Leviatano Lunare: meme e black metal | Aristocrazia Webzine

Di black metal e meme: un’aristocratica intervista a Leviatano Lunare

Abbiamo riso, abbiamo pianto, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Dopo un numero spropositato di mi piace ai post sul suo profilo Instagram e dopo qualche timido scambio di messaggi in chat, siamo riusciti a mantenere la promessa fattaci mesi fa. Partendo dal presupposto che se non sai dei meme di Leviatano Lunare allora hai una vita un po’ più triste della mia — e ce ne vuole, davvero — e forse vivi il mondo della musica estrema come facevi vent’anni anni fa, questa intervista potrebbe offrirti una chiave di lettura per quello che succede sul uèbb di questi tempi in ambito metal. L’obiettivo infatti non è soltanto indagare le profondità dello squilibrio mentale di chi ha creato meme così basati e a tratti redpillati, ma anche e soprattutto capire come la comunità di ascoltatrici e ascoltatori, all’epoca dei social, si tenga unita e si allarghi anche grazie ai meme.

In realtà Leviatano Lunare è Liberato.

Noi ti conosciamo, ma esiste la possibilità che chi legge l’intervista non sia una persona altrettanto studiata. Come presenteresti Leviatano Lunare all’ignaro avventore?

Innanzitutto un saluto al bellissimo — fisicamente parlando — staff di Aristocrazia e grazie per lo spazio concessomi. Cos’è Leviatano Lunare? Non so definirlo nemmeno io. Mettiamola così, per darci un tono: un maelstrom di roba nonsense dove butto dentro tutte le cazzate che mi vengono in mente, specificatamente riguardanti il metal e affini.

Io ci provo: ma Leviatano Lunare è un lui, una lei, un cadavere putrescente illustrato da Girardi, l’abisso nel cucù di Curator dei Portal… Chi c’è dall’altro lato dello schermo?

Allora praticamentw…

Come e quando ti è venuto in mente di metterti a fare meme? E, soprattutto, qual è stato il momento in cui hai deciso di farne a sfondo metal? Insomma, quand’è che Morpheus ti ha messo davanti alla scelta fra pillola blu (domani ti svegli e continui la tua vita da ricercatore all’Università di Cicciano) e pillola rossa (nascondi la tua identità, fai meme black metal e scopri quant’è profonda la conoscenza di Battiato dei Thecodontion)?

Ecco, il primo meme risale all’agosto 2019. L’idea era quella di fare meme abbastanza da zoomer sulla scena metal, perché mi sembrava che, in Italia, quel tipo di approccio memetico a quel genere musicale non esistesse affatto. In realtà i primi meme — moltissimi eliminati per sempre — riguardavano la scena metal della mia città e zone limitrofe, più che altro perché era la dimensione musicale che avevo conosciuto meglio e volevo creare una specie di inner circle. Poi l’idea è stata accantonata quasi subito; per quanto continuassi a trattare principalmente della scena metal italiana, ho in qualche modo preso una strada diversa, occupandomi un po’ in generale della musica del Diavolo. Potete infatti vedere una netta differenza di concept tra i meme del 2019 e quelli a partire dalla seconda metà del 2020, anche a livello di umorismo, obiettivamente anch’esso è mutato col tempo. Credo sia fisiologico scoprire, soprattutto crescendo, nuovi modi di intendere l’umorismo e/o l’ironia. Per dire, le emoji usate dai boomer a me fanno pisciare sotto dal ridere se inserite in determinati contesti e quindi ho voluto applicarle all’oscuro regno del metal e della musica brutta, credo che per il momento la cosa funzioni.

A giudicare da quello che pubblichi, su per giù un’idea dei tuoi gusti musicali potrei essermela fatta, ma non ci scommetterei mai sopra. Quali sono le tue band preferite?

Domanda difficilissima… Ne dovrei elencare almeno duecento ma non lo farò. Ti rispondo con le prime sette (è un bel numero) che mi vengono in mente: Iron Maiden, Mercyful Fate, Agalloch, Sisters Of Mercy, Bathory, Misfits (la più grande band di sempre anche con Graves) e ti dico CCCP – Fedeli Alla Linea per citare un progetto italiano e tenermi stretta la mia fetta di follower un po’ indie, un po’ utente medio di RYM (io).

