IMAGO MORTIS | Aristocrazia Webzine

IMAGO MORTIS

Gruppo: Imago Mortis
Formazione:

  • Abibial – Voce e Basso
  • Scighéra – Chitarra
  • Faust – Chitarra
  • Axor – Batteria

L’ultimo album degli Imago Mortis intitolato Carnicon ha rischiarato (per modo di dire visto che si parla di black metal!) questa fine di 2014, grazie a sonorità genuine, coinvolgenti e a un grande lavoro a tutto tondo. Ecco perché il gruppo bergamasco si è meritato un approfondimento da parte del sottoscritto, che ha rivolto alcune domande al leader storico Abibial.


Ciao Abibial e benvenuto su queste frequenze. Voglio concentrarmi in prima battuta sul nuovo disco. Ammetto di avervi colpevolmente perso di vista nella fase centrale della vostra carriera: vi avevo lasciati come una “giovane promessa” da mantenere ai tempi di Una Foresta Dimenticata e ora vi ritrovo pienamente maturi. Quindi vi chiedo: cosa ha rappresentato per voi Carnicon nel vostro percorso di crescita? E come si inserisce nei vent’anni di vita degli Imago Mortis?

Abibial: Saluti a voi e ai lettori di Aristocrazia Webzine. Carnicon rappresenta una tappa importante nel nostro cammino iniziatico, in esso trovano espressione le nostre energie spirituali e capacità espressive. Nell’album viene rappresentato uno scenario nel quale esoterismo ed exoterismo si manifestano in arte musicale. Il nostro percorso si è sviluppato al chiarore di molte lune, questo ultimo offertorio è il risultato di questa essenza.

L’intero album possiede un forte sapore narrativo, abbiamo cinque storie che ruotano intorno al tema della Morte di cui voi siete gli oscuri cantori. Avevate in mente sin dall’inizio di calcare la mano su questo aspetto oppure si è rivelato strada facendo?

Sin dal nostro principio abbiamo sempre udito il richiamo della Nera Signora. Personalmente ho un rapporto profondo con Lei. Proveniamo da paesi di campagna dove il tempo è scandito dalla ciclicità delle stagioni naturali e dal mistero della vita e della morte. Vi sono luoghi e icone che segnalano la Sua inesorabile semina, luoghi solitari dedicati alle pestilenze. La morte è ovunque, la respiri e comprendi che la Signora ti osserva sempre e che prima o poi ti inviterà alla fatal danza.

Come ho scritto nella mia recensione, il lavoro di ricerca storica e di stesura dei testi è stato davvero certosino e denota un grande amore per i temi trattati. Chi di voi se n’è occupato? Come avete selezionato le storie da raccontare? Si tratta di argomenti che interessano la totalità della band o principalmente alcuni di voi?

La parte concettuale e lirica è da sempre mia materia. Sono un amante delle tradizioni del mio territorio e personalmente adoro studiare e addentrarmi in storie cupe e misteriche. Le storie che ho scelto di narrare sono quelle che maggiormente mi attraevano e mi donavano maggiori appagamenti spirituali: la strega che si confronta con il suo inquisitore e la sua inevitabile condanna, il giovane rampollo “scapigliato” della borghesia ottocentesca che si avvicina a indicibili pratiche occulte, l’incredulo popolano che ignora le cupe storie di spettri durante la notte dei Santi, il suicida che intona il suo poema finale prima di abbandonarsi al grande passaggio e lo spretato che diventa potente negromante e che tra le sbarre fa proselitismo tra i diseredati. Naturalmente questo tipo di tematiche interessano anche al resto della congregazione che assimila interiormente le mie esperienze e trattazioni.

E sono nati prima i testi o prima la musica?

Non seguiamo un particolare dettame a riguardo. Di solito entro in contatto, dopo un periodo di concentrazione e studio, con quelle energie che mi inducono a stendere le liriche sulle quali successivamente elaboriamo la parte sonora. La fase compositiva diviene quasi un processo alchemico nel quale fondiamo i testi sulla nostra espressività musicale.

A mio parere Carnicon è la dimostrazione di come si possa suonare ancora nel 2014 dell’ottimo black metal ispirato e d’impatto, senza doversi rinchiudere in confini opprimenti fatti di brani tutti identici né snaturando il genere con elementi incongruenti. Qual è il vostro segreto? Che cosa rappresenta per voi il black metal?

