Behemoth: tra religione e cultura

BEHEMOTH – INTERVISTA

Gruppo: Behemoth
Traduzione: Bosj
Formazione:

    • Nergal – Chitarra, Voce
    • Inferno – Batteria
    • Orion – Basso

 

I Behemoth non hanno bisogno di presentazioni. In procinto di pubblicare il loro undicesimo album, i polacchi hanno definitivamente abbandonato l’underground per entrare nel mondo delle celebrità. Abbiamo incontrato Nergal, il chitarrista, cantante, mastermind, fondatore, sopravvissuto a una leucemia, giudice di talent show e chissà quanto altro, per un’intervista in cui abbiamo parlato di… Beh, qualsiasi cosa.

A partire dal fatto che sei stato in vacanza in Sicilia…

L’ho adorata, cazzo. Devo tornarci assolutamente, ho esplorato soltanto un po’ del nord, Palermo e Cefalù, poi sono sceso ad Agrigento, quindi non ho visto l’Etna, Siracusa e tutta quella parte. C’è così tanto da vedere, e la gente è incredibile, e il cibo… Sono stato benissimo.

E la cultura di quelle parti che impressione ti ha fatto? La Sicilia era parte della Magna Grecia, e la cultura greca antica è stata uno dei fondamenti della civiltà mediterranea. E i Greci erano, ovviamente, pagani…

È stupefacente come tu possa trovare così tante culture differenti e contrastanti in un lembo di terra relativamente piccolo. Greci, romani, arabi, persino i normanni. È pazzesco, i vichinghi sono arrivati fin laggiù! E puoi trovare i resti di tutte queste civiltà, templi e fortezze, è pazzesco, stupendo. Quando visito un luogo cerco sempre di fare un po’ di ricerca, per capire cosa sto vedendo. Ho una laurea in storia, per cui è un po’ parte di me. Non leggo più libri di storia oggi, ma quando vado da qualche parte devo capire: vado, vedo, mi documento su internet e leggo qualcosa per poter processare le informazioni che raccolgo.

E non trovi assurdo che Roma, fondata su un pantheon di divinità, quello greco poi divenuto quello romano, abbia finito con l’essere il fulcro, la città simbolo del cristianesimo?

Il destino di ogni impero è quello di cadere. Questa volta è stato il cristianesimo, la prossima sarà qualcos’altro, la storia si ripete, chiunque abbia un po’ di familiarità con la storia delle civiltà sa che è così. È una costante, cazzo. I cristiani hanno iniziato a diffondere la piaga attraverso il mondo civilizzato, distruggendo o inglobando ciò che c’era prima. La cultura ellenica è l’idea originale, la base per lo sviluppo dell’Europa, o almeno di ciò che l’Europa dovrebbe essere. Per farti un esempio: il concetto di Dioniso, il Bacco latino, è un’idea di armonia con la natura umana.

Un punto che hai già chiarito urlando «All hail Dionysus»

Assolutamente, è un modo per celebrare la vitalità che scorre nei nostri corpi. Intendo dire che quando arrivò questo dio inchiodato alla croce il mondo divenne un posto molto triste. Iniziarono a diffondersi idee come l’autocommiserazione, la tristezza e il sacrificio non per se stessi o per gli altri, ma per un dio.

A proposito di questo: nel tuo libro dici di non prendertela con la cultura islamica. È passato qualche anno, e la situazione geopolitica mondiale…

Sta cambiando, e molto, ma di nuovo, guarda come abbiamo cominciato questa intervista. Ci siamo già passati! L’Europa è già stata invasa dai musulmani, noi abbiamo reagito e li abbiamo cacciati, e siamo sopravvissuti. Re Sobieski ha difeso Vienna dall’invasione ottomana, gli ha fatto il culo. Oggi siamo solo in una posizione diversa. Sono polacco, e me la prendo con la roba che conosco. Lascio che siano i musulmani a prendersela con la roba che conoscono loro. Sinceramente, se volessi far incazzare i cattolici, una cosa che faccio sempre volentieri, ecco cosa potrei dire: ho conosciuto soltanto pochi musulmani nella mia vita, ed erano tutti tipi a posto, simpaticissimi, di mentalità aperta e rispettosi, a differenza vostra. E la ragione per cui conosco solo pochi musulmani è perché in Polonia non ci vengono, non ci vogliono venire, siamo troppo conservatori, troppo fascisti.

Ecco, l’hai chiamata: nel 2016 la Polonia ha incoronato Gesù Cristo. Cosa ne pensi?

[Sospira sconsolato] Una follia. Cosa posso dire? Lascio che sia la mia arte a parlare. [Il leader dei Behemoth fa una lunga pausa, per la prima volta è senza parole] Mi sento perso, questa cosa è totalmente fuori di testa, non so nemmeno come approcciarla. Penso soltanto al mio orticello, cerco di tenerlo pulito e in ordine.

