Pillole di Male #18: Feufolet, Fugitive, Mäleficentt | Aristocrazia Webzine

Pillole di Male #18: Feufolet, Fugitive, Mäleficentt

Quando parliamo di musica cerchiamo di farlo nel modo più approfondito ed efficace possibile, sviscerando aspetti salienti quali i contenuti dei testi ma evitando le sterili sbrodolate di un’analisi traccia per traccia forzata. Per questa ragione avere fra le mani il disco fisico è una necessità oltre che una gratificazione: studiare il libretto, verificare la qualità audio del supporto, ammirare la copertina. Talvolta però non è possibile ricevere il materiale promozionale o acquistare il cd/vinile/musicassetta in prima persona per una serie di motivi economici o logistici: perché magari prodotto in numeri limitatissimi (anche oltreoceano), troppo costoso, oppure già esaurito o ancora in attesa di essere stampato. In tutti questi casi solitamente avremmo alzato le mani, nonostante la qualità delle opere ascoltate, e ci saremmo dedicati ad altro, privando però i lettori di una occasione di conoscenza, seppur parziale. Fino a oggi. Perché la rubrica Pillole Di Male arriva per colmare questa lacuna: non vere e proprie recensioni, piuttosto dei consigli per gli ascolti in pastiglie… ma senza effetti collaterali! Un modo per stuzzicare il vostro appetito musicale e condividere quanto ci ha appassionato fra le uscite underground più recenti.


Feufolet – Le Lit Des Résurrections

(Autoprodotto, 21 gennaio 2022)

La questione separatista in Québec affonda le sue radici nei secoli e resta costantemente presente nel discorso pubblico. Anche il black metal se ne è fatto talvolta portavoce, basti pensare all’intera produzione dei Forteresse e in particolare a Thémes Pour La Rébellion, ispirato ai moti rivoluzionari della prima metà dell’Ottocento. A inizio anno invece è toccato a Comte Bergaby e François Le Gueux — già impegnati in numerosissimi progetti nella scena locale — riportare queste tematiche in auge attraverso i Feufolet. Nel primo album del gruppo, intitolato Le Lit Des Résurrections, celebrano infatti la cultura québécoise, esortando a una nuova rivoluzione. Lo sguardo dei due musicisti però è sulla modernità, come dimostrano i richiami e le risposte al poeta e attivista Gaston Miron (1928-1996), ma anche l’inserimento di un discorso del FLQ, il Front de Libération du Québec, movimento terrorista di ispirazione marxista-leninista che mise in atto una lotta armata fra 1963 e 1970, rendendosi autore anche di alcuni omidici.

Sul fronte musicale il raw black metal del duo ha un suono piuttosto pieno per il genere (basso compreso) e le linee melodiche sono definite, tuttavia la violenza sia strumentale che vocale non manca di certo. Come per l’intero filone métal noir québécois, anche qui il disgusto verso i colonizzatori e gli assimilati emerge netto dalle note, così come l’orgoglio, la resistenza e la fierezza trovano largo spazio fra le emozioni suscitate dai brani, tutti piuttosto dinamici e con una interpretazione vocale efficace fra semi-pulito, sfoghi rabbiosi e parti ringhiate. Insomma coi Feufolet il Québec nero tiene alto il suo vessillo in appena trenta minuti.

Le Lit Des Résurrections è uscito in tre versioni: vinile per Goatowarex, CD per Disques Gargouille e cassetta per Forbidden Sonority.


Fugitive – Maniac

(Autoprodotto, 8 agosto 2022)

Nell’agosto di due anni fa un edema polmonare dovuto a un overdose da fentanyl si portava via Riley Gale, apprezzato cantante dei massicci Power Trip. Con l’ultimo disco Nightmare Logic (il secondo) del gruppo pubblicato nel 2017, era ormai da oltre un lustro che il chitarrista Blake Ibanez non deliziava i fan con i suoi possenti riff, quando finalmente ad agosto ecco sbucare su Bandcamp i Fugitive: nuovo progetto con cui schiera in campo il bassista Andrew Messer (ANS), il batterista Lincoln Mullins (Creeping Death), il chitarrista Victor Gutierrez (Impalers) e il cantante Seth Gilmore (Skourge).

Sono sufficienti le note iniziali di “The Javelin”, apripista strumentale dell’EP Maniac, per alzare i livelli di foga al massimo e preparsi all’headbanging sfrenato dei successivi diciassette minuti. Poi è impossibile trovare una via di fuga, perché valanghe di riff ti prendono a sberle senza sosta, fra rasoiate thrash e accenti più cafoni di scuola hardcore, mentre il cantato di Gilmore in stile John Tardy è una delizia per tutti gli amanti degli Obituary come il sottoscritto. I Fugitive sono la pillola che combatte la fiacca una mazzata dopo l’altra.

Nota: dopo le quattro tracce scritte da Ibanez, in scaletta c’è spazio anche per i seminali Bathory con la cover di “Raise The Dead”.


Mäleficentt – Night Of Eternal Darkness

(Night Of The Palemoon, 13 ottobre 2020)

Mäleficentt è la prima delle tante incarnazioni assunte da Eduardo Mora, qui con lo pseudonimo di Count Y.E., fondatore della californiana Night Of The Palemoon e prolifico musicista con i progetti Ixachitlan, Metzli, Viento e Yohualli. Il Nostro inizia a maneggiare la materia black metal nel 2008 con Arntor, prima di passare al nome Maleficent nel 2009 e poi all’attuale Mäleficentt nel 2011, mentre in seguito abbraccia le sue radici indigene con le (one man) band citate.

Da sempre tuttofare e pur con una formula collaudata e priva di sorprese, anche Night Of Eternal Darkness si fa apprezzare senza fatica per la sua scrittura scorrevole, pagando omaggio (o dazio?) ai padri del metallo nero nordeuropeo. Il secondo album di Mäleficentt esprime un buon bilanciamento fra ricchezza del riffing, scream ispirato, varietà ritmica e approccio melodico, portando in nordamerica un pezzetto di Scandinavia all’insegna del lo-fi.