Extrema Ratio #85: 17/08/23-23/08/23 | Aristocrazia Webzine

Extrema Ratio #85: 17/08/23-23/08/23

Ancora una volta, torna il consueto appuntamento del mercoledì con Extrema Ratio, la rubrica settimanale targata Aristocrazia dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal. Queste le band dell’episodio numero ottantacinque: Urfaust, Ruin Lust, Primordial, Bekor Qilish, Krieg, Decapitated Christ, Tumultuous Ruin, Goat Piss.

G.E.F.


1. Urfaust – “Untergang” (da Untergang, atmospheric black-doom metal)

Etichetta: Ván Records
Data di pubblicazione: 18 agosto 2023

La scorsa settimana c’è stato l’annuncio shock degli Urfaust circa il loro scioglimento. Una notizia a sorpresa, giunta peraltro in concomitanza con la pubblicazione del loro settimo — e ultimo, a questo punto — album Untergang. Ci lascia così una band iconica e molto originale, nota grazie a dischi del calibro di Geist Ist Teufel e Der Freiwillige Bettler.

Untergang, che in tedesco può significare caduta, tramonto e più in senso figurato morte, già dal titolo implica l’idea che questo sia l’ultimo lascito della band olandese. A introdurre l’album ci pensa la title track, fautrice di un black-doom lento e atmosferico che sprizza zolfo da ogni nota. Il cantato, in particolare, assume un ruolo da protagonista, merito della sua impronta oscura e cerimoniale, che ben completa l’aura emanata dal disco. Questo mood viene mantenuto più o meno lungo tutta la durata di Untergang, includendo anche elementi drone e ambient, con sparute incursioni mid-tempo. Gli Urfaust ci salutano con un commiato degno del nome che si sono costruiti in venti anni di militanza nel black metal underground.


2. Ruin Lust – “Eden” (da Dissimulant, black-death metal)

Etichetta: 20 Buck Spin
Data di pubblicazione: 29 settembre 2023

Nuovo disco anche per gli statunitensi Ruin Lust, realtà war metal giunta al suo quarto album, il secondo per conto di 20 Buck Spin. Dissimulant uscirà ufficialmente tra poco più di un mese, il prossimo 29 settembre.

La scaletta è aperta da “Eden”, i cui tre minuti e venti di durata sono tutt’altro che paradisiaci. Qui i Ruin Lust propongono la loro personale rilettura del war metal, mantenendo gli stilemi classici di questo particolare sottogenere e al tempo stesso conservando alcuni elementi originali. Per esempio, rispetto ad altre band del filone, gli americani continuano a dare una certa rilevanza alla centralità del riff, dimostrandosi così più legati alle influenze death che a quelle black, come invece accade in altre band war metal. Il tutto senza intaccare la natura tipica di queste sonorità. Godibili.


3. Primordial – “Victory Has 1000 Fathers, Defeat Is An Orphan” (da How It Ends, folk-black metal)

Etichetta: Metal Blade Records
Data di pubblicazione: 29 settembre 2023

Dopo una pausa di cinque anni dal loro ultimo album, tornano a pubblicare un disco gli irlandesi Primordial, guidati dal carismatico frontman Alan Averill che abbiamo da poco visto in scena al Frantic Fest 2023 insieme ai Dread Sovereign e agli Heavy Artillery. How It Ends è il decimo full length dell’ormai storica band di Dublino, anch’esso in uscita il prossimo 29 settembre.

L’album è introdotto dal primo singolo, “Victory Has 1000 Fathers, Defeat Is An Orphan”, che conserva molte delle caratteristiche degli ultimi venti anni di attività della band irlandese. Anche qui i Primordial si dilettano con un black metal mid-tempo caratterizzato da venature folk rock: non tanto per gli strumenti utilizzati, quanto per le tematiche e il feeling generato dalla musica. Immancabile poi la voce di Averill, sempre immediatamente riconoscibile con il suo cantato pulito dal sapore epico. Che dire, indiscutibilmente un album griffato Primordial, per il quale va attesa l’uscita completa per poterselo godere nella sua interezza.


4. Bekor Qilish – “Defaced Background” (da The Flesh Of A New God, technical black-death metal)

Etichetta: I, Voidhanger Records
Data di pubblicazione: 22 settembre 2023

Dopo aver parlato in lungo in largo del primo album di Bekor Qilish (ne ho scritto su Extrema Ratio #20 e pure in una recensione più dettagliata), eccomi ora alle prese con il secondo disco della one man band italiana. The Flesh Of A New God vedrà la luce tra circa un mese.