Eppure, di solito il tuo orticello è l’Europa, visto che presenti i Behemoth come una band dall’Europa, quando suonate in altri continenti.

In realtà ultimamente ho cominciato a dire dalla Polonia. Penso che la Polonia abbia bisogno dei Behemoth e di Nergal ora più che mai. Nel momento in cui chiudiamo i confini, nel momento in cui chiudiamo gli occhi, restringiamo le nostre menti e diventiamo spaventati, i Behemoth devono tenere alta la bandiera e dire NO a tutto questo. Siamo parte di questa cultura e di questo paese, e non ce lo porteranno via: siamo polacchi, il che significa che siamo europei, il che significa che siamo cosmopoliti. E so che queste parole faranno incazzare un sacco di conservatori, ma non posso farci nulla. Quando sono in Sicilia mi sento siciliano, quando sono a Berlino mi sento berlinese. Siamo parte della stessa… Beh, se dico razza poi mi fanno il culo, ma non è una questione di razzismo, affatto, se capisci cosa intendo.

Certo, ed è curioso come il metal sia sempre visto come questo genere-ghetto, spesso siamo visti come freak, disadattati, eppure ogni volta che parlo con gli artisti le parole che sento pronunciare sono inclusione, apertura mentale, tolleranza e rispetto per il prossimo. Penso sia naturale, quando hai fan che arrivano da tutto il mondo e ti accorgi che i confini non hanno alcun significato, che le persone sono unite a prescindere dal loro Paese di origine.

Ed è una cosa meravigliosa. Ero a Berlino a vedere Nick Cave, e c’era questo gruppo di palestinesi che diceva: «Non supportate Nick Cave, suonerà a Tel Aviv». La mia domanda è: Nick Cave farà uno show privato per il governo israeliano? No. Suonerà per la gente comune. E spero per tutti i Palestinesi che un giorno il loro Paese possa ospitare artisti come Nick Cave, e magari i Behemoth, perché sono sicuro che lui ci suonerebbe. E noi pure, sarebbe bellissimo suonare in Palestina, e dubito ci saranno gruppi di protestanti, a quel punto. E sì, credo fortemente in questa lingua del metal: non mi interessa il tuo orientamento sessuale, il colore della tua pelle, la tua religione, qualsiasi cosa. Chissenefotte. Tu fai il tuo, hai il diritto di scegliere ciò che vuoi, di rispettare te stesso e la tua autonomia, come essere umano. Non come italiano, francese o altro, perché tu prima di tutto sei un essere umano, il tuo nome è Andrea e sei te stesso prima di essere cittadino di una nazione o qualsiasi altra cosa. Tutti dovrebbero proteggere se stessi, il proprio essere persone. Il fatto che tu sia nato qui è stato un cazzo di colpo di fortuna, perché saresti potuto nascere in Palestina, o a Tel Aviv, o nella fottutissima Pyongyang. Nel momento in cui ti accorgi di questo, beh, capisci che non puoi nemmeno far parte di qualche imbecille agenda politica o setta religiosa.

E il NSBM? La Polonia è uno dei Paesi dove il fenomeno è emerso maggiormente.

Non so che dire. L’arte è arte, la politica è politica. L’arte è libertà, e la politica è tutto fuorché libertà. Non funziona, semplicemente. È una stronzata. Certo, abbi le tue idee, solo non fare confusione e soprattutto non scaricare le tue frustrazioni sul prossimo. Fatti una sega, vai in palestra, quello che vuoi, ma è un tuo problema ed è una tua responsabilità risolverlo con te stesso, non sono le persone che hai attorno. È una reazione umana molto basilare: Non mi piace questo, non mi piace quello, e di solito il problema sta tutto qui [si indica la fronte]. È qui che deve essere fatto il lavoro più grosso. Anche io ho i miei vizi, sono un essere umano, ho i miei problemi, eppure cerco di cominciare da me stesso, chiedendomi cosa possa fare per far sì che io sia più a mio agio con e nella mia vita. Non do la colpa ai migranti o ad altri gruppi di persone. Risolvi da te il tuo problema.

Parlami un po’ dell’album ora: I Loved You At Your Darkest esce il 5 ottobre, cosa mi racconti?

È il nostro undicesimo album, siamo in giro da quasi trent’anni e direi che è un traguardo notevole, per un gruppo come il nostro, arrivare a questo punto e pubblicare una dichiarazione così forte. Non è un album che le manda a dire, è un album di conquista, è potente, 100% Behemoth. Molto avventuroso e vario, per quanto sempre radicale ed estremo, e siamo pronti a conquistare il mondo con questo disco, sono quarantasette minuti di Behemoth.

