SATYRICON + Chthonic (07/12/2013 @ Magazzini Generali, Milano)
Evento: | Raiding Over Europe 2013 |
Data: | 07/12/2013 |
Luogo: | Magazzini Generali, Milano |
Gruppi:
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Sabato sera. Magazzini Generali. Detto connubio può solo significare che, oltre al consueto suono di merda di quel postaccio, stavolta tocca pure presentarsi per ora di cena, ché alle undici deve iniziare la serata discoteca e il palco deve essere sbaraccato per fare spazio alla Milano bene (o malissimo, vedete voi). Non sono un profondo conoscitore della band di "Bú-Tik" e tollero decisamente poco l'ultimo decennio di produzioni discografiche di Satiro e Gelo; anzi, ammetto di aver sborsato i soldi del biglietto più per curiosità (per i primi) e "onestà intellettuale" (per i secondi), che non per la musica vera e propria. Bene, se coi Satyricon ho avuto la terrificante conferma dei miei più oscuri pronostici, d'altra parte ammetto che la band di Taiwan ha superato le mie più rosee aspettative.
Chthonic (Bosj)
Fatto sta che sono le otto appena scoccate quando i Chthonic salgono sul palco, armati e bardati di tutto punto. Il primo pensiero va alla loro presenza scenica: al di là della doverosa menzione della bellezza di Doris Yeh (perché non solo suona un basso decorato con luci al neon viola, ma è anche una donna stupenda e non può essere taciuto), ciascuno dei cinque asiatici ha il proprio perché. Se avete visto qualche foto promozionale, vi sarete accorti che il tastierista è immortalato mentre indossa una maschera di un qualche tipo che ricorda vagamente i nove dell'Iowa, ma con un "nonsoché" molto più trash: bene, quel poveraccio ha suonato tre quarti d'ora agitandosi come un forsennato sotto quella maschera. Ancora, il cantante e fondatore Freddy Lim di quando in quando si prodigava nell'utilizzo di un violino cinese (l'erhu), mentre il chitarrista Jesse Liu – frangia emo d'ordinanza – si lanciava in assoli di sette corde e riff taglientissimi con una naturalezza tutta taiwanese. Da ultimo, dietro le pelli, Dani Wang suonava con una maschera antigas che pareva uscita dall'ultimo "Batman" di Christopher Nolan.
La cosa migliore di tutto ciò è però che… in tutta questa baraccata, la musica è ancora protagonista. E allora via con il Black melodico, velocissimo e accessibile che ha portato il nome dei Chthonic sulla bocca di molti metallari negli ultimi anni. Lim dal vivo canta come su disco, senza soffrire i frequenti e repentini cambi di intonazione dal growl allo scream; le tastiere non invadono mai il campo, ma nemmeno si trovano costrette in un angolino; l'unica chitarra riesce a imbastire un muro sonoro che (visto il locale in cui il concerto si è tenuto) merita applausi. Insomma, i Chthonic sono una macchina oliata e senza crepe, una formazione notevole che, tra le altre cose, contribuisce attivamente alla diffusione del verbo metallaro nelle lontane terre dell'Est. Andate a vederli, perché divertimento e coinvolgimento non mancano.
Satyricon (Dope Fiend)
Archiviata la piacevolissima esibizione dei Taiwanesi, è il momento di attendere l'ingresso in scena dei Satyricon. Il gruppo si fa aspettare a lungo, offrendoci così la possibilità (grazie alla tecnologia telefonica di Bosj) di scoprire chi sono i musicisti che accompagnano Satyr e Frost sul palco… E di sincerarci del fatto che sono tutti illustri sconosciuti che nessuno di noi ha mai sentito nominare. Suonando "Voice Of Shadows", la lunga introduzione strumentale dell'ultimo omonimo album, la brigata si palesa al pubblico e, quando il Satiro di Oslo dà il via a "Hvite Krists Død" berciando nel microfono che "la guerra contro Dio e il Cristo bianco è iniziata", parte lo spettacolo.
Dovrò essere onesto: ho sempre ammirato molto ogni fase e ogni disco che compone la carriera del duo norvegese, quindi ammetto di non poter essere del tutto imparziale di fronte alla loro esibizione. Non posso di certo mentire dicendo che gli attuali Satyricon siano un gruppo Black Metal: Satyr è ormai qualcosa di molto simile a una vanagloriosa rockstar e la proposta odierna non ha nulla a che vedere con i capolavori degli anni Novanta; tutto ciò non impedisce tuttavia (quantomeno a me, mentre Bosj e il resto della compagnia rimangono abbastanza indifferenti, se non annoiati) di godersi un bel concerto. "Nekrohaven", "Our World, It Rumbles Tonight", "Walker Upon The Wind" e la lunghissima quanto poco adatta al contesto live "The Infinity Of Time And Space" sono i pezzi estratti dall'ultimo parto in studio "Satyricon". Il tutto viene — ovviamente — intervallato dalle varie hit estratte dagli ultimi lavori: "The Pentagram Burns", "Now, Diabolical", "Black Crow On A Tombstone", "Repined Bastard Nation" e "Fuel For Hatred". Il pubblico sembra globalmente coinvolto (anche troppo, per quanto riguarda un paio di casi umani nelle nostre vicinanze) e soddisfatto e sono molte le voci che invocano ancora i Satyricon quando questi ultimi si eclissano dietro le quinte.
Giusto pochi minuti e, manco a dirlo, il gruppo spunta di nuovo sul palco per offrirci un bis e per suonare quel pezzo, proprio quel pezzo che non può mancare e che tutti aspettiamo: "Mother North". Il brano, divenuto in qualche modo uno dei simboli del Black Metal tutto, viene cantato dall'intero uditorio e anche i meno interessati non possono fare a meno di lasciarsi trasportare dalla carica di una canzone intramontabile. La chiusura dell'esibizione è affidata a "K.I.N.G.", ennesimo episodio estrapolato da "Now, Diabolical", e i Satyricon si accomiatano definitivamente: fatta menzione della solita potenza condita con precisione meccanica di Frost dietro le pelli, dell'attitudine ruffiana di Satyr e dei suoni orrendi dei Magazzini Generali, usciamo nell'aria fredda del dicembre milanese… Ci attende una meritata cena a base di stinco di maiale e birra affumicata!