SCUORN – Parthenope Release Party (04/03/2017 @ I Fondi Di Baia, Bacoli)
Evento: | Scuorn – Parthenope Release Party |
Data: | 04/03/2017 |
Luogo: | I Fondi Di Baia, Bacoli (NA) |
Gruppi:
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Sono stati tanti i pensieri che hanno affollato la mia testa dall’inizio di questo 2017 a oggi, ma su tutti ha prevalso la consapevolezza, già da mesi, che sarebbe arrivato questo giorno, che il Vesuvio si sarebbe risvegliato e ci avrebbe fatti fuori tutti.
Sfortunatamente non è proprio quello che è successo l’altra sera (ahimè!), ma ci siamo andati vicini, grazie all’evento organizzato presso la location immersa nella natura dei Fondi Di Baia da Valhalla Agency e Indastria Eventi: il release party del primo album di Scuorn. Per l’occasione, ad aprire le danze, sono stati chiamati due nomi davvero degni di nota: i salernitani Párodos e gli abruzzesi Selvans.
Párodos
Posticipata di mezz’ora l’inizio della serata, il quintetto d’avanguardia sale sul palco mascherato e imbraccia gli strumenti mentre una mistica incappucciata recita sul palco un rituale per propiziare l’impresa. Ed è così che, dopo un’introduzione rinnovata rispetto a quella proposta nella demo rilasciata lo scorso anno, i Nostri fanno (e fanno fare al pubblico) un passo avanti verso il labile confine tra sogno e realtà con “Space Omega”, alla quale seguono “Evocazione” e poi “Heart Of Darkness”.
Un inizio estremamente d’effetto per i Párodos, che esauriscono così i brani già pubblicati e si ritrovano quindi a proporre, da questo momento in poi, anteprime del loro primo album in uscita prossimamente. Ascoltiamo “Catharsis”, traccia estremamente d’effetto, dai tipici tratti Avantgarde Black Metal e con occasionali inflessioni dal sapore nemmeno troppo vagamente Progressive; “Black Cross” sarà uno dei brani topici del futuro disco, a mio avviso, vista la potenza esplosiva e la grande orecchiabilità della composizione (che vanterà la collaborazione sul disco di Massimiliano Pagliuso dei Novembre).
L’esibizione risulta più che convincente e non delude nemmeno un po’, sia grazie a un audio in uscita piuttosto chiaro e definito, sia perché da un punto di vista prettamente tecnico i Nostri sono quasi totalmente esenti da errori.
Selvans
Durante il cambio strumentazione, sul palco vengono portati degli stendardi neri raffiguranti (presumibilmente) satiri intenti a suonare strumenti tradizionali, segno che l’esibizione degli abruzzesi Selvans, maestri del Black Metal di stampo folk-atmosferico, è prossima a cominciare. Voglio fare una considerazione a posteriori, con la mente un po’ più lucida: quegli uomini devono aver fatto un patto col demonio. Non è possibile essere così dal vivo, non è veramente possibile.
La loro non è stata un’esibizione musicale quanto piuttosto un rituale sciamanico di una teatralità spaventosa, volto a creare magicamente un’atmosfera densa di emozioni attraverso l’uso di dinamiche impetuose e di arrangiamenti potenzialmente ispirati da qualche spirito, ai quali si uniscono un utilizzo della lingua nel cantato e uno stile profondamente interessanti e accattivanti. La maggioranza dei brani eseguiti sono stati estratti dal recente album “Lupercalia”, come le quanto mai coinvolgenti “Versipellis”, “O Clitumne!” e “Hirpi Sorani”, pezzi realmente da pelle d’oca; non sono però mancati rimandi all’EP di debutto con “Lupercale”, che ha mosso più di tutti il pubblico, il quale si è cimentato in più momenti in headbanging e tentativi (un po’ maldestri) di pogo.
Scuorn
Finalmente a mezzanotte inoltrata arriva il momento dell’esibizione principale della serata, quella che in un certo senso ha dato motivo a questo grandioso evento di essere organizzato. L’aria per un attimo si ferma, si sente che sta per succedere qualcosa. Dalle casse parte “Cenner’ E Fummo” e i musicisti fanno il loro ingresso sul palco, con i volti anneriti come se fossero stati esposti alle ceneri trasportate da ventate sulfuree provenienti dalla bocca del vulcano. Rispetto alla formazione che avevamo già visto esibirsi dal vivo al Cult Of Parthenope c’è stato un cambiamento: il ruolo di chitarrista ritmico precedentemente detenuto da Marco “Wolf” Lauro stavolta è rivestito da Marco Gaito, già collega di Libero nei Disturbia.
Prese le posizioni e salito Giulian sul palco, inizia lo spettacolo con “Fra Ciel’ E Terr'” che viene però portata a termine con qualche piccolo problema tecnico legato a un malfunzionamento delle basi orchestrali. Uno sfortunato inizio, purtroppo, al quale però è stato posto rimedio immediatamente: ripetuta la canzone, i Nostri si sono lanciati prima in “Sepeithos” e poi in “Virgilio Mago”, con la partecipazione sul palco di Daniele “Ogre” Cristiano (NoFuck) sul palco, e il pubblico ha indubbiamente apprezzato.
Dopo questo inizio un po’ problematico, lo spettacolo targato Scuorn va avanti senza altri intoppi, proponendo altri brani dal fresco pubblicato “Parthenope” e ottenendo riscontri positivi dalle fila del pubblico. Giulian coinvolge gli spettatori, distribuendo un certo numero di tammorre in modo che anche loro potessero far parte della band durante “Averno”, una breve traccia strumentale chiaramente ispirata al folclore napoletano poi collegata a “Sibilla Cumana” e successivamente a “Tarantella Nera”, un altro brano che risente fortemente delle influenze culturali delle quali Scuorn si fa apostolo.
Il titolo di “Sanghe Amaro” viene poi fatto indovinare al pubblico, a cui Giulian suggerisce che si sarebbe trattato di un pezzo dedicato «a un santo», durante il quale Libero recita in latino la parte che sul disco è stata interpretata da Wolf; che dire… brano riuscito fino alla fine, di impatto e forte di un’esecuzione generale che dimostra una totale sicurezza. Così si arriva infine ai saluti e ai ringraziamenti, dopo i quali i Nostri lasciano il palco sulle note di “Megaride”.
Che dire di questa serata, cosa non dire… Assolutamente indiscutibile sono stati il talento, la passione e l’impegno delle band che si sono avvicendate sul palco, poco ma sicuro, e quindi non posso non ringraziare gli organizzatori per aver offerto a noi umili metallari napoletani la possibilità di avere sul nostro territorio un evento del genere. La partecipazione del pubblico è stata un po’ inferiore alle aspettative, questo mi duole ammetterlo, da questo punto di vista sarebbe potuta andare anche un po’ meglio. Decisamente il pubblico mio conterraneo non potrà lamentarsi perché «non ci sono mai bei concerti da queste parti».
Per quanto mi riguarda, io sono tornato a casa a mani piene e col portafogli un po’ più leggero, ma era d’uopo fare certi acquisti. Più che le mani piene, questa serata mi ha lasciato però un grande senso di contentezza di fondo: assistere a un concerto di Scuorn, Selvans e Párodos tutti insieme è stato indubbiamente un’esperienza indimenticabile e serberò perciò ricordi che gli assenti non potranno mai recuperare. Però sapete? Cazzi loro. L’unica cosa che mi chiedo ora è se quel povero asinello stia bene o se Folchitto l’abbia veramente fatto fuori, alla fine…