco i nomi dei protagonisti di oggi: Krallice, Brood Of Hatred, Negativa, Sentient Horror, Kostnatění, Undeath, Falls Of Rauros, Astral Tomb.

G.E.F.


1. Krallice – “Heathen Swill” (da Crystalline Exhaustion, avantgarde black metal)

Lo scorso venerdì è uscito, senza grosse anticipazioni, il nuovo album dei Krallice. La prolifica band newyorkese, sempre a cavallo tra black metal e soluzioni progressive, tecniche e avanguardistiche, anche in questo caso non si smentisce, grazie a un sound estremamente maturo e poliedrico.

Crystalline Exhaustion è l’undicesimo disco dei Krallice, che trovate comodamente su Bandcamp in attesa dell’uscita del vinile (come sempre per Gilead Media). Come estratto ho scelto “Heathen Swill”, traccia che ben sintetizza ciò che hanno da dire gli statunitensi in questa ultima fatica.


2. Brood Of Hatred – “The Mask Of Death” (da The Golden Age, progressive death metal)

La scena metal estrema, si sa, non è ricchissima di band provenienti dal continente africano, anche se negli ultimi anni qualcosa di interessante si muove anche là. Dalla Tunisia, proprio come gli Ayyur che avevo recensito tempo fa, arriva Brood Of Hatred, gustoso progetto solista in bilico tra trame progressive, influenze post- e chitarre death metal.

The Golden Age è il terzo disco, in uscita per Gruesome Records il prossimo 25 febbraio, e “The Mask Of Death” il primo singolo. I Brood Of Hatred sono un nome diverso dal solito, da seguire se vi piacciono band come ultimi Ulcerate, Nero Di Marte e The Faceless.


3. Negativa – “XXV” (da 04, depressive black metal)

Il collettivo Mystískaos, originariamente islandese-statunitense, è una delle iniziative più interessanti della scena black metal dissonante degli ultimi anni. Affermazione potente, ma è indubbio che qui si annidino band e progetti di assoluto valore, come Skáphe, Wormlust o Andavald.

Del collettivo fa parte pure la one man band spagnola Negativa, il cui unico membro D.B. è anche la mente che si cela dietro l’etichetta underground Bile Noire. 04 è un album black metal vagamente depressivo, nero come la pece, violento e spietato come pochi, capace di evocare atmosfere apocalittiche e mefistofelici rallentamenti. Se siete in vena, recuperate anche Délirant, altro progetto di D.B.. 


4. Sentient Horror – “Till Death Do Us Rot” (da Rites Of Gore, death metal)

Torniamo a parlare di death metal, con un disco dalle tinte più classiche. L’album in arrivo dei Sentient Horror, il terzo degli statunitensi, non pretende infatti di inventare nulla, prendendo a piene mani dalla miglior tradizione di matrice svedese.

Rites Of Gore, così come la traccia estratta “Till Death Do Us Rot”, è quello che esattamente ci si potrebbe aspettare: riffing molto vicino a Grave e Dismember, pedale HM2 a volontà, assoli veloci e strazianti. Per l’uscita però bisognerà attendere ancora un po’: Rites Of Gore verrà infatti pubblicato il prossimo 22 aprile in cd e vinile da Redefining Darkness Records.


5. Kostnatění – “Çay Benim Çeşme Benim” (da Oheň Hoří Tam, Kde Padl, atmospheric-folk black metal)

Torniamo in casa Mystískaos per un’altra uscita black metal che sembra veramente da leccarsi i baffi. Se il nome Kostnatění non vi dice nulla, beh, sappiate che il loro ep in uscita Oheň Hoří Tam, Kde Padl è una riproposizione in chiave black metal (e dintorni) di canzoni tradizionali turche, i cui autori originali sono ignoti.

Non chiedetemi perché una one man band statunitense dal nome ceco abbia deciso di rivisitare canzoni tradizionali turche. Tuttavia il risultato sembra davvero notevole, a giudicare dal singolo “Cay Benim Çeşme Benim” che potete gustarvi qui sotto: per l’ep intero bisognerà attendere sino al prossimo 25 febbraio.


6. Undeath – “It’s Time… To Rise From The Grave” (da Rise From The Grave, death metal)

Il trend che ripropone sonorità di matrice old school death metal è decisamente più vivo che mai in questi anni. Tra i portatori più fieri e interessanti di questo filone ci sono gli statunitensi Undeath, passati da qualche anno sotto l’egida di Prosthetic Records.

Più melodico e ritmico rispetto alle uscite precedenti, Rise From The Grave sembra strizzare maggiormente l’occhio all’influenza dei mitici Bolt Thrower, almeno a giudicare dal singolo già diffuso “It’s Time… To Rise From The Grave”. Anche in questo caso, però, per gustare l’album nella sua interezza ci vorrà un po’: l’uscita ufficiale è fissata per il prossimo 1 aprile.


7. Falls Of Rauros – “Clarity” (da Key To A Vanishing Future, atmospheric black metal)

Il nome dei Falls Of Rauros sarà sicuramente già noto a tutti i fan del black metal atmosferico, essendo la band americana una delle prime ad aver diffuso nel mondo il filone Cascadian.

Key To A Vanishing Future è ormai il sesto album dei Nostri che, dopo il buon Patterns Of Mythology, si apprestano a spargere ancora una volta il loro black metal ammantato di richiami folk e arricchito da lead melodici di assoluta bellezza. Il singolo “Clarity” rivela proprio queste peculiarità del combo di Portland, che cerca la definitiva consacrazione internazionale dopo essere diventato un punto di riferimento del movimento atmospheric black metal americano.


8. Astral Tomb – “Traversing The Wandering Star” (da Soulgazer, death metal)

Chiudiamo con il death metal degli Astral Tomb, in attesa di pubblicare il loro album d’esordio il prossimo 25 marzo su Blood Harvest. Ai più attenti, il nome della band americana non risulterà del tutto sconosciuto, visto che alle spalle hanno alcune uscite minori che le hanno regalato una certa esposizione: come lo split a quattro con Cryptic Shift, Inoculation e Replicant, ma anche l’ep dello scorso anno.

Soulgazer, però, sarà la prima prova su lunga distanza, per la quale c’è una certa attesa: il singolo “Traversing The Wandering Star” rivela un sound oscuro e riff sbilenchi, apparentemente in contrasto con la stralunata copertina dal sapore quasi psichedelico.