A giudicare dall’ascolto di “Defaced Background”, ho trovato la nuova veste di Bekor Qilish più organica rispetto al già buonissimo debutto. Se il primo album di Andrea Bruzzone risultava infatti un grande contenitore di idee diverse (eseguite comunque in maniera magistrale), qui le influenze sembrano più ridotte ma al tempo stesso meglio amalgamate: la base è un death metal tecnico e dissonante, sporcato di black metal in una certa misura, anche per quanto riguarda la voce, con un bellissimo crescendo atmosferico nel finale del pezzo. Realtà in grande crescita, Bekor Qilish si prepara a stupire ancora, e con questo album potrebbe mettere a segno uno dei dischi italiani più belli e interessanti dell’anno alla voce metal estremo.


5. Krieg – “Solitarily, A Future Renounced” (da Ruiner, black metal)

Etichetta: Profound Lore Records
Data di pubblicazione: 15 ottobre 2023

C’è un altro nome di una certa importanza nella scena black metal underground per l’episodio di oggi. Krieg è infatti il progetto principale di Imperial, alias Neill Jameson, già autore di grandi dischi nel corso degli anni ’00 come Destruction Ritual e The Black House. Il prossimo album Ruiner uscirà il 15 ottobre.

Ascoltare Krieg oggi significa tornare indietro a tempi passati, dove il black metal non era sporcato da milioni di influenze e cercava invece di esprimere la sua purezza incontaminata. Con Ruiner sembra proprio di rivivere quei tempi: accompagnato da una produzione grezza ma del tutto comprensibile, Krieg offre un black metal tagliente e furioso, ma melodico e atmosferico al tempo stesso. Particolarmente belle e meritevoli di attenzione le parti lead di chitarra, che dominano la scena e danno un tocco epico a questa nuova fatica della band americana.


6. Decapitated Christ – “Hunting Human Rats” (da Glorious Tyrannizing Of Human Rats, death metal)

Etichetta: F.D.A. Records
Data di pubblicazione: 6 ottobre 2023

Torno adesso sul death metal, con l’imminente nuovo disco dei Decapitated Christ. Spagnoli di Barcellona, questi ragazzi sono al quinto album e ricompaiono sulle scene dopo una pausa di ben nove anni dal precedente Arcane Impurity Ceremonies. Il nuovo disco, Glorious Tyrannizing Of Human Rats, uscirà il prossimo 6 ottobre.

Il singolo “Hunting Human Rats” mostra una band che non ha la pretesa di innovare, ma che scava nei meandri della vecchia scuola del death metal per produrre un materiale oscuro e sulfureo. Nei Decapitated Christ non manca tuttavia una leggera vena blackened, riscontrabile in alcuni riff e nei blast beat, che mi ha ricordato certe cose dei Dead Congregation. In ogni caso, l’aura emanata dall’album è ben riassunta dalla copertina: decisamente mostruosa.


7. Tumultuous Ruin – “Last Rites Of The Dying World” (da An Abscess On The Heart Of The State, black metal)

Etichetta: Fiadh Productions / Vita Detestabilis Records
Data di pubblicazione: 15 settembre 2023

La piccola ma combattiva scena RABM (Red Anarchist Black Metal) continua a sfornare nuovi progetti. Tra questi c’è la one man band Tumultuous Ruin, che taglia finalmente il traguardo del primo album dopo diverse uscite minori. Il disco si intitolerà An Abscess On The Heart Of The State.

Lo statunitense si fa portatore di un black metal grezzo e lento, sorretto da piacevoli melodie per quanto riguarda le parti lead di chitarra, quasi come se fosse una versione decrepita dei ben più noti Ruins Of Beverast. Ispirato da tutta una serie di testi e riferimenti colti, l’album di esordio di Tumultuous Ruin riesce a catturare un’atmosfera nera come la pece, dipingendo paesaggi oscuri e apocalittici pronti a uso e consumo dell’ascoltatore. Una prova che sicuramente farà felici i sostenitori del black metal più vicini a politiche di sinistra, spesso delusi dalla massiccia presenza di band reazionarie e di estrema destra.


8. Goat Piss – “Parasitic Damnation” (da Subsonic Obliteration, black-death metal)

Etichetta: Autoprodotto
Data di pubblicazione: 1 settembre 2023

Il cliché del war metal con i caproni è duro a morire. Se in passato mi è capitato di parlare degli estoni Goatsmegma, non avrei potuto ora esimermi dall’introdurre anche gli statunitensi Goat Piss, che tra pochi giorni pubblicheranno il nuovo EP Subsonic Obliteration.

Ho incluso ben due band war metal nell’episodio di oggi anche per far notare la differenza dei due approcci. Se quello dei Ruin Lust è infatti decisamente più interessato a mettere in evidenza i riff, nei Goat Piss il primo piano se lo prende l’atmosfera creata dal caos della produzione e dei furenti blast beat. Peraltro mi sembra che il progetto sia caratterizzato dall’assenza delle chitarre, o quantomeno — se ci sono — sono ridotte al minimo, perché la presenza del basso è a tratti assordante e si prende uno spazio di primissimo piano. Considerando che io stesso urlo in una band che era partita come black-death metal-grindcore senza chitarre (mi si perdoni la nota personale), non ho potuto fare altro che apprezzare.