Forteresse: i patrioti del black metal in Québec

Forteresse: i patrioti del black metal in Québec

I Forteresse rappresentano il gruppo di punta della scena black metal del Québec per importanza storica, qualità musicale e costanza compositiva, la formazione che ne ha definito lo stile e ha diffuso l’etichetta Métal Noir Québécois alle masse, attraverso l’omonimo album d’esordio. Per rendere merito a questa valorosa band, già premiata da Aristocrazia con una menzione fra gli album black metal più significativi del decennio 2010-2019, ecco finalmente uno speciale monografico.

«Forteresse è la voce del dolore della nostra nazione. Manifesta il nostro disgusto verso la società odierna ed esplora le regioni più oscure delle foreste e delle montagne della nostra provincia. È la collera dei nostri antenati e il freddo vento del passato sui nostri volti. Questa era e sarà sempre l’essenza di questo progetto. Questo è ciò che desideriamo ottenere attraverso le nostre esplorazioni sonore.»

[da un’intervista del 2012 concessa a Battle Helm]


UN BAGLIORE NEL CIELO DEL QUÊBEC

I Forteresse nascono a Montréal nel 2006 per opera del polistrumentista Moribond, cui si affianca ben presto l’altro polistrumentista Athros dietro al microfono; un nucleo storico immutato fino a oggi, che nel corso del tempo si è anche arricchito di nuove forze. I due amano il black metal privo di fronzoli e legato alla vecchia scuola europea, e condividono le medesime idee separatiste, sognando un Québec indipendente. In quello stesso anno inizia a prendere piede una nuova ondata black metal locale: la fondamentale etichetta Sepulchral Productions di Myrkhaal (anche mente dei seminali Frozen Shadows) firma tre band: Niflheim (i futuri Gris), Sombres Forêts e gli stessi Forteresse. L’autunno seguente, durante la lavorazione del primo album del gruppo, la coppia collabora a uno split di rodaggio intitolato Sur Le Chemin De La Noirceur: da un lato gli Ur Falc’h di Athros (insieme al fido Nordet e Vovk) ripropongono quel black metal graffiante dagli influssi folk già visto nello storico esordio dei Brume D’Automne; dall’altro gli Heretic Blood di Moribond sono lo scheletro di ciò che diventeranno i Forteresse.

Arriva così l’inverno, una stagione cara al gruppo che viene scelta per la pubblicazione del loro primo disco intitolato Métal Noir Québécoís: una vera e propria dichiarazione di intenti e un’opera che fa la storia del panorama black metal locale. Sin dalla copertina il duo non mostra alcun timore nel rivendicare la propria appartenenza: il personaggio raffigurato è il violinista e compositore Joseph Allard, reso simbolo dell’identità quebecchese. Le tonalità grigie rimandano al black metal tradizionale qui espresso in una forma davvero raw, ammantato però di quello spirito franco-canadese che è sentimento di perdita, rivendicazione di una libertà svanita e smisurato orgoglio verso le proprie radici, le cui origini ho approfondito nell’introduzione del mio articolo Métal Noir Québécois: il gelo del black metal del Québec.

Gli albori dei Forteresse

Pur senza narrare eventi specifici, i Forteresse si ispirano alle ribellioni (fallite) contro gli Inglesi del 1837-1838 per mettere in musica l’ardore dei patrioti del Québec, che pagarono a caro prezzo la sconfitta con esecuzioni pubbliche e deportazioni in Australia. Nella musica del duo ritroviamo così il dolore feroce e la rabbia per la repressione subita nelle sezioni più violente, l’elogio all’impeto e al coraggio nelle parti epiche e l’aspirazione alla libertà nelle lunghe cavalcate strumentali; una vasta gamma di sentimenti espressi dalle trame chitarristiche di Moribond, fra soluzioni in tremolo picking, altre atmosferiche o più impetuose. Il clima che si respira è sospeso nel tempo, in un passato mitico ed eroico, effetto cui contribuiscono tre fattori: la produzione estremamente essenziale e lo-fi, dai suoni sgraziati (con una batteria basilare, che pare programmata); gli estratti di musica tradizionale (violino e fisarmonica) di alcuni autori locali vissuti fra ‘800 e ‘900 (il già citato Allard, Isidore Soucy e Tommy Duchesne); i lunghi brani (sempre oltre i sette minuti) che rapiscono l’ascoltatore. Per quanto riguarda Athros, la sua prova vocale è davvero sentita e lo scream spettrale sa aggredire dritto alla gola ma anche esprimere un tormento che si avvicina alla tradizione depressive-suicidal, utilizzando versi snelli e diretti, le cui parole chiave si ritrovano immediatamente nei titoli dei pezzi. I riferimenti alla libertà, alla patria, al giglio (elemento distintivo della bandiera del Québec), al sangue, all’onore e alle tradizioni sono inseriti nel contesto naturale e paesaggistico della Belle Province, caratteristica che accomunerà poi l’intero movimento generato da Forteresse e Brume D’Automne; a certificare questa comunanza fra le due band, c’è la presenza dello stesso Nordet come ospite al microfono in “De Sang Et De Volonté”.

