Extrema Ratio #96: 02/11/23-08/11/23 | Aristocrazia Webzine

Extrema Ratio #96: 02/11/23-08/11/23

Si rinnova il consueto appuntamento del mercoledì con Extrema Ratio, la rubrica settimanale targata Aristocrazia dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal. Le band protagoniste del numero novantasei sono: Tetragrammacide, Kvelgeyst, Tenebro, Underdark, Goatkraft, Maladie, Aglo, Feminizer.

G.E.F.


1. Tetragrammacide – “Fundamental Reconciliation Between Maya And Yama Through Perpetual Okbish-Ouroboric Cunnilingus” (da Typho-Tantric Aphorisms From The Arachneophidian Qur’an, blackened death metal)

Etichetta: Iron Bonehead Productions
Data di pubblicazione: 3 novembre 2023

Alfieri della scena war metal indiana, i caotici Tetragrammacide sono ormai un nome affermato nel panorama underground, quantomeno nei filoni più estremi. Pur avendo pubblicato in precedenza il solo album Primal Incinerators Of Moral Matrix, gli indiani riescono a essere immediatamente riconoscibili grazie a un’estetica mostruosa e a tratti grottesca, chiaramente riconducibile al mondo orientale. Da venerdì scorso è disponibile il nuovo disco Typho-Tantric Aphorisms From The Arachneophidian Qur’an.

Prima sorpresa: non è un disco war-noise. Seconda sorpresa: non credo lo si possa neanche considerare un disco war metal. L’elemento dominante del nuovo Tetragrammacide, infatti, è la componente death metal, pur se certamente annerita da elementi black. Ma soprattutto la band indiana dà prova di un songwriting particolarmente incisivo, valorizzato grazie a una produzione più pulita e curata rispetto al passato. L’inizio di una nuova era per i Tetragrammacide? Chissà, intanto in questa nuova veste promettono decisamente molto bene. Magari i titoli esageratamente lunghi e grotteschi non aiuteranno molto a rendere la band più conosciuta, ma Typho-Tantric Aphorisms… è un album fresco e violento, che sono sicuro finirà in diverse liste dei migliori dischi di questo 2023.


2. Kvelgeyst – “Stufe II: In Der Galgenvögel Gossen” (da Blut, Milch Und Thränen, black metal)

Etichetta: Eisenwald
Data di pubblicazione: 24 novembre 2023

Più volte sulle pagine di Extrema Ratio ho ospitato i gruppi dell’Helvetic Underground Committee, un circolo svizzero di band black metal tutte piuttosto interessanti. Forse i miei preferiti sono proprio i Kvelgeyst, che mi sorpresero con il loro album di debutto Alkahest, risalente ormai a quattro anni fa. Tra poche settimane uscirà il nuovo disco, intitolato Blut, Milch Und Thränen.

Il trio elvetico riprende il discorso interrotto con la prima opera, ripartendo dal black metal lo-fi che aveva reso eccellente Alkahest. Se l’esordio era più atmosferico a livello di approccio, qui sembra esserci un’attenzione maggiore al comparto dei riff, ora melodici, ora più diretti, ma comunque guidati da un setting di fondo quasi medievale. Non mancano poi elementi inusuali e più tecnici, che se sommati all’ambientazione bucolica dei Kvelgeyst mi hanno richiamato alla mente i belgi Lugubrum, band veramente interessante che a mio parere meriterebbe molto più credito di quanto ne abbia. In ogni caso, il vero punto di forza di Blut, Milch Und Thränen è che riesce a essere un album tradizionale e personale al tempo stesso, oltre che molto piacevole da ascoltare.


3. Tenebro – “Lo Squartamento Della Tartaruga” (da Ultime Grida Dalla Giungla, death metal)

Etichetta: Xtreem Music
Data di pubblicazione: 21 novembre 2023

Venendo alla band italiana della settimana, oggi questo spazio è appannaggio dei Tenebro, un duo death metal che fa dei film horror il suo pane quotidiano. Il fortissimo immaginario è l’elemento caratterizzante del progetto, come già si è potuto appurare nelle uscite precedenti e in particolare nel primo album, L’Inizio Di Un Incubo. Un anno dopo ecco il secondo full, dal titolo Ultime Grida Dalla Giungla.

Ascoltare i Tenebro è come ascoltare i Mortician o i Rottrevore in salsa horror splatter. Ed è ciò che li rende bellissimi e anche molto credibili, grazie come detto anche a un’estetica curatissima sin dalle prime pubblicazioni, ma che mi sembra venga affinata di volta in volta. Musicalmente, il death metal dei Tenebro non presenta nessun segno di novità o innovazione, limitandosi a recuperare il particolare stile delle band sopracitate e riproponendolo attraverso la propria interpretazione. La cosa bella, però, è data dall’esecuzione e dalla produzione, merito dei suoni caldi e carnali che rendono l’album ancora più vero e sincero. Insomma, chi ama il connubio horror e death metal (e nel genere siamo in tanti) non può non ascoltare e apprezzare questa nuova fatica dei Tenebro.


4. Underdark – “Enterprise (1st November 2004)” (da Managed Decline, post-black metal)

Etichetta: Church Road Records
Data di pubblicazione: 3 novembre 2023

Il black metal di stampo dichiaratamente anticapitalista e antifascista si sta guadagnando sempre più spazio, e in questo contesto si muovono bene anche i britannici Underdark. Dopo un primo album che ha riscosso un certo interesse (Our Bodies Burned Bright On Re-Entry), il nuovo Managed Decline dovrà cercare di non essere da meno.

