Eleganza ed emozioni nel post-rock degli Anoice

ANOICE (2019)

Gruppo: Anoice
Formazione:

  • Takahiro Kido – Chitarra, Pianoforte, Sintetizzatore, Organo, Basso
  • Yuki Murata – Pianoforte, Sintetizzatore
  • Utaka Fujiwara – Viola, Violino, Pianoforte Elettrico Wurlitzer, Pianoforte, Sintetizzatore
  • Tadashi Yoshikawa – Batteria, Percussioni


A quattro anni dalla prima chiacchierata con gli Anoice, la band è giapponese è tornata sulle nostre pagine in occasione dell’uscita del nuovo album Ghost In The Clocks. Abbiamo scambiato qualche parola con uno dei membri fondatori del gruppo, Takahiro Kido, a proposito dell’ultima uscita e dei progetti collaterali che girano intorno ai suoi musicisti.


Bentornati sulla nostra webzine, è un piacere avervi di nuovo con noi. Come va?

Takahiro: Ciao. Sono Takahiro Kido degli Anoice. Grazie per averci offerto nuovamente questa opportunità! Abbiamo passato l’estate registrando con un’orchestra d’archi per un nuovo album a Mosca e abbiamo iniziato a registrare nuovi lavori a Tokyo. Siamo molto occupati, ma le cose vanno bene.

È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che abbiamo chiacchierato. Prima di parlare del nuovo album degli Anoice, puoi raccontarci brevemente cosa avete fatto negli ultimi quattro anni?

In quattro anni abbiamo pubblicato quattro album, quattro EP, dodici singoli, due compilation e una colonna sonora. Non solo con gli Anoice, ma anche come Takahiro Kido, Yuki Murata, RiLF, Films e Mizu Amane, i nostri side-project. Abbiamo suonato anche in concerti in Asia e in Europa dell’Est. Inoltre, abbiamo lavorato a canzoni per film, pubblicità e programmi televisivi. In alcuni casi abbiamo superato le cento canzoni all’anno.

Adesso possiamo approfondire Ghost In The Clocks, pubblicato lo scorso agosto. Credo che ci sia un legame molto forte tra questo album e The Black Rain: innanzitutto, le copertine hanno lo stesso stile e ritraggono lo stesso personaggio; ma ci sono anche indizi nei titoli dei brani, come “After The Rain”. Come sono connessi i due lavori?

Come puoi intuire dal titolo della prima traccia dell’album, in “After The Rain” abbiamo deciso di raccontare il mondo che segue il nostro terzo album, The Black Rain, con il quinto album Ghost In The Clocks. Non sarebbe appropriato spiegare concretamente cosa contenga l’opera, ma posso dire che le canzoni sono in ordine cronologico. La ragazza in copertina è come una guida per la storia. Pensiamo di aver bisogno di un altro album ancora per concludere la storia.

D’altra parte, la copertina di Into The Shadows è molto diversa; tuttavia, anche qui è presente un personaggio simile (magari lo stesso?), forse suggerendo un legame anche con questo album (a sua volta parte di una trilogia sulla memoria, dove la ragazza dai capelli lunghi appare costantemente). Come è legato agli altri due?

La ragazza di Into The Shadows non è la stessa di The Black Rain e Ghost In The Clocks. È la protagonista di una trilogia formata da Into The Shadows degli Anoice, Gift di Yuki Murata e A Forbidden Garden dei Films. Questi tre album contengono ricordi frammentati, ma sono fantasie non in ordine cronologico, al contrario di The Black Rain e Ghost In The Clocks degli Anoice. Inoltre, le copertine della trilogia Memories sono dipinti a olio di Naoko Okada, mentre The Black Rain e Ghost In The Clocks sono disegnati a matita da Yoko Shinto.

C’è anche un altro dettaglio che mi fa pensare a quanto sia vasta la storia nella vostra musica: “Missing”, un brano di Ghost In The Clocks, venne precedentemente pubblicato come uno di tre singoli consecutivi, le cui copertine formano insieme un pesce: quest’ultimo mi ha ricordato quello tenuto dalla ragazza nella copertina di Into The Shadows. Cosa rappresenta il pesce?

Questo pesce rappresenta un essere vivente che comprende il mondo e tutta sua la storia, o il mondo stesso. Il mondo cambia la propria forma come se fosse vivo. Quei tre singoli consecutivi sono tutte nostre tracce riarrangiate. Il primo “Nothing There” deriva da “Invasion”, tratto dal quarto album degli Anoice, Into The Shadows; il secondo “Missing” arriva da un pezzo composto per Double Fantasy, una serie TV giapponese: il terzo “Unknown Error” deriva da “Come Toward Our Line”, dal primo album dei Mokyow Variations For Spiegel.