Métal Noir Québécoís è un diamante grezzo, un disco nient’affatto perfetto, che tuttavia cattura con precisione la veemenza e il talento di due ventenni destinati a segnare la scena estrema del Quèbec nel decennio successivo. In questa prima fase la band realizza altre due testimonianze sulla stessa scia stilistica: il 7” Traditionalisme esce a fine agosto 2007, composto dalle tracce inedite omonima e “Forêt D’Automne“, mentre un nuovo album viene composto e poi messo in stand-by per alcuni anni.


UNA ESCURSIONE NEI BOSCHI

Il capitolo discografico successivo si intitola Les Hiver De Notre Epoque e inaugura il periodo atmosferico della band, che ribattezza il proprio stile «Metal Noir Epique Ambiant». Composto nell’autunno del 2007 e pubblicato a marzo 2008 per Sepulchral Productions, il disco ci catapulta in quell’inverno che è stagione climatica e spirituale, durante la quale il manto nevoso rallenta lo scorrere della vita, favorendo così la mente nel processo di riflessione profonda sull’esistenza. Scordate quindi le tempeste furiose di un Battles In The North, perché qui le tastiere di Moribond e Athros avvolgono il panorama con un abbraccio gelido che contagia in simbiosi anche le chitarre, mettendo un freno alle ritmiche per concentrarsi sul lato ambient del black metal. A restare immutato rispetto all’esordio è invece quell’alone maestoso tipico del Métal Noir Québécoís, cui si affiancano i versi dei poeti connazionali Albert Lozeau ed Émile Nelligan utilizzati per comporre i testi: un senso di malinconia e perdita domina la poetica dei due autori, che sfruttano la natura (panorami autunnali o invernali) quale metafora per descrivere le sensazioni vissute in prima persona. Sul fronte grafico invece le scene di vita tradizionale di Cornelius Krieghoff, pittore naturalizzato dell’800, regalano ulteriore profondità all’opera, nonostante la scelta di proporle in bianco e nero; la mia ristampa in digipak, nel decennale dell’uscita, al contrario riduce il numero di immagini ma le presenta a colori.

The Blizzard – olio su tela di Cornelius Krieghoff, 1860 c.

Sulla stessa scia stilistica si colloca lo split del marzo 2010 condiviso coi Brume D’Automne, un 7″ realizzato in 500 esemplari sull’etichetta di sempre. Moribond e Athros compongono per l’occasione i gradevoli sei minuti di “Profonde Liberté À Nos Cœurs”.

A quattro anni dalla fondazione, arriva poi anche il primo cambiamento nella formazione, o meglio un rinforzo: in occasione di Par Hauts Bois Et Vastes Plaines i Forteresse inseriscono nei ranghi Fiel dei Csejthe come batterista e tastierista, lasciando così Moribond a occuparsi dei testi e della chitarra, e Athros alla voce. Ne esce fuori un’opera dal diverso approccio artistico, che agisce per sottrazione e snellisce l’intero apparato sonoro, rendendolo più cristallino. Il disco suona minimale e ipnotico, una lenta, rarefatta ed epica narrazione naturalistica del Québec, supportata ancora una volta da Sepulchral Productions. Anche il versante lirico e quello grafico risentono di queste mutazioni: i brani sono privi di titolo e sostanzialmente senza soluzione di continuità; i testi limitati a pochi versi; la copertina una sorta di acquerello in scala di grigi.


OLTRE LA FORESTA, VERSO IL PALCO

Poco dopo l’uscita di Par Hauts Bois Et Vastes Plaines, i Forteresse iniziano a frequentare anche il palco. La prima esibizione dal vivo è datata 22 aprile 2011 al Théatre Plaza di Montréal, come spalla ai francesi Celestia. In preparazione all’Alliance Française Tour, realizzano la demo Une Nuit Pour La Patrie (su Spectre Sinistre), contenente quattro pezzi del repertorio ripetuti in maniera identica su entrambi i lati della musicassetta. A fine novembre sono di scena invece al primo Messe Des Morts, festival messo in piedi da Sepulchral Productions e che quell’anno porta in Québec Angantyr e Glorior Belli, e in seguito pezzi grossi del black metal europeo quali Archgoat, Cult Of Fire, Horna, Lifelover, Nargaroth, Mgla, Sargeist, Satanic Warmaster, Shining e Taake. Infine riescono a varcare il confine, esibendosi più volte a New York e oltreoceano in Francia (Ragnarok Rock Fest 2016) e Finlandia (Steelfest Open Air 2018).

La fase della prolificità estrema si chiude nel 2011 con Crépuscule D’Octobre, il famoso album registrato a ridosso delle sessioni di Métal Noir Québécoís poi messo nel cassetto per quasi un lustro. Quello che sarebbe dovuto essere il secondo disco della band esce così sull’etichetta di Myrkhaal in una versione dai suoni sgrezzati, mantenendo però le linee di chitarra originali come filo conduttore con l’idea iniziale (insieme agli intermezzi folk), mentre nei testi lo sfondo naturalistico esprime metaforicamente rivendicazioni e malessere per il proprio destino. In copertina invece le tonalità diventano più vivide, allo stesso modo degli scenari evocati. A posteriori, Crépuscule D’Octobre è l’opera meno peculiare dei Forteresse: composta a ridosso del debutto, non possiede una propria personalità ma d’altra parte resta una testimonianza valida per conoscere gli esordi della band, specialmente per chi non digerisce i suoni amatoriali di Métal Noir Québécoís.


