PARAMNESIA
Gruppo: | Paramnesia |
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Eccoci qui con Antonin Gerard, chitarrista e (probabilmente) fondatore della formazione transalpina Paramnesia, di cui abbiamo recensito qualche settimana fa il più recente split e il debutto eponimo. Questo è quanto ci ha detto in questa breve, essenziale chiacchierata…
Prima di tutto: chi si nasconde dietro il progetto Paramnesia? È molto difficile trovare informazioni attendibili sul web, faresti chiarezza su ciò che accade dietro questo nome ancora misterioso?
Antonin: Semplicemente, non ci preoccupiamo granché di rendere disponibili le informazioni, direi. Siamo semplicemente quattro musicisti, non c'è molto altro da dire. [Questa situazione] potrebbe anche derivare dalla nostra scelta di non aprire una pagina Facebook. Fortunatamente la gente può comunque trovare facilmente un modo per mettersi in contatto con noi, per cui non siamo poi così impreparati per quanto riguarda la comunicazione. Dopo tutto, abbiamo passato anni suonando e registrando musica per noi stessi, dunque tutta questa situazione "pubblica" per noi è ancora piuttosto nuova.
Black metal nella sua forma più primordiale e rabbiosa, con più di un tocco di atmosfera: quale messaggio si cela dietro la vostra musica? Che tematiche affrontate? Natura, religione, l'umanità, l'universo, nessuna di queste?
Le emozioni sono il centro di tutto, per noi Paramnesia è un catalizzatore che usiamo per esprimere noi stessi e ciò che proviamo, che riguardi il genere umano, la natura o la religione… Sebbene i testi siano coinvolti nel processo di composizione, non canalizziamo il nostro messaggio attraverso le parole. La gran parte è a libera interpretazione dell'ascoltatore. Chiaramente, quando un sentimento primordiale come la rabbia è coinvolto, è facile accorgersene.
Cosa porta una band black metal nel 2014 a scegliere l'approccio "old school" (nessuna informazione disponibile online, nessun dettaglio riguardo la vostra musica, eccetera)? [NOTA: al tempo in cui l'intervista è stata rilasciata, su Internet non era reperibile alcuna indicazione circa la formazione del gruppo]
Tutto ciò è parte sia del tipo di persone che siamo, sia del modo in cui creiamo musica. Non sentiamo la necessità di esporre la nostra vita privata, le nostre azioni di ogni giorno. Ciò che è importante per noi è la musica, per cui è tutto ciò su cui ci concentriamo. Il che non significa necessariamente che siamo ostili alla comunicazione, il fatto che rilasciamo quest'intervista ne è la prova. Per quanto riguarda la musica, facciamo del nostro meglio per creare un'atmosfera che la gente possa riconoscere attraverso la musica e la copertina (che è opera del nostro batterista); sono convinto che ulteriori dettagli siano inutili, non aggiungendo alcunché all'esperienza.
Posto questo vostro approccio di cui sopra, come vi relazionate all'intera scena del metal estremo, tanto personalmente quanto come band, come Paramnesia? Non ho una precisa risposta in mente, per cui di' semplicemente ciò che ti passa per la mente.
Come Paramnesia ci evolviamo in una scena alternativa, piuttosto che in una strettamente metal, proprio come fanno molti gruppi che non seguono un approccio tradizionale. Personalmente, sono completamente fuori dal giro della scena metal, al momento, semplicemente non mi ci relaziono. Ho sempre apprezzato le forme più ibride di metal e tendo a pensare ai gruppi come a entità singole e particolari piuttosto che come parti di un disegno più grande. Ci sono molti generi musicali là fuori che meritano riconoscimento, perciò non sono a mio agio con i fanatici di un solo genere. A ogni modo, negli ultimi anni numerose band di metal estremo hanno prodotto materiale oltre i confini tradizionali di black, death e doom. Quelle sono le persone che vorrei incontrare lungo il percorso dei Paramnesia.
Uno sguardo d'insieme alla scena black metal attuale: cosa cambiereste, cosa terreste, cosa apprezzate e cosa disprezzate di più?
Anche le cose peggiori sono necessarie per lo sviluppo del genere, per cui non cambierei niente. Un sacco di persone disprezzavano il "Myspace bedroom black metal" [lett. "Il black metal registrato in cameretta su Myspace", N.d.R.], ma sono convinto che anche da lì siano uscite delle ottime band. Sono molto soddisfatto di come il black metal si sia evoluto in questi ultimi anni, odio la stagnazione e di quando in quando sono spuntati dei veri e propri capolavori. Ciò che disprezzo di più è la musica che poggia solo e soltanto su sentimenti nostalgici, su ciò che è stato, per qualche ragione questa cosa mi irrita incredibilmente.
Un'ultima, veniale domanda: una manciata di album senza i quali non potresti vivere, se ci sono?
Ce ne sono moltissimi, ma ti nominerò i miei preferiti in assoluto in ambito black metal, così da non uscire dal seminato:
Paysage D'Hiver – "Schattengang"
Leviathan – "The Speed Of Darkness"
Manes – "Under Ein Blodraud Maane"
Urfaust – "Geist Ist Teufel"
Weakling – "Dead As Dreams"
Penso possa bastare, grazie mille per il tuo tempo e a te l'ultima parola per i saluti.
Grazie per questa intervista. Inoltre, grazie a tutti coloro che ci hanno supportato fino a ora, lo apprezziamo molto.