Extrema Ratio #81: 20/07/23-26/07/23 | Aristocrazia Webzine

Extrema Ratio #81: 20/07/23-26/07/23

Ancora una volta, torna il consueto appuntamento del mercoledì con Extrema Ratio, la rubrica settimanale targata Aristocrazia dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal underground. Questo è il numero ottantuno e contiene le seguenti band protagoniste: Shining, Dying Fetus, Kommodus, Sepulchral Curse, Trhä, Sludge Keeper, Caixão, Invultation.

G.E.F.


1. Shining – “Allt F​ö​r D​ö​den” (da Shining, experimental black metal)

Etichetta: Napalm Records
Data di pubblicazione: 15 settembre 2023

Gli Shining, espressione del suo membro principale Niklas Kvarforth, sono una delle realtà più conosciute della scena black metal svedese. A settembre uscirà il loro undicesimo album, l’omonimo Shining, introdotto da un’inquietante copertina dipinta con il sangue ed eseguita da Maxime Taccardi.

Il black metal della band svedese è mutato parecchio nel corso degli anni. Dai primi dischi, seminali nel costruire il cosiddetto depressive suicidal black metal, gli scandinavi hanno man mano espanso la loro visione, fondendola con elementi più rockeggianti e accenni sperimentali, pur restando black metal alla base. La traccia in anteprima del nuovo album, “Allt F​ö​r Dö​den”, lascia in eredità un black cadenzato ma punteggiato da elementi più leggeri, con la voce di Kvarforth ora più screamata, ora più cerimoniale e recitata. Sebbene la mia impressione sia che i giorni migliori del gruppo siano ormai alle spalle, la visione degli Shining è comunque ancora intatta e gli svedesi dimostrano di avere ancora qualcosa da dire.


2. Dying Fetus – “Compulsion For Cruelty” (da Make Them Beg For Death, brutal death metal)

Etichetta: Relapse Records
Data di pubblicazione: 8 settembre 2023

Un’altra band storica sono i Dying Fetus, leader di un certo modo di intendere il brutal death metal con venature grind. Per il gruppo di Baltimora è in arrivo il nono album, intitolato Make Them Beg For Death, dalla copertina decisamente da film horror e che arriva a sei anni di distanza dal precedente Wrong One To Fuck With.

Non c’è da aspettarsi grande innovazione nei Dying Fetus, con la band statunitense che continua a fare quello che ha già fatto molto bene negli scorsi oltre trent’anni di carriera. Un brutal death metal caratterizzato da violenti rallentamenti e voce abissale, parti velocissime strizzacervelli e una produzione sempre più pulita, con la presenza di assoli coinvolgenti: questa è la ricetta degli americani, a oggi uno dei nomi principali del genere. Se c’è una band che in queste sonorità continua a raccogliere i favori degli appassionati, si tratta decisamente dei Dying Fetus.


3. Kommodus – “Birthed From A Chrysalis Of Ice” (da Wreath Of Bleeding Snowfall, black metal)

Etichetta: Autoprodotto
Data di pubblicazione: 18 luglio 2023

Un ritorno certamente interessante sulle scene è quello di Kommodus, one man band australiana con tematiche inizialmente dedicate al paganesimo romano (l’artista è di lontane origini italiane). Con il nuovo album uscito la scorsa settimana, Wreath Of Bleeding Snowfall, Kommodus sembra volgere il suo interesse lirico verso il gelo invernale, un po’ alla Immortal e Imperial Crystalline Entombment.

Effettivamente, copertina a parte, anche l’approccio sonoro della one man band australiana pare sia cambiato, risultando molto aderente al tema dell’album. Rispetto al raw black metal epico e melodico dal mood battagliero delle prime uscite, Wreath Of Bleeding Snowfall è un album furioso e diretto, che ti scarica in faccia una tempesta di neve a grande velocità. La citazione agli Immortal fatta in precedenza non è casuale, perché una certa influenza dei norvegesi è riscontrabile nella composizione di Kommodus, anche nelle parti più lente e atmosferiche. Al di là del debito evidente verso il black metal scandinavo, comunque, al signor Lepidus non manca la personalità, e questo album lo dimostra.


4. Sepulchral Curse – “Among The Wretched Columns” (da Abhorrent Dimensions), blackened death metal)

Etichetta: Transcending Obscurity Records
Data di pubblicazione: 12 ottobre 2023

La solita Finlandia continua a sfornare band estreme come se fossero pane caldo. Nell’ultimo decennio, un certo interesse lo hanno suscitato i Sepulchral Curse, quintetto di Turku che in ottobre uscirà con il suo secondo album, intitolato Abhorrent Dimensions.

I quasi quattro minuti del singolo “Among The Wretched Columns” esplicano bene l’atmosfera che la band finlandese intende trasmettere. Un death metal sporcato di black, certamente di derivazione old school ma al tempo stesso particolarmente grezzo, rumoroso e carnale. Come se i Sepulchral Curse fossero degli Incantation opportunamente anneriti e arricchiti da una produzione abissale. Medaglia al merito anche per le spaventose voci di Kari Kankaanpää, che peraltro è stato anche frontman per circa quindici anni dei Solothus, scioltisi proprio in questi ultimi mesi.


