IL CALDERONE #2 | Aristocrazia Webzine

IL CALDERONE #2

   
Introduzione: LordPist
Autore: Hesperus
 
Membro di:

  • Sulphuria
 

Rieccoci all'imprevedibile appuntamento con il Calderone, questa volta le nostre fattucchiere hanno ritrovato un pezzo di storia metal italiana. Ripercorreremo i passi di uno dei primi gruppi a usare la nostra lingua per suonare black metal, attraverso le parole del bassista Hesperus (all'epoca Ritum Tenebrarum): sto parlando dei Sulphuria.


Correva l'anno 1990 e alcuni ragazzi, amici e compagni di uscite, nei pressi di Macerata nelle Marche, erano nel pieno coinvolgimento del fenomeno del metal estremo — allora death metal — ma sentivano ormai stretto quello che il genere era diventato: troppo tecnico e troppo pulito, o troppo imbastardito, poco atmosferico e poco legato alle formazioni primordiali. Quei ragazzi continuavano ad ascoltare vecchie band come Bathory, Sodom, Mayhem, o del death-grind intransigente. All'inizio del 1991 uno di loro, il maggiore (classe '68, se non ricordo male), decide di prendere in mano una chitarra elettrica e di fondare una grezzissima band chiamata Sulphur, con testi blasfemi inizialmente in italiano.

Dapprima è solo, adotta per se stesso il nome Adramelech e va in visibilio con il vecchio "Deathcrush" dei Mayhem. Poi la scintilla, come lo è stata per molti: "A Blaze In The Northern Sky" dei Darkthrone, che segna la rinascita di quello che venne definito a posteriori come Black Metal. Registra dei nastri prova, si trova dei compagni — un batterista e un bassista (Franz, attualmente impegnato con l'extreme metal band Crepuscolo) — e cambia il nome del gruppo in qualcosa di più personale ed evocativo: Sulphuria. Il nome (come anche Sulphur) è ispirato alle sorgenti di acqua sulfurea nei pressi di Acquasanta Terme (AP), un luogo montano pieno di fascino vicino al parco nazionale dei monti Sibillini e al parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, a ridosso del fiume Tronto. Il trio non dura molto a causa di divergenze di gusti musicali: Adramelech vuole suonare Black Metal a tutti gli effetti, nel senso primordiale del termine, mentre gli altri sono più vicini a band come gli Entombed. Entrano quindi in formazione Vulcano (all'epoca e tutt'ora impegnato anche come batterista degli Scala Mercalli), Pestifer Vulturnus (chitarre) e Ritus Tenebrarum (basso, attualmente Hesperus della one man band Hesperia). L'idea dei nomi in latino — se si eccettua Adramelech — è dello stesso Ritus Tenebrarum.

Nel 1993 iniziano una serie di sessioni di registrazione in studio fino al compimento nel 1994: il rehearsal demo "Funeral Nation", totalmente registrato in presa diretta e senza sovra-incisioni (naturalmente in analogico visti i tempi). Lo stile è un ibrido del primo black metal alla Mayhem, Beherit, Darkthrone, con notevoli influenze dei vicini anni '80, come thrash, death e heavy classico. Di lì a poco Vulcano e Pestifer V. lasciano la band per impegni musicali e il duo rimasto trova un altro batterista in King. Il suo stile è in pieno black-thrash anni '80, i suoi gusti musicali vanno dal thrash al black-thrash, fino al death e a differenza degli altri due membri non riesce a concepire il nuovo black metal (Emperor, Burzum), il blast beat e via dicendo. Dopo un duro lavoro di affiatamento, prendono vita le prime foto in face painting (l'unico esente è King).

