PAUL SPECKMANN
Artista: | Paul Speckmann |
Traduzione: | Leonard Z |
Membro di:
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Dai War Cry ai leggendari Master, passando per l’attività coi Krabathor, con gli Speckmann Project e con svariati altri progetti, quella di Paul Speckmann è stata fin dagli anni ’80 una figura di culto nel mondo del metal estremo. Ecco com’è andata la nostra intervista al titanico bassista e cantante americano.
Ciao Paul, benvenuto su Aristocrazia Webzine. Puoi dire ai lettori cosa ti ha portato a fare musica? Puoi raccontarci la storia della band dai Deathstrike fino a ora?
Paul: Volevo infilarmi in quel settore, in un modo o in un altro. Sono cresciuto come un solitario e non avevo molti amici e quando ho scoperto la musica tutto è cambiato. Ho iniziato come cantante in una cover band, ho iniziato a suonare il basso un anno dopo. La vita è migliorata quando ho scoperto che potevo suonare il basso. Mi ci sono voluti anni per padroneggiare [gioco di parole con “Master”, il nome della sua band, N.d.T.] il basso, ma il processo di apprendimento non termina mai. Potete leggere la storia delle band in cui ho suonato sul mio sito. Scusate, amici, ma la storia richiede una vita per essere narrata e dopo la millesima volta che lo faccio vi dico: guardate sul sito.
Cosa ti ha influenzato di più nella tua formazione musicale?
Gruppi come Motorhead, GBH, Discharge e il mondo intorno a noi.
Master: perché hai scelto questo nome?
Il nome deriva dalla canzone dei Black Sabbath “Lord Of This World” e, in verità, è stato scelto per me da Rick Martinez.
Ci puoi parlare delle band in cui hai suonato: Krabathor, Martyr, Speckmann Project eccetera?
Krabathor: li ho conosciuti in tour nel 1999 in Europa e siamo velocemente divenuti amici, e quando il bassista se n’è andato ho avuto la possibilità di rimpiazzarlo. I Krabathor sono stati vicini allo scioglimento per un bel po’, e dopo che il chitarrista Christopher, il batterista Skull e io registrammo un CD chiamato Martyr, la separazione divenne imminente. Gli Speckmann Project non erano altro che un progetto. Questo album doveva essere la prima uscita per Nuclear Blast come Master, ma hanno scelto di usare la seconda registrazione invece della terza per il debutto dei Master nel 1989.
Qual è la migliore registrazione dei Master e quale album descrive meglio la loro attitudine?
Ogni album ha i suoi alti e bassi. Difficile dire quale sia il mio preferito, ogni cosa che ho registrato ha avuto il suo tempo e luogo nella mia evoluzione, come anche nel mio cuore. Alcuni hanno una produzione migliore, alcuni hanno avuto a disposizione dei budget più grandi, ma tutti sono stati importanti nel momento in cui li ho registrati. L’attitudine dei Master è sempre stata di andare diritto al punto. Voi siete i padroni [Master, N.d.T.] del vostro destino e sta a voi scegliere la giusta strada da percorrere, o di portare i seguaci sulla via giusta, dipende dalla vostra scelta.
Qual è il tuo scopo con i Master?
Lo scopo della mia band, i Master, è sempre stato quello di creare musica vera e grande.
Vieni spesso a suonare in Italia. Cosa ne pensi del nostro paese?
Abbiamo fatto un sacco di grandi concerti in Italia, apprezzo davvero il supporto dei fan e dei promoter lì da voi.
Sei nella scena metal da tre decadi. Pensi che ci sia stata un’evoluzione o un’involuzione? Cosa ci puoi raccontare della sua età dell’oro?
Non c’è più niente di nuovo nella scena. I gruppi suonano riff già fatti e nessuno crea davvero qualcosa di nuovo. Negli anni in cui crescevo la gente creava cose nuove e cercava nuove sfide. La cosiddetta “età dell’oro” era forte, perché venivano su un sacco di gruppi e ognuno di loro creava variazioni sui temi originali e sui riff, ma questa cosa è rimasta nel passato, non succede più oggi.
Si è passati dal tape trading al file sharing. Cosa ne pensi?
Il tape trading è ciò che ha portato la musica ai tanti cloni dei Master in giro per il pianeta, ma ha permesso di portare in giro la musica underground nei primi giorni, però questo file sharing non è la stessa cosa, è tutto troppo veloce. Ti serviva tempo, dovevi copiare le cassette e inviarle per posta, cosa che richiedeva tanto tempo in quel periodo, oggi ti serve qualche secondo per copiare la musica ancora e ancora e poi mandarla in giro, gli artisti come me soffrono di questa cosa.
Come era vivere da metallaro a Chicago negli anni ’80?
Le band erano in competizione, ma erano anche amiche tra di loro. C’era amicizia tra band quali Trouble, Thrust, Zoetrope, Znowhite e la mia prima vera band, i Warcry. Uscivamo insieme e ci supportavamo, andando ognuno ai concerti degli altri. Amici miei, quelli erano i bei vecchi tempi. Quali sono le differenze tra la Repubblica Ceca e gli Stati Uniti? La libertà, che altro? La libertà in America è una cosa del passato e nei prossimi anni sarà un problema universale. Il Grande Fratello sta prendendo campo. I governi mondiali stanno divenendo sempre più forti e portano via la libertà dei cittadini. Stiamo diventando Macchine Umane che lavorano per i governi, che così possono diventare sempre più forti e governare il mondo.

Ci puoi raccontare qualche ricordo di quando eri un adolescente?
Donne, droghe, tanto alcol e tante feste, ma quei giorni sono andati.
Cosa ci puoi dire di Chuck Schuldiner e di tutti gli altri artisti che hai conosciuto nella tua carriera?
Personaggi interessanti. Ci vorrebbero intere ere per descrivere le centinaia di idioti che ho incontrato nel business musicale. In autunno uscirà un libro che si intitolerà Speckmann, Sopravvivere Nell’Underground che esplora questo e altri aspetti del mio essere musicista.
I Master sono culto totale! Ti piace quello che le persone pensano dei Master o pensi che avresti meritato ancora più considerazione?
Strana domanda, non ci ho mai pensato. Sono Paul Speckmann, un uomo che crede solo nel fare musica di qualità per se stesso e se alla gente piace, ben per loro, altrimenti mi possono baciare il culo.
Cosa pensa Paul Speckmann di Paul Speckmann?
Tutto bene, non sono certo un angelo, ho dei difetti come tutte le persone. Fumo troppo, bevo troppo e viaggio troppo, ma questa è la mia vita e non la cambierei per niente. Per alcuni il metal è un hobby, per me è un modo di vivere.
Sei felice della tua vita?
Sì.
Quali sono i tuoi interessi oltre alla musica?
Pescare, cucinare, cercare funghi e leggere.
Segui il movimento underground? C’è qualche band che vorresti raccomandare ai nostri lettori?
Certo, provate i norvegesi Imbalance.
Bene, l’intervista è finita, grazie per la tua disponibilità. A te le ultime parole per i nostri lettori.
Grazie per il tempo e per lo sforzo che avete fatto per questa intervista, amici miei. Per i fan, ascoltate il nuovo CD The Human Machine che uscirà su Plastic Head il 26 Aprile 2010 nel Regno Unito.