Pillole di male #8 - gennaio 2022| Aristocrazia Webzine

Pillole di male #8: Carathis, Ardente, 1789

Quando parliamo di musica cerchiamo di farlo nel modo più approfondito ed efficace possibile, sviscerando aspetti salienti quali i contenuti dei testi ma evitando le sterili sbrodolate di un’analisi traccia per traccia forzata. Per questa ragione avere fra le mani il disco fisico è una necessità oltre che una gratificazione: studiare il libretto, verificare la qualità audio del supporto, ammirare la copertina. Talvolta però non è possibile ricevere il materiale promozionale o acquistare il cd/vinile/musicassetta in prima persona per una serie di motivi economici o logistici: perché magari prodotto in numeri limitatissimi (anche oltreoceano), troppo costoso, oppure già esaurito o ancora in attesa di essere stampato. In tutti questi casi solitamente avremmo alzato le mani, nonostante la qualità delle opere ascoltate, e ci saremmo dedicati ad altro, privando però i lettori di una occasione di conoscenza, seppur parziale. Fino a oggi. Perché la rubrica Pillole Di Male arriva per colmare questa lacuna: non vere e proprie recensioni, piuttosto dei consigli per gli ascolti in pastiglie… ma senza effetti collaterali! Un modo per stuzzicare il vostro appetito musicale e condividere quanto ci ha appassionato fra le uscite underground più recenti.


Carathis – The Amethyst Fortress

(Autoprodotto, 20 dicembre 2021)

Ogni volta che cerco ispirazione per Pillole di Male, Bandcamp diventa il mio spacciatore di fiducia che non va in ferie nemmeno sotto Natale. Stavolta fra le mie pasticchette ho trovato i Carathis, one man band guidata dal tedesco Erech Leleth, ora di base in Austria e impegnato nell’ultimo paio di anni in una miriade di progetti del sottobosco locale. The Amethyst Fortress è il secondo ep pubblicato nel 2021 sotto tale nome e prosegue il concept basato sulla venerazione della Regina della Torre, di cui però non è possibile conoscere i dettagli. I cinque brani della scaletta offrono un piacevolissimo black metal dalla forte impronta melodica, con un’attitudine raw vecchia scuola ma suoni chiari, seppur con qualche volume non bilanciatissimo, e un ruolo importante per le tastiere. A detta del suo autore, la musica di Carathis è composta di getto, difatti è semplicissimo entrarci in sintonia, tuttavia non manca una certa profondità che rende interessante ogni singolo brano insieme al contrasto fra ruvidezza e armonia. Entrambi gli ep usciranno in cassetta a gennaio, ma in futuro arriveranno anche cd e vinile. Forse allora scoprirò di più sulla Regina e la sua Torre…


Ardente – Citadelle Des Brumes

(Autoprodotto, 14 luglio 2020)

Ardente è una one woman band messa in piedi nel 2020 e super indaffarata come da tradizione del buon black metal underground. Ci troviamo a Rennes, in Francia, al cospetto della sola Vöghräth e Citadelle Des Brumes rappresenta la prima testimonianza in formato demo di una lunga serie (nel momento in cui scrivo siamo a quota quattro): raw black metal dall’animo decadente, con suoni poveri e privo di voce, qualche influsso blackgaze (“…Et La Neige Recouvri”) ma forte di un certo carattere narrativo che compensa l’assenza di scream (che appare però già nel seguente Le Château Sous Les Étoiles). Zero originalità, niente colpi di scena, solo passione old school. Sulla pagina Bandcamp di Ardente è possibile acquistare in formato digitale tutte le opere di Vöghräth, praticamente regalate, aspettando un futuro album già in lavorazione. Le sensazioni sono incoraggianti per i malati degli anni ’90, stiamo a vedere…


1789 – 1789

(Pile Of Heads Productions, 18 ottobre 2021)

A cavallo tra Francia e Stati Uniti, il misterioso trio dei 1789 compone raw black metal dalle influenze medievali «in memoria di chi ha lottato per la libertà e contro gli oppressori e i Cristiani». Nei cinque brani dell’ep 1789, uscito a ottobre per la neonata e altrettanto sconosciuta Pile Of Heads Productions, con sede a Philadelphia, la peculiarità principale risiede nelle atmosfere evocate dalle tastiere di Roanoke/Till. Una certa fierezza patriottica è dominante (richiamando idealmente Forteresse e Drave), addirittura l’intro “Le Souffle Court” sembra annunciare l’ingresso di qualche testa coronata a corte, ma il tono epico talvolta assume connotati più oscuri o classico-orchestrali, assecondato dalle ritmiche del batterista T. Lo scream di J/Tattva si mantiene invece sempre intransigente e viene proposto in lingua francese. Insoma 21’22” di apprezzabile black metal di altri tempi.