L’UNDERGROUND ELETTRONICO NELL’ERA DIGITALE | Aristocrazia Webzine

L’UNDERGROUND ELETTRONICO NELL’ERA DIGITALE

INTRODUZIONE

Che l'avvento di Internet abbia cambiato profondamente diversi aspetti del mondo è un'ovvietà che ormai non avrebbe più bisogno di essere ricordata; è altrettanto scontato dire che anche la musica — nel bene o nel male — ha subìto gli effetti di questa rivoluzione. Ci sono state però alcune novità che vengono analizzate di rado o in modo poco approfondito. Questo articolo mira proprio a esaminare una caratteristica che esisteva già nel passato, ma che negli ultimi anni ha avuto modo di rinnovarsi: parliamo della nascita e dello sviluppo di nuovi micro-generi o piccoli movimenti.

Credo che non ci sia bisogno di ricordare ciò che accadeva negli anni pre-Internet: potremmo nominare un numero abbastanza grande di scene locali che diedero vita a nuovi generi o sottogeneri, come il Black Metal in Norvegia, il Death Metal di Göteborg e la New Wave Of British Heavy Metal, per dirne alcuni che conosciamo bene. Se da un lato possiamo affermare che l'evoluzione dei sistemi di comunicazione abbia portato a una sorta di "globalizzazione della musica" (con un conseguente appiattimento delle differenze culturali), dall'altro non possiamo negare che la possibilità di accedere a una quantità pressoché infinita di informazioni da parte di chiunque abbia aperto innumerevoli strade. Ciò è dovuto anche all'ampliamento delle singole culture causato dall'aumento di possibili elementi che caratterizzano le stesse: se un tempo ispirarsi all'Asia significava principalmente usare scale musicali, strumenti o caratteristiche appartenenti alla cultura orientale tradizionale, oggi non è così raro trovare artisti che tra i propri punti di riferimento citano aspetti più specifici e recenti della stessa area geografica, come potrebbe essere il cinema horror asiatico.

Ispirarsi a qualcosa di così poco ampio pone però alcuni limiti: spesso ciò non è sufficiente a creare qualcosa di realmente originale. Nel caso esposto poco fa, è evidente che l'introduzione di elementi quali campionamenti tratti da un film difficilmente potranno dare vita a un nuovo genere. Sia chiaro, questo non è assolutamente un problema: è soltanto una scelta diversa da quella di cui stiamo parlando. Altri artisti, infatti, prendono un'altra strada e iniziano a incorporare nella propria musica caratteristiche di varie microculture che poco hanno a che fare tra loro. In alcuni casi il risultato è fin troppo eterogeneo, altre volte nasce qualcosa di abbastanza interessante da dare vita a un vero e proprio movimento.

Piccola nota: quasi sempre tutto ciò accade in modo più o meno inconsapevole, o quanto meno l'origine di tutto non è studiata a tavolino. Non è da escludere che questo sia un effetto collaterale della "globalizzazione musicale", per certi versi anche opposto a essa; ciò che intendo dire è che ricevere informazioni di una cultura senza il dovuto background può portare a fraintendimenti (anche volontari) e rielaborazioni personali spesso lontane dal significato originale. Da ricordare, inoltre, che esiste la possibilità di usare certi elementi semplicemente perché belli da vedere o sentire, e non per ciò che rappresentano realmente.

Di seguito analizzeremo alcuni tra i maggiori movimenti musicali nati dal mondo virtuale, cercando di capire in che modo si sono sviluppati seguendo quanto detto finora.


LOLICORE

Correva l'anno 2006, quando un ragazzo svedese decise di creare un progetto Noise-Speedcore. Ciò che differenziava il suo stile da quello di altri artisti del genere era l'attitudine prettamente "internettiana", ispirata da 4chan e dalla sua cultura. Loli Ripe, questo il nome del progetto, produceva musica incredibilmente "randomica", che sembrava non seguire un filo logico se non quello di un'(auto)ironia esasperata all'inverosimile. Una tematica ricorrente, comunque, era il lolicon, ovvero un genere di manga-anime caratterizzato dalla presenza di bambine e ragazzine in atteggiamenti poco adatti alla loro giovane età; titoli come "Ecce Pedo" e "Otakuspeedcock" sintetizzano alla perfezione il concetto alla base di questo movimento.

