Extrema Ratio #95: 26/10/23-01/11/23 | Aristocrazia Webzine

Extrema Ratio #95: 26/10/23-01/11/23

Si rinnova il consueto appuntamento del mercoledì con Extrema Ratio, la rubrica settimanale targata Aristocrazia dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal. Una puntata che sa molto di Halloween, visto che vari gruppi hanno sfruttato la ricorrenza per pubblicare i loro nuovi album proprio durante questa settimana. A tal proposito vi rimando anche all’episodio del podcast di Aristocrazia dedicato ad Halloween. In ogni caso, le band protagoniste del numero novantacinque sono: Midnight Odyssey, Phobocosm, Mortuary Drape, Kraanium, Imperialist, Insepulto, Nahasheol, Maul.

G.E.F.


1. Midnight Odyssey – “A Fullmoon Madness” (da Biolume Part 3 – A Fullmoon Madness, atmospheric black metal)

Etichetta: I, Voidhanger Records
Data di pubblicazione: 24 novembre 2023

Forse il nome di punta per eccellenza del roster di I, Voidhanger Records è proprio Midnight Odyssey, one man band australiana attiva dal 2007 e autrice di un black metal dalle tinte epiche e atmosferiche. Verso fine novembre uscirà Biolume 3 – A Fullmoon Madness, ottavo album del progetto nonché terza parte di una trilogia inaugurata nel 2019 con Biolume 1 – In Tartarean Chains e proseguita nel 2021 con Biolume 2 – The Golden Orb.

Come di consueto nella discografia di Midnight Odyssey, anche Biolume 3 è un disco estremamente lungo: oltre due ore di minutaggio. Un assaggio dei suoi contenuti è fornito dai due singoli, “A Fullmoon Madness” e “Luna”, che restituiscono l’idea di una one man band che prosegue nella sua ricerca all’interno del black metal atmosferico. Imponenti tappeti di tastiere sorreggono un black metal mid-tempo che non si è piegato alle logiche di una produzione troppo limpida, mantenendo dunque i legami con sonorità un po’ più tradizionali. In generale, da “A Fullmoon Madness” filtra l’idea di un Midnight Odyssey più propenso a creare sfumature epiche rispetto a un atmospheric black metal tutto progressioni e accordi maggiori. “Luna” invece rappresenta l’altra faccia del progetto, con una spiccata vena ambient e soavi voci pulite.


2. Phobocosm – “Infomorph” (da Foreordained, death metal)

Etichetta: Dark Descent Records
Data di pubblicazione: 8 dicembre 2023

Terzo album in arrivo per i canadesi Phobocosm, nome della scena death metal underground che sta riscuotendo molti consensi negli ultimi anni. Il disco si intitola Foreordained e uscirà a dicembre, ben sette anni dopo il precedente Bringer Of Drought.

Il death metal della band canadese si distingue per possedere un approccio old school con strutture tradizionali, ma caratterizzato da elementi dissonanti nel riffing che mi riportano alla mente certi Immolation. Il sound è oscuro, pur senza spingere verso soluzioni forzatamente abissali, sorretto anche da un growl ribassato che si rivela particolarmente adatto al contesto. I Phobocosm, insomma, nuotano in un oceano annerito perennemente in bilico tra vecchia scuola e trovate leggermente più moderne, ponendosi in continuità con certe band statunitensi uscite alla ribalta negli anni Novanta. Per i canadesi un ritorno sulle scene decisamente più che apprezzabile.


3. Mortuary Drape – “Rattle Breath” (da Black Mirror, black metal)

Etichetta: Peaceville Records
Data di pubblicazione: 3 novembre 2023

Eccellenza tutta italiana, i Mortuary Drape sono una delle band black metal più longeve in circolazione, essendosi formati addirittura nel 1986 e portando avanti la loro peculiare interpretazione del genere, molto legata alla cosiddetta prima ondata. L’imminente Black Mirror è anche un disco piuttosto atteso dai fan, visto che — non considerando le uscite minori — il precedente album Spiritual Independence risale ormai al 2014.

Le caratteristiche che hanno reso i Mortuary Drape unici nella loro discografia sono ancora intatte. Il black metal dei primordi mescolato in parte all’occult sound italiano, il ruolo prominente del basso, le strutture e gli assoli vicini all’heavy-thrash tradizionale testimoniano la personalità ma anche l’attualità della band piemontese, che in tutti questi anni ha mantenuto il suo sound coerente e privo di grandi contaminazioni, pur suonando al tempo stesso fresco e originale. Un obiettivo non da poco quello centrato dai Mortuary Drape, che sono certo continueranno a far proseliti anche con Black Mirror.


4. Kraanium – “Brainded Skullfucking” (da Scriptures Of Vicennial Defilement, brutal death metal)

Etichetta: Unique Leader Records
Data di pubblicazione: 3 novembre 2023

Sinceramente non sono un grandissimo conoscitore della scena slamming brutal death metal, ma il nome dei Kraanium è certamente molto noto. La band internazionale, autrice di diversi album interessanti su cui spicca probabilmente Post Mortal Coital Fixation (2012), in questi giorni pubblicherà infatti il suo sesto full length, dal titolo Scriptures Of Vicennial Defilement.

