URFAUST + Totalselfhatred + Teloch + Kyy (17/02/2017 @ Virgin Oil, Helsinki)
Evento: | Urfaust + Totalselfhatred + Teloch + Kyy |
Data: | 17/02/2017 |
Luogo: | Virgin Oil, Helsinki |
Gruppi:
|
|
In Finlandia il 17 non è considerato un numero sfortunato e, di conseguenza, per i finlandesi una data come venerdì 17 (2017, per giunta) non ha nessunissimo significato particolare. Non sono una persona troppo superstiziosa, pur avendo le mie onestissime fissazioni e una serie di rituali a cui obbedisco ciecamente, però sono ancora qui a chiedermi se andare a vedere quattro gruppi black metal sia stata o meno una mossa tattica anti-sfiga. A giudicare da come si è svolta la serata, direi che le oscure forze del meDallo hanno contrastato quelle della superstizione in maniera eccellente.
Kyy
Dicevamo, venerdì 17. Tasso di umidità al 100% e temperatura esterna di -12°C sono gli altri numeri che hanno caratterizzato i momenti precedenti il concerto, cominciato puntualissimo alle 22:00 con la prima band d'apertura, i Kyy («vipera») di Lahti. Ci siamo goduti in pochi l'esibizione di un gruppo di formazione piuttosto recente (2013), con un EP e un solo album all'attivo ("Beyond Flesh – Beyond Matter – Beyond Death" del 2016).
I cinque componenti hanno deliziato i non moltissimi ma entusiasti presenti con circa trenta minuti di blastate, face painting, testi in inglese e qua e là godibilissimi assoli in un certo senso inaspettatamente melodici. L'esibizione è stata tecnicamente impeccabile e le potenzialità mostrate dalla band mi portano a pensare che abbia tutte le carte in regola per fare strada. Sicuramente essere uno dei gruppi di apertura per gli Urfaust è stato un ottimo inizio.
Teloch
Alle 22:50, dopo un rapido cambio palco, è stata la volta dei Teloch («morte» in lingua enochiana), anche loro finlandesi, provenienti da una città un po' più lontana e generalmente anche più fredda che risponde al nome di Jyväskylä. I cinque elementi, due dei quali precedentemente attivi nei Saturnian Mist, hanno attinto a un repertorio più vasto, composto da due album ("Morbid Prayer" del 2009 e il più recente "Thus Darkness Spake", pubblicato lo scorso anno), un EP e un demo.
L'esibizione è cominciata come una specie di rituale, con tanto di candelabro e un piccolo gong tenuto in alto dal cantante Odium e percosso con un osso; non è dato sapere se vero o finto e — nel primo caso — a quale creatura precedentemente appartenuto. Quaranta minuti caratterizzati da un pubblico un po' più numeroso e — ahimé — piccoli problemi tecnici che hanno penalizzato soprattutto uno dei due chitarristi: a un certo punto la chitarra è diventata improvvisamente muta e, durante i soli, abbiamo avuto modo di accorgerci che aveva anche perso l'accordatura. Fortunatamente si è trattato di inconvenienti isolati che non hanno pregiudicato la buona riuscita della performance.
Urfaust + Totalselfhatred
Preparare il palco per gli Urfaust ha richiesto più tempo del solito e gli Olandesi hanno fatto la loro comparsa con circa venti minuti di ritardo, a mezzanotte passata. A quel punto il Virgin Oil era piuttosto pieno e il duo formato da VRDRBR e IX, reduce dalla pubblicazione di "Empty Space Meditation" lo scorso anno, ha deliziato e incantato tutti i presenti con il suo depressive black metal mescolato a suoni atmosferici, anche con la complicità della sfumatura blu intenso scelta per le luci, che rendeva abbastanza difficile distinguere le due figure sul palco dalla mia postazione. Se da una parte avrei preferito vedere un po' meglio, dall'altra l'esperienza è stata in un certo senso mistica. Qualche brano più tardi è stato possibile distinguere un terzo individuo tra le nebbie blu, il quale ha prestato la sua voce, cantando al posto di IX, e che purtroppo non sono riuscita a identificare.
L'ora messa a disposizione degli Urfaust sembra finire troppo presto, purtroppo però per me e i miei compari si era già fatto troppo tardi e la vita, o meglio, l'azienda trasporti di Helsinki ci ha messi davanti a una scelta: restare fino alla fine del concerto ma rischiare di dover tornare a casa a piedi oppure andare via, cercare di comprare qualcosa per cena e prendere uno degli ultimi autobus. Abbiamo a malincuore scelto la seconda, anche perché l'arrivo dei finlandesi Totalselfhatred sul palco era ulteriormente slittato di quindici minuti: c'è stato giusto il tempo di ascoltare frammenti della prima canzone e rosicare, perché i cinque di Helsinki sembravano davvero sapere il fatto loro. Non ci resta che recuperarli in versione studio ("Totalselfhatred" del 2008 e "Apocalypse In Your Heart" del 2011).
Ho lasciato il Virgin Oil con la speranza di avere nuovamente la possibilità di imbattermi nei gruppi ascoltati nel corso della serata, specialmente quelli finlandesi, per il semplice fatto che sono più vicini e quindi abbordabili. Mi auguro anche che gli Urfaust tornino presto da queste parti e posso soltanto ringraziare la Deer Lord Agency e l'impegno investito nella realizzazione di questo riuscitissimo evento, incrociando le dita per il futuro e con l'auspicio che possa organizzare ancora eventi di questa portata.