Su e giù per Diamante Street: il decennio dell’odio degli Hate & Merda
Firenze, Capitale dell’odio. Anno del male 2023. Imprigionati in questa cella di isolamento parziale chiamata vita adulta, incastrati tra lavoro ed esasperazione, una notizia ci ha fatto cambiare l’umore da così a così — segue rotazione di 180° lungo l’asse X del palmo di una mano. Il 21 giugno Dio Drone e Toten Schwan, fedeli compagne di battaglia nella guerra infinita alle gioie della vita, ci offrono la scusa per tornare a incontrare gli esseri meno necessari — e per questo più indispensabili — del panorama estremo italiano: gli Hate & Merda. Signore e signori, L’Anno Dell’Odio compie dieci anni. Cento di questi giorni!

L’Anno Dell’Odio taglia un traguardo importante, quello del decimo anniversario. Se io vi dicessi cento di questi giorni, come rispondereste?
Unn27: Direi soprattutto cento di questi traguardi, cazzo.
Ci speravamo in tanti in una ristampa, ma a onor del vero credo che più o meno nessuno se l’aspettasse davvero. Perché questa decisione?
Unn2: Negli anni diverse etichette ci hanno proposto la ristampa di questo disco, ma abbiamo sempre rifiutato. Abbiamo sempre creduto nel qui e ora, ma soprattutto è un album uscito in famiglia, per così dire, e così volevamo che restasse. Nel suo piccolo, L’Anno Dell’Odio è diventato nel tempo un oggetto di culto e dieci anni di Hate & Merda meritano di essere festeggiati. Abbiamo semplicemente pensato che fosse il momento giusto per riascoltarlo.
Tornate a lavorare con Toten Schwan, ma anche con Dio Drone. Cosa c’è che vi lega così tanto a queste due etichette?
Unn27: Diciamo semplicemente che ci sono tante affinità sia musicali che di strada percorsa, oltre a quelle personali. La stima e la fiducia poi porta ad avere ancora voglia e bisogno di lavorare con chi ha un progetto o un’idea che si basa sugli stessi princìpi. Ecco cos’è che ci lega. A parte succhiare il cazzo.
L’Anno Dell’Odio 2023 ha una peculiarità: non ha avuto preordini. Una scelta in assoluta controtendenza rispetto al presente, un presente in cui se le prevendite non danno certezza salta pure la visita del Papa in Cornovaglia. Ce la spiegate?
Unn2: Niente preordini, niente hype da marketing. Queste cose ci sono sempre state sul cazzo.
Se le — pessime — intenzioni sono queste, dunque, vi chiedo: dobbiamo aspettarci un tour? Perché, sì, bello Bandcamp e il supporto online, ma alle madonne lanciate dal vivo — e ai Marò — non ci pensa più nessuno?
Unn27: Assolutamente sì. Senza un tour non possiamo far propagare l’odio e spargere il verbo del male. Dal vivo possiamo dare il peggio di noi.
Nello scrivere del vostro secondo album, il nostro Erick “Dope Fiend” citava un becero «…il male serve…». E l’odio, serve anche quello?
Unn27: Non è possibile scindere l’odio dal male e comunque serve anche quello, incanalato bene attraverso un cervello pensante: solo così l’odio porta a qualcosa.
Il resto dell’intervista sarà disponibile sul primo numero cartaceo della nostra ‘zine, in arrivo entro la fine dell’anno. Vuoi preordinarne una copia? Contattaci in privato.
Grazie agli Unnecessary più indispensabili in circolazione.