Ecco, per fomentare il disagio, tempo fa avevamo pubblicato uno speciale dedicato ai guilty pleasure musicali dei membri della redazione, quei dischi o quegli artisti sui quali torniamo di tanto in tanto e che, dai più, ci garantirebbero insulti, risate e offese. Quali sono, da questo punto di vista, gli scheletri nell’armadio di Leviatano Lunare?

Bene! Io difendo a spada tratta i miei guilty pleasure, perché amo attirare le ire dei keepers of the black flame. Parto citando i Ghost, che in realtà è azzardato parlare di guilty pleasure visto che obiettivamente sono un gruppo della madonna, ma molti metallari piangono se dici che ti piacciono quindi bene così, ho anche un tatuaggio dedicato a loro. Mentre poi non posso non citare Sabaton e Powerwolf. I primi mi divertono, non posso farci nulla, mentre i secondi li amo proprio. A parte che i primi album, soprattutto Bible Of The Beast, erano delle bombe, ma poi anche quando hanno iniziato a riciclare sempre la stessa roba comunque non ho mai smesso di ascoltarmeli. Direi che sono comfort metal.

Così, sull’unghia: consigliaci cinque ascolti. La roba più underground che ti viene in mente e che potrebbe attirare l’attenzione di chi legge. E che non si dica più che Leviatano Lunare è tutto meme e niente cultura musicale.

Vediamo vediamo… L’anno scorso ero in fissa con Night Of The Vampire, progetto statunitense — credo solista — che fonde black metal e post-punk, con all’attivo un solo EP di tre tracce ma tutte bellissime! Poi non posso non citare i miei amici e amanti Funeral Boogie e Ozone Dehumanizer: i primi fanno uno sludge potentissimo e non lo dico solo per l’amore che ci lega, mentre il secondo è un artista rap che ormai molti conosceranno, è sulla cresta dell’onda e farà davvero molta strada. Per chiudere consiglio anche Saidan, altro progetto black dagli USA — ormai in ambito black metal le cose che più si avvicinano ai miei gusti vengono da lì o dall’Islanda e dalla Francia — molto weebo, molto melodico e soprattutto molto figo. E poi citerei anche i Trespasser, che sicuramente nell’underground sono piuttosto conosciuti ma non sono arrivati a tutti, quindi se non li avete mai ascoltati fatelo, sono davvero feroci.

Tornando ai meme, ora: ne fai da anni, qual è quello che continua a farti ridere male come la prima volta che l’hai pensato?

Chi mi segue sa che ci sono dei meme ricorrenti, dove ripropongo determinate situazioni con determinati personaggi, per esempio il lunedì dungeon synth, il meme delle angurie, oppure Nortt che gira con un cappio in mano dopo aver detto/fatto qualcosa di cui si è pentito. Ecco sostanzialmente quando ripeto un format è perché quel format, personalmente, mi fa abbastanza snoffare. Tra le mie creazioni però quella che mi diverte di più come un coglione è ancora «Kvarforth degli Shining che non sa dire buona domenica delle palme e dice sempre domenica delle palle». È un meme che pubblico, appunto, ogni domenica delle palme dal 2020. È una saga che mi fa ridere e continuerà a farlo. Perché? Non lo so, zio pera.

Ce n’è mai stato qualcuno che ha avuto più successo di quello che ti saresti aspettato? Che ne so, magari arrivando fino alla stessa band presa di mira che l’ha ricondiviso, apprezzando la leggerezza del post…

Se parliamo di band che ricondivide il meme non posso non citare il caso della wave «Dai fammi una pippa» fatta partire dal mio amico Andrea e poi espansa e ormai incastonata nella lore del Leviatano. Sostanzialmente il meme giocava sul fatto che le incomprensibili lyrics di “Drudenfuß” degli Urfaust, all’orecchio di un italiano, suonassero come un invito alla sega. Provare per credere, dicono letteralmente: «dai fammi una pippa lalalalalaaa». Questo meme è arrivato agli Urfaust stessi che lo hanno ricondiviso alla cieca, come gran parte della roba che ricondividono, però la cosa buffa è che mi hanno chiesto spiegazioni in privato e una volta dategliele si sono fatti una risata. Quel meme ha messo le basi per la nuova fase di Leviatano e lo devo molto ad Andrea. Poi ringrazio molto i Voland — band de cristo, andatevela a sentire — memati diverse volte e sempre ricevuto un riscontro positivo da parte loro, idem i Thecodontion, tra parentesi tra le prime vittime della pagina. E ancora una volta torno a parlare di Ozone/Nicola/Sentiero Dei Principi (non quelli di Dragostea) che mi permetto di memare spesso ma perché siamo amici, assolutamente non perché poi me li ricondivide e faccio engagement giuro.

Invece dal fronte del pubblico, com’è la situazione a parer tuo?

Mi sembra piuttosto ok! Purtroppo ultimamente l’algoritmo di Instagram è più stronzo del solito, ma questa è una vecchia storia. Però posso dire di vantare in pagina la presenza di diversi aficionado e alcuni sono riuscito anche a incontrarli dal vivo. Questa cosa mi ha fatto molto piacere visto che ognuno è differente dall’altro, sia anagraficamente sia per estrazione musicale e via discorrendo.

Da persona secondo cui #deathmetalmigliorailqi, pagine come la tua, su Instagram, contribuiscono a fare quello che su Facebook fa, ad esempio, la Tana del Caprone Impennato, ovvero tenere viva una comunicazione tra fan, band e chi per essi come ai tempi dei forum. Questo chiaramente al netto del fatto che i tuoi contenuti vengono solamente commentati e ricondivisi. Qual è secondo te lo stato di salute della fantomatica shena metal italiana, oggi?

Prima di tutto un saluto alla Tana, che è il gruppo che mi ha formato di più in ambito musicademmerda, felice di starci dentro dai tempi della sua creazione. Allora, per tornare alla domanda, andrei per gradi: non so dirti con precisione il ruolo che giocano pagine come la mia, anche perché secondo me dipende da pagina a pagina. Leviatano Lunare, nel suo piccolo — dopotutto ha poco più di 6k follower — cerca di creare un ecosistema dove prima di tutto viene il meme, perché vuole davvero essere uno spazio nonsense. Per dire, una regola non scritta è che se chiedi il nome di una band che non conosci presente in quel meme tu non riceverai MAI da me la risposta corretta. Ma detto questo è anche una pagina seguita principalmente da gente che conosce bene l’ambiente musicale trattato e di conseguenza, per forza di cose, si creano determinate connessioni che partono dai commenti, per arrivare alle condivisioni e per giungere poi a vere e proprie discussioni, in privato o meno. Sulla shena metal italiana mi esprimo nei limiti. La vivo da vicino per quel che posso e in realtà più spesso di quanto immaginassi, però sono legato anche a quella HC o all’universo della musica underground in generale, comprendendo poi tutta la realtà DIY e affine. Per come la vedo io, è un mondo talmente vasto che rischierei di essere riduttivo. Mi sento però di dire che il fatto che queste galassie siano collegate e connesse, soprattutto nel ristretto sottobosco italiano, è solo un qualcosa di positivo. Mi auspico che queste affinità vengano coltivate il più possibile e che torni a essere principalmente un safe space per i giovani che hanno tanto da dire e che cercano di farsi strada.

Di gente che, d’altro canto, mette in piedi pagine come la tua, intanto, ne sono venute su pian pianino diverse. Penso a Pescinfaccia666, a Nerafigliadelloscurità… Sono persone vere o è tutto frutto della tua immaginazione e/o personalità multipla?

Per quanto mi piacerebbe essere Demiurgo, devo ammettere che queste pagine nascono dalla mente di amici. Sono contento che i meme abbiano in qualche modo costruito un certo tipo di — strano — rapporto fra di noi, arrivando a distorcere completamente il nostro senso dell’umorismo, ma sono anche contento del fatto che in Italia ci sia questo piccolo sottobosco di wave di meme assurdi sul mondo del metal e di tutta questa musica brutta. Poi ogni pagina ci mette del suo, nello specifico Pescinfaccia666 contamina il tutto con i dinosauri, il battiatopostaggio e ovviamente i pesci! Mentre Nerafigliadelloscurità è proprio guerrillera e questa cosa la apprezzo parecchio, soprattutto perché mi sembra parecchio fresco e originale fare questi meme dove viene calata al centro la prospettiva di una ragazza immersa nella scena metal, il più delle volte black, che sappiamo benissimo non essere sempre generosa con le donne per usare un eufemismo.

Se potessi scegliere, torneresti all’epoca dei forum — quando la comunicazione e gli scambi tra fan e musicisti restavano lì, in un thread da tremila commenti — o a quella del tape trading e delle lettere scritte a mano? Secondo me saresti on your way to kill Euronymous yourself, ma potrei sbagliarmi.

In verità non so dire con precisione. I forum li ho vissuti certo, ma marginalmente, sempre per questioni anagrafiche, mannaggia alla Gen Z. Sicuramente il senso di comunità che un certo ambiente digitale sapeva darti era quasi unico, ma tuttora riesco a trovarmi a mio agio in diversi gruppi, specialmente FB, come la già citata Tana, ma ce ne sono tanti altri dove scopro thread interessanti.

Ecco, visto che rappresenti una generazione non esattamente pervenuta alla redazione di questa webzine — che, pur non essendo composta da boomer, inizia ad avere un’età media altina — dicci un po’: come la vivono i g-g-giovani questa storia del metal?

Sicuramente è una cosa che dipende da situazione in situazione, da regione a regione. Le realtà concertistiche alternative più pulsanti sicuramente vantano una presenza decisamente più folta di giovani pronti a mettersi in gioco per la scena. Al di là di ciò però mi sento ottimista: ultimamente mi è capitato di vedere da vicino ragazzi comunque molto più giovani di me particolarmente attivi, sia come pubblico sia come artisti. Sicuramente le modalità sono cambiate, la comunicazione anche e questo crea un’interconnessione per certi versi nuovi. I meme stessi, se vogliamo, generano quel segno distintivo che salda un particolare tipo di rapporto tra le band giovani e il pubblico, per quanto ristretto possa essere. Poi entrano in gioco altri fattori: la concezione del merch a mio modo di vedere è un altro tassello importante. È visto molto più come vero e proprio brand, tanto che molte band relativamente recenti, soprattutto underground, lo hanno capito e il produrre del buon merch può andare di pari passo al produrre della buona musica. Sì può essere d’accordo o no con questo approccio, ma ha aiutato molto a dare corposità alla già citata interconnessione e ad avvicinare i giovani a vivere i concerti in prima persona.

E sul futuro, che ci dici? Secondo te che faccia avrà il sottobosco estremo da qui a quindici anni? I concerti saranno solo online, rideremo di Burzum senza sapere chi sia, andremo in giro sugli hoverboard e tutto il resto?

Di Burzum bisogna ridere a prescindere. Comunque anche qui, mi trovate impreparato e mi vergogno per l’ennesima delusione arrecata! Diciamo che auspico tanti hoverboard, quasi zero intelligenza artificiale in campo artistico e una maggiore coesione tra le varie scene alternative, magari mettendo da parte il gatekeeping e tutto ciò che è reazionario a ogni costo.

Penso di aver abusato abbastanza del tuo tempo, quindi ti lascio tornare alla tua grotta isolata al freddo e al gelo — immagino che l’entroterra di Nuoro sia così — e ti lascio carta bianca per un ultimo saluto in conclusione.

Un saluto a tutto lo staff di Aristocrazia e un enorme grazie. Poi saluto tutti i miei amichetti che mi hanno sempre supportato, le mie pagine fratelle e auguro a tutti di memare duro. Vaffancups e che macello.