HELLSPIRIT | Aristocrazia Webzine

HELLSPIRIT

   
Gruppo: Hellspirit
Traduzione:  Fedaykin
 
Formazione:

  • Baron Dethrone – Voce e Chitarra
  • Heinrich Von Heretik – Basso e Voce
  • Eld – Batteria
  • MSA – Chitarra

Aristocrazia ospita oggi i finlandesi Hellspirit, una band che i più attenti conosceranno di certo e che si attendeva al varco con l'uscita del debutto, disco che alla fine è stato rilasciato e che ha per titolo "Dawn Under Curse".


Benvenuti sul nostro sito, come va? Come avete trascorso quest'estate?

Eld: Ciao! Il vostro sito è davvero bello. Vi ringrazio di averci cercato per un'intervista; mi dispiace moltissimo di aver tardato così tanto a rispondere. Ora come ora sono a casa a combattere con la febbre; ho passato l'ultimo weekend a Helsinki, tra buoni amici e un bel concerto a cui suonavano, oltre ad altri gruppi, i Sólstafir. L'estate è andata benissimo, abbiamo viaggiato molto come Hellspirit, esibendoci varie volte: a Tampere con i Blood Red Fog in quello che è stato il release party "ufficiale" per entrambe le band, al Selviytyjät Private MetalFest come headliner del venerdì, e la nostra ultima performance è stata al Club PRKL, a Helsinki. Inoltre, come spettatori, siamo andati tutti allo Steelfest Open Air e tre di noi anche al Magic Circle Fest che si è tenuto a Suvilahti, Helsinki. L'estate è passata decisamente troppo in fretta, ma è stato un gran bel periodo.

Solitamente iniziamo le nostre chiacchierate dando spazio alla band per presentarsi, quindi raccontateci un po' com'è nata la formazione, quale motivo vi ha spinto a scegliere il vostro nome e chi sono i membri che la compongono…

Eld: Gli Hellspirit sono stati fondati più o meno dieci anni fa da Dethrone (chitarre e voce) e Goat (ex batterista) con il proposito di suonare un black metal ispirato a nomi della vecchia scuola, da cui entrambi erano molto influenzati in quel periodo. La formazione attuale del gruppo è: Baron Dethrone (chitarre e voce), Heinrich Von Heretic (basso e seconda voce), Eld (batteria) e MSA (seconda chitarra). Questa formazione è rimasta invariata dal 2011 e ha iniziato a suonare dal vivo nel 2012.

Siete in attività praticamente da una decade, come mai si è dovuto attendere così tanto per la pubblicazione del disco?

Eld: Dethrone ha scritto davvero tanto materiale in previsione dell'album. Quello che avevamo originariamente era il doppio di quello che è finito poi sul disco vero e proprio. Dethrone scrive pezzi a ritmi davvero implacabili, e se poi un pezzo "stride" con gli altri o se c'è la sensazione che manchi qualcosa, lo si scarta semplicemente. Quando Dethrone scrive riff e composizioni il principio è elementare: "se non suona bene oggi, non suonerà bene nemmeno domani o tra un mese". Per quanto riguarda la registrazione vera e propria, è stato un vero calvario. Inizialmente tutto andava molto bene; le parti di batteria erano pronte dopo appena sei ore di lavoro, e il giorno dopo le linee di basso in quattro o cinque ore. Poi sono arrivate le difficoltà tecniche: tracce di chitarra che scomparivano e andavano ri-registrate. E dopo la registrazione ci sono state tutte le problematiche legate all'etichetta, che si sono protratte sino alla scorsa primavera. In origine l'album doveva essere pubblicato sotto No Sign Of Life, ma le vie del mondo sono misteriose e le sfortune non capitano solo a noi. Ora abbiamo un contratto con la Saturnal Records. L'etichetta lavora molto bene e noi dobbiamo davvero ringraziarla di cuore.

Com'è avvenuta la collaborazione fra voi, i Nocturnal Graves e l'etichetta di Yosuke, la Nuclear War Now! Productions? E In futuro pensate sia possibile si rinnovi tale unione?

Heinrich Von Heretic: I Nocturnal Graves hanno chiesto agli Hellspirit se fossero interessati a produrre uno split. Noi all'epoca non avevamo contatti di nessun genere.

Quando ho messo su "Dawn Under Curse" mi sono sentito nuovamente adolescente. Gli anni 2000 erano decisamente lontani dai miei pensieri, dato che le atmosfere, i riff e il suono in genere grondano passione per gli anni Ottanta e Novanta. Quali sensazioni avete provato nel comporlo? E una volta finito qual è stato il primo pensiero che vi è passato per testa ascoltandolo?

Eld: Tutta la band voleva creare qualcosa di epico e l'idea di fondo era di produrre un album che avesse delle tinte forti nel sound. Credo che ascoltando il materiale più vecchio si senta con molta chiarezza l'evoluzione del gruppo nel corso degli anni. Si intuisce anche l'età dei suoi membri e quei gruppi che li hanno influenzati. I classici degli anni '80 e '90 sono gli stessi che ascoltavamo noi quando eravamo teenager. Bisogna tenere presente che il pezzo più vecchio dell'album è stato composto ai tempi dei primi demo; il gruppo non ha mai smesso di muoversi in avanti, le persone sono cresciute e credo che uno dei punti di svolta più importanti nel corso degli anni sia stata la scoperta, da parte di Dethrone, della musica dei Primordial.

Ho sentito e letto spesso lamentele sul fatto che odiernamente le band del mondo metal in genere tendano a essere dei semplici cloni dei bei tempi che furono o delle accozzaglie di suoni moderni e influenze varie definite come "avanguardismi" o "alternative". A vostro parere cos'è che serve necessariamente per creare un buon disco?

Eld: Prima si parlava di vuoto tra le generazioni, poi sono arrivati i discorsi su "chi sta scimmiottando chi". Da un punto di vista personale (ed esclusivamente personale), non sono molto cosciente di ciò che si stia muovendo nell'underground. Non sono mai stato quello più attivo o propenso a collaborazioni al suo interno. Mi piace comprare musica e ascoltare i gruppi che mi piacciono. Non ha senso sforzarsi di essere qualcosa che non si è realmente. Anche i musicisti sono persone, hanno i loro gruppi preferiti e ascoltano dei generi musicali. Qualunque cosa ci fosse prima… mi piacciono i vecchi gruppi che ho scoperto quando ancora ero un teenager, ma nonostante questo sono alla costante ricerca di musica nuova, di nuove uscite, e uscite che possano toccarmi nel profondo a livello emotivo. Avere la possibilità di ascoltare gruppi di questo tipo è un privilegio. Oggi come oggi la generazione di Internet ha accesso immediato a qualunque genere e forma di musica. La musica è una forma di espressione, come l'arte e la letteratura, che va inquadrata nel suo momento storico. Che si produca avantgarde, musica alternativa o musica più tradizionale, ognuno segue la propria strada e ha la libertà di scrivere e ascoltare quel genere di musica che percepisce come familiare. Ho appena assistito al mio quarto o quinto concerto dei Sólstafir, la scorsa settimana a Helsinki. Ci vogliono due palle quadrate per non rinunciare a cantare in una lingua come l'Islandese e riuscire comunque a fare quel genere di strada. Di certo tra i gruppi che ho scoperto quando già non ero più un ragazzino, loro sono indubbiamente tra i miei preferiti, sin da quando li ho visti la prima volta al Jalometalli 2009. Spero che la loro carriera possa continuare con lo stesso entusiasmo.

Nel vostro lavoro melodie e orecchiabilità convivono con la parte più rude e vecchia scuola del black. Quale ritenete sia il pezzo che racchiude in toto ciò che sono oggi gli Hellspirit?

Eld: Siamo tutti d'accordo sul fatto che "Eternal Night" sia il pezzo che rappresenta maggiormente la strada che vogliamo percorrere. Dalla scorsa primavera, abbiamo suonato un paio di pezzi nuovi ai nostri concerti, "Shrine Of Decay" e "Làthspell", che mostrano con chiarezza che genere di feeling la band esprime nel materiale scritto dopo l'uscita dell'album. C'è una ricerca nelle atmosfere verso un'epicità ancora maggiore, che sfocia anche nel melancolico. Non abbandoniamo le dinamiche Heavy Metal e i riff orecchiabili, ci piacciono e, in ogni caso, è il marchio di fabbrica di Dethrone, a quanto pare.

Tematicamente qual è il percorso che state affrontando?

Eld: I contenuti dei testi sono scritti di mio pugno. I temi girano intorno a metafore e simboli che provengono dalla dimensione angosciata della mia mente. I miei demoni, le paure e le strade percorse prendono forma come parole, che percepisco come una descrizione dei riff di Dethrone. Come i testi, anche le immagini che usiamo sono di mia creazione, e sono il mio modo di raffigurare la musica del gruppo. Non sono una persona particolarmente felice o solare, e la mia storia mi ha lasciato delle cicatrici. Le disegno per ricordarle e le scrivo per raccontarle, per lasciarle uscire. La sensazione che c'è nella copertina è simile a quella che si ha quando è il momento di chiudere un lavoro. Convivono nello stesso tempo una sorta di enorme sollievo e la difficoltà nel lasciar le cose come stanno.

Trattare di argomenti legati al male, al satanismo e all'iconografia a esso collegata è stato spesso svalutato a causa d'interpretazioni artistiche basate su "fuck" continui e bestemmie gratuite, talvolta anche divertenti se accompagnate da musica dal forte retrogusto alcolico, ma il più delle volte irritanti e insulse. Si è forse esagerato nel mercificarli?

Eld: Un aspetto religioso è presente nei testi, ma questi contengono in misura molto maggiore un elemento che mi tenta molto di più, la ricerca di un'esperienza di tipo mistico. Gli Hellspirit non sono un gruppo impegnato sul fronte religioso, né lo sono i suoi membri. Ogni individuo ha la possibilità di ascoltare se stesso e di vedere più in là del mondo che racchiude nei propri confini. Ci sono altre cose di cui avere esperienza nel mondo. Nel nostro contesto, la musica ispirata al Diavolo è rappresentata da un immaginario che contiene il Diavolo. Le immagini di copertina che ho creato per l'album sono più ispirate a temi old-school, come la figura alata dietro al logo della band e l'immagine del Demonio che accompagna il pezzo "Weak Flash/Filthy Blood". In un certo senso viene lasciata una certa libertà a chi guarda queste immagini di interpretarle nel modo in cui si lasciano percepire. Disegno quello che vedo nella musica e non mi sono mai piaciute le cose in cui tutto è una pappa pre-cucinata, pronta per essere digerita. Dal momento che il gruppo non è mai stato né mai sarà avvezzo a immergersi nelle profondità più ardite di questo genere musicale, non c'è la necessità di manifestare qualcosa. C'è del materiale nell'album che pone le sue fondamenta in modo piuttosto radicato in temi tipici dell'old-school, come la guerra, il blasfemo e l'odio nelle sue varie forme. I testi dei pezzi più vecchi sono stati scritti da Dethrone ed Heinrich. Come ho detto, i miei testi si concentrano maggiormente su una dimensione interiore, intima.

Parliamo un po' di musica dal vivo. Com'è stato portare i nuovi pezzi sul palco? Avete ricevuto riscontri immediati?

Eld: Sul palco rappresentiamo la nostra musica in modo fedele. La risposta migliore che riceviamo è proprio quella di chi ci segue ai nostri concerti. Tante persone ci hanno dato un feedback positivo, che è una buona sensazione. Certo, tutti i gruppi hanno serate storte. È capitato che suonassimo male o che ci fosse pochissimo afflusso di persone a un concerto. A ogni modo, ogni performance è un'occasione per salire sul palco in maniera ancora più vivace e carica di quella precedente.

Come si svolge un vostra esibizione live?

Eld: Il concerto ideale degli Hellspirit vede quattro persone sul palco coperte di sangue suonare in modo furioso, e una folla che si gode il momento. L'ultimo concerto a Helsinki è valso un "grazie" da parte di ognuno dei presenti. Abbiamo suonato bene, abbiamo suonato male e abbiamo suonato senza nessuno davanti. Che ti piaccia o meno la sensazione di stare sul palco, è la gente che rende i concerti unici. Avere persone davanti a te dà valore alla tua esibizione. Quindi un grazie a tutti quelli che ci sono stati per noi.

Avete in programma delle date già fissate? Ci sarà un passaggio degli Hellspirit in territorio italiano?

