Gli Autokrator e le persecuzioni romane
Gli Autokrator sono il progetto in studio di Loic F. (NKVD), che viene supportato dal cantante statunitense David Bailey (Astral Oceans). In meno di un decennio di attività, la band ha pubblicato quattro album (e noi abbiamo parlato di tutti), e con ciascuno ha sensibilmente alzato la propria asticella. L’ultima fatica del gruppo, Persecution, è uscita lo scorso novembre via Krucyator Productions, etichetta gestita dallo stesso Loic. Già una volta incrociammo il musicista francese per una chiacchierata, molti anni fa, in una delle prime interviste in assoluto di Aristocrazia Webzine, e dopo tutto questo tempo ci sembrava giusto tornare a bussare alla sua porta con qualche nuova domanda…
Bentornato su queste pagine, Loic. La prima volta era il 2010, e tu stavi lavorando a quello che sarebbe diventato Власть (Vlast) per NKVD, il tuo progetto precedente. Sono passati dodici anni, non poca cosa per un musicista. In questo lasso di tempo NKVD è stato messo a riposo a favore di Autokrator, e l’industrial black metal ha lasciato spazio al death metal. Da quel che si sente su Persecution però la tua passione per i totalitarismi e le oppressioni è ancora qui. Da dove viene?
Mi sono fatto questa stessa domanda tante volte, e non ho mai trovato una risposta, per cui non te lo so dire. Sono sempre stato interessato all’oppressione attraverso la storia. Non è qualcosa che ammiro, perché un sacco di personaggi di cui ho parlato nelle mie canzoni fin dai tempi di NKVD sono una manica di bastardi.
Strettamente correlato a quest’ultima frase, ti è mai capitato che NKVD o Autokrator fossero etichettate come band politicizzate? Magari da persone che non si prendevano il tempo di leggere le tue interviste, o di capire il concetto alle spalle della tua musica.
NKVD è stato etichettato come un progetto politicizzato dall’inizio fino alla fine, e accade spesso ancora oggi. Autokrator per fortuna invece non è mai stato definito così, forse perché i temi trattati da questo progetto non sono direttamente legati alla politica, quanto piuttosto alla storia in sé.
A proposito di storia, approfondiamo un po’ il nuovo album: qual è l’idea su cui si basa Persecution?
Persecution parla delle persecuzioni cristiane da parte dell’Impero romano.
“De Gloria Martyrum Et Confessorum” è la quarta persecuzione, sotto Marco Aurelio Antonino, nel 162 d.c.
“The Great Persecution” è la decima persecuzione, sotto Diocleziano, nel 303 d.c.
“DCLXVI” è la seconda persecuzione, sotto Domiziano, nell’81 d.c.
“Antechristus” è la prima persecuzione, sotto Nerone, nel 67 d.c.
“Caesar Nerva Traianus” è la terza persecuzione, sotto Traiano, nel 108 d.c.
“Apocalypsis”, è l’Apocalisse, la fine del mondo, al termine dell’album.
“Apocalypsis” è l’unico pezzo di cui non sono stati pubblicati i versi. Come mai? E cosa si nasconde al loro interno?
I testi di “Apocalypsis” arrivano dall’Apocalisse della Biblia Sacra Vulgata’s Apocalypse, la Bibbia latina.
Che tipo di fonti hai usato per le tue ricerche? Sei un artista che spende molto tempo leggendo e prendendo appunti, o preferisci un approccio più spontaneo in cui ti basi su alcune idee di fondo e le lasci scorrere liberamente?
Le fonti dell’album sono principalmente Actes And Monuments, anche conosciuto come il Book Of Martyrs dello storico John Foxe e la Bibbia stessa. Ho passato molto tempo a leggere, fare ricerche, riassumere, e una volta metabolizzato il tutto ho lasciato che la mia immaginazione facesse il resto. Direi che è un insieme dei due metodi che hai nominato tu.
Una delle particolarità dell’album, dal punto di vista testuale, è che sembra prendere le parti della minoranza cristiana perseguitata. È un’interpretazione corretta?
Non direi, l’album non prende alcuna posizione, i testi non stanno dalla parte dei perseguitati né dei persecutori.
Dalle tue interviste precedenti, sembra che Autokrator rimarrà un progetto in studio, anche perché il cantante, David Bailey, vive negli States. Quanto è difficile avere un gruppo sparso su due continenti? O meglio, vi considerate una band in primis? Come funziona il vostro rapporto artistico?
Collaboriamo in questo modo dal 2014, per cui direi che non c’è alcuna difficoltà. David è un musicista di enorme talento, che ha solo bisogno di un paio di spiegazioni per arrivare a un risultato che il 99% delle volte è il 110% meglio di quanto mi sarei aspettato. Autokrator rimarrà un progetto in studio, decisamente. Mi interessa solo il lavoro in studio, non le performance dal vivo.
E pensi che tornerai mai a NKVD?
NKVD è finito nel 2014, Hakmarrja è stata l’ultima tappa di quel viaggio.
Poco fa hai detto che NKVD veniva spesso etichettato come un progetto politicizzato. Come ti ha fatto sentire questa cosa? Per caso è stata una delle ragioni che ti ha portato a concludere il progetto?
Mi disturbava un po’ il fatto che NKVD venisse a volte bollato come nazi e altre come comunista, quando non era vera né l’una né l’altra cosa. NKVD non è mai stato un progetto politicamente schierato. Ho concluso il progetto perché con esso ho esplorato tutti gli aspetti musicali che mi interessavano.
Cosa ti ha portato ad aprire la tua etichetta, Krucyator Productions?
Volevo totale libertà e controllo sulle mie produzioni, siccome avevo avuto problemi con alcune etichette in passato, e infatti siamo anche stati sbattuti fuori da diverse label. Così ho deciso di creare Krucyator Productions, prima di tutto per pubblicare la mia musica, e quando ho visto che i risultati erano buoni ho deciso di produrre alcuni altri progetti e gruppi che apprezzo.
Quanto è difficile gestire tutti gli aspetti di una band e di un’etichetta da solo? Consiglieresti a un gruppo esordiente di iniziare autoproducendosi o pensi che le label possano ancora fare la differenza?
Gestire tutti gli aspetti è praticamente un lavoro a tempo pieno, per cui devi spendere tutto il tuo tempo libero e tutte le tue risorse mentali per seguire gruppo ed etichetta. Per questo il roster di Krucyator è molto contenuto, preferisco dare il 110% per seguire due o tre gruppi. A meno che tu non voglia che la tua musica esca solo digitalmente, comunque, una buona etichetta fa ancora la differenza per tutto ciò che riguarda la distribuzione, la promozione, gli aspetti commerciali, i contatti, l’aiuto nel risolvere i problemi, le spedizioni…
Hai anche un tuo studio, il Krucyator Studio, che tipo di operazioni gestisci lì dentro? È una struttura completa, con uno studio di registrazione, oppure mixi e masterizzi solamente?
Prevalentemente mixo e masterizzo online, registro soltanto il materiale degli Autokrator.