5. Trhä – “Dlimadadlhe” (da Lhum’ad’sejja, raw atmospheric black metal)

Etichetta: Autoprodotto
Data di pubblicazione: 21 luglio 2023

Ennesimo ritorno sulle scene per Trhä, la super prolifica creatura di Damian Ojeda, già conosciuto per i suoi Sadness. Il 2023 è stato finora soprattutto un anno pieno di split per la one man band, con l’appena pubblicato Lhum’ad’sejja che rappresenta soltanto il primo album di quest’annata, anche se si tratta già del settimo (!) full length dal 2020 a oggi.

Rispetto alle ultime uscite, che avevano palesato un forte interesse per le influenze dungeon synth, qui Trhä torna in tutto e per tutto al black metal. Di quello grezzo e ferale, ma a tratti anche malinconico e atmosferico, come peraltro la one man band aveva già realizzato in passato. Al di là dell’estrema logorrea discografica (sul serio Damian, qualche disco in meno potresti pure farlo, mica muore nessuno…), l’album è certamente di qualità e, contrariamente ad altre proposte di Trhä, si rivela anche piacevolmente riff-centrico. Per intenderci, chi ha già familiarità con la one man band troverà delle similitudini a livello esecutivo con Vat G​ë​l​é​nva​!​!​!, forse uno dei dischi del progetto sin qui più riusciti.


6. Sludge Keeper – “Mud Keepers” (da Slough Of Despair, death metal)

Etichetta: Selfmadegod Records
Data di pubblicazione: 14 luglio 2023

Per la band italiana della puntata odierna c’è un debutto assoluto, quello degli Sludge Keeper, sebbene il gruppo sia composto tutt’altro che da novellini. Si tratta infatti di un nuovo progetto di Andrea Tocchetto degli Inverted Matter, qui coadiuvato da Kévin Paradis (Benighted, Mithridatic) e Marco Mastrobuono (Hour Of Penance e Buffalo Grillz tra gli altri).

Lo si capisce già dalla copertina, ma i contenuti sono puro e semplice death metal. Di quello bello, ruvido ma anche tecnico, che a livello di suoni mi ha sinceramente ricordato uno dei periodi d’oro del death metal italiano, quello in cui band come i già citati Hour Of Penance, ma anche i primi Fleshgod Apocalypse e gli Hideous Divinity cominciavano ad affermarsi fuori dai confini nazionali. Negli Sludge Keeper, però, c’è anche molta personalità compositiva, con rallentamenti atmosferici ben studiati, un basso corposo, riff spezzaossa e assoli creativi. E se questo non bastasse, consiglio di recuperare pure l’altra band di Tocchetto, i già menzionati Inverted Matter, protagonisti con Harbinger di una delle migliori uscite italiane del 2022.


7. Caixão – “Herakleiai Stelai” (da Knaga, black metal)

Etichetta: Nuclear War Now! Productions
Data di pubblicazione: 30 settembre 2023

Una delle operazioni più interessanti di Nuclear War Now! è recuperare band o suoni dal passato ormai lontano. I portoghesi Caixão, ad esempio, sono una formazione nuova essendo al loro primo album, ma suonano come se arrivassero direttamente dal 1991 o giù di lì.

Fondamentalmente, quello dei lusitani è un black metal antico, prodotto come se fossimo negli anni immediatamente precedenti all’esplosione delle band norvegesi. Ingredienti come la produzione particolarmente grezza e il riffing influenzato dall’heavy e dal thrash metal, oltre al ruolo di prim’ordine del basso, richiamano alla mente formazioni quali Varathron, Necromantia e Mortuary Drape, veri pilastri degli anni Novanta forse messi un po’ in ombra dagli album e dalle vicende — anche extra musicali — dei colossi norvegesi e svedesi. Quella dei Caixão è però un’operazione revival davvero ben riuscita, oltre che straordinariamente sincera.


8. Invultation – “Severed Umbilical Chaos” (da Feral Legion), black-death metal)

Etichetta: Sentient Ruin Laboratories
Data di pubblicazione: 18 agosto 2023

In chiusura con l’appuntamento di oggi, spazio a Invultation, one man band war metal che sta per pubblicare il suo terzo album. Feral Legion è infatti il successore di Unconquerable Death, che un paio di anni fa rappresentò una piccola rivelazione nella scena.

Il concetto del war metal è enucleato alla perfezione nella proposta degli Invultation, ovvero quel solito armageddon sonoro derivato dai culti immortali chiamati Blasphemy, Bestial Warlust o Revenge, per citarne qualcuno. Al di là dell’aspetto caotico del genere, tuttavia, qui la produzione è abbastanza limpida e permette all’ascoltatore di apprezzare i riff degli Invultation, invero ben scritti e piuttosto tecnici se comparati alla media di questo particolare filone. Interessanti anche i mefitici e inesorabili rallentamenti, che aggiungono layer di atmosfera e bestialità all’album.