Pillole di male #6: Teufelnacht, Bloodnun, Vide, Sylvan Awe
Quando parliamo di musica cerchiamo di farlo nel modo più approfondito ed efficace possibile, sviscerando aspetti salienti quali i contenuti dei testi ma evitando le sterili sbrodolate di un’analisi traccia per traccia forzata. Per questa ragione avere fra le mani il disco fisico è una necessità oltre che una gratificazione: studiare il libretto, verificare la qualità audio del supporto, ammirare la copertina. Talvolta però non è possibile ricevere il materiale promozionale o acquistare il cd/vinile/musicassetta in prima persona per una serie di motivi economici o logistici: perché magari prodotto in numeri limitatissimi (anche oltreoceano), troppo costoso, oppure già esaurito o ancora in attesa di essere stampato. In tutti questi casi solitamente avremmo alzato le mani, nonostante la qualità delle opere ascoltate, e ci saremmo dedicati ad altro, privando però i lettori di una occasione di conoscenza, seppur parziale. Fino a oggi. Perché la rubrica Pillole Di Male arriva per colmare questa lacuna: non vere e proprie recensioni, piuttosto dei consigli per gli ascolti in pastiglie… ma senza effetti collaterali! Un modo per stuzzicare il vostro appetito musicale e condividere quanto ci ha appassionato fra le uscite underground più recenti.
Teufelnacht – Ausnahmeverbrechen
(Autoprodotto, 1 agosto 2021)
Con un nome che significa notte del diavolo, un disco intitolato con l’equivalente tedesco di crimen exceptum — termine latino usato, specialmente nel contesto della caccia alle streghe, per indicare un crimine talmente eccezionale da essere punito con mezzi oltre il limite del legale — e un buonuomo crocifisso al contrario sulla sua copertina, i Teufelnacht promettono già bene così. Ausnahmeverbrechen è una piccola gemma nascosta dell’underground tedesco, uscita in maniera completamente autoprodotta a inizio agosto. Dieci pezzi dritti, sfrenati e scanzonati degni del miglior spirito novantiano, a metà tra kvlto con la V maiuscola e demenza totale. Purtroppo non si sa nulla di chi si celi dietro lo pseudonimo tenebroso del progetto, ma dal profilo Instagram dei Teufelnacht si evince chiaramente la grande serietà con cui i suoi membri portano avanti questa crociata del male. Chitarre zanzarose, blast beat quadrati, scream caustici, urla sgolate e pianole della Chicco per quaranta minuti di goduria viscerale e primordiale. Livello di caprinità: altissimo.
Bloodnun / Vide – Beneath The Unholy
(Autoprodotto, 29 Ottobre 2021)
Quello tra Bloodnun e Vide è sicuramente uno degli split più grezzi e putridi su cui abbia posato le orecchie negli ultimi tempi. Lontano da quella perla nera che porta il titolo di Virgin Womb Of Eternal Black Terror, Beneath The Unholy condivide con il lavoro a quattro mani tra Lamp Of Murmuur e Dai-Ichi la finitura volutamente semplice e abrasiva, più che altro. Quattro tracce per Bloodnun, cinque per Vide, per un connubio di oscurità che spazia dal black metal al death rock, ma non senza farlo a modo proprio.
Da un lato, il duo del New Jersey attacca e ferisce, calando talvolta nel mix riff suggestivi al limite della psichedelia stoner (“She Dances With Fire”); dall’altro, la one man band della Louisiana rallenta e irretisce con le sue movenze oscene. Il mid tempo nella seconda metà dello split la fa da padrone, con tanto di incursioni di doppia cassa e di blast beat (“Mirrors”), ritmi su cui serpeggiano riff di stampo rock mentre lead nero pece spuntano fuori da ogni ombra e un cantato acido e gracchiante riecheggia virulento. Tutto prodotto in maniera estremamente minimale, tutto al limite dell’inascoltabile, tutto molto male. Bene così.
Sylvan Awe – Transcend
(Northern Silence Productions, 29 Ottobre 2021)
Dall’altro capo del Pacifico, invece, i Sylvan Awe mettono a segno un colpo non da poco. Transcend porta il duo di Melbourne sotto l’ala protettrice di Northern Silence e già questo rassicura sulla qualità del secondo album degli australiani. Semplificando al limite dell’indecenza il tutto, ci si trova davanti a sette tracce per poco meno di quaranta minuti di black nudo e crudo, molto polacco per certi versi. C’è molta scuola Mgła nella proposta di Stuart Callinan (chitarre, basso e voci) e Adrian Horsman (synth e batteria), ma non si tratta affatto di una copia carbone. Transcend non fa mistero della passione dei suoi realizzatori per il post-black mitteleuropeo né nasconde le buone idee del duo. Il risultato finale, in questo modo, si porta a casa complimenti decisi.
Inoltre, per spezzare una ulteriore lancia a favore dei Sylvan Awe e sui possibili paragoni con la creatura di M. e Darkside, i Nostri hanno commentato così l’enorme Algiz sulla copertina di Transcend: «thematically [the album] is generally focussed on self improvement, the will to strive, to open yourself and not be limited by the mundane, to attack life and it’s struggles head on, a call for something more… and that is relevant to any human being from absolutely any culture. These ideals are for the individual, whoever you may be and wherever you may come from. For us, Algiz represents that calling and is featured for that reason. We will not hide behind black metal. We will not tolerate ignorance. We promote the individuality of all peoples cultures and hope they remain as rich and unique as possible».