Extrema Ratio #3: 17/01/22-23/01/22 | Aristocrazia Webzine

Extrema Ratio #3: 17/01/22-23/01/22

Siamo giunti alla terza puntata della neonata rubrica settimanale Extrema Ratio, dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal underground. Questo appuntamento spazia dal progressive death metal al death-doom, fino al black metal di stampo avanguardista e sperimentale. Ecco i nomi dei protagonisti: Tugt, Night Of The Vampire, Pyrrhic Salvation, Pensées Nocturnes, Ysyry Mollvün, Shambles, Pure Wrath, Persefone.

G.E.F.


1. Tugt – “Fortabt” (da Ved Lysets Ophør, depressive black metal)

Presente già nelle prime due puntate di Extrema Ratio, trova di nuovo un certo spazio la giovane e produttiva etichetta inglese Onism Productions. Questa volta lo fa con il black metal atmosferico e depressivo dei Tugt, band danese in procinto di pubblicare il suo primo album Ved Lysets Ophør, in uscita il prossimo 11 febbraio. “Fortabt”, il singolo estratto dal disco, è un brano dall’atmosfera opprimente e claustrofobica, per un’interpretazione del DSBM decisamente più oscura rispetto alla pregevole malinconia di progetti quali Thy Light o Lifelover. Ultimamente non esce molto depressive black metal, per cui sarà interessante ascoltare l’album dei Tugt per intero.


2. Night Of The Vampire – “Enchanted Cold” (da Eternal Night, blackened synthwave)

Lo scorso 17 gennaio, un misterioso progetto statunitense chiamato Night Of The Vampire ha pubblicato su Bandcamp un EP chiamato Eternal Night. “Enchanted Cold”, traccia che apre questo lavoro, ci presenta un synthwave sporcato di black metal e di rimandi fra goth e post-punk. Per l’ambientazione ricorda molto da vicino quanto fatto da Old Nick in questi ultimi anni, mentre per la musica un buon termine di paragone potrebbe essere offerto da Abstract Void, sebbene qui i brani appaiano molto più diretti. Completamente indipendente, Night Of The Vampire è un progetto che ha del potenziale: scommetto che lo vedremo a breve su qualche etichetta.


3. Pyrrhic Salvation – “Revelations (Of Agonies To Come)” (da Manifestum I, technical death metal)

Restiamo sempre nel panorama indipendente, ma cambiamo genere e volgiamo lo sguardo al technical death metal. Proprio in quest’ambito emerge infatti la proposta degli americani Pyrrhic Salvation, che negli scorsi giorni hanno rivelato in anteprima il nuovo singolo “Revelations (Of Agonies To Come)”, tratto dall’album di debutto Manifestum I. Definirli meramente technical death metal in realtà non rende giustizia ai Pyrrhic Salvation, che mettono le loro capacità al servizio di un sound stratificato e tendenzialmente progressivo, ma anche molto cattivo e con un’atmosfera blackened death. Da tenere d’occhio: Manifestum I uscirà il 18 febbraio.


4. Pensées Nocturnes – “Saignant Et À Poings” (da Douce Fange, avantgarde black metal)

Uscito lo scorso venerdì per la sempre attenta Les Acteurs De L’Ombre Productions, Douce Fange è il nuovo album dei Pensées Nocturnes, una delle band più strane, particolari e uniche che affollano il panorama black metal, sezione avantgarde. Tra fiati grotteschi, musica circense, riff sbilenchi e un cantato molto teatrale, il dolce fango del progetto francese è l’ennesimo passo riuscito di una carriera sin qui costellata da ottimi album e pochissimi passi falsi. Nel brano scelto, in particolare, si nota una grande maturità nell’alternarsi delle varie anime dei Pensées Nocturnes. Il consiglio comunque è di ascoltare tutto il disco, perché potrebbe essere una delle uscite avantgarde metal dell’anno.


5. Ysyry Mollvün – “K’aux See Reconquista Ysry” (da Ysyry Mollvün, atmospheric black metal)

Direttamente dall’Argentina, Ysyry Mollvün è un nome per ora sconosciuto ma che promette molto bene. Tanto più che ad aver curato mix, master e produzione c’è un certo Antonio Sanna, mastermind degli ottimi Downfall Of Nur. Il concept, molto dettagliato (sulla pagina Bandcamp di Avantgarde Music potete farvi un’idea), si rifà alle tradizioni dell’Argentina meridionale e conferisce ulteriore personalità a un’opera che già musicalmente sembra avere una marcia in più. Ho selezionato per voi il singolo “K’aux See Reconquista Ysry”, ma se volete lo trovate già in full premiere presso il noto canale YouTube Black Metal Promotion.


6. Shambles – “Oneiric Visions” (da Oneiric Visions, death-doom metal)

A molti forse il nome degli Shambles non dirà molto, ma la band thailandese ha già una certa esperienza nella scena underground e ha sfornato lavori anche per etichette riconosciute (Blood Harvest Records). Dopo un album, una sequela di uscite minori e diversi generi cambiati, con Oneiric Visions gli asiatici tagliano il traguardo del secondo disco. Si preannuncia una continuità con l’EP Primitive Death Trance (2017): la title track di Oneiric Visions è infatti un traccione di otto minuti di fangosissimo death-doom metal, oscuro e pesantissimo. L’album uscirà il prossimo 2 febbraio per Old Temple, prolifica e combattiva etichetta polacca.


7. Pure Wrath – “The Cloak Of Disquiet” (da Hymn To The Woeful Hearts, atmospheric black metal)

Restiamo in Asia, perché dall’Indonesia arriva Pure Wrath, one man band che si appresta a pubblicare il suo terzo album, Hymn To The Woeful Hearts, sotto l’egida di Debemur Morti Productions. Come nel caso di Ysyry Mollvün, ci troviamo anche qui nel regno del black metal atmosferico, con un accento però decisamente più melodico e maggiormente vicino a sonorità di stampo cascadian. In circa otto minuti e mezzo, “The Cloak Of Disquiet” rivela tutta la sua poetica aggressiva e disperata, con ottimi lead melodici a corredo di un songwriting non particolarmente originale ma di sicura efficacia. L’album è in uscita il prossimo 18 febbraio.


8. Persefone – “Merkabah” (da Metanoia, progressive death metal)

Chiudiamo con un nome piuttosto noto in campo progressive death metal: i Persefone. Orgogliosi portabandiera del microstato di Andorra, i Nostri tra pochi giorni taglieranno il traguardo del sesto album con Metanoia, in uscita per Napalm Records. I sei minuti di “Merkabah”, in realtà, rivelano più che altro porzioni di death metal, incastonato in strutture decisamente progressive metal. La traccia comunque mostra in pieno la duttilità dei Persefone, capaci di passare da sognanti momenti acustici con voce pulita a sezioni di chiara matrice death metal. In generale è un nome forse più adatto ai fan del progressive che dell’estremo, ma la qualità degli andorrani è fuori discussione.