I sei minuti di “Braindead Skullfucking”, uno dei due singoli sin qui rivelati, sono l’esempio perfetto del sound proposto dai Kraanium. Gli europei suonano uno slamming brutal death metal spettrale e mostruoso, oserei dire perfetto per questi giorni di Halloween e morti vari. Con voci minacciose e una produzione eccellente, tessono un songwriting tutto sommato semplice ma esplosivo, alternando i mefitici rallentamenti del genere a improvvise e devastanti accelerazioni. Non mi aspettavo chissà quali evoluzioni all’interno della loro discografia, ma devo dire comunque che i Kraanium mi sembrano un ottimo esempio di coerenza e consistenza all’interno del loro particolare sottogenere.


5. Imperialist – “Call Of Vulcain” (da Quantum, black metal)

Etichetta: Transcending Obscurity Records
Data di pubblicazione: 15 dicembre 2023

L’estetica dei californiani Imperialist è abbastanza singolare per la scena black metal, con il loro particolarissimo focus sullo spazio, gli alieni e la fantascienza che normalmente si incontra più frequentemente in ambito death metal. La band, dopo un EP e due album, a dicembre pubblicherà un nuovo EP, intitolato Quantum.

Il black metal degli Imperialist è veloce, aggressivo e tagliente, con una produzione gelida ma che non definirei grezza. Il riffing degli statunitensi mostra qualche sentore di melodia, da non intendere però tanto all’insegna delle band melodic black-death svedesi degli anni Novanta, ma come un gusto particolare che rende facilmente memorizzabili certi passaggi. In generale, trovo che l’approccio musicale degli Imperialist sia particolarmente riuscito rispetto al tema che la band porta in campo, con una proposta interessante e non scontata. Bene anche il comparto solistico, che aiuta a conferire una certa variabilità all’interno dei brani.


6. Insepulto – “My Morbid Ways”, (da Undead… But Not Alive, death metal)

Etichetta: Iron, Blood and Death Corporation
Data di pubblicazione: 2 novembre 2023

Più volte in passato ho speso belle parole per la piccola ma combattiva scena death metal della Costa Rica, cui appartengono anche gli Insepulto. Ora con una formazione ridotta a due membri, la band pubblicherà giovedì (il nostro giorno dei morti, Día de los muertos per i Paesi ispanofoni) il suo terzo album: Undead… But Not Alive.

Il death metal dei costaricensi è chiaramente di matrice old school e non presenta grandi novità. Ciò che rende i centramericani sufficientemente degni di nota è però una certa bravura nel compendiare strutture classiche e quella sana ignoranza stilistica tipica delle band death metal di quelle latitudini. Rispetto ai trend odierni, negli Insepulto è presente in misura maggiore una certa ricerca del riff invece di un inseguimento di atmosfere lugubri e cavernose, cosa che li rende comunque interessanti. In ogni caso, chi ha già apprezzato band connazionali quali Astriferous, Corpse Garden e Bloodsoaked Necrovoid e non conosceva gli Insepulto può a ragione segnarsi anche il loro nome.


7. Nahasheol – “Arcanum Mortuus” (da Serpens Abyssi, black metal)

Etichetta: Wolves Of Hades
Data di pubblicazione: 3 novembre 2023

Torno adesso sul black metal, con un duo per ora praticamente sconosciuto. Gli olandesi Nahasheol si affacciano infatti sulla scena praticamente adesso, dopo l’EP d’esordio dello scorso anno. Il loro primo album si chiama Serpens Abyssi e uscirà proprio questo venerdì.

I Nahasheol riprendono quel tipico sound orthodox black metal che si è sviluppato a partire dai Deathspell Omega, facendo un largo uso delle dissonanze e portando temi satanici e luciferini a un livello più serioso rispetto a quando non si faceva negli anni Novanta. Devo dire che ascoltando i Nahasheol ci sento anche molto del black metal islandese (qualcosa dei Sinmara soprattutto) tanto in voga nello scorso decennio, con arrangiamenti intriganti e in generale una composizione tutt’altro che brainless. Anzi, c’è una certa ricerca musicale nelle progressioni della band olandese, che restituisce quel senso di apocalissi che si può sentire anche in band quali Akhlys o Nightbringer. Probabilmente Serpens Abyssi avrebbe riscosso molta più attenzione mediatica se fosse uscito una decina di anni fa, ma in ogni caso la sua qualità non è in alcun modo in dubbio, a maggior ragione trattandosi di un esordio.


8. Maul – “The Sacred And The Profane / Hovering, Sinking” (da Desecration And Enchantment, death metal)

Etichetta: 20 Buck Spin
Data di pubblicazione: 17 novembre 2023

In chiusura, spazio al nuovo breve EP di una band non proprio sconosciuta, probabile anticipazione a nuove pubblicazioni. Mi riferisco agli statunitensi Maul, che di opere minori se ne intendono: basti pensare che prima di arrivare all’album di debutto hanno pubblicato qualcosa come una decina di uscite. Comunque sia, il nuovo EP si chiama Desecration And Enchantment e verrà alla luce il 17 novembre.

Mi verrebbe da dire che ciò che suonano i Maul è un po’ il tipico death metal che 20 Buck Spin ha prodotto qualche anno fa, pur essendosi poi diversificata. C’è quindi questo recupero del death metal old school filtrato attraverso un occhio moderno, con ritmiche che prediligono il mid-tempo ma non disdegnano i blast beat, andando a creare un’atmosfera opprimente grazie a una produzione piuttosto oscura. Una menzione particolare in ogni caso la merita il growl del cantante, piuttosto vario e decisamente convincente.