Devo essere sincero, anche se il debutto era stato molto apprezzato in giro, personalmente non mi aveva colpito troppo e non mi aveva spinto a tornarci sopra. Il discorso relativo a Managed Decline invece è diverso, perché il connubio di post- e black metal è qui delineato con maggiore perizia tecnica: gli Underdark hanno compiuto un salto di qualità dal punto di vista compositivo, con alcune aggiunte dal sapore quasi cinematografico che offrono all’album un senso di magniloquenza, quasi di tragedia. Brani come “Enterprise” e “Matrimony”, i due singoli estratti, non si limitano infatti a cercare la consonanza di lunghi crescendo post-rock e blast beat con annesse scream vocals, ma creano invece un’inquieta sequenza di intarsi in continuo movimento, laddove i rallentamenti doom e le aperture atmosferiche si intersecano fino a fondersi. Un bel salto in avanti.


5. Goatkraft – “Bestial Black Metal Hordes” (da Prophet Of Eternal Damnation, black-death metal)

Etichetta: Iron Bonehead Productions
Data di pubblicazione: 3 novembre 2023

Voglia di un po’ di sano war metal? Ci pensano i norvegesi Goatkraft, che venerdì scorso hanno pubblicato il loro secondo album, Prophet Of Eternal Damnation. Una delle tante band che hanno abbracciato questo filone stilistico, gli scandinavi si pongono come continuatori dell’opera iniziata da band quali primi Beherit, Blasphemy e compagnia urlante.

I Goatkraft sono la tipica band che segue una formula e da lì non si schioda. Persino la copertina sembra praticamente una ripresa di Messiah Of Darkness And Impurity degli spagnoli Proclamation. Cosa aspettarsi dunque se non una sequela di riff veloci e confusi, accordature ribassate, ruggiti feroci e ritmiche black-death metal capaci di sfiorare il grindcore? Insomma, quello dei Goatkraft è fondamentalmente un nuovo tentativo di perpetuare il culto di Ross Bay, senza spazio alcuno per l’innovazione o la novità. Puro war metal tradizionale come se fosse uscito dritto dritto dal 1993: né più, né meno.


6. Maladie – “For We Are The Plague”, (da For We Are The Plague, avantgarde black metal)

Etichetta: Apostasy Records
Data di pubblicazione: 24 novembre 2023

Già transitati da queste parti l’anno scorso in occasione del sesto album Wound Of Gods, i tedeschi Maladie sono una band ormai con una certa esperienza, essendo attivi dal 2009. Uno dei membri fondatori è peraltro Déhà, polistrumentista belga di origini italiane attivo in tantissimi progetti (alcuni anche molto interessanti). For We Are The Plague uscirà il prossimo 24 novembre.

Da sempre molto particolari, i Maladie conservano intatta la loro vena progressiva e avanguardistica anche nel settimo album. Effettivamente è forse un po’ forzato farli rientrare a pieno titolo nel black metal, visto che gli elementi estremi si sono molto attenuati (pur se non assenti, vedi la sfuriata black di “With One Voice”) e l’utilizzo delle voci pulite è aumentato. I brani cercano costantemente la melodia, anche grazie al supporto di altri elementi (vedi la linea melodica della title track), e con metriche vocali decisamente accattivanti che rendono alcuni passaggi perfino cantabili. Sembra, insomma, un tentativo di rendere l’avantgarde metal quasi orecchiabile, facendo sì che l’ascoltatore riesca a memorizzare molti passaggi. Chi è fan di band come Thy Catafalque o Solefald farà bene a recuperare anche i Maladie.


7. Aglo – “Last Rites” (da Build Fear, death-doom metal)

Etichetta: Brilliant Emperor Records
Data di pubblicazione: 10 novembre 2023

One man band australiana, Aglo è un progetto di recentissima formazione che dopo un paio di EP sta per pubblicare il suo primo album. Build Fear uscirà proprio in questi giorni, il prossimo 10 novembre.

Aglo suona death-doom metal, puro e semplice. Di quello cavernoso, ribassato, con riff che scorrono come colate laviche, accompagnati da un consueto growl mostruoso. Rispetto ad altri gruppi del genere, mi sembra che la one man band australiana sia ancora più groovy. Infatti l’ascolto del singolo in anteprima mostra un brano che non si prodiga in accelerazioni, cercando invece un senso di circolarità dei riff e prediligendo la profondità alla velocità. Va detto che di band death-doom con questi suoni ce ne sono ormai parecchie, però Aglo possiede un’estetica particolare e qualche piccola trovata che consente di valorizzarsi. Da provare.


8. Feminizer – “Ethereal Noose” (da Beneath The Harm, depressive black metal)

Etichetta: Fiadh Productions / Vita Detestabilis Records
Data di pubblicazione: 3 novembre 2023

Chiudo la carrellata di oggi con Feminizer, one woman band statunitense il cui depressive black metal è fortemente incentrato sulle esperienze da donna transgender di M.S., unica mente dietro il progetto. Beneath The Harm è il secondo album di Feminizer, dopo il disco omonimo uscito lo scorso anno.

L’approccio della one woman band al DSBM è in realtà piuttosto old school, grazie a un depressive black metal molto lo-fi e dalle urla lancinanti, che in effetti mi porta alla mente alla seconda metà degli anni ’00, quando questo filone stilistico stava vivendo un ottimo stato di salute. Interessanti melodie emergono dai suoni volutamente grezzi e zanzarosi, ammantando di ulteriore malinconia e amarezza l’intero album. Devo dire che non mi hanno convinto molto i suoni di batteria, secondo me un po’ troppo rozzi, ma mi fa piacere vedere che Feminizer stia tentando di recuperare delle sonorità oggi poco diffuse, oltre al coraggio di farlo trattando temi estremamente personali.