Creatività a briglia sciolta: i Bosco Sacro nelle loro parole
Il Feast For The Equinox organizzato da Burning Tower al Supermarket di Torino, in occasione dell’ingresso dell’autunno, ci ha offerto la possibilità di fare quattro chiacchiere con alcuni degli artisti che si sarebbero esibiti quella sera. I Bosco Sacro, con membri di Julinko, Tristan Da Cunha e The Star Pillow, sono stati tra le rivelazioni di questo 2023 con il loro Gem, un disco incatalogabile a cavallo tra doom, trip-hop e atmosfere sognanti. Memori anche della loro esibizione al Frantic Fest, non potevamo quindi non cogliere l’occasione per spostare coattamente zaini e valigette dal divanetto del locale per parlare un po’ con i quattro musicisti poco prima della loro esibizione. In coda al testo, potete anche vederci stretti stretti in video, con la collaborazione tecnica di Francesca.

Burning Tower 2023, Feast For The Equinox, io sono Giuseppe “Giup” e sono qui con i Bosco Sacro al completo. Cominciamo col parlare un po’ della genesi della vostra band, di come è nata questa unione di menti provenienti da progetti diversi.
Francesco: Allora, Bosco Sacro è nato in seguito a una collaborazione fra il duo composto da me e Luca, rispettivamente chitarra e batteria, che si chiama Tristan Da Cunha, un gruppo post-rock-ambient-drone, e Giulia. Il risultato è stato talmente bello a livello di resa che abbiamo deciso in maniera molto naturale di creare un gruppo ex novo, coinvolgendo anche Paolo. Abbiamo avuto modo nel tempo di scambiarci idee e brani, ci siamo mandati queste idee nel periodo che è coinciso con il lockdown e poi le abbiamo messe in pratica trovandoci dal vivo in uno studio sopra la Versilia, a Monteggiori, in una location molto bella, fra i boschi. Diciamo che quello è stato il momento in cui abbiamo capito che il progetto poteva funzionare in maniera molto naturale e veramente fattiva, non solo a distanza ma anche dal vivo. Da qui è nata la nostra collaborazione che ha portato poi alla genesi del disco, Gem.
Gem ha compiuto in questi giorni sette-otto mesi, quindi ha già un po’ di rodaggio alle spalle. È un disco che da quello che ho letto è stato registrato in poco tempo, non tanto per scelta o necessità quanto perché è una cosa che è sembrata giusta nel momento in cui l’avete fatto. Quale può essere un bilancio di Gem? Come sono andate le registrazioni e come avete traslato quello che avete provato in quei giorni nell’attività live?
Paolo: Intanto ci siamo presi un weekend per registrare nello stesso luogo dove ci siamo incontrati per fare le prime prove. Al secondo appuntamento abbiamo fatto il disco, coinvolgendo il nostro produttore, Lorenzo Stecconi, che è esattamente qua accanto a noi. Grazie a lui abbiamo immortalato un po’ quello che era il suonare insieme, è un disco molto live. Abbiamo cercato di favorire la nostra dimensione dal vivo, che è quella in cui ci troviamo assolutamente più a nostro agio. È anche un po’ questo ingrediente, questa naturalezza che è stata registrata nel disco, la stessa che ci portiamo fondamentalmente ogni sera a suonare, quando saliamo sul palco. Non facciamo né più né meno di quello che abbiamo fatto nel disco: suoniamo la nostra musica e cerchiamo di lasciarci andare, di liberarci il più possibile da tutto quello che in qualche modo può limitare, mantenendo sempre il focus sul nostro suono, sulla nostra ricerca.
Giulia: La naturalezza del live e anche il cambiamento, lasciarsi andare all’ascolto altrui, nella versione live che proponiamo il nostro album diciamo che si estende in varie ombre e luci. Ci sono delle parti che nel disco non si trovano, c’è spazio di improvvisazione, sempre mantenendo quella direzione espressiva che è la nuce di Gem. Per noi è importante concerto dopo concerto fare esperienza ed esperienze, cercare di migliorarci e di assecondare il suono.
Quindi un’esperienza live estremamente naturale, che vi ha visti suonare davanti ad alcune audience abbastanza variegate. Mi viene da pensare per esempio al Frantic Fest o anche a stasera, in cui vi esibite soltanto insieme a gruppi metal. Come è stata la risposta da parte dei metallari, dei pubblici con cui vi siete trovati a suonare in questi mesi?
P: Dovremmo chiederlo ai metallari! Mi sa che stasera c’è una buona rappresentanza…
G: Mah, come in tutte le cose non si sa mai leggere la mente delle persone. Si leggono magari delle recensioni, delle parole. Alcuni per esempio, parlando del Frantic, sono rimasti molto affascinati dal nostro suono, altri credo che non l’abbiano preso in considerazione. Questo mi diverte, il mondo è vario, per cui non si può piacere a tutti, però siamo molto contenti del buon riscontro che abbiamo avuto. Penso che sia importante portare in contesti di genere dei progetti che invece spaziano. Non abbiamo l’aspettativa di piacere a cento persone su cento, però chi è in ascolto è ben accolto e siamo felici.
Gem, a livello di recensioni, è stato un disco universalmente acclamato. L’etichetta, Avantgarde Music, ha un genere di riferimento abbastanza preciso, anche se non è nuova a queste divagazioni. Chi ha approcciato chi?
Luca: Guarda, nel momento in cui avevamo Gem pronto, abbiamo iniziato a fare una sorta di ricerca di etichette. Avantgarde devo dire che si è interfacciata con noi con la proposta migliore. A pelle, umanamente parlando, ci è sembrata la direzione giusta da intraprendere, e quindi Avantgarde è arrivata e ha pubblicato Gem. Questa è la mia sensazione personale, ma penso che la condividano anche gli altri.
F: Anche a livello di entusiasmo e professionalità dell’etichetta, che comunque è riconosciuta a livello internazionale come etichetta storica di metal anche estremo. Però come hai detto giustamente, se uno guarda tutte le diverse uscite è molto eterogenea come proposta. Ha una certa direzione ambient-wave.
L: Una cosa che abbiamo apprezzato, essendo appunto un’etichetta storica nel genere metal, è che si sia interessata a un progetto come il nostro che metal non è. Questa cosa ha portato entusiasmo anche a noi: essere la novità non metal all’interno di Avantgarde ci ha resi contenti.
F: E capire anche il fatto che comunque è una label in grado di andare oltre ai cliché, con una visione molto profonda di quella che è la musica.
È come se una vostra qualità fosse riconosciuta da un’autorità del genere.
G: Beh, due giorni dopo l’uscita del disco è arrivata una mail molto entusiasta da parte di Roberto, quindi è stata una bella soddisfazione.
Questo 2023, che avete iniziato con il disco e che avete passato suonando, lo finirete suonando perché avete già date previste fino a dicembre inoltrato. Per il 2024 avete già idee, programmi?
G: Il 2024 non esiste in questo momento, quindi non ne parliamo!
Invece il presente, nonostante si parli di un futuro tra un paio d’ore: non avete ancora suonato stasera, però come vi sembra l’approccio, il concept a tutto tondo di quest’evento? Come siete entrati in contatto con l’organizzazione?
P: Abbiamo ricevuto l’invito di suonare a questo festival all’inizio dell’estate, come anche l’invito al Frantic ci ha sorpresi perché non è una nostra prerogativa darci delle etichette in questa modalità. Ricevere un invito da parte di un evento abbastanza focalizzato è comunque una cosa che genera e crea curiosità da parte nostra. L’abbiamo accettato con molto entusiasmo, credo che ci siano dei nomi molto, molto importanti, alcuni possiamo dire storici, quindi siamo molto felici di essere qua e siamo supportati dal nostro fonico e produttore Lorenzo — sempre lì che ci guarda — ed è una certezza. Essere in un contesto del genere e poter esprimere il nostro suono al meglio è la cosa che ci sta più a cuore.
G: Sì, se posso dire una cosa, oltre a essere molto di felici di suonare con alcune band veramente brave e storiche, siamo anche felici che ci sia dell’arte visiva, delle performance. Quando le arti si intrecciano si crea il mondo. Amo e amiamo navigare in luoghi in cui c’è un incontro tra lati diversi delle cose, come anche la nostra musica è un incontro tra lati diversi. Siamo particolarmente contenti di essere qui a portare la nostra visione che si incontra con altre.
Guarda l’intervista qui: