HUMM
Gruppo: | Humm |
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Qualche settimana fa abbiamo parlato di "Sanctuary", secondo lavoro degli Humm. Oggi avremo l'opportunità di approfondire la conoscenza del loro creatore, Fabio Gatto.
Benvenuto su Aristocrazia Webzine. Direi di iniziare presentando la band ai nostri lettori, a te la parola.
Fabio: Gli Humm nascono agli inizi del 2014 come progetto solista, parallelamente a quelle che allora erano le altre band nelle quali ero impegnato. L'intenzione era quella di avere un side-project che mi permettesse libertà totale per quanto riguardasse la composizione e che contemporaneamente mi permettesse di confrontarmi con il mondo dell'home recording. Negli anni i miei lavori sono stati pubblicati da diverse etichette (dapprima la russa HAARBN Production e ora la polacca Via Nocturna) e apprezzati e recensiti da diversi blog e webzine, tra i tanti ricordo con orgoglio la recensione su No Clean Singing dell'album "Sanctuary" del 2016, un trampolino di lancio non indifferente che ha mandato in crash i download dell'album sulla nostra pagina Bandcamp e alla quale è seguita la firma per Via Nocturna.
"Sanctuary", il vostro secondo album, è un buon lavoro Post-Black Metal; tuttavia è facile notare elementi esterni a questo genere. Quali sono le band che influenzano le vostre composizioni?
Indubbiamente ognuno di noi ha le proprie influenze musicali, ma nel momento in cui mi trovo a ragionare su quali siano le band che hanno ispirato un determinato lavoro e quindi un preciso momento della mia vita mi trovo sempre in difficoltà, un po' perché i miei ascolti sono variegati e spesso esulano dal mondo metal, un po' perché la menzione di altre band instilla (sempre secondo me) nell'ascoltatore una sorta di paragone involontario, un preconcetto, quando invece l'ascolto libero da qualsiasi condizionamento mi risulta più affine, e vorrei che la musica degli Humm fosse vissuta così. La mia musica è stata paragonata a molte band, dai Nacthmystium ai Mastodon, passando per gli Agalloch e gli Enslaved. Sono tutte band che ammiro e che ascolto, ma sarebbe meglio uscire secondo me da questo bisogno ossessivo dell'avere un riferimento, un'etichetta di genere. Bastano le nostre orecchie!
Il lavoro grafico che accompagna il disco lascia intendere un certo interesse anche verso altre forme d'arte. Sono due aspetti che vanno di pari passo negli Humm o è una delle due a guidare l'altra?
L'arte in tutte le sue forme mi ha sempre affascinato, sono un amante della pittura e in special modo del periodo conosciuto come quello delle «avanguardie storiche» di inizio '900. Fauves, Die Brücke, Dr Blaue Reiter, e larga parte dei pittori, incisori, scultori appartenenti a quei movimenti e a quel periodo. Un primo livello di compenetrazione fra la mia musica e la pittura la si può notare dalla scelta dei temi trattati nei miei testi o per quanto riguarda la scelta dei titoli. Ricordo ad esempio che poco prima della pubblicazione di "No Empathy Before Doomsday" (CD 2014) una delle tracce strumentali era ancora senza un titolo: trovai l'ispirazione visitando il museo di Munch a Oslo, uno dei suoi bozzetti sembrava essere stato creato apposta per descrivere i sentimenti che io avevo provato scrivendo e registrando quel brano ancora senza un nome. Il titolo del bozzetto era "Døden Og Livet" («vita e morte»). Decisi di mantenere il titolo in lingua originale proprio in tributo al pittore. Per quanto riguarda il lavoro grafico fatto su "Sanctuary", mi sono avvalso per la copertina dell'aiuto di mio fratello Dario: gli ho commissionato il lavoro dopo avergli fatto ascoltare i brani dell'album e lui ha realizzato questo fantastico dipinto a olio raffigurante un uccello rapace, ispirandosi alla traccia di chiusura intitolata "Bird Of Prey". L'artwork che è stato dato alle stampe è una piccola porzione di una tela molto più grande. Lascio a voi i giudizi, io lo reputo un dipinto meraviglioso. La grafica e la progettazione del booklet le ho invece curate personalmente.
A livello tematico avete qualche particolare fonte di ispirazione?
Le tematiche sono molteplici e cerco di non essere mai scontato. Su "No Empathy Before Doomsday" ho parlato di empatia, di dèi antichi e alieni, del rapporto con mio fratello, e anche su "Sanctuary" nonostante la tematica di fondo fosse quella del viaggio nella foresta come esperienza di cambiamento e trasformazione si possono individuare le tematiche più variegate: ho parlato di dendrofilia e perfino di un capitolo della saga videoludica di "Final Fantasy", ma più in generale di trasformazione, sublimazione, astrazione, avvalendomi di una narrazione sciamanico-eremitica. Quando scrivo mi faccio guidare dalle mie passioni e dai miei interessi del momento, quindi direi che non esistono tematiche di fondo che legano un album all'altro o che caratterizzano la band. Non amo le regole, nemmeno autoimposte. Negli Humm voglio essere libero di parlare di quello che voglio, nelle modalità che preferisco.
In origine il gruppo nacque come progetto solista, ma recentemente la formazione si è decisamente ampliata. A cosa è dovuto questo cambiamento?
Certamente dalla voglia di proporre i brani della band dal vivo. I tempi erano maturi, era un passo che non avevo intenzione di fare, ma che è venuto naturale nel momento in cui la band ha ricevuto l'attenzione della stampa internazionale, precedentemente alla firma con Via Nocturna. Anche la scelta dei musicisti che sono entrati in formazione è stata naturale, l'esempio più lampante è l'ingresso di mio fratello alla chitarra. Gli altri musicisti sono amici di vecchia data, da tempo aspettavamo la scusa adatta per suonare assieme e sono molto felice del lavoro che stiamo portando avanti assieme. Onestamente, i brani degli Humm non hanno mai suonato così bene!
Parliamo delle tue esperienze in ambito musicale: in passato sei stato coinvolto nei Furor Gallico, una realtà abbastanza diversa da quelle attuale. Cosa ti ha spinto a modificare il tuo percorso in modo così drastico, lasciando una band ormai discretamente conosciuta per avviare un progetto tutto tuo?
Come succede per molte band, è stata semplicemente una differente visione del progetto a causare il mio allontanamento. La band aveva preso una direzione direi manageriale che io non ero più disposto a condividere; era una situazione che durava già da troppo tempo e che non mi rendeva felice. Nonostante fossi molto attaccato al progetto e affezionato ai ragazzi della band, ho deciso di lasciare i Furor Gallico per dedicarmi a tempo pieno agli Ein Sof, band che avevo fondato qualche anno prima con mio fratello. Pochi mesi dopo io e lui siamo partiti per la California, destinazione San Francisco. Per tre mesi abbiamo portato la nostra musica in giro, suonando in acustico e in elettrico quanto più possibile, sfruttando le numerosissime serate open mic offerte dai locali della Baia, mentre durante la giornata facevamo busking nelle strade. È stata un'esperienza meravigliosa, che ci ha portati a decidere una volta tornati in Italia di ampliare la formazione con un batterista e trasformare gli Ein Sof nel nostro progetto principale.
Negli Ein Sof invece sei accompagnato da tuo fratello Dario, tuttavia la proposta differisce da quella degli Humm. Raccontaci qualcosa di questo progetto.