Ok, amo analizzare l’aspetto visivo dei vostri album e potrei andare avanti per ore a parlarne, ma passiamo alla musica. Come sempre, le vostre canzoni sono molto cinematografiche e sembra che vogliano davvero raccontare una storia; ma più che raccontarla a parole, chiedono all’ascoltatore di immaginarla tramite la propria esperienza personale. Non ti chiederò di raccontarci la storia che avevate in mente componendo l’album (non vogliamo rovinare l’esperienza dei vostri ascoltatori), ma come l’avete creata e messa in musica?

Sì, sarebbe meglio se gli ascoltatori la immaginassero attraverso la propria esperienza, ma voglio dare qualche indizio. In The Black Rain, tutte le tracce contenevano tristezza, rabbia e repulsione, invece Ghost In The Clocks esprime la scelta di non arrendersi a esse. Puoi vedere la ragazza in copertina rimettersi in piedi, dopo la miseria del passato.

Nonostante sia composto quasi interamente da strumenti classici, l’intero album ha un feeling post-rock, con molti alti e bassi emotivi che conducono al climax della penultima traccia; “The Black Rain” aveva una struttura simile e anche “Into The Shadows”, seppur leggermente diversa. C’è un motivo per cui costruite i vostri album in questo modo?

Ogni penultima canzone è più intensa ed emotiva delle altre, perché effettivamente rappresenta il climax dell’album. La musica degli Anoice è cinematografica come la colonna sonora di un film, ma scriviamo alcuni brani più intensi di altri perché i nostri lavori non hanno immagini, eccetto la copertina.

L’uso dei campionamenti rende più efficace il lavorìo narrativo della vostra musica; il tempo sembra essere una tematica importante in questo album, non solo per il suo titolo (e quelli di alcune canzoni), ma anche per una traccia come “Clockwork Moment”. Qual è il ruolo del tempo in Ghost In The Clocks?

È il passare del tempo. Ad esempio, puoi sentirlo non solo in “Clockwork Moment”, ma anche in “After The Rain”, “Time” e “Rebirth”. Quei campionamenti sono presi da orologi reali e da vecchi film del XX secolo. Come dicevo prima, tutte le tracce sono in ordine cronologico.

L’album inizia in modo piuttosto drammatico e la prima metà è molto malinconica, ma diventa lentamente più luminosa fino all’arrivo dei raggi di luce emanati dagli ultimi due brani (con titoli adattissimi). C’è un lieto fine per la misteriosa ragazza dai capelli lunghi?

Sì. Abbiamo cambiato la tonalità da minore a maggiore dal minuto 7:19 di “Rebirth” per la prima volta nell’album. Significa che la ragazza ha trovato una speranza per rialzarsi. Tuttavia, la sua vita è appena iniziata.

Parliamo un po’ dei vostri side-project. Ho ascoltato recentemente il tuo Inside – Out Tokyo, un breve album con elementi elettronici e, in generale, atmosfere più spensierate. Cosa vuoi trasmettere con questo progetto?

Alla fine del 2005, avevamo finito il primo album degli Anoice, Remmings, ma dovemmo aspettare sei mesi prima della sua uscita. Avevo molto tempo libero, così decisi di creare il mio progetto solista con le mie canzoni per pianoforte. Questo progetto diventò più neoclassico con l’aggiunta di altri membri degli Anoice nel secondo album In My Time del 2007, ma volevo fare qualcosa che non potevo fare con gli Anoice. Quindi cambiai il sound dal terzo album Fleursy Music e il risultato è che diventò il più leggero tra i nostri progetti. Certo, alcuni membri degli Anoice lavorano nel mio progetto, tuttavia facciamo musica in maniera più rilassata rispetto agli Anoice e agli altri progetti.

Passando al pianoforte di Yuki Murata, l’unico termine che trovo per descriverlo è stupendo: le sue composizioni sono sempre piene di emozioni e sono così forti da essere capaci di creare un mondo etereo, tanto che un titolo come Piano Fantasia con una copertina così magica risultano perfettamente adatti. Come compone i suoi album?

Potrà sembrarti incredibile, ma solitamente compone improvvisando con il suo pianoforte. Ad esempio, creò il suo primo album Films suonando un pianoforte a coda senza prepararsi nel suo studio e registrò senza mai fermarsi. Bastarono due ore per incidere tutto. Tuttavia, dal suo terzo album Gift, a volte scrive spartiti per pianoforte, ma anche per violino, viola e flauto, per poter suonare ai concerti. Ovviamente, i musicisti e i tecnici sono sempre membri degli Anoice.

Parlando di musica magica, il sound dark-fantasy dei Films ne è un altro ottimo esempio e il fatto che le due cantanti usano un linguaggio inventato accentua l’aspetto fantastico. Queste due artiste sono molto misteriose, come le avete conosciute?

Non posso dire chi siano, ma le incontrai quando iniziai a fare musica e cercavo membri per gli Anoice nel 2004. Quando Yuki ideò questo progetto dei Films, mi vennero in mente e chiesi loro se volevano unirsi come cantanti usando il loro linguaggio, perché volevamo che la voce fosse solo un altro strumento. Stiamo lavorando al quarto album dei Films, attualmente.