LA CONSACRAZIONE INTERNAZIONALE

Il capitolo più recente di questa entusiasmante epopea si avvia nel 2014, abbracciando una nuova svolta che abbandona gli influssi ambient in favore di sonorità più coinvolgenti, dirette e adatte a essere riproposte dal vivo, dimensione cui la band si dedica con sempre maggiore impegno. A marzo viene pubblicato lo split quadripartito Légends, composto da un doppio 7″ edito da Sepulchral Productions e dedicato alla cultura delle popolazioni native del Québec, condiviso con Chasse-Galerie, Monarque e Csejthe. I Forteresse contribuiscono con “Wendigo”, un pezzo dal pathos strabordante, che narra dell’omonima figura demoniaca presente nella mitologia dei Nativi Americani Algonchini. Sul tema del rapporto fra coloni e First Nation, Moribond si esprime in una intervista del 2016 rilasciata ad Ave Noctum: «Penso che certa gente abbia frainteso la nostra opinione sulle culture indigene del Québec. Una buona parte di queste si fuse nel folclore del Québec e fu assimilata dalle persone che si insediarono qui. Sembra che in giro ci sia qualcuno che voglia farci passare per i cattivi della situazione quando, invece, gli indiani d’America in Québec furono trattati con rispetto e amicizia per lungo tempo. Gli uomini che hanno imparato a convivere con i nativi e ad aiutarsi reciprocamente durante quegli anni difficili sono parte della nostra storia e noi ci teniamo e lo rispettiamo. È questa unione, mista alle dure asperità che i colonizzatori hanno dovuto affrontare, che ha dato vita a quelli che oggi consideriamo i veri abitanti del Québec. Questo è specialmente vero, poi, quando si guarda agli alberi genealogici di molte, moltissime famiglie del Québec. Non è raro imbattersi in tracce di sangue nativo, mentre li si ripercorre. Purtroppo, le tribù indigene del Québec furono trattate con mancanza di rispetto in tempi più recenti, ma la parte che hanno giocato nella storia del Québec dovrebbe essere ricordata e onorata. Noi abbiamo reso omaggio alla loro cultura con la traccia “Wendigo”».

Un indiano Wigwam nel Basso Canada: opera del 1848 di Cornelius Krieghoff

La consacrazione definitiva e internazionale arriva due anni più tardi con Thémes Pour La Rébellion, rilasciato da Sepulchral Productions il 24 giugno 2016, festa nazionale del Québec; il giorno di San Giovanni Battista, patrono della provincia canadese. I Forteresse assumono la forma di un quartetto, con l’inserimento di Matrak (fondatore dei Chasse-Galerie) come secondo chitarrista e si avvalgono dei Necromorbus Studio per il salto di qualità a livello di suoni, ora definiti e potenti. Thémes Pour La Rébellion è un’opera che trasuda ardore sin dalla bruciante copertina che raffigura L’incendio del quartiere Saint-Jean, dipinto del 1845 del pittore e attivista politico Joseph Légaré. I quattro realizzano il disco più maturo, maestoso e battagliero della propria carriera, colmo di eroismo espresso anche attraverso splendidi cori evocativi e lunghe cavalcate epiche, cesellate dalle chitarre in tremolo picking di Moribond e del neoentrato Matrak, mentre la batteria di Fiel rimbomba incalzante e potente, cannoneggiando senza pietà.

La testimonianza discografica più recente è rappresentata infine da Récits Patriotiques, una sessione di prove in studio dell’ottobre 2016 contenente fra l’altro “Wendigo”: inizialmente ideata come musicassetta da distribuire dopo il Messe Des Morts Festival VI, visto l’annullamento della serata in cui avrebbe dovuto suonare la band, è diventata una compilation ufficiale con layout professionale distribuita in 750 copie (esaurite). Un’uscita rivolta esclusivamente ai maniaci dei Forteresse come il sottoscritto, acquistata da Sepulchral Productions.

Il 2 novembre 2018 la band annuncia l’addio di Fiel, tornando così a essere un trio: Moribond, Athros e Matrak, mentre Cadavre (Cantique Lépreux, Chasse-Galerie) e Monarque sono rispettivamente batterista e bassista per i live.


Nel 2021 Moribond e compagni festeggeranno i quindici anni di carriera, vissuti sempre sui binari della credibilità e dell’integrità, che li hanno portati a ottenere una grande crescita nei riscontri, come dimostra anche la ristampa (rimasterizzata) del classico Métal Noir Québécoís, curata a giugno da Myrkhaal. Lunga vita ai Forteresse!

La formazione dei Forteresse nel 2016: da sinistra a destra Moribond, Matrak, Fiel e Athros (foto di Catherine Leclerc)