E… il titolo di quel singolo? Ha fatto un po’ di scalpore…

Decisamente, e penso che abbiamo anche ricevuto un sacco di reazioni positive in Italia, per ovvie ragioni. Il Dio e il cane sono uno dei vostri grandi classici, no? [ride] Non mi aspettavo che “God = Dog” attirasse così tanta attenzione, ma è una cosa positiva, non c’è nulla di negativo in alcun tipo di attenzione. Non voglio dilungarmi troppo, leggete i testi una volta che li avrete a disposizione, basti dire che si riferisce alla citazione di Aleister Crowley «Is a God to live in a dog? No! But the highest are of us», che è quello che i bambini cantano nel coro. E poi, ovviamente, c’è il livello più basilare, la parola dio che in inglese, invertita, diventa cane. Penso sia un ottimo titolo e ti dia un sacco di opportunità. Per quando questa intervista uscirà lo saprete già: avremo rilasciato il “God = Dog Food”.

Che cazz? [scoppio a ridere, preso alla sprovvista]

Completamente vegano. A forma di croce. Se ami i cani, sono molto orgoglioso di dire che almeno per una volta le croci faranno bene al mondo, perché ci potrai nutrire i cani, e non li avvelenerai.

Una tua idea?

Sì. Surreale, ma anche fantastica.

Ora cambiamo completamente discorso: hai un rapporto molto profondo e forte con il tuo corpo. Ti piace rimanere in forma, allenarti, e tutti sanno dei tuoi trascorsi con la malattia.

Sì, ma non si tratta solamente del corpo.

Mens sana in corpore sano?

Proprio così, è esattamente quello il punto. Quando hai dei problemi ti accorgi di quanto importante il tuo corpo sia, e quanto altrettanto fondamentale sia l’equilibrio mente e corpo. È triste pensare che molti di noi arrivino a capirlo solo a quel punto. Non che io fossi eroinomane o che altro, prima, sono sempre stato quello più morigerato dei ragazzi, la leucemia è semplicemente capitata. Però ora sono più consapevole, mantengo la mia disciplina, il mio regime, e questo mi rende ancora più vitale. Ho detto alla stampa che non volevo cominciare prima di mezzogiorno, perché al mattino mi sveglio, faccio colazione, mi alleno, faccio una seconda colazione. Questo mi permette di iniziare la giornata e di essere pronto a stringere i denti per il resto del giorno con voi, a essere motivato e padrone di me stesso. Ogni giorno dovrebbe cominciare iniettando qualcosa di positivo in se stessi, investendo in sé, così da essere pronti a concedersi al mondo. Mi sarei odiato se mi fossi alzato in hangover oggi dopo aver fatto tardi stanotte, perché sai, è Milano, la vita notturna, le belle donne e tutto il resto. Poi però avrei dormito quattro ore e adesso starei di merda. Ogni tanto mi devasto, ho bisogno anche di quello, solo per poter comprendere quanto odio essere in hangover di nuovo. Ma non sopporterei di sprecare la mia vita non concludendo un cazzo e sentendomi da schifo.

E delle droghe che mi dici allora? Sono sempre state associate alla musica, specialmente quella rock ed estrema.

Ti dico le stesse cose che ti dico del caffè, del vino e della birra. Hai un cervello, usalo. Ti piace quella roba lì? Sappiti regolare. Non è che solo per il fatto di avere accesso a tutte le droghe del mondo automaticamente devi buttarti via. Ci sono teorie differenti a riguardo, comunque, sul fatto che le droghe alterino e amplifichino la tua percezione, ma la cosa fondamentale è non perdertici. Dicono che 26 caffè possano ucciderti, e io amo il caffè. Mettiamola così: le droghe sono state inventate dagli uomini, per gli uomini, se sei una persona adulta, sii saggio. Ci uccidiamo ogni giorno comunque, con qualsiasi cosa, nemmeno l’aria che respiriamo è più pulita oggi. Scegli la tua arma, ma sii consapevole di ciò che stai facendo. Io non mangio carne, ma non mi permetterei mai di fare la morale a qualcuno perché mangia carne. Mangio pesce, un sacco di verdure, e sto bene così, ma non mi sento nella posizione di dire alle persone cosa fare. Se sei in pace con te stesso, va bene. Penso che stiamo perdendo contatto con noi stessi, e così la capacità di capire davvero cosa sia a farci stare bene.

Siamo continuamente sopraffatti da un sacco di input.

Troppi! Come fai ad ascoltare il tuo corpo e capire di che cosa ha bisogno? Se qualcuno mi chiedesse un consiglio, quello che posso dire è: trova il miglior equilibrio possibile, entra in contatto con il tuo corpo, conosci te stesso e fai ogni esperienza che ti possa far stare bene. Nient’altro. Conosci te stesso. È un concetto splendido che avevano gli antichi greci.

Γνῶθι σεαυτόν, gnothi seautón. Sai che era scritto all’ingresso del tempio di Delfi, così che tutti potessero vederlo prima di incontrare l’oracolo? Suona quasi un monito: «Non comprenderai ciò che ti verrà detto se non comprendi te stesso».

Amico, se conosci te stesso puoi fare qualsiasi cosa, è un’idea fondamentale. È stupendo, non conoscevo la storia del tempio, dovrei tatuarmi questa frase da qualche parte.