Eld: Qualche settimana fa abbiamo suonato per la terza volta al Club PRKl di Helsinki, in compagnia dei finlandesi Aihos e dei russi Todestriebe. A ottobre saremo per la seconda volta a San Pietroburgo. Per l'ultimo concerto previsto quest'anno suoneremo in mezzo al mare; ci troveremo su una barca da qualche parte tra Helsinki e Tallinn, a una festa metal accademica. Questa sarà senza ombra di dubbio la performance più oscura nella storia del gruppo, e la attendiamo con ansia. Abbiamo anche un concerto al Turku Saatanalle III programmato per la prossima primavera. Allontanarci dai nostri confini è qualcosa che ci piace molto e ogni organizzatore è libero di contattarci se interessato.

Di che strumentazione sono in possesso gli Hellspirit? In sede live utilizzate la stessa che avete usato per registrare "Dawn Under Curse"?

Eld: La strumentazione che usiamo in studio è la stessa che ci portiamo sul palco. Le parti sintetizzate e le chitarre acustiche che compongono la intro a "Eternal Night" sono cose che non si vedono mai ai nostri concerti. Un paio di volte abbiamo usato una tape pre-registrata, ma solo perché "Eternal Night" era il pezzo di apertura. Quando abbiamo suonato al Selviytyjät Private Metal Fest sono saliti sul palco alcuni amici, visibilmente ubriachi, in maschera a gas e abiti rituali, che hanno suonato le parti epiche di tamburo di quella intro. Alcune nostre performance di quest'estate duravano anche un'ora, l'ultima è stata più corta, intorno ai trentacinque o quaranta minuti.

Dieci dischi che ritenete siano stati fondamentali per la vostra crescita artistica?

Eld: Per me:

  • Agalloch – "The Mantle": "The Mantle" è stato il primo album degli Agalloch che ho ascoltato. L'ho comprato appena uscito ed è rimasto con me sin da quel momento. Elementi acustici di folk, metal più primitivo, il feeling epico nella musica e i paesaggi dai toni scuri che i testi disegnano. Queste cose fanno sì che l'album abbia il potere di sedurmi ancora, ogni volta che lo ascolto. Credo che il gruppo abbia descritto l'album precedente più o meno così: immagina di essere perso in una foresta, l'aria gelida, la neve che cade. Se non trovi rifugio, sai che morirai. Poi scorgi i resti di una baita, entri al suo interno e ti senti al sicuro…. Beh, la  mia baita di montagna è rappresentata da "The Mantle". Personalmente, non faccio uso di alcuna sostanza come droga o alcol, se non si conta il caffè. Mi piace prendere il mondo così com'è. Ci sono dei momenti in cui c'è bisogno di trovare rifugio dal mondo. Io lo trovo leggendo Herman Hesse. O sentendomi al sicuro all'interno di questo disco.
  • Bathory – "Twilight Of The Gods": non esistono pezzi come "Under The Runes".
  • Burzum – "Hvis Lyset Tar Oss": c'è un impulso che attraversa questo album, che ha il potere di farti viaggiare lontano ogni volta che lo ascolti. Non importa che tempo ci sia né che momento storico il mondo stia vivendo; c'è qualcosa in questo album che percepisco sin da quando ero un teenager e che mi farà inevitabilmente accelerare il battito cardiaco. Non importa se si sta camminando per un bosco o dipingendo; percepire quell'emozione è parte di questo disco.
  • Coven – "Witchcraft Destroys Minds & Reaps Souls": il primo album dei Coven, fondamentalmente temi di occulto e satanismo confezionati in una versione maligna dei Jefferson Airplane. Definitivamente un classico coi controfiocchi. L'ho scoperto più di recente e l'ho percepito come un collegamento che mi mancava, una spinta a scoprire altri vecchi gruppi che seguono la stessa linea.
  • Darkthrone – "A Blaze In The Northern Sky": quello che sfornano i Darkthrone (adoro il lavoro di batteria di "Soulside Journey") è sempre e comunque dinamico, ma questo disco è stato il mio primo amore per quanto riguarda questa band. Il primo album dei DT che abbia ascoltato e l'unico che torno ad ascoltare puntualmente ancora oggi. In realtà ho dato il mio esame finale di inglese della Senior High School [equivalente grossomodo al nostro liceo, NdT] con la maglietta di quel disco addosso [ride]; sarebbe proibito in Finlandia portare magliette con qualsiasi testo sopra a un esame finale. Il vecchio sound norvegese era con noi in quel periodo con la nostra prima band, gli Hexcraft. E non devo dire altro se non "Vinterskugge". Anche gli Isengard erano un progetto magnifico.
  • Dodheimsgard – "Kronet Til Konge": altre uscite della scena Black Metal norvegese come questo "Kronet Til Konge" dei Dodheimsgard possiedono un sound e un'emotività di cui vale la pena essere gelosi. Classici senza tempo da ascoltare anno dopo anno. Negli ultimi anni c'è stata una riscoperta di questo disco, che a quanto pare sembra essere inserito negli stereo davvero molto spesso. Tra l'altro una delle ragioni del mio recente desiderio di imparare a suonare il basso.
  • Jethro Tull – "Heavy Horses": trionfo della melodia nella musica. Innumerevoli nottate primaverili ed estive passate con questo album. Percepire il primo calore della notte di primavera e l'odore del suolo che si risveglia con questo disco sul tuo walkman, fuori, nel buio. Se vi piacciono i classici prog vecchio stampo, date un'ascoltata ai finlandesi Orne. "Conjuration By Fire" è posizionato sul mio scaffale come i Jethro Tull del nuovo secolo.
  • Mayhem – "Deathcrush": Mayhem… cucivamo toppe con SMBR dei Saturnian Mist e adoravamo il mio Ghettoblaster [stereo portatile, NdT] ascoltando questo disco. Mi dispiace amico mio, probabilmente saremmo entrambi astrofisici nucleari se non ci fossimo incontrati al liceo… [ride].
  • Saint Vitus – "Born Too Late": quando manca l'aria e non c'è posto in cui nascondersi dalle mura che crollano, ci sono sempre i Saint Vitus.
  • Unholy – "From The Shadows": sound primitivo e brutale, è un disco che porta con il suo ascolto una sorta di trance. Gli Unholy sono uno di quei gruppi che ho scoperto relativamente tardi, intorno al 2005-2006. Quando mi sono appassionato a questo album, sono diventati qualcosa di molto importante per me.
  • Warning – "Watching From A Distance": nessun album esistente ha la stessa capacità di schiacciare l'anima.