È sempre difficile descrivere il proprio operato, credo più semplicemente che ciò che anima il nostro cammino sia la più totale insensibilità verso le devianze e degenerazioni che il black metal ha intrapreso da molti anni. Per noi il black metal non è un semplice e banale genere musicale, ma è una forma espressiva filosofico-spirituale avanzata che affonda le proprie radici in tematiche nere e occulte.

Personalmente ho trovato azzeccatissima la produzione (e ultimamente mi capita molto spesso), perché in grado di offrire impatto e genuinità, lasciando al contempo spazio e profondità a ogni strumento. Voi ne siete totalmente soddisfatti? Si è tratto di un lavoro lungo e complesso?

Anche noi siamo molto soddisfatti del risultato finale e dei suoni che abbiamo estratto, credo che siano un compromesso equilibrato tra le vecchie sonorità anni ’90 e gli strumenti odierni di registrazione. Abbiamo registrato il tutto a tracce separate in pochi giorni, dopodiché ci siamo dedicati al mix e ai suoni. Avevamo già bene in mente l’obbiettivo che volevamo raggiungere, quindi il tutto si è svolto in ragionevoli e rapide tempistiche.

Riassumere un ventennio di attività senza cadere in lunghi elenchi di “azioni” noiosi per il lettore non è per niente facile, per questa ragione vorrei che identificaste tre momenti focali per la carriera degli Imago Mortis, tre veri e propri spartiacque che vi hanno segnato nel bene e/o nel male.

Sicuramente uno dei momenti che personalmente mi lasciò più smarrito fu la progressiva dipartita dei membri originari della prima line up, membri a cui ero particolarmente legato già da prima dell’esistenza degli Imago Mortis. Da lì dovevo decidere se concludere quel cammino o proseguire testardamente cercando nuovi adepti, e così fu e credo di aver agito saggiamente. Altro momento emblematico fu l’approdare al contratto con la Drakkar Productions nel 2005, passo che ci ha permesso di realizzare diversi album e affinare le nostre capacità espressive. Altro punto focale è senza dubbio l’aver trovato stabilità nella line-up negli ultimi anni grazie a Scighèra, Faust e Axor, e respirare con loro quell’atmosfera che animò sin dagli inizi la nostra congregazione, un rapporto che non si limita solo alla semplice attività musicale, ma che prosegue anche nella vita quotidiana.

Allargando lo sguardo verso l’intero panorama musicale delle band che stimate in generale, quali gruppi magari poco conosciuti consiglieresti di ascoltare ai nostri lettori, sempre avidi di nuove scoperte?

Volutamente ci sentiamo di segnalare band della nostra scena che secondo il nostro modesto parere meritano un ascolto come i Movimento D’Avanguardia Ermetico, Mefitic, Blaze Of Sorrow, Ars Goetia, Evil Spell, Unctoris, Nebrus, Kult, Disharmonic, The True Endless, Soulphureous, InfamousHeretical, Tumulus Anmatus, Malvento, Bahal, Kaiserreich, End, Necroshine, Epkyrosis, Fosch, Umbra Noctis. L’elenco sarebbe lungo, non ce ne vogliano le band che abbiamo omesso.

La scena musicale estrema, così come la società in generale, è cambiata fortemente negli ultimi decenni, per svariati motivi. Che cosa apprezzate di più dell’epoca attuale e che cosa invece rimpiangete del mondo musicale del passato?

Sicuramente oggi si sono consolidate strutture, situazioni e strumenti che permettono alla scena estrema di potersi esprimere al meglio. Sono migliorati i locali e i veicoli comunicativi. Tra gli aspetti negativi annotiamo sicuramente l’abuso della virtualità nei rapporti dove spesso regna la tanta appariscenza e la poca sostanza. Una nota totalmente negativa la riserviamo al fenomeno del pay-to-play, dove band anche nell’underground estremo accettano di pagare somme in denaro per suonare con nomi esteri affermati, oppure barano con se stessi comprando “like” su Facebook.

Rinnovandovi i complimenti per l’ottimo lavoro svolto in Carnicon e ringraziandovi per avermi dato la possibilità di ascoltarlo nella sua versione “fisica” (e non attraverso gli “insipidi” mp3), ti lascio chiudere questa intervista come meglio preferisci…

Vi ringraziamo per lo spazio concessoci e il supporto. Cogliamo l’occasione per lasciare ai lettori i nostri contatti e ricordare loro che se desiderano acquistare Carnicon o altri nostri lavori basta che ci contattino attraverso il sito web oppure attraverso il nostro profilo Facebook. E ricordate che da quella falce nessun sfugge…