A quel punto, verso la fine del 1994, Ritus Tenebrarum dopo varie riflessioni arriva a proporre: «Perché non cantiamo in italiano? I Norvegesi cantano in madre lingua, è giusto farlo anche per noi». La risposta del leader Adramelech: «Per un italiano è diverso, cantando in italiano sembreremmo un gruppo punk-hardcore anni '80» e Ritus T. propone infine «Allora in latino». La proposta è accolta solo per il titolo del nuovo demo "Ad Iacendum Sub Fluminis Infernalis" del 1995 (il cui titolo stampato presenta l'errore «Giacendum»). I titoli e i testi dei brani sono ancora in inglese, ma lo stile musicale risente fortemente del suono made in Norway, Darkthrone di "Transilvanian Hunger" su tutti. Vi è contenuto anche un brano ossessivo dal titolo "Gehenna", frutto di improvvisazione del trio, che lo avvicina agli Abruptum. Le tematiche virano da una esplicita forma di blasfemia del demo precedente a qualcosa di più ponderato e poetico, che risente molto del primo periodo ossianico della letteratura romantica. Ritus Tenebrarum si allontana temporaneamente dalla band, pensando già a un suo progetto personale, ma nel 1996 rientra per registrare "Caelum Sanguineum", all'indomani della decisione di Adramelech di adottare il cantato in italiano e latino. Lo stile diventa così personale, molto mediterraneo e tipicamente italiano: tempi medi, a volte sostenuti, vicino a certo black metal greco, ma con un feeling molto buio. Il demo riscuote molto successo nell'undeground, in un'epoca in cui il cartaceo ancora regna sovrano e i contatti avvengono per posta fisica e con il telefono fisso. "Caelum Sanguineum" va sold-out dopo milleduecento copie stampate.

Arriva il 1997 e Ritus Tenebrarum lascia definitivamente la band, per dedicarsi a un progetto che avesse una forte valenza culturale italica anche nei contenuti e decide di chiamarlo come uno dei nomi antichi dell'Italia: Hesperia; nome che i greci davano alle nostre terre e a parte delle terre occidentali, la terra dove tramonta il sole, la terra dell'oscurità. Per questa nuova avventura che continua fino a oggi egli sceglie il nome di Hesperus (l'astro del cielo d'occidente e sovrano mitologico di quelle terre). Dal 1998 i Sulphuria continuano con un'altra formazione, Adramelech infatti recluta nuovamente Vulcano e Pestifer V., mentre al basso compare Gianluca Mandolesi (attualmente impegnato con i Centvrion). Ritus Tenebrarum si occupa però dei contatti con l'estero e soprattutto della partecipazione dei Sulphuria ad "Asgardsreien Vol 1", la prima compilation della Oskorei Productions, alla quale partecipano Horna, Dornenreich, Frostmoon e altri, ma gli unici italiani sono i Sulphuria. Il brano prescelto è "Ovunque Tu Sia", estratto da quello che di lì a poco sarebbe stato il nuovo demo promozionale "N.C.E." ("Nera Celebrazione Elettrica"). Il demo comprende quattro brani sempre in italiano, molto intellegibili, con uno stile molto personale, una sorta di black metal di matrice mediterranea ma con influenze Goblin e in alcuni frangenti leggermente darkwave italiano.

Arriva la proposta di una grossa etichetta per la registrazione di un mini, ma la condizione fondamentale è la lingua inglese (siamo pur sempre alla fine dei '90), Adramelech rifiuta in disaccordo con gli altri, poiché l'italiano è diventato per lui fondamentale elemento dei Sulphuria, e di conseguenza la band si scioglie. Le porte si riaprono nel 2004 quando Hesperus (ex Ritus T.) fa ascoltare "Caelum Sanguineum" a due personaggi dell'undergound black italiano coi quali è in contatto, Lord Inferos (Legion Of Darkness) e Caos (Fortiis). I due — che avevano appena inaugurato con la ristampa dei Tragoidia la loro etichetta Old Italia (attualmente chiusa) — decidono di ristampare "Caelum Sanguineum", con la traccia bonus "Ovunque Tu Sia"; Hesperus e Adramelech collaborano alla ristampa per le grafiche e le consulenze. Da allora più nulla, niente da ascoltare online, niente di niente, solo la leggendaria oscurità di un nome conosciuto da una élite, da pochissimi affezionati al vecchio underground: quel nome è ovviamente Sulphuria.

I Sulphuria sono probabilmente la prima band ad avere utilizzato la lingua italiana integralmente — e non solo per qualche brano — e ad avere adottato uno stile black tutto italiano, se si eccettuano le sperimentazioni dialettali-vernacolari dei contemporanei Inchiuvatu. Una band antesignana, ma probabilmente una delle realtà meno conosciute nel black metal della nostra Penisola.