Come abbiamo appena detto, alcuni dei vostri progetti contengono membri di altri gruppi come i RiLF, in cui la cantante dei Matryoshka offre la sua voce eterea su una base post-rock/shoegaze. Come è nata la collaborazione con Calu?

Quando pubblicai il mio terzo album Fleursy Music nel 2008, ci fu anche il primo concerto del mio progetto insieme ai Matryoshka. Questa fu la prima volta che li incontrammo e apprezzammo molto la voce della loro cantante, Calu. Dopo l’uscita del secondo album degli Anoice Out Of Season, nell’autunno dello stesso anno, decidemmo di prenderci una pausa per capire come volevamo procedere. Così chiesi a Calu di creare una band alternative rock, i RiLF. Ora stiamo lavorando al secondo album.

Il post-rock è anche il genere che avete scelto per un altro vostro progetto, Mokyow, ispirato a grandi band come Sigur Rós e Mogwai; l’aggiunta di strumenti classici e voci sussurrate su una base orientata al rock crea un sound intenso, eppure calmo. Come vi siete ispirati a “Spiegel Im Spiegel” di Michael Ende sul primo abum dei Mokyow?

Come già sai, ci piace improvvisare e Mokyow è uno spazio per sperimentare. Funziona anche per gli altri progetti. Ad esempio, il mix di strumenti classici e band rock fu adottato dai RiLF e l’idea di cantare con un linguaggio inventato fu un’idea di base per i Films. Per quanto riguarda “Spiegel Im Spiegel” di Michael Ende il discorso è lo stesso. L’idea era di usare materiale come melodie, ordine degli strumenti e numeri delle note come nello Shiritori, un gioco giapponese che usa le parole, in un album. Fu un elemento importante per gli ultimi tre album degli Anoice.

L’improvvisazione è uno dei molti aspetti della musica degli Anoice, ma nei Cru è un elemento fondamentale. Come lavorate per creare le improvvisazioni dei Cru?

Nel progetto Cru, io e Yuki usiamo strumenti in modo particolare, come un piano in una sala da concerti e un organo e un clavicembalo in una casa isolata che fece da modello per lo studio del liutaio di un film dello Studio Ghibli. Questi posti hanno un’atmosfera silenziosa e unica, quindi la musica dei Cru diventa molto tranquilla. A volte, altri membri degli Anoice (Utaka Fujiwara e Tadashi Yoshikawa) si uniscono, ma anche loro improvvisano.

Questi sono i vostri principali progetti; avete avuto modo di lavorare con altri artisti in questi anni?

Non molto. Tuttavia, siamo stati abbastanza fortunati da poter condividere il palco con alcuni dei nostri artisti preferiti come Christian Fennesz in Austria, Jambinai in Corea e Sontag Shogun negli Stati Uniti. Yuki spesso suona il pianoforte con molti artisti per concerti e album e anch’io lavoro al missaggio e alla masterizzazione per alcuni nostri amici e compagni di etichetta.

La vostra etichetta, Ricco, viene usata principalmente per pubblicare gli album degli Anoice e degli altri progetti, ma anche altri artisti pubblicano le proprie opere tramite essa. Quali sono alcuni album (non dei membri degli Anoice) che consigliereste ai nostri lettori?

Per me è molto difficile scegliere, perché mi piacciono molto tutte le uscite di Ricco Label, ma questi album sono particolarmente interessanti; i suoni sono fantastici, ma ognuno possiede i propri colori che nessuno può imitare:

  • Sontag Shogun – Tale
  • Human Pyramids – Planet Shhh!
  • EXXASENS – 2007-2014

Nella precedente intervista, si parlava di un possibile tour europeo. Siete riusciti a realizzarlo o state lavorando per farlo prossimamente?

Non ancora. Ora stiamo pianificando alcuni tour a Hong-Kong, in Cina e Taiwan, ma parleremo presto anche dell’Europa. Ancora un po’ di pazienza.

Parlando del futuro, cosa farete dopo l’uscita di Ghost In The Clocks?

Stiamo lavorando a tre album: il secondo dei RiLF, il quarto dei Films e una compilation con un’orchestra d’archi di Takahiro Kido e Yuki Murata. Come dicevo prima, gli Anoice gireranno l’Asia orientale, ma probabilmente suoneremo anche in Europa dell’Est e a New York. Visiteremo anche qualche studio di produzione di musica per film a Los Angeles mentre saremo negli Stati Uniti. Inoltre, questo riguarda solo me, ma sto pianificando un viaggio privato ad Amalfi. Se il mio sogno si realizzerà, inviterò gli altri membri degli Anoice a suonare in alcune città in Europa occidentale.

Direi che è tutto, almeno fino alla prossima volta. Grazie mille del tuo tempo, se vuoi lasciare un messaggio per i nostri lettori, puoi farlo ora.

Grazie mille a voi e a chi ci supporta. Saremo felici se apprezzerete il nuovo album degli Anoice Ghost In The Clocks e lo diffonderete in tutto il mondo. Ti ringrazio!