Extrema Ratio #20: 18/05/22-24/05/22 | Aristocrazia Webzine

Extrema Ratio #20: 18/05/22-24/05/22

Ventesima puntata della nostra rubrica a cadenza settimanale Extrema Ratio, dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal underground. Anche in questa occasione si spazia parecchio, dal war metal al death metal sinfonico, passando per sonorità più avanguardistiche ad altre decisamente più vecchia scuola. Ecco i nomi dei protagonisti di oggi: Septicflesh, Barbaric Horde, Hissing, Esoctrilihum, Bekor Qilish, Aparthiva Raktadhara, Clairvoyance, Wampyrinacht. Nota: avrei anche voluto trovare un posto per gli Imperial Triumphant, ma evidentemente Century Media Records non crede alla bontà di Bandcamp; un po’ come Mr. Pink di Reservoir Dogs con le mance alle cameriere. Peccato perché è un gran singolo (clicca qui per ascoltarlo su YouTube).

G.E.F.


1. Septicflesh – “Hierophant” (da Modern Primitive, symphonic death metal)

Tra i tanti dischi usciti la settimana scorsa, vale la pena di dedicare la copertina al nuovissimo Septicflesh. Non che ci sia bisogno di presentare la band greca, ormai più che nota a qualunque fan del metal estremo sebbene negli anni il suo sound si sia un po’ ammorbidito. Il nuovo album Modern Primitive riprende le coordinate stilistiche dei dischi precedenti, con un death metal melodico, atmosferico e sinfonico a tratti quasi easy listening. Una riprova è in “Hierophant”, il pezzo che ho scelto per la rubrica che si avvicina molto al periodo di Communion e The Great Mass. Molto brevemente, è l’ennesima buona prova dei Septicflesh, da consigliare specialmente a chi li ama da Communion in poi.


2. Barbaric Horde – “Total Black Terror” (da Barbaric Hammer Fist, war metal)

Ho detto in tempi non sospetti che in questo periodo sta uscendo un sacco di roba war metal. E in particolare c’è l’etichetta polacca Godz Ov War Productions che sembra molto in forma, visto che — oltre ai nuovi dischi di Goatsmegma e Eggs Of Gomorrh — sta per pubblicare anche il secondo album dei portoghesi Barbaric Horde. Quel che ci si può aspettare è il war metal di stampo più classico: accordature ribassate, blast beat tonante, urla di stampo death metal e riff violenti come rasoiate. Nel complesso i Barbaric Horde appaiono leggermente più vicini ai Blasphemy che ai Revenge, al di là dell’estetica. Per saggiare la loro ferocia per intero, comunque, bisognerà attendere il 10 giugno, data di uscita di Barbaric Hammer Fist.


3. Hissing – “Meltdown” (da Hypervirulence Architecture, experimental blackened death metal)

Per gusto personale, posso dire che da questa prima metà di 2022 sembra decisamente l’anno della Profound Lore. L’etichetta americana sta pubblicando disconi su disconi, soprattutto in ambito death metal e affini. Nella categoria rientra anche l’atteso secondo album degli Hissing, tra le migliori band a prendere ispirazione dagli australiani Portal. In realtà il singolo “Meltdown” sembra sviluppare ulteriormente quelle sonorità, pur restando pienamente in ambito blackened death di matrice sperimentale. Rispetto agli australiani, infatti, gli Hissing mi sembrano meno storti e a tratti con scelte di riffing un po’ più convenzionali, senza che questo suoni affatto come un deterrente… anzi! L’appuntamento con l’uscita di Hypervirulence Architecture, in ogni caso, è per il 15 luglio.


4. Esoctrilihum – “Thertrh” (da Consecration Of The Spiritüs Flesh, experimental black-death metal)

Oggi spazio a un duplice appuntamento con l’etichetta italiana I, Voidhanger Records, da anni punto di riferimento della scena underground estrema sperimentale. In uscita c’è l’ennesimo disco di Esoctrilihum, one man band francese estremamente prolifica che sta mantenendo il ritmo di un album all’anno con una grande costanza a livello qualitativo. “Thertrh”, primo singolo estratto da Consecration Of The Spiritüs Flesh, sembra spingere un po’ più sulla componente death metal rispetto al passato, andando a ridurre leggermente l’aspetto più atmosferico del progetto e prediligendo invece quello caotico. Particolare anche la produzione, molto secca, ma che sembra funzionare. La data di uscita del nuovo album di Esoctrilihum, comunque, è fissata per il prossimo 17 giugno.