Baron Dethrone: Bathory – "Bathory"; Death SS – "Heavy Demons"; Deströyer 666 – "Unchain The Wolves"; King Diamond – "The Eye"; Primordial – "The Gathering Wilderness"; Sabbat – "Envenom", Samael – "Blood Ritual".

Heinrich Von Heretik: I miei album direi che sono: Absurd – "30 Jahrige Krieg"; Agalloch – "The Mantle"; Bathory – "Hammerheart"; Bathory – "Blood Fire Death"; Bathory – "Under The Sign Of The Black Mark"; Abyssic Hate – "Suicidal Emotions"; Abyssic Hate – "Decade Of Hate"; Isengard – "Vinterskugge"; Darkthrone – "A Blaze In The Northern Sky"; Ulver – "Bergtatt".

I cinque migliori album prodotti da formazioni finlandesi?

Eld: La mia top five finlandese:

  • Babylon Whores – "King Fear": "Say You Love Satan". Un contenuto tematico che lascia a bocca aperta, accompagnato da un death rock pesante e orecchiabile. Una delle più grandi uscite della Svart Records è stato il cofanetto di vinili di questo gruppo.
  •  Beherit – "Drawing Down The Moon": lo dico una volta e lo dirò ancora: per sempre il più grande disco metal della storia Finlandese.
  • Mana Mana – "Murheen Laakso": non servono parole… se lo ascolti, capisci.
  • Pekka Streng – "Kesämaa": paesaggi dipinti da un'anima buona, che si è spenta troppo presto per un cancro, a ventisei anni. Pioniere del Folk Finlandese e del rock psichedelico, un classico estivo senza tempo, nonché un disco che adoro ascoltare durante i miei viaggi.
  • Reverend Bizarre – "So Long Suckers": "Anywhere Out Of This World". Capolavoro dai pionieri del Doom finlandese. Mondi musicali epici e un'adorazione perenne ai Black Sabbath nel lavoro di batteria di "Caesar Forever". Il mio primo amore dei Reverend Bizarre fu il loro EP "Harbinger Of Metal", che contiene la fantastica cover di "Dunkelheit" di Burzum e la mia canzone preferita in assoluto "Strange Horizon".

