BRUTAL TRUTH + Cadaveric Crematorium + Fuoco Fatuo (11/12/2013 @ Circolo Magnolia, Milano)
Evento: | Brutal Truth + Cadaveric Crematorium + Fuoco Fatuo |
Data: | 11/12/2013 |
Luogo: | Circolo Magnolia, Milano |
Gruppi:
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Il racconto di questa serata non può seguire un ordine preciso e coerente. La combo Cadaveric Crematorium e Brutal Truth gli uni dietro gli altri (con la più che onesta apertura da parte degli attivissimi Fuoco Fatuo) è un evento che ti lascia stordito, provato, distrutto. I Fuoco Fatuo, con il loro approccio lungo, doom e contaminato, hanno scaldato gli astanti, ma la diversità tra loro e i successivi artisti è molta e nulla di ciò che l'ottima formazione varesotta propone può preparare ai due gruppi che seguiranno.
I Cadaveric Crematorium fanno casino, sono dei compagnoni e si divertono come degli imbecilli a suonare, saltare, prendersi a spallate sul palco e fare caciara. I Brutal Truth hanno radici profonde nelle problematiche della società moderna e sono molto più affilati ed essenziali nella loro proposta live. I Cadaveric ruttano e cazzeggiano, si e ci prendono per il culo e in tutto questo legnano come animali; la loro violenza è però un'autoironia divertita e divertente, all'interno della quale trovano spazio siparietti idioti come una cover-parodia di "Don't Cry" dei Guns N'Roses (già apprezzabile su disco ai tempi di "Grindpeace") o il finto attacco di batteria e chitarra di "Where Eagles Dare" dei Maiden. Perché sul palco ci si diverte, ed è giusto così. I Brutal Truth sono di tutt'altro avviso: il mondo sta sprofondando nel suo stesso schifo e così non si può continuare. Non a caso, dopo ventun anni, il primo pezzo della loro scaletta è ancora "Birth Of Ignorance", primo assalto dell'imperituro "Extreme Conditions Demand Extreme Responses".
La cosa che però accomuna le due band è di essere dannatamente, totalmente, incontrovertibilmente folli: i Cadaveric Crematorium in modo simpatico, i Brutal Truth in modo serio. La velocità, la violenza e il coinvolgimento sono stati TOTALI. I Cadaveric hanno ben pensato di concludere la loro esibizione con una simpatica ammucchiata, saltandosi addosso durante il finale, in un'orgia di basso, chitarra e voce, supportata dall'inarrestabile incedere di Parla dietro le pelli. A seguire, io ancora non riesco a capacitarmi di come una band grindcore riesca a suonare quasi settanta minuti senza prendersi una benché minima pausa: Sharpe, da sotto quell'inseparabile cappellone di paglia da redneck, urla come se non ci fosse un domani, Lilker tra una bestemmia e l'altra (per far vedere che ha imparato un po' di italiano) non si dà pace su quel basso e Hoak… merita una menzione a parte. Già dalle prime battute di rullante, appena sedutosi sul suo sgabellino, si capiva che il batterista non è uno qualunque. Al di là delle espressioni improbabilissime e dell'aria di uno che è capitato lì per caso, la velocità assolutamente disumana cui muove quelle mani per oltre un'ora di tempo fa impressione. Terrorizzante, non si può descrivere altrimenti.
Insomma, un casino incredibile, assolutamente impossibile da trasporre in parole. All'uscita dal Magnolia, all'Idroscalo di Milano, la nebbia non lasciava più di dieci metri di visibilità. Un ulteriore sprone a impedire i contatti con il resto del mondo, a costringerti a metabolizzare una serata e un'esibizione come se ne vedono poche. Concerto dell'anno.