Arte totale e incubi nel mondo oscuro di Maxime Taccardi
Sono molti gli artisti che attraverso la propria disciplina tentano, in qualche modo, di dialogare con l’oscurità e di dare spazio agli incubi che affollano la mente umana. Bisogna però ammettere che non tutti riescono a farlo con la stessa devozione che il parigino Maxime Taccardi riversa nelle sue opere, con risultati che spiazzano o coinvolgono, ma che sicuramente non lasciano indifferenti.
Maxime Taccardi è un pittore, disegnatore, videomaker, illustratore (autore delle copertine di “Morte” e della ristampa di “Presagi Di Morte” dei nostrani Malauriu) e musicista straordinariamente prolifico. Nato nel 1982, dopo aver studiato arte con una tesi incentrata sugli aspetti del mostruoso che vengono normalmente rifiutati dalla società, ha deciso di portare avanti il suo amore per l’espressione artistica, che ha esteso anche alla musica.
Con le sue creazioni, Taccardi punta alla realizzazione di quella che Wagner definiva Gesamtkunstwerk, un’opera d’arte totale, in cui tutte le forme d’espressione si uniscono a creare qualcosa di più personale e complesso, consentendo all’artista di riversare veramente se stesso nella sua produzione. Per questo non si è limitato a un solo ambito grafico: al contrario, nel 2013 ha dato vita a quello che è forse il suo progetto musicale più noto, K.F.R. (o Kāfir كافر, termine arabo che significa miscredente ed è inscritto sulla fronte dell’Anticristo islamico). Con questo monicker ha pubblicato otto album e una lunga serie di uscite fra demo, split ed EP, per un totale di ventidue titoli, ma non è tutto: negli ultimi sette anni si è fatto conoscere ancor di più all’interno della scena underground grazie ad altri progetti, tra cui Djinn, Griim, Saturnian Tempel, Necröse e Lamentum. Proprio questi ultimi due in particolare mi hanno maggiormente colpito e, a mio avviso, rappresentano un buon punto di partenza per capire cosa significhi Gesamtkunstwerk per questo artigiano del Male.
Necröse: tutt’uno con la Morte
Necröse non è uno dei progetti storici di Maxime Taccardi, dal momento che per ora vanta solo un’uscita, intitolata NKHR. Tuttavia colpisce perché dimostra la volontà di creare qualcosa che vada oltre la semplice fruibilità della musica: Necröse è una sorta di rituale per evocare forze oscure che si aggrappano alle paure e all’inquietudine di chi ascolta, creando un coinvolgimento totale.
Taccardi ha più volte spiegato che per lui il processo di creazione artistica è un momento di vera e propria deprivazione spirituale e fisica, spesso anche dal sonno e dal cibo, perché punta a riversare tutto se stesso in ciò che crea. In questo modo, riesce a dare vita a un rituale quasi sciamanico, un collegamento viscerale tra l’esistenza stessa, la sofferenza e la morte: per rafforzare questo concetto, nei suoi dipinti utilizza spesso il proprio sangue, mentre nelle sue creazioni musicali ha introdotto elementi particolari come l’uso di femori umani per le percussioni, creando una connessione particolare tra la morte e la musica stessa.
Se si osservano i suoi disegni, si può notare che le rappresentazioni più ricorrenti sono le figure umane che appaiono deformate, perse all’interno di un’oscurità che ne divora l’anima, una specie di versione ancora più macabra di Munch. In effetti, spesso l’arte sofferente (e sofferta) di Maxime Taccardi si presenta proprio come un’immersione nella morte, nell’oscurità e nell’angoscia.
Tutto questo appare molto evidente ascoltando NKHR: la volontà dichiarata dell’autore è quella di rappresentare le forze oscure che si nutrono delle nostre paure con quello che sul profilo Bandcamp del progetto definisce un «ambient black metal senza compromessi». Si tratta di un’etichetta che non rende totalmente giustizia a ciò che NKHR è sul piano pratico: l’intera composizione si configura come un unico, macabro rituale, senza melodie che contribuiscano a differenziare sul serio i pezzi. Le tracce sono distinte semplicemente attraverso numeri romani, quasi fossero dei salmi recitati per evocare il Demonio, o forse per annientarlo: il secondo brano, infatti, cita una parte dell’esorcismo composto nel 1903 da Papa Leone XIII «contro Satana e gli angeli ribelli». Possiamo dire comunque che NKHR suona complessivamente molto spontaneo, quasi come se fosse stato realizzato sotto la possessione di un demone, riuscendo in modo molto efficace a toccare quelle corde che fanno salire i brividi.
Tra sogno e (oscura) realtà: Lamentum
Se Necröse esprime una concezione dell’oscurità che sembra risucchiare l’anima in un baratro di tenebre e perdizione, Lamentum racconta invece una prospettiva più onirica, senza però perdere l’alone di oscurità e profonda inquietudine che caratterizza tutta la produzione artistica di Maxime Taccardi.
Con Lamentum, Taccardi si espande sul terreno della dungeon synth. Nonostante si tratti di un genere ormai inflazionato quanto i toast all’avocado, non siamo di fronte all’ennesima riproposizione a base di drum machine e tastiera midi: ogni strumento è suonato singolarmente, il che dimostra una grande cura per i dettagli. A mio avviso, anche in questo modo Taccardi riesce a riversare una parte di sé nella propria arte, riducendo al minimo la spersonalizzazione che può sorgere quando si crea musica con strumenti elettronici. Un altro elemento che non passa inosservato è che le immagini che accompagnano le uscite di questo progetto sembrano esprimere un lato diverso della creatività poliedrica dell’artista: viene data la priorità a soggetti quasi gotici, tra demoni, castelli e spettrali figure a cavallo.
Mi sono imbattuta nel progetto Lamentum ascoltando Lone Wolf, uscito l’anno scorso e pubblicato dall’etichetta spagnola Esfinge De La Calavera. Vale la pena citare questo album, perché rappresenta un’interessante variazione sul tema: si tratta di dungeon synth declinata in chiave ipnotica, quasi psichedelica, che trasporta in una specie di dimensione alternativa, proprio come se fosse un sogno o un sortilegio. Solo l’ultima traccia, “Witchcraft”, sembra spezzare l’incantesimo e far precipitare di nuovo in un mondo di oscurità e terrore.
Proprio il mese scorso, Maxime Taccardi ha pubblicato sulle piattaforme digitali un’altra uscita targata Lamentum: si tratta di Dark And Prophetic Times, un vero e proprio manifesto della situazione attuale, realizzato in isolamento, che esprime tutta l’angoscia, il dolore e l’incertezza che stanno colpendo buona parte della popolazione globale. Dark And Prophetic Times non abbandona il terreno dungeon synth, ma in questo caso viene reso più oscuro e agghiacciante, sensazione rafforzata dalla presenza di un demone arcigno che troneggia sulla copertina.