Vampiri, fantasmi e lupi mannari: una playlist per la notte di Halloween

I giorni a cavallo tra la fine del mese di ottobre e l’inizio del mese di novembre sono, più o meno uniformemente, caratterizzati da una connotazione piuttosto macabra nell’emisfero australe del globo. Dalla notte di Samhain alla più recente Halloween, passando per Ognissanti e giorno dei Morti, Día de Muertos, la Noche de Brujas, Nos Galan Gaef e chi più ne ha più ne metta, l’immaginario di mezzo mondo per le prossime 24-48 ore sarà più nero e macabro del sottoscala dell’Helvete a metà anni Novanta.
Nel 2019 avevamo già pensato di unirci alle celebrazioni festeggiando con una playlist dedicata alla Spooky Season, ma di vampiri, fantasmi e orrori vari ce ne sono così in abbondanza che abbiamo deciso di dare un seguito a quel listone. Eccoti quindi altri nove suggerimenti per questo ponte dei Morti, con dischi, EP e split da recuperare e riascoltare tra un festino, una grigliata e una visita al loculo marmoreo di zi’ Vicienzo.
In chiusura di articolo trovi anche una piccola raccolta di titoli extra sui quali non ci siamo soffermati in questa sede, ma che ugualmente ti raccomandiamo per questa tre giorni di culto.
Beherit – Drawing Down The Moon (black metal)
Etichetta: Spinefarm Records
Anno: 1993
Parlare del primo album dei Beherit non sarà come parlare della scoperta del fuoco, ma siamo a tanto così, a livello di importanza. Perché dopo una sequela di demo, EP, compilation e split (tra cui l’improbabile Triumph Of Death, condiviso con Carcass, Samael, Acheron, Mortuary e Death Yell) i finlandesi arrivano a partorire Drawing Down The Moon nel 1993 pensando e ragionando, attività non troppo comuni all’epoca.
Così è successo che ci siamo ritrovati tra le mani un disco profondo e terrificante, ma comunque ancora pervaso di una bestialità imprevedibile. Nuclear Holocausto Vengeance (all’anagrafe Marko Laiho) decide che i sintetizzatori possono essere un valore aggiunto, come pure le voci effettate, tipo quella che recita la Settima Affermazione Satanica di LaVey nell’intro.
È in questo contesto, fatto di satanismo razionalista, demoni sumerici e paganesimo malaticcio che “Werewolf, Semen & Blood” si trasforma in uno dei nostri incubi peggiori: il growl che a tratti diventa un sussurro malefico fino a mutare in un vortice che assorbe tutto, la batteria essenziale, primitiva, la chitarra che crea una trama senza soluzione di continuità con il basso di Black Jesus. Ci sono una miriade di spunti in questi oltre tre minuti di perversione a base di licantropi, sesso e violenza, talmente tanti che ci si potrebbe riassumere lo spirito che animava i Beherit all’epoca.
Il pezzo in questione è uno dei più brutali e anche dei più veloci in un disco nel quale death e doom giocano un ruolo predominante, e in cui l’atmosfera prova a spuntarla sulla furia cieca tipica di tanto black metal di quei tempi. Brano seminale (in tutti i sensi), album imprescindibile, perfetto per Halloween ma in generale per cacarsi addosso in ogni giorno dell’anno.
[VACVVM]
Akhlys – Melinoë (dark ambient / black metal)
Etichetta: Debemur Morti Productions
Anno: 2020
L’idea di finire intrappolati nei propri incubi è una di quelle robe che sprizza horror da tutti i pori. Non serve neppure il Freddy di turno che prenda e ammazzi la qualunque per parlare anche di questo tema all’interno dello speciale, perché un paio d’anni fa ci ha pensato quel galantuomo di Naas Alcameth a fornirci l’assist per l’occasione. Chiaramente parlo di Melinoë, terzo disco di casa Akhlys, il progetto parallelo dell’artista americano, tra le altre cose voce degli altrettanto spaventosi Nightbringer.
Dietro — e dentro — Melinoë, però, c’è veramente il terrore distillato. In un’intervista a Bardo Methodology, infatti, Alcameth ha raccontato di aver tenuto sotto controllo le sue ore di sonno, registrandosi mentre dormiva e nei momenti in cui, privo di coscienza, viaggiava per luoghi che non vorremmo mai raggiungere, tra un incubo e l’altro. Già dal vivo Akhlys si presenta con maschere impressionanti, ma su disco — pur essendosi raffinato ed evoluto, stravolgendo quanto fatto di volta in volta — il terrore si concretizza ulteriormente, allucinando l’ascoltatore come uno spettro: senza forma fisica, ma con una scarica di potenza indescrivibile.
Dall’apripista “Somniloquy” alla conclusiva “Incubatio”, l’orrore si fa reale e, strato dopo strato, diviene ciò che nessuno vorrebbe mai trovarsi davanti aprendo gli occhi nella notte in piena fase REM. Si raccomanda di ascoltare Melinoë a stomaco leggero e lontano dalle ore di buio: con Akhlys, in ogni caso, gli effetti collaterali restano assicurati.
[Oneiros]
Witchfinder General – Death Penalty (heavy / doom metal)
Etichetta: Heavy Metal Records
Anno: 1982
Pena di morte, donne seminude in copertina, croci che rappresentano il potere di nostro Signore e peccatori che meritano di morire bruciati: chissà se i veri Grandi Inquisitori approverebbero o meno il nostro listone di Halloween, essendo Aristocrazia dalla parte degli sporchi e impuri miscredenti. I Witchfinder General non hanno probabilmente bisogno di presentazioni, ma qualcosina è il caso di dirla lo stesso per dovere di cronaca: tanto per cominciare, prendono il nome da un film horror inglese del 1968 e sono stati attivi dal 1979 al 1984 e poi di nuovo, brevemente, dal 2006 al 2008.
Due dei loro dischi su un totale di tre sono stati pubblicati nel primo periodo di attività e hanno contribuito enormemente a plasmare ciò che oggi chiamiamo doom metal. Naturalmente non stupisce che Death Penalty, album di debutto, sia un lavoro di stampo principalmente heavy metal, ed è sempre interessante notare come quello dei morti ammazzati resti un tema che si adatta alle sonorità più svariate. Tra gli argomenti trattati in Death Penalty, ma dai Witchfinder General in senso ampio, è presente quello delle droghe, anche pesanti, ma forse è il caso di concentrarci di più sui morti che non trovano riposo cantati in “R.I.P.”, delle povere donne mandate al rogo in “Witchfinder General” e della descrizione davvero grafica e dettagliata di una presunta strega, o molto più probabilmente una delle tante sfortunate catturate per sbaglio, che brucia in “Burning A Sinner”.
Credo di poter dire con certezza che i Witchfinder General nutrissero molta simpatia per i reietti condannati ingiustamente alla morte, per cui nella notte di Halloween ricordiamoci di rivolgere un pensiero anche a quei peccatori