Pillole di male #7: Doodswens, Dauþuz, Forlorn Citadel, Mirkwood, Spells Of Fog.
Quando parliamo di musica cerchiamo di farlo nel modo più approfondito ed efficace possibile, sviscerando aspetti salienti quali i contenuti dei testi ma evitando le sterili sbrodolate di un’analisi traccia per traccia forzata. Per questa ragione avere fra le mani il disco fisico è una necessità oltre che una gratificazione: studiare il libretto, verificare la qualità audio del supporto, ammirare la copertina. Talvolta però non è possibile ricevere il materiale promozionale o acquistare il cd/vinile/musicassetta in prima persona per una serie di motivi economici o logistici: perché magari prodotto in numeri limitatissimi (anche oltreoceano), troppo costoso, oppure già esaurito o ancora in attesa di essere stampato. In tutti questi casi solitamente avremmo alzato le mani, nonostante la qualità delle opere ascoltate, e ci saremmo dedicati ad altro, privando però i lettori di una occasione di conoscenza, seppur parziale. Fino a oggi. Perché la rubrica Pillole Di Male arriva per colmare questa lacuna: non vere e proprie recensioni, piuttosto dei consigli per gli ascolti in pastiglie… ma senza effetti collaterali! Un modo per stuzzicare il vostro appetito musicale e condividere quanto ci ha appassionato fra le uscite underground più recenti.
Doodswens – Doodswens
(Headbangers Records, 2019)
L’uscita a inizio mese di Lichtvrees è la scusa definitiva per parlare delle Doodswens, duo black metal olandese dietro il cui monicker dal significato dolcissimo (letteralmente: desiderio di morte) si celano la batterista Inge van der Zon e la chitarrista e urlatrice provetta Fraukje van Burg, rispettivamente classe ’96 e ’00. Una band giovanissima non solo per l’età delle sue componenti ma anche perché fondata appena una manciata di anni fa. Il suo primo parto, l’omonimo Doodswens, ha visto la luce nel febbraio del 2019 ed è stato subito pubblicato da Headbangers Records: quattro tracce per una ventina di minuti di oltranzismi novantiani che la van der Zorn e la van Burg non possono aver vissuto, ma per cui dimostrano una passione viscerale. La qualità di questa demo è stata tale da garantire alle due non solo uno split con un’altra formazione locale, gli Adversarius, ma anche un posto di spalla all’ultimissimo tour europeo dei Marduk assieme ai Valkyrja. Più trve di cos… Come dici, due ragazze di nemmeno trent’anni che fanno black metal non possono essere trve? Penso tu debba restare nella tua cameretta a riflettere sul senso della vita.
Dauþuz – Vom Schwarzen Schmied
(Amor Fati Productions, 2021)
«Traditional Mining in Germany and Europe» poteva essere il titolo di un saggio specialistico scritto da qualche ricercatore dai gusti un po’ particolari, invece è uno degli argomenti di cui cantano i Dauþuz secondo quanto riportato da Metal Archives. Fieri esponenti di quello che noi non fatichiamo a identificare come black metal atmosferico, Aragonyth S. (Idhafels) e Syderyth G. (Isgalder, Wintarnaht) si fanno promotori di un’estetica singolare e non sorprende, quindi, che chiamino la loro musica con un nome altrettanto singolare: mining black metal. Blast a palla, riff in tremolo e scream echeggianti si alternano in Vom Schwarzen Schmied a occasionali rallentamenti, sia distorti che acustici, in cui le atmosfere si distendono e si fanno più evocative, sfiorando di tanto in tanto l’epicità ulveriana di fine anni ’90. Gli sporadici rintocchi metallici che ritornano nei vari capitoli di “Der Bergschmied” fanno eco alla tematica di fondo del concept album del duo, che riunisce in un’unica mini-epica le vicende di un fabbro di miniera e quelle più generiche dell’introduzione dell’arte mineraria e della sua successiva scomparsa. Un lavoro decisamente sui generis, destinato a essere estratto dai meandri dell’underground e apprezzato proprio come la gemma che è.
Forlorn Citadel / Mirkwood / Spells Of Fog – Forlorn Citadel / Mirkwood / Spells Of Fog
(Northern Silence Productions, 2021)
Mai mi sarei aspettato che, dopo aver pubblicato in primavera lo speciale su alcuni degli eredi dei Summoning, uscissero nell’arco di una manciata di mesi diversi nuovi titoli tanto validi legati a quel microcosmo. Oltre al già citato mini dei Sojourner, infatti, sono arrivati da pochissimo il nuovo album di Cân Bardd e lo split condiviso tra Forlorn Citadel, Mirkwood e Spells Of Fog. Quest’ultimo è una piccola summa di tutto quanto l’epic black di matrice summoningiana dovrebbe essere: tastiere, piri piri, percussioni ritmiche, riff glaciali e scream virulenti, conditi di tanto in tanto da vocioni grossi e narrazioni magniloquenti. Tre pezzi per il progetto di Solace, che apre le danze con la stessa formula con cui ci aveva già abituati in Ashen Dirge Of Kingslain e le richiude con altri tre brani. Spells Of Fog, infatti, non è altro che l’ennesimo progetto di Matthew Bell, australiano trasferitosi in Svezia e iperattivo su svariati fronti dell’underground black mondiale: dall’ex militanza in Folkodia e Folkearth alla collaborazione con Tim Yatras in Autumn’s Dawn e Germ, passando appunto per la parentesi nerd di Forlorn Citadel e Spells Of Fog. A dare un po’ di pausa a Bell, in scaletta, ci pensa Mirkwood, alfiere semisconosciuto e difensore indefesso dell’ambient black più epico e medievale. Due tracce per il progetto di A.K. che dal Nuovo Continente continua la sua produzione oltranzistissima, fatta di distorsioni imperanti e tastierine della Chicco. Oltre cinquanta minuti di epicità nera come l’Underdark e grossa quanto un 20 a colpire che tira giù il nemico di turno: un acquisto obbligatorio, insomma, per gli appassionati di questo tipo di nerdismi.