Extrema Ratio #17: 27/04/22-03/05/22
Diciassettesima puntata della nostra rubrica a cadenza settimanale Extrema Ratio, dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal underground. Anche in questa occasione si spazia parecchio, dal folk-black metal al brutal death metal, passando per cose più tradizionali e altre più sperimentali. Ecco i nomi dei protagonisti di oggi: Nechochwen, Bedsore, Ligfaerd, Grave Infestation, Pestilent Hex, Sijjeel, Djevelkult, Temple Of Void.
G.E.F.
1. Nechochwen – “Violent Gospels (Ordination Of The Holy Trinity)” (da Kanawha Black, folk-black metal)
Ad aprire la rassegna di oggi sono gli statunitensi Nechochwen, band che ha avuto il merito di essere stata tra le prime a trattare tematiche relative ai nativi americani nell’universo black metal. Al momento il tema è piuttosto alla moda (su Aristocrazia ne parlò M1 un annetto fa), ma i Nechochwen ne sono stati i progenitori. Oggi sono in procinto di pubblicare il loro quarto album Kanawha Black, introdotto dalla title track già ascoltabile come singolo. Ci troviamo di fronte a un black metal pulito ma lontano dai suoni plasticosi del mainstream, con un vago retrogusto folk e un senso generale piacevolmente easy listening. Così come piacevoli sono anche le voci pulite, ben registrate e vicine a un’interpretazione heavy-power metal, tanto che possono ricordare abbastanza da vicino i Visigoth. Kanawha Black esce tra pochi giorni, per l’esattezza il 13 maggio, sotto l’egida di Bindrune Recordings.
2. Bedsore – “Shapes From Beyond The Veil Of Stars And Space” (da Bedsore / Mortal Incarnation, progressive death metal)
Come sempre, con Extrema Ratio cerco di mantenere in tutti i numeri anche uno spazietto per le band italiane. Questa volta tocca ai romani Bedsore, autori di un bellissimo split con i giapponesi Mortal Incarnation. La traccia del combo romano è una lunga suite progressive death metal da oltre un quarto d’ora, con inserti black e addirittura punkeggianti in certi frangenti (che a me hanno ricordato gli svedesi Reveal!). I Nostri rivelano un grande gusto per i synth prog anni Settanta, ma la cosa più bella è come l’anima progressive e quella death metal della band si fondano alla perfezione, regalando uno step ulteriore rispetto al già ottimo esordio Hypnagogic Hallucinations. Notevole pure il lavoro di basso (anche fretless!), che nei suoi momenti più delicati ricorda molto Cynic e Exivious. Se l’accento di questa entry è sui Bedsore, vi consiglio però di non sottovalutare anche la traccia dei Mortal Incarnation, che parte con un piglio più aggressivo fino a squagliarsi in un death-doom riflessivo e ambientoso, un po’ alla Funeral Moth, tanto per citare un’altra band giapponese. Lo split è già disponibile su 20 Buck Spin in CD, cassetta e digitale, ma più avanti è prevista anche un’edizione in vinile.
3. Ligfaerd – “Hierusalem” (da Salvator Mundi, black metal)
Etichetta tedesca sempre molto attenta alle nuove proposte black metal (specialmente sul versante più atmosferico), Vendetta Records sta mostrando un certo feeling con la scena danese. Oltre ad aver favorito la veloce ascesa degli Afsky, i tedeschi di recente hanno infatti pubblicato anche i Glemsel, gli Afsind e i Ligfaerd, di cui andrò a parlare in queste righe. La cosa bella dei Ligfaerd è che il loro black metal suona più vicino a quella che è la matrice scandinava degli anni Novanta, distaccandosi quindi da quell’idea di black atmosferico con lead strappalacrime e cavalcate infinite. Qui le atmosfere sono più profonde, più oscure, senza spingere né sul lato emozionale né su quello più violento del genere, ma ponendosi invece un po’ a metà tra le due opzioni. Merito anche di un basso dal sapore crunchy, caratteristica singolare visto che è più comune nel crust, nel death metal e nello sludge. Salvator Mundi comunque è un disco interessante e che, pur non eccedendo in sperimentazione, mostra una personalità non indifferente.
