Extrema Ratio #13: 30/03/22-05/04/22
Tredicesima puntata della nostra rubrica a cadenza settimanale Extrema Ratio, dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal underground. Questo appuntamento spazia dal raw black metal al death-doom metal, passando per il tech death metal e altri abomini sonori. Ecco i nomi dei protagonisti di oggi: Negative Plane, Artificial Brain, Revenant Marquis, Boia, Moonlight Sorcery, Tzompantli, Ultha, Out Of The Mouth Of Graves.
G.E.F.
1. Negative Plane – “A Work To Stand A Thousand Years” (da The Pact, black metal)
Riconosciuti da molti come una delle band black metal statunitensi più influenti e importanti, i Negative Plane sono un punto di riferimento nel panorama underground. Il loro ritorno è una grande notizia, dal momento che il precedente album Stained Glass Revelations risale al 2011. Il nuovo The Pact, preceduto dal singolo “A Work To Stand A Thousand Years”, sembra muoversi su coordinate già note. Il focus è sempre sul black metal anni Novanta, più debitore di Master’s Hammer e Mortuary Drape che degli scandinavi, con gradevoli reminiscenze heavy. Il brano dura ben dieci minuti, ma si tratta di una suite black metal splendidamente amalgamata in tutte le sue sfaccettature, che non rende mai la lunghezza un problema. Insomma: le aspettative sono alte. Per l’uscita, c’è da attendere il prossimo 30 aprile, quando The Pact vedrà la luce tramite l’irlandese Invictus Productions.
2. Artificial Brain – “Celestial Cyst” (da Celestial Cyst, progressive death metal)
Nello scorso episodio di Extrema Ratio si era parlato dei Luminous Vault e più in generale della grande attività di Samuel Smith, musicista impegnato anche negli Aeviterne e negli Artificial Brain. Proprio degli Artificial Brain è stato reso noto in questi giorni il singolo “Celestial Cyst”, proveniente dal nuovo album della band statunitense, l’eponimo Artificial Brain. Il brano si muove piuttosto in linea con i dischi passati, portando però il concetto di tecnicismo su un piano diverso, meno strettamente legato alle dissonanze à la Gorguts e ancora più personale e progressivo. Anche questo album uscirà per Profound Lore Records, che sin qui si sta dimostrando una delle etichette estreme più in forma del 2022: la data di uscita è fissata per il prossimo 3 giugno.
3. Revenant Marquis – “Arboretum Of The Spectral Vail” (da Milk Teeth, raw black metal)
Già apparsi sulle pagine di Aristocrazia, i Revenant Marquis stanno rapidamente guadagnando spazio e consensi nella scena raw black metal. Forti di una estetica vittoriana e inquietante, i britannici (gallesi, precisamente) stanno per tagliare il traguardo del settimo album con Milk Teeth, in uscita il 7 giugno per Death Prayer Records. Il singolo presentato in anteprima, “Arboretum Of The Spectral Vail”, presenta il tipico sound del progetto, fatto da un black metal grezzo e ovattato, ma al tempo stesso coinvolgente e di sicuro impatto atmosferico. Certezza assoluta per queste sonorità, i Revenant Marquis sapranno regalare qualcosa di gradito a chi già li conosce, offrendosi anche come alternativa per coloro che sono alla ricerca di nuove band black metal dal sound antico.
4. Boia – “Coffin Claustrophobia” (da Spasticating Execution, death metal)
Spazio ora a un po’ di Italia con uno split tutto made in Sud. I reggini Boia e i palermitani Spasticus presentano infatti una traccia ciascuno, da Spasticating Execution, in uscita per Caligari Records e Necrolatry Records. Qui si parla soprattutto del singolo dei Boia, “Coffin Claustrophobia”, una sassata death metal senza pari, con un riffing dal retrogusto heavy-thrash di chiara matrice anni Ottanta. Ma sulla pagina Bandcamp di Caligari è ascoltabile anche il brano degli Spasticus, altrettanto interessante e di ispirazione death-thrash, sebbene con un approccio leggermente più grezzo. In uscita il prossimo 5 maggio, per palati raffinati e non!