5. Bekor Qilish – “Cryptic Hatred” (da Throes Of Death From The Dreamed Nihilism, avantgarde death metal)

La doppietta di I, Voidhanger Records si concretizza con la quota italiana di questo appuntamento di Extrema Ratio. Tocca infatti al debutto assoluto di Bekor Qilish, interessante progetto solista di evidente ispirazione death metal, anche se l’ascolto del singolo “Cryptic Hatred” mostra un’attenzione per un’interpretazione peculiare — e sperimentale — del genere. Tra riff stoppati, basso martellante e soluzioni inaspettate come il finale atmosferico, il debutto di Bekor Qilish sembra qualcosa di piuttosto innovativo per quella scena death metal più interessata a esplorare certe sonorità. Tra l’altro molto bello l’artwork di STRX, che sembra conferire la giusta atmosfera a questa opera prima di Bekor Qilish, che, come il già citato disco di Esoctrilihum, uscirà il prossimo 17 giugno.


6. Aparthiva Raktadhara – “Gnostic Arousal Of Shava Lingam” (da Adyapeeth Maranasamhita (আদ্যাপীঠ মরণসংহিতা), war metal)

Dicevo che sono settimane piuttosto calde per la scena war metal. Ciò è confermato anche dal prepotente ritorno della sub-scena indiana, qui incarnata dal debutto degli Aparthiva Raktadhara, appena uscito su Iron Bonehead Productions. Un debutto che devo dire mi ha sorpreso, perché, se la maggior parte delle band indiane sono ormai dedite a quello che molti chiamano war-noise, l’impronunciabile Adyapeeth Maranasamhita rimette i riff al centro del discorso, fornendo un’interpretazione del sottogenere più vicina agli Impiety o agli Angelcorpse che ai Tetragrammacide. Personalmente è un album che consiglierei a quei fan del death metal che spesso sottovalutano il war metal per la sua presunta incapacità di sfornare riff: potrebbe sorprendere e far ricredere diversi ascoltatori.


7. Clairvoyance – “Chronicles Of Emptiness” (da Threshold Of Nothingness, death metal)

Personalmente sono abituato a considerare l’etichetta cileno-svedese Blood Harvest come un importante trampolino di lancio per band death metal. Ciò è accaduto anche in tempi relativamente recenti, il caso dei Cryptic Shift insegna (ora sono su Century Media). Non escluderei che questo possa accadere anche ai polacchi Clairvoyance, che settimana scorsa hanno fatto uscire un buonissimo mini album death metal, capace di districarsi tra momenti al limitare del doom e belle accelerazioni, alcune vicine al thrash. Nulla di estremamente innovativo, ma chi è un fan del death metal cavernoso — ma ama al contempo i riff ben scritti — troverà sicuramente pane per i propri denti con i Clairvoyance.


8. Wampyrinacht – “Night Of The Desecration” (da Night Of The Desecration, black metal)

Praticamente un side project degli Acherontas, i Wampyrinacht hanno fatto uscire settimana scorsa il loro secondo album, intitolato Night Of The Desecration. La band è evidentemente incastonata nel reame del black metal greco di matrice più classica, vicina a band quali Rotting Christ, Necromantia e Varathron. L’ispirazione perlomeno è quella, poi i Wampyrinacht ci mettono del loro andando a costruire dei riff sicuramente di gusto personale. Particolarmente consigliata la title track, dove il cantato assume dei toni quasi litanici, conferendo peraltro un’ottima sensazione di flow (concetto spesso estraneo al black metal). Tra l’altro aggiungo che il disco nella sua interezza è piuttosto vario ed è complessivamente un gran bel regalo ai fan del sound ellenico anni Novanta.