4. Grave Infestation – “Slaughter, Then Laughter” (da Persecution Of The Living, death metal)
Autori di un death metal oscuro e tombale, ma che non tralascia interessanti aperture, i Grave Infestation stanno per debuttare su lunga distanza con Persecution Of The Living. Dopo due validissime demo, il quartetto canadese esordisce con un disco che si preannuncia sì di matrice old school, ma anche con una certa dose di personalità. Vaghe influenze thrash, riff spaccaossa, voci catacombali: questa è la proposta delineata dal singolo “Slaughter, Then Laughter”, reminiscente di realtà quali Dead Congregation e Grave Miasma, ma con qualche variazione sul tema. Persecution Of The Living uscirà per l’etichetta irlandese Invictus Productions, con data di pubblicazione fissata per il prossimo 3 giugno.
5. Pestilent Hex – “Chapter I: The Ashen Abhorrence” (da The Ashen Abhorrence, symphonic black metal)
La Finlandia si conferma per l’ennesima volta terra regina per quanto riguarda il black metal, specialmente quello più nero e viscerale, vicino allo spirito degli anni Novanta che lentamente si sta perdendo. Ottimi eredi di questa tradizione sembrano essere i debuttanti Pestilent Hex, in uscita a breve per Debemur Morti Productions con The Ashen Abhorrence. La title track mette in mostra un symphonic black metal suonato con una certa perizia, che non inventa nulla di nuovo ma ripropone gli stilemi dei padri putativi del genere, dai primi Arcturus agli Emperor degli inizi, passando per gli Abigor di Nachthymnen. Insomma, tanta roba per chi apprezza quel periodo, che a questo punto non può far altro che segnarsi la data di uscita di quest’album, ovvero il prossimo 8 luglio.
6. Sijjeel – “Inverted Contentment In Salvation” (da Salvation Within Insanity, brutal death metal)
Cambiando completamente genere, passo ora al brutal death metal dei Sijjeel. Originariamente formatisi in una terra poco avvezza al metal estremo come l’Arabia Saudita (anche se ha dato i natali agli ottimi Al-Namrood), i Nostri sono portatori di un brutal death metal violentissimo e slammoso, forte di una produzione molto pulita, un basso vibrante e un sound tendenzialmente enorme. Tali caratteristiche erano già presenti nel primo EP Cyclopean Megaliths, pubblicato due anni fa, ma ora i Sijjeel (che nel frattempo hanno reclutato membri tedeschi e olandesi) danno tutta l’impressione di voler fare un salto di qualità non indifferente. Il loro album d’esordio Salvation Within Insanity è anticipato dal singolo “Inverted Contentment In Salvation” e uscirà per un’istituzione del brutal death metal come Comatose Music il prossimo 3 giugno.
7. Djevelkult – “I Kuldens Vold” (da Drep Alle Guder, black metal)
Torno dalle parti di Soulseller Records dopo che la settimana scorsa avevo parlato dell’imminente album dei Khold. Come loro, anche i Djevelkult sono una band black metal norvegese moderna, erede della tradizione degli anni Novanta insieme a un nugolo di nuove leve che prova a tenere alta la propria bandiera nel panorama internazionale. In realtà l’approccio dei Djevelkult è leggermente meno legato ai big di venticinque anni fa, perché insiste più sulle melodie e una capacità non indifferente di cucire i riff in modo più organico e atmosferico. Per intenderci, più alla Nordjevel o Tsjuder invece che Darkthrone o Gorgoroth, grazie anche a una produzione pulita e aggiornata. Drep Alle Guder è il terzo album dei norvegesi e uscirà venerdì 6 maggio.
8. Temple Of Void – “Deathtouch” (da Summoning The Slayer, death-doom metal)
Dulcis in fundo, completiamo questa rassegna con gli otto minuti densi e atmosferici di “Deathtouch”, primo singolo estratto da Summoning The Slayer, nuovo album dei Temple Of Void. La band di Detroit, giunta al suo quarto disco, non si discosta dal suo classico death-doom metal dall’approccio marcatamente old school. I profondi growl del cantante Mike Erdody avvolgono alla perfezione l’atmosfera della band, che in questa traccia fa peraltro sfoggio di un interessante lavoro di tastiere. C’è da aspettarsi dunque un death-doom più suonato che di pura atmosfera, per cui più alla Hooded Menace o Paradise Lost che alla Disembowelment o altri epigoni la cui proposta va a lambire territori funeral doom. In due parole: old school, che poi è quello che tanti ancora cercano. Summoning The Slayer uscirà il prossimo 3 giugno, tramite Relapse Records.