Anche gli Ein Sof sono nati agli inizi del 2014, dapprima come progetto a distanza, nel senso che Dario in quel periodo viveva a Londra mentre io vivevo in Italia. Lui è sempre stato prolifico nello scrivere canzoni, aveva una valanga di riff fantastici e quindi abbiamo deciso di iniziare a scambiarci idee a distanza: lui mi passava le registrazioni dei suoi brani e io le riarrangiavo, aggiungendo una bozza di drum machine che desse l'idea del groove e del ritmo che mi immaginavo. Durante un week end di ferie è tornato in Italia e in tre giorni abbiamo registrato "Trimurt", il nostro primo EP. A quello sono seguiti "Clouds Hunger", un secondo EP di tre brani registrato dopo il suo ritorno in Italia, e "We Had No Drums So We Chose An Heartbeat", una selezione di brani live registrati durante una serata all'Hotel Utah Saloon di San Francisco, meta storica di ritrovo di busker e artisti californiani. Totalmente su un altro pianeta rispetto agli Humm, vi invito all'ascolto dei nostri EP (pubblicati nella loro interezza su Bandcamp e YouTube) per farvi un'idea vostra della musica che proponiamo. Attualmente stiamo registrando un nuovo EP, slegandoci per la prima volta dall'ambito digitale e buttandoci completamente sull'analogico per ottenere un suono il più coinvolgente possibile, complice l'ingresso di William alla batteria, strumento che prima veniva programmato da me e che ricopriva un ruolo puramente di accompagnamento in un'ottica più sperimentale ed elettronica. Siamo ansiosi di pubblicare i nuovi brani, è passato più di un anno dalla nostra ultima pubblicazione e vogliamo fissare il nostro momento, vogliamo farci ascoltare, vogliamo far sentire le nostre idee e produrre un EP che ci rispecchi al 100%. Stiamo facendo le cose in grande.
Con due album pubblicati nel giro di due anni, viene naturale chiederlo: state già lavorando al vostro terzo lavoro?
Per il momento ci stiamo concentrando sulle prove e sulla riproposizione dei brani dal vivo. Vogliamo dare la giusta prospettiva al nostro live show e stiamo quindi lavorando nell'ottica di dare continuità a dei brani che essendo stati scritti a briglia sciolta da una persona sola spesso non tenevano in considerazione l'idea di essere riproposti in ambito live. Tutto ciò è stimolante ed esaltante, stiamo facendo veramente un ottimo lavoro: l'apporto dei musicisti che ho scelto è stato fondamentale e ha tenuto preventivamente conto di questa fase. Posso dire di essere contento di come i brani rendono in questo contesto. Al contempo ammetto di avere del materiale già pronto in parte, registrato durante le sessioni di "Sanctuary" e in parte registrato durante la fine del 2015 che mi piacerebbe pubblicare nella forma di un singolo (come feci per "Metzengerstein:1Q84") o di un EP, se decidessi di rilasciare più brani.
Ora che la formazione è completa, avete intenzione di farvi conoscere in ambito live? Se sì, quanta importanza darete a questo aspetto?
Urge una premessa: tutti i componenti della band hanno già altri progetti musicali avviati, e tutti hanno un lavoro. Non viviamo neppure nella stessa città. Gli Humm come live band sono nati sull'onda del piccolo successo avuto con "Sanctuary" e per il momento l'obiettivo della band è quello di suonare in pochi show selezionati, in modo da soddisfare per prima cosa la nostra voglia di concretizzare questo progetto. L'importanza che daremo agli Humm live sarà quindi direttamente proporzionale al divertimento che ne trarremo e al riscontro che avremo una volta iniziata l'attività live.
Siamo giunti al termine; ti ringrazio per la disponibilità e ti auguro buona fortuna per le tue attività musicali. A te l'ultima parola per lasciare un messaggio ai nostri lettori.
Ringrazio te e la redazione per lo spazio concessomi e per le domande stimolanti che mi avete posto. Invito chi fosse interessato a seguire i miei progetti sulle rispettive pagine ufficiali: Humm (Bandcamp, Facebook), Ein Sof (Bandcamp, Facebook).