FORTY SHADES – I MASCHERATI ASTRALI | Aristocrazia Webzine

FORTY SHADES – I MASCHERATI ASTRALI

Gruppo: Forty Shades
Fondazione: 2012
Provenienza: Svizzera
Contatti: Facebook Twitter Google Plus Soundcloud Youtube Spotify Myspace
Discografia:

 

In Svizzera è tutto più efficiente — caliamo un pietoso velo di silenzio sulle dichiarazioni piuttosto Black Metal del Sindaco di Napoli a riguardo — e, dunque, rinunciamo alle Cinquanta Sfumature Di Grigio, per sostituirle con quaranta ben cupe di Heavy Progressive Metal. In questo contesto abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Tosse, il cantante dei bernesi Forty Shades, al fine di conoscerne meglio i piani, la discografia e avvicinarci all’attuale concept album “Blackstar Diamond”.


Perché l’ascoltatore dovrebbe optare proprio per i Forty Shades?

Tosse: Non deve necessariamente, ma così facendo scoprirebbe musica scritta con passione, piena di intrattenimento, profonda, di ottima fattura e priva di quello che è definito «commercio».

Che cosa vi motiva?

La musica è il medium migliore per esprimere sentimenti, riflessioni, esperienze ma anche forze ed energie estreme, le quali lacererebbero interiormente una persona.

A che cosa state lavorando e come immaginate il futuro della band?

Attualmente siamo impegnati con la distribuzione del nostro nuovo album “Blackstar Diamond”. La creatività e il processo compositivo sono sempre in movimento, anche se per questioni di tempo non siamo ancora riusciti a raccoglierne i frutti. Vogliamo suonare più spesso e speriamo dunque di risvegliare interesse, per poter calcare le scene di buoni festival e club.


CAMERA SILENS

Titolo: Camera Silens
Anno: 2015
Etichetta: 7hard Records
TRACKLIST

  1. In A Darker Shade Of Gloom
  2. Pillars Of Doom
  3. Seven Moons
  4. Haven
  5. Bloodmoon
  6. Last Escape
  7. Black Winged Sun
  8. Black Nightshade
  9. Dark Flood
  10. Purple Flames
  11. Love Lane Princess
  12. The End
DURATA: 44:31

1. Di che cosa parla “Camera Silens”?

Il tutto è musicalmente piuttosto fitto e compatto. I testi trattano tematiche mistiche estratte da “Tarot” di Aleister Crowley e dalla mitologia greca. È un insieme molto complesso marcato da atmosfere create con molte tastiere e campionature, chitarre, batteria e alcuni elementi Power Metal. Questi ultimi li abbiamo sfruttati maggiormente sul nuovo lavoro “Blackstar Diamond”. Le linee di canto sono composte soprattutto dalla mia tipica voce limpida, qui ancora completate da passaggi growl.

2. Un aneddoto, ricordo e/o sentimento collegato a questo album?

Incidere questo disco è stata una bella esperienza, una vera figata! Solo un esempio: lavorando a un videoclip di making of, verso mezzogiorno lancio uno sguardo alla videocamera ed esclamo «good morning Switzerland!», per poi scolarmi una bottiglia di birra in un solo sorso.

3. Qual è la canzone chiave, quella capace di riassumere l’album e perché?

“Pillars Of Doom” è — dal mio punto di vista — la più completa di questo periodo. Ha forza, spessore e offre già un’impressione di ciò che sarà poi “Blackstar Diamond”, il lavoro attuale.


BLACKSTAR DIAMOND

Titolo: Blackstar Diamond
Anno: 2018
Etichetta: Autoprodotto
TRACKLIST

  1. God And The Idol
  2. Blackstar Diamond
  3. Slave To Your Hate
  4. Dichotomie
  5. Downfall Of A Paradigm
  6. Harvest
  7. The Ultimate Combat
  8. Absurd
  9. Idol Worship
  10. The Veil
  11. Snowball
DURATA: 41:07

1. Di che cosa parla “Blackstar Diamond”?

“Blackstar Diamond” è un lavoro concettuale, in cui molti elementi si intrecciano gli uni con gli altri. Per questo motivo anche le composizioni risultano più strutturate rispetto al passato [e meno progressive, N.d.A.), sono caratterizzate da idee, riff e ritornelli accattivanti. Le malelingue le definirebbero più commerciali. Sarebbe bello se fosse così: io direi musicalmente più mature. Inoltre ho rinunciato all’utilizzo del growl, a parte come effetto o discorso parlato, proprio perché non era adatto alle canzoni. In generale abbiamo mantenuto il nostro stile, il personaggio fittizio di Lord Charon racconta — come già accaduto sugli altri dischi — le varie vicende, ma questa volta si trova in un’altra era cinquemila anni dopo Cristo. “Blackstar Diamond” è uno sviluppo logico, la conseguenza di “Camera Silens”.

2. Un aneddoto, ricordo e/o sentimento collegato a questo album?

Blaaaaackstaaar Diamooooond… pelle d’oca pura!

3. Qual è la canzone chiave, quella capace di riassumere l’album e perché?

Ce ne sono addirittura due capaci di farlo: “Blackstar Diamond” e “God And The Idol”, di cui abbiamo anche girato un video. La prima trama racconta dell’eterno combattimento fra il Bene e il Male, la Luce e l’Oscurità, Ying e Yang, mentre la seconda della costante volontà dell’Umanità di volersi annientare a tutti i costi.