Pillole di Male #21: Ardente / DragonKeep, Le Horla, Earthbong | Aristocrazia Webzine

Pillole di Male #21: Ardente / DragonKeep, Le Horla, Earthbong

Quando parliamo di musica cerchiamo di farlo nel modo più approfondito ed efficace possibile, sviscerando aspetti salienti quali i contenuti dei testi ma evitando le sterili sbrodolate di un’analisi traccia per traccia forzata. Per questa ragione avere fra le mani il disco fisico è una necessità oltre che una gratificazione: studiare il libretto, verificare la qualità audio del supporto, ammirare la copertina. Talvolta però non è possibile ricevere il materiale promozionale o acquistare il cd/vinile/musicassetta in prima persona per una serie di motivi economici o logistici: perché magari prodotto in numeri limitatissimi (anche oltreoceano), troppo costoso, oppure già esaurito o ancora in attesa di essere stampato. In tutti questi casi solitamente avremmo alzato le mani, nonostante la qualità delle opere ascoltate, e ci saremmo dedicati ad altro, privando però i lettori di una occasione di conoscenza, seppur parziale. Fino a oggi. Perché la rubrica Pillole Di Male arriva per colmare questa lacuna: non vere e proprie recensioni, piuttosto dei consigli per gli ascolti in pastiglie… ma senza effetti collaterali! Un modo per stuzzicare il vostro appetito musicale e condividere quanto ci ha appassionato fra le uscite underground più recenti.

In questo numero un breve split sull’asse black metal-dungeon synth con Ardente e DragonKeep, il freddo e spettrale ep dei Le Horla e lo sballo stoner compresso degli Earthbong.


Ardente / DragonKeep – Split Promo ’22

(Starless Music, 9 ottobre 2022)

A distanza di un anno dalla sua apparizione su Pillole di Male #8, Ardente ritorna nella nostra rubrica tascabile, purtroppo non in occasione del suo primo album ma di uno split-promo pubblicato lo scorso ottobre, che segue una serie di demo e una compilation, in compagnia di DragonKeep, altra incarnazione della stessa Lila Starless, già nota anche come Vöghräth. Due tracce per ciascun gruppo e un totale di poco meno di mezz’ora di musica.

La prima differenza riscontrata per Ardente è il netto miglioramento dei suoni, ancora grezzi ma non impastati come in passato, che permettono comunque di cogliere i riff e il buon lavoro compositivo di Lila. L’iniziale “Sur Les Nuages Étincelants” possiede uno scheletro raw black metal sul quale si inseriscono struggenti melodie dal carattere post-black che rimandano alle atmosfere di Woods Of Desolation e Austere; la canzone è inframezzata da uno stacco atmosferico in cui sono protagoniste le tastiere. “Reines” invece è una strumentale meno di impatto immediato, che tuttavia certifica le buone qualità della francese nella scrittura dei brani; interessante per il futuro il breve inserimento acustico utilizzato.

Con i DragonKeep ci spostiamo sul versante dungeon synth. Sia “Echoes Of Archaic Magic” che “Towards The Mountain” evocano atmosfere magiche, epiche e fantasy nella migliore tradizione del genere e filano via lisce anche per chi solitamente non bazzica questi lidi come il sottoscritto (che comunque adora il primo Mortiis). Entrambi i pezzi sono realizzati a mo’ di collage di piccoli frammenti successivi.

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Le Horla – Remords

(autoprodotto, 9 gennaio 2023)

I Le Horla sono un nuovissimo duo proveniente dalla Val di Susa, composto da Vála (della band dark ambient Cordvla) e dal chitarrista Insanus (Goatland, Kynesis, Misteyes). Il gruppo prende il nome da un racconto del 1886 di Guy de Maupassant, precisamente dalla creatura — non è dato sapere se reale o immaginaria — che perseguita l’autore del diario fino a causarne probabilmente la pazzia. E si definisce come: «experimental depressive black metal».

Remords è un ep che affonda le sue radici nel depressive-suicidal, senza tuttavia limitarsi a essere l’ennesimo clone degli Abyssic Hate e restando lontano dall’approccio lo-fi estremo. Sconforto, malinconia e oppressione sono sensazioni che aleggiano nell’aria come spettri, senza mai concretizzarsi in qualcosa di reale, senza mai arrivare al parossismo alla Silencer, come dimostra anche l’utilizzo limitato e in secondo piano nel mix dello scream. Anche la scelta del francese per i testi si rivela coerente a ricreare tale sensazioni.

I Le Horla tessono trame sonore variegate e sempre coerenti col placido panorama innevato della copertina, toccando via via lidi post-black, moderni, per sfociare nell’ambient enigmatica di “Plasir Du Dècor” o nell’ambient black metal di “Remords” nella quale risuona un eco dei Forteresse più minimali di Les Hivers De Notre Époque e Par Hauts Bois Et Vastes Plaines. In alcune occasioni poi l’immutabile scenario viene scosso dalla sferzate di gelo e risvegliato dal torpore, come accade in “Sensation”.

Remords è un’opera interessante, dinamica e intelligente, mi verrebbe da definirla efficiente perché non si attarda mai nella reiterazione delle medesime idee, riff o melodie, preferendo sfruttare al meglio il proprio tempo (mezz’ora), senza rubarcelo. Inoltre è un ottimo modo per abbracciare come amici intimi l’inverno e il gelo con cui si accompagna.

[M1]


Earthbong – Proceed As One

(Autoprodotto, 27 gennaio 2023)

Un nome, una garanzia. Abbiamo fatto la conoscenza dei tedeschi Earthbong nel 2020 in occasione della pubblicazione del loro secondo album, intitolato Bong Rites, mentre un terzo lavoro è in arrivo verso la fine dell’estate. Nel frattempo però il terzetto di Kiel ha deciso di spezzare quest’attesa di quasi tre anni, regalandoci proceed as one, un EP di due tracce e poco più di venti minuti di durata, giusto per spacciare un po’ di fumi sospetti e causare qualche allucinazione per farci abituare gradualmente alla botta grossa. Molto premurosi, bisogna dirlo.

“Fathead” ci accoglie con campionature che parlano degli effetti che alcune droghe hanno sui nostri sensi, causando allucinazioni sonore e visive, per poi catapultarci in uno stoner lento e cavernoso farcito di urla e una scarica di riff dai contorni poco definiti. proceed as one è stato registrato nel 2021 in sala prove in presa diretta, ed è proprio questa produzione casereccia a imprimere all’EP un’atmosfera ancora più intima, come se gli Eartbong ci stessero suonando in casa. La prima traccia sfuma senza interruzione in “Wax”, non molto variegata in termini di riff e comunque di effetto, più breve ma anche più aggressiva e dai toni molto più doom, in cui la voce gorgoglia che è una bellezza.

Entrambi i brani risulteranno familiari a chi ha avuto modo di vedere gli Earthbong dal vivo negli ultimi due anni, poiché la band li ha proposti in sede live ben prima che l’EP venisse pubblicato. Per noi proceed as one è totalmente inedito e non vediamo l’ora di mettere le mani sul prossimo album.

Arise in smoke.

[Elisunn]