5. Moonlight Sorcery – “Wolven Hour” (da Piercing Through The Frozen Eternity, symphonic black metal)
I finlandesi Moonlight Sorcery puntano decisamente sul passato. Lo conferma l’ascolto di Piercing Through The Frozen Eternity, primo EP della band finnica che rievoca atmosfere symphonic black metal vicine a Emperor, Satyricon e, per citare band più recenti, Mooncitadel e Stormkeep. Forte di una produzione ben bilanciata, tra chitarre zanzarose e un bel tappeto di tastiere, Piercing Through The Frozen Eternity non inventa nulla ma si rivela certamente un ascolto piacevole. L’album è già disponibile per intero dallo scorso 31 marzo, ma per le edizioni fisiche bisognerà attendere sino al prossimo 13 maggio, data di uscita per la sempre attenta Avantgarde Music.
6. Tzompantli – “Tlatzintilli” (da Tlazcaltiliztli, death-doom metal)
Tra nome della band, singolo e titolo dell’album sembra tutto un grande scioglilingua, tuttavia l’esordio degli Tzompantli non passa certo inosservato. In primis, perché arriva da un’etichetta di sicuro valore come 20 Buck Spin; in secondo luogo, perché non capita tutti i giorni di imbattersi in buon death-doom metal a tinte precolombiane. Nati da una costola degli Xibalba (quelli crust-death metal, non quelli black), gli Tzompantli nel singolo “Tlatzintilli” puntano sulle atmosfere pesanti, suffragate da un basso enorme e dalla ricerca costante di un riffing molto circolare. Insomma death-doom con pochi fronzoli e molta sostanza, con qualche sporadica accelerazione in blast beat a ravvivare la situazione. Tlazcaltiliztli, questo il titolo dell’album, vedrà la luce il prossimo 6 maggio.
7. Ultha – “Der Alte Feind (Jeder Tag Reißt Wunden)” (da All That Has Never Been True, atmospheric black metal)
Band che pubblicano l’album senza singoli e anteprima di sorta esistono ancora? A quanto pare sì. Venerdì scorso, senza preavviso alcuno, i tedeschi Ultha hanno fatto uscire il loro quarto album, intitolato All That Has Never Been True. Pubblicato dalla connazionale Vendetta Records, si presenta come un infinito maelstrom di black metal atmosferico, vicino alle sonorità offerte da band quali Wiegedood e Ash Borer, tanto per non citare i soliti noti. Per questo articolo ho scelto “Der Alte Feind (Jeder Tag Reißt Wunden)”, unico brano dal titolo in tedesco seppur cantato in inglese: dieci minuti avvincenti, dove vengono disegnate melodie e atmosfere che ben si intersecano tra loro, sopra un blast beat perenne. Per meglio godere di tutte le capacità tecniche ed espressive degli Ultha, tuttavia, l’ascolto del disco nella sua interezza è sempre la scelta migliore da fare.
8. Out Of The Mouth Of Graves – “Herald Of The Tempest” (da Harbinger Uncerimonious, experimental death metal)
Side project degli stessi membri di Psionic Madness e Acausal Intrusion, gli statunitensi Out Of The Mouth Of Graves hanno debuttato venerdì scorso con il curioso Harbinger Uncerimonious. Meno di mezz’ora di death metal storto, progressivo, marcio, infernale perfino. Tutte queste qualità vengono ben sintetizzate dalla traccia “Herald Of The Tempest”, in cui fa capolino un certo gusto per soluzioni atmosferiche al limite della psichedelia, vagamente simili a quelle degli australiani Plasmodium. Quello degli Out Of The Mouth Of Graves è un disco che non è girato tantissimo su social e siti specializzati, ma che sicuramente spicca su molti altri nomi underground. L’album è uscito per Vargheist Records e potrebbe essere una bella sorpresa nel caso in cui l’ascoltatore volesse puntare le sue fiche su qualcosa di aggressivo, estremo, sperimentale ma anche sconosciuto.