Dethrone: Top List Finlandese: Amorphis – "The Karelian Isthmus"; Beherit – "Drawing Down The Moon"; Impaled Nazarene -"Suomi Finland Perkele"; Sarcofagus – "Envoy Of Death"; Tarot – "The Spell Of Iron"; Urn – "Dawn Of The Devastation".

Si parla a ondate del fenomeno "pay to play" e la discussione infiamma la scena, poi cade nel dimenticatoio per risorgere improvvisamente. Vi è mai capitato di ricevere richieste di denaro per suonare o per accedere a una posizione privilegiata all'interno di un festival?

Eld: Non so quante band avrebbero il coraggio di dichiarare pubblicamente che una cosa del genere sia accaduta. Gli Hellspirit hanno suonato più raramente in passato e non ci è mai stato chiesto di pagare. I concerti a cui abbiamo partecipato non hanno mai avuto come priorità quella di produrre denaro. Stessa cosa in Russia (la nostra prima volta fuori dai confini nazionali). Gli organizzatori ci trovarono un posto dove dormire, cibo e alcol per riposarci. Finora siamo stati invitati all'estero solo un paio di volte, sempre a San Pietroburgo, un posto magnifico e bello da visitare.

Quali ritenete siano i pregi e i difetti del panorama musicale odierno?

Eld: Parli della sua totalità o del Black Metal? Riguardo a quest'ultimo, sono incerto, ci sono altre persone che ne sanno più di me. Il mondo dell'Underground vive a modo suo. Ormai sono abituato a essere l'ultimo a sapere le cose, perché non mi tengo abbastanza al corrente, o magari sono capace di perdermi due grandi uscite perché un'altra uscita mi è piaciuta talmente tanto che mi ci sono tuffato, rendendo necessari venti ascolti a settimana. Dieci anni fa avrei potuto definire "merda" della musica senza neanche ascoltarla… sono felice che ormai non sia più così. Negli anni '90 capitava che gruppi che poi sarebbero diventati cult fossero cacciati in fretta e furia da un palco per far iniziare il concerto di un gruppo "più figo" un pochino prima… Oggi come oggi c'è gente che venderebbe un rene per poter vedere questi "gruppi di apertura un po' sfigati" suonare, che oggi non esistono più. Nella sua totalità, la musica vive ed è attiva. Questo autunno si preannuncia interessante, con buone uscite in ogni genere. Uscirà la ristampa di "Streams From Heavens" dei Thergothon e "Moonmadness" dei Camel su vinile, e nuovi dischi come "Otta" dei Sólstafir. Anche i Growlers (nuovi amici) pubblicheranno qualcosa presto. Qualcosa che considero più underground: "Mausoleum Gate" dei Mausoleum Gate vedrà la luce del sole grazie ai defender locali dell'Heavy Metal tradizionale. Quando, in questo mondo, scopri qualcosa che non ti fa sentire male… immagino che sia una perdita di tempo stare a pensare se sia accettabile o meno ascoltarlo. La musica è un ponte tra mondi diversi e questo è un elemento che troppo spesso viene dimenticato. È musica, non è qualcosa che serve a costruire un ego più grande di quello degli altri, non è qualcosa che serve a sovrastare gli altri. È una via per esprimersi ed è un privilegio trovare qualcosa che sia più grande della vita stessa, che possa offrire un rifugio dal mondo dei nostri tempi.

Chi sono e cosa fanno gli Hellspirit al di fuori dalla band? Altre passioni? Vita quotidiana?

Eld: Sono persone che lavorano, studiano e vivono la loro vita. Ci troviamo insieme nella nostra sala prove per comporre, ci piace suonare… Non conta poi molto tutto il resto.

Invitiamo i nostri lettori ad ascoltare "Dawn Under Curse" e li salutiamo?

Eld: Visto che "Dawn Under Curse" è disponibile anche su Spotify, è molto più semplice adesso dargli un'ascoltata. Se siete interessati, vi invito a provarlo, digerirlo in pace e prendervi il vostro tempo. Magari ci vedremo a qualche concerto in futuro, possibilmente all'estero; San Pietroburgo e spettatori dell'Heavy Cruise, ci vedremo presto! Gli Hellspirit suoneranno anche al Turku Saatanalle III la prossima primavera, insieme agli Hoath, Perdition Winds ecc… Leggete i nostri aggiornamenti perché presto annunceremo nuove date. Grazie mille ad Aristocrazia e a tutti i lettori!