DRH
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Dopo aver parlato di “Thin Ice”, conosciamo meglio i francesi DRH e il loro ibrido strumentale tra Progressive Metal e Jazz.
Benvenuti su Aristocrazia. Come va?
Danilo: Innanzitutto, grazie mille per l’intervista. Le cose vanno molto bene. Abbiamo da poco concluso un tour in Germania per promuovere il nuovo album. È stato fantastico, ma stancante. Stiamo preparando anche un altro paio di date. E stiamo scrivendo canzoni per un nuovo disco. Quindi, sì, le cose vanno alla grande!
Iniziamo presentando la band ai nostri lettori. Chi sono i DRH?
I DRH sono Danilo Rodriguez alla chitarra, Rémi Matrat al sassofono, Josselin Hazard alla batteria e Alexandre Phalippon al basso.
Avete scelto un nome che semplicemente descrive la vostra musica, ma suonate roba complicata che non può essere riassunta in tre parole. Capisco che «Dark Rock allucinogeno con tanto Jazz, Prog e chissà che altro» non sarebbe un bel nome, ma come descrivereste il vostro sound in modo approfondito?
Domanda interessante. In effetti, inizialmente, DRH non stava per «Dark Rock Hallucinogène». Era una battuta che univa Danilo Rodriguez H. e la Direzione delle Risorse Umane. Ma ogni volta ci chiedevano di classificare la nostra musica; promoter, locali e festival, spesso, avevano bisogno di selezionare una categoria per il nostro stile. Quindi abbiamo deciso di creare il nostro stile musicale, chiamato «Dark Rock Hallucinogène». Non è facile descrivere la nostra musica. È sperimentale, sicuramente. Cerchiamo di mettere insieme le nostre influenze: variegate improvvisazioni, groove, sound duro e profondo…
Nonostante non sia un tipico strumento Metal, il sassofono ha iniziato a farsi strada nei generi estremi tempo fa; nel vostro caso, praticamente ruba il ruolo solitamente assegnato a un cantante, una scelta interessante. Come riuscite a esprimere con uno strumento ciò che solitamente è espresso tramite parole?
Il sassofono è il protagonista perché suona i temi principali. A volte le melodie sono doppiate o armonizzate con un altro strumento, ma è lui il protagonista nel nostro gruppo. Quindi per noi non sostituisce la voce: è la voce! Usiamo melodie molto forti e molta espressività per arrivare al pubblico come se ci fosse un cantante.
I vostri brani spesso mostrano diverse sfaccettature: abbastanza tranquilli e leggermente caotici, molto dinamici e quasi sognanti, Jazz e Progressive Metal. Sembra che ci siano diverse influenze nelle vostre composizioni: quali sono gli artisti che vi ispirano?
Ci siamo incontrati tutti a una scuola di musica Jazz, quindi improvvisiamo molto. Ma abbiamo background diversi: Metal estremo, Funk, musica tradizionale, banda… Le nostre influenze potrebbero essere Christian Scott, Frank Zappa, Mr Bungle, Tigran Hamasyan, Coltrane, Nile, Meshuggah, Periphery, Haunted Shores… Tantissime…
La copertina a cura di Rémi Hurel è abbastanza… strana (non in senso negativo): cosa rappresenta e come è collegata al vostro album?
Rémi è un pittore straordinario. Quando gli abbiamo chiesto di occuparsi dell’artwork era molto eccitato. Non abbiamo mai chiesto a Rémi cosa rappresentasse l’uomo pesce. Ma per noi è una fusione, come la nostra musica, di varie cose: c’è del surrealismo, elementi decomposti, follia… Tutte cose che ci caratterizzano!
Il video di “Fooled” è basato su The World Of Stainboy di Tim Burton e Filnch Studio: come mai avete scelto questa serie per la vostra musica?
The World Of Stainboy è un universo molto cupo. Abbiamo roba strana al suo interno. Ma le illustrazioni sono molto colorate. L’universo dei DRH è uguale. C’è una melodia leggera seguita da una parte caotica e distorta. È adatto, credo… Anche il ritmo delle immagini sembra perfetto per “Fooled”.
Ho fatto del mio meglio per evitare questa domanda, ma non ce la faccio: cos’è quella traccia fantasma? Non parlo neanche francese, ma l’idea di mettere roba a cappella alla fine di un album strumentale è fantastica. Non è che la vostra musica è strumentale perché avete risparmiato tutto il vostro talento vocale per quel momento?
Meno male che hai apprezzato lo scherzo! È una lunga storia… Abbiamo fatto un tour in Russia che non è andato come previsto. I ragazzi erano stanchi e molto ansiosi. Durante tutto il viaggio continuavano a sfogarsi cantando: nella metropolitana di Mosca, in taxi, nella piazza Rossa… È stato divertente. In quel tour, finimmo per registrare un singolo in uno studio. Alla fine della sessione di registrazione, Rémi e Josse presero i microfoni della batteria e iniziarono a cantare per divertimento e Alex e io ci unimmo a loro. Il tecnico registrò tutto e ce lo mandò insieme al singolo. Pensammo che fosse fantastico e decidemmo di condividerlo col pubblico. La nostra musica è strumentale perché gran parte del nostro background è così. Ma potremmo mettere Rémi o Josselin a cantare perché sono ottimi cantanti! Piccolo spoiler: nel nostro prossimo album ci sarà almeno una canzone con molte parti cantate… Ma shhh…
Mi sembra di aver appena finito di dire belle cose di Thin Ice e state già preparando il suo successore, che a quanto pare verrà registrato a dicembre. Cosa dobbiamo aspettarci?
Verrà registrato a dicembre, ma non verrà pubblicato prima di fine 2019! Quindi non preoccuparti, avrai tempo di scrivere di altro prima di allora! Dovreste aspettarvi più parti estreme, ma anche molti momenti poetici. E la produzione farà qualche passo avanti! Aspettatevi un suono migliore. Penso che lo apprezzerete. Ci stiamo divertendo molto a comporlo, comunque.
Sembra che recentemente vi siate dati da fare dal vivo per promuovere Thin Ice. Che ne pensate di venire in Italia?
Ci piacerebbe molto! C’è molta buona musica nella scena sperimentale italiana, pensiamo che i DRH verrebbero accolti con piacere. Diffondete il verbo e magari qualcosa succederà.
Ultima domanda: dobbiamo davvero seguire il Bianconiglio?
Oh sì, dovreste! La scena musicale di oggi è molto preimpostata. Devi rientrare in una categoria. Noi non siamo così. La musica dei DRH è molte cose allo stesso tempo. A volte il pubblico è un po’ spaventato dall’esplorazione di nuove cose, ma una volta che decide di seguire il Bianconiglio non se ne pente!
Direi che abbiamo finito. Vi ringrazio del vostro tempo. Potreste lasciare un messaggio per i nostri lettori?
Grazie per aver letto la nostra intervista! Seguiteci sui nostri account social media per aggiornamenti e concerti in arrivo! Speriamo che abbiate apprezzato la nostra musica e di vedervi presto, Italia! Saluti.