KYLESA – Europe 2014 (25/01/2014 @ Lofi, Milano) | Aristocrazia Webzine

KYLESA – Europe 2014 (25/01/2014 @ Lofi, Milano)

Evento: Kylesa Europe 2014
Data: 25/01/2014
Luogo: Lofi, Milano
   
Gruppi:

 


BRUTAL ASSAULT 2013 - Parte IILa serata è clemente e tiepida, il cielo terso permette di vedere quanto faccia schifo la periferia sud di Milano, mentre ci dirigiamo verso il Lofi. Decisamente meglio andare quando c'è nebbia e il degrado che lo circonda si nasconde dietro il velo di umidità. A parte questo la truppa è d'ottimo umore visto che la serata è una di quelle che s'attendevano con maggiore curiosità. Più volte abbiamo incrociato la band georgiana dei Kylesa nelle nostre peregrinazioni ai festival estivi e la voglia di vederla in uno show autonomo è tanta, dato che ogni occasione, nonostante il livello qualitativo della proposta musicale abbia avuto nella sua storia qualche calo, in sede live si è dimostrata abile esecutrice.

L'apertura è affidata agli hardcorer Jagged Vision, la cui esibizione ci lascia tutto sommato indifferenti. L'idea di tentare la commistione fra l'hardcore di scuola americana e lo stoner di cui la band si fa forza non convince fino in fondo, ma come sempre ci si riserva di dare un ascolto al disco in studio in uscita in febbraio (registrato da Phil Cope, voce e chitarra nei Kylesa, per la sua etichetta Retro Futurist Records) prima di esprimere giudizi affrettati.

Seguono in ordine di comparsa sul palco i canadesi Sierra, il cui stoner genuino e danzereccio, sebbene a larghi tratti derivativo (Acid King e i più recenti Electric Wizard su tutti), inizia a scaldare il pubblico presente (discreto a livello numerico). Come coloro che li hanno preceduti in scena, la band fa parte del roster dell'etichetta discografica Retro Futurist Records e ha da poco rilasciato il suo primo album. Sebbene la materia sia da perfezionare e personalizzare, la sostanza pare esserci e i riff tratti dal recente "Pslip" fanno scorrere veloce il tempo.


Sono da poco passate le undici e mezza quando i protagonisti di giornata, i Kylesa,  si presentano sul palco, capitanati dalla splendida e immarcescibile Laura Pleasants (nomen omen, direbbe qualcuno). L'apertura è affidata alle mazzate di "Scapegoat", brano iniziale del loro capolavoro "Static Tensions", la cui resa è tuttavia mutilata dall'improvviso calo nella resa sonora del Lofi, che fino a quel punto aveva retto più che dignitosamente le distorsioni proposte dai gruppi precedenti. Bisogna aspettare la seconda metà del pezzo affinché gli uomini al mixer riescano a trovare i giusti equilibri, pazienza. Segue "Unspoken", forse il miglior brano traibile dal mediocre "Ultraviolet", che fa da apripista al primo pezzo da novanta, "Hollow Severer", unica canzone proposta dal meraviglioso "Time Will Fuse Its Worth", che lascia le prime cicatrici sulla nostra cervice, suonata magistralmente nonostante Laura inizi evidentemente a faticare con il cantato più sporco. La splendida "Tired Climb" porta per la prima volta in scena "Spiral Shadow", mentre "Bottom Line", brano lampo tratto dal loro secondo full "To Walk A Middle Course", chiude un terzetto di grande impatto.

Spazio alla psichedelia e con essa, vuoi per i nostri gusti, vuoi per la difficoltà nel rendere giustizia sonora in sede live con un impianto probabilmente non all'altezza, arriva anche un notevole calo di tensione e di attenzione da parte nostra. Il trittico formato da "Quicksand", "To Forget" e "Long Gone" lascia poco, giusto l'ultima con il suo midtempo cadenzato riesce a farci sollevare il sopracciglio. La stessa "Unknown Awareness", nell'opinione di chi vi scrive uno dei migliori pezzi (se non il migliore) della band, non riesce a ricreare l'atmosfera onirica che le appartiene. "We're Taking This" è sostanzialmente innocua, "Running Red" invece, con cui i Kylesa alzano nettamente il livello, si rivela il miglior brano della seconda metà di show con distacco sulla concorrenza. Al termine della stessa il quintetto georgiano scende dal palco a prendere fiato.

Perplessi per l'andamento della serata, esprimiamo le nostre preoccupazioni per la possibilità di un finale di concerto nuovamente alla volta della psichedelia, preoccupazioni che vengono prontamente fugate al rientro della band. "Don't Look Back" viene proposta con una carica fin lì tenuta nascosta dalla band, l'alternanza vocale tra Cope e la Pleasants funziona alla perfezione e il ritornello coinvolge il pubblico al massimo delle sue potenzialità. In chiusura torna per l'ennesima volta "Static Tensions" con il pezzo più aggressivo del set: "Said And Done" deflagra nella sala e ci regala finalmente un reale motivo per la nostra partecipazione alla serata. Devastante.

Finisce così, dopo poco più di un'ora di concerto, come nei loro dischi, con l'impressione che ai Kylesa, nel loro frequentatissimo ambiente musicale, manchi ancora qualcosa per raggiungere stabilmente il vertice, che hanno toccato un'unica volta mezzo decennio fa e che tante altre volte hanno sfiorato con la punta delle dita senza mai riuscire ad aggrapparcisi definitivamente.