Contemporaneamente, in Inghilterra, nasceva goreshit, indubbiamente l'artista che ha avuto il maggiore successo nella scena. A essere precisi, il progetto si formò nel 2005 come duo Black Metal, ma svoltò l'anno successivo verso uno stile simile a quello dello svedese. La sua musica era molto meno orientata al mondo di Internet, preferendo a esso la cultura otaku, con una particolare attenzione al lolicon.

Musicalmente, i due artisti condividevano due caratteristiche: un'elettronica frenetica e caotica posta come base e un abuso di voci campionate e spesso manipolate in modo da ricordare urla di bambine, perfettamente in linea con le tematiche. Ciò risultò in una sorta di J-Core (l'Happy Hardcore giapponese, ispirata anch'essa al mondo otaku) estremizzata, sia concettualmente che a livello sonoro.

Gli anni successivi portarono nuovi artisti che riuscirono a espandere il movimento in diverse direzioni: Lolishit iniziò con uno stile molto amatoriale per poi spostarsi verso territori Dubstep; Nasty Maid Grinder e Laser Imouto spinsero sul versante Speedcore-Extratone; gli odaxelagnia e lo stesso goreshit diventarono protagonisti della scena Dancecore-Mashcore; Reizoko Cj sviluppò una Breakcore molto complessa; NeroshaTE arrivò a toccare un genere come il Cybergrind; Japshitfun enfatizzò all'inverosimile la "randomicità" dello stile. In alcuni casi vennero sfruttati suoni a otto bit per rendere il sound più nerd.

Il Lolicore visse i suoi anni migliori tra il 2007 e il 2011, mentre negli anni successivi iniziò una perdita di interesse di alcuni dei suoi protagonisti più importanti, con conseguente chiusura di diversi progetti; ancora oggi nascono artisti dediti a questa musica, ma raramente si trova qualcosa di davvero interessante.

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CHILLWAVE

Washed OutRicordate i tempi in cui erano i giornalisti a usare etichette particolari, magari anche inventate di sana pianta, per descrivere gli artisti di cui parlavano? A quanto pare, negli anni del Web 2.0, i blogger hanno un ruolo molto simile. Eravamo tra la fine del decennio scorso e l'inizio di quello attuale, quando il termine Chillwave venne usato per parlare di alcuni artisti con sonorità affini dall'autore del blog Hipster Runoff; con un nome simile, non è difficile immaginare che i suoi lettori trovarono in esso un nuovo trend da sviluppare nel sottosuolo del mondo musicale, e da lì all'arrivo di nuovi progetti che diedero vita a una vera e propria scena il passo non fu per niente lungo.

Lo stile, conosciuto anche come Glo-fi, è caratterizzato da sintetizzatori presi direttamente dalla New Wave e dal Synth Pop degli anni Ottanta, un uso smodato di effetti, voci filtrate che rimandano allo Shoegaze-Dream Pop e beat vagamente ballabili ispirati alla musica Disco-Funk; il tutto rielaborato in una chiave più moderna e vicina a certo Ambient, in modo da ricreare una sorta di nostalgia per gli anni passati.

La reale esistenza di questo genere è ancora oggi discutibile, poiché effettivamente altro non è che un mix di elementi presi da generi in voga negli scorsi decenni; diversi artisti, nel tempo, sono stati associati contemporaneamente a questa e ad altre correnti, rendendo la definizione di Chillwave molto vaga e spesso riconducibile ad altri stili. Ciò che fa la differenza è — probabilmente — l'attitudine orientata a sonorità estive, tanto che spesso ci si riferisce a essa con "Summer Music".

In Italia, il movimento Chillwave è rappresentato da Casa Del Mirto, ma è da specificare che nei suoi quasi dieci anni di attività il progetto si è ispirato a diversi generi.

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WITCH HOUSE

RitualzÈ uno scherzo: questa è l'affermazione con cui Travis Egedy, in arte Pictureplane, descrive la Witch House. Secondo le sue parole, essa nasce da una sua dichiarazione per la quale il 2010 sarebbe stato proprio l'anno della Witch House; diversi blog e siti (il primo, a quanto pare, fu Pitchfork) iniziarono a citarla per descrivere artisti come i Salem, diffondendola per tutto il web. Proprio per questo motivo, è lo stesso Egedy ad affermare che la Witch House non esiste, ma è innegabile che nel frattempo si sia sviluppata una scena con caratteristiche ben definite. Sono stati usati diversi nomi per descrivere il genere, tra cui Zombie Rave, Haunted House, Okkvlt e Rape Gaze, ma quello comunemente usato è proprio Witch House.

A questo stile è associata un'estetica lo-fi ispirata all'occultismo, alla stregoneria e ad altre tematiche simili. Spesso gli artisti scelgono nomi e titoli contenenti caratteri poco comuni, come ad esempio M△S▴C△RA (Mascara) o †‡† (Ritualz), a enfatizzare la natura misteriosa del genere.

Il sound Witch House si basa su tempi molto lenti, atmosfere che rimandano a gruppi quali Cocteau Twins e Dead Can Dance (qualcuno parla anche della serie TV "Twin Peaks") e influenze provenienti da svariati generi; non bisogna infatti farsi ingannare dal nome, poiché con la musica House vera e propria non c'è molto in comune, soprattutto per quanto riguarda il significato dei due generi. Le voci distorte e l'uso intensivo di riverberi donano una veste più oscura e sciamanica alle melodie prese a piene mani dal Synth Pop degli anni Ottanta e ai beat Hip Hop ultra-rallentati; la Witch House è inoltre accostabile allo Shoegaze, al Drone e all'Industrial.

Esplorando il genere, potreste anche imbattervi in remix di canzoni Pop, Dance o Rap: i Salem, ad esempio, rielaborarono "Forever Young" degli Alphaville e "L'Amour Toujours (I'll Fly With You)" del nostro Gigi D'Agostino nel loro mix "Raver Stay Wif Me".

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SEAPUNK

Più che a un genere, quando si parla di Seapunk ci si riferisce a una vera e propria micro-cultura costituita contemporaneamente da un'estetica particolare e da uno stile musicale ben definito. L'idea si sviluppò su Tumblr, piattaforma che unisce le funzionalità del microblogging con quelle di un social network. Nel 2011, alcuni utenti iniziarono a postare immagini contenenti forme geometriche, delfini, colori sgargianti e sfondi a tema acquatico con il tag #seapunk; l'evoluzione di questo stile portò all'inclusione di elementi caratteristici del web degli anni Novanta, tra tutti lo smiley. Il termine — in realtà — fu coniato da Lil Internet, dj di Brooklyn, che lo usò in un suo tweet. Il successo di questo movimento permise la nascita di un look a esso collegato e arrivò addirittura a influenzare una performance di Rihanna nel 2012 e alcuni stilisti, tra cui Versace.

Anche in questo caso, il popolo di Internet si è sbizzarrito nel trovare nuovi nomi a generi che non sono altro che piccole variazioni del Seapunk, se non dei veri e propri sinonimi: tra gli altri, abbiamo Aqua House, Dripstep e Wave Rave, ma nessuno di questi è realmente rilevante.

La musica Seapunk deriva da una nostalgia per gli anni Novanta rappresentata dalla cultura rave e dai suoi generi, parliamo quindi di Dance, Techno e Drum'N'Bass nello stile di quel decennio; non mancano però diversi riferimenti all'Hip Hop passato e presente, al Pop, alla House e alla musica New Age, quest'ultima in particolare per le sensazioni ricreate. Diversi artisti hanno fatto uso di sintetizzatori a otto bit, oltre che di sonorità che portano alla mente paesaggi oceanici, principale caratteristica del genere. Sono nati inoltre alcuni stili paralleli, come lo Slimepunk (più orientato verso sonorità e colori acidi) e l'Icepunk (chiamato anche Coldrave, caratterizzato da sensazioni fredde).

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VAPORWAVE

Macintosh PlusLa Vaporwave è stata definita una critica e parodia del capitalismo, un genere satirico il cui nome potrebbe derivare dal "Manifesto Del Partito Comunista" di Karl Marx, il corrispettivo del Punk nell'era del digitale. Questo filone nasce ancora una volta per mano degli utenti del web, sviluppandosi in siti quali Turntable.fm, Tumblr e 4chan; anche in questo caso, l'ispirazione prende forma da una nostalgia per l'estetica del passato (in particolare, quella degli anni Ottanta e Novanta), al contempo criticando e ironizzando sulla società dello stesso periodo. Il nome del movimento è un gioco di parole basato sul termine vaporware, che si riferisce ai software annunciati e pubblicizzati, ma mai venduti.

Il suo immaginario è fatto di glitch art (l'uso di errori e immagini corrotte a scopo artistico), foto di sculture e lavori grafici degli scorsi decenni; nomi e titoli spesso contengono caratteri orientali, come in VHSテープリワインダー e マクロスMACROSS 82-99.

Il genere è caratterizzato da un forte uso di campionamenti, principalmente di canzoni degli anni Ottanta di genere Synth Pop, Smooth Jazz, Lounge o della cosiddetta Muzak (musica da ascensore). Come accade nella Witch House, anche qui i sample vengono spesso rallentati e manipolati in diversi modi, ad esempio con un lavoro di taglia-incolla; in questo caso, però, non si ricercano sensazioni oscure e misteriose, ma al contrario si tende a rendere la musica quasi eterea, mantenendo comunque le sonorità tipiche degli anni Ottanta.

Se da un lato campionare in modo così pesante può essere considerato al limite del furto, dall'altro bisogna ricordare che tecniche simili vengono usate ormai da oltre trent'anni; John Oswald coniò il termine Plunderphonics nel 1985 proprio per descrivere la creazione di un brano partendo da un pezzo esistente e ricostruendolo a proprio piacimento, e ancora prima il gruppo d'avanguardia The Residents usò una registrazione dei The Beatles in un singolo del 1977.

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CONCLUSIONE

Da questi cinque movimenti, si può notare come Internet abbia consentito agli artisti di prendere culture lontane dalle proprie (poco importa che sia per questioni geografiche o temporali) e di rielaborarle, mischiarle e stravolgerle per puro gusto estetico. Una caratteristica quasi sempre presente è l'amore per il passato, che viene ridotto a pezzi e ri-assemblato su scheletri più moderni.

Altrettanto importante è la volontà di associare la musica a uno stile visuale ben preciso, quasi a voler creare una forma d'arte multimediale adatta all'era digitale; probabilmente questo è un altro motivo per cui questi movimenti riescono a emergere dall'oceano di pseudo-generi che la rete ci vomita addosso in continuazione: la presenza di un aspetto visivo — oltre a quello auditivo — rende più legittima l'esistenza dello stile.

C'è da dire che questo tipo di influenza del web sulla musica è ancora relativamente giovane, non è perciò da escludere che in futuro si possano trovare altre strade. Anche le nuove tecnologie che arriveranno nel prossimo futuro potrebbero ispirare nuove forme d'arte legate alla musica; e chissà, magari anche il Metal ci darà qualche sorpresa… Per ora non ci resta che attendere e osservare i prossimi sviluppi, ma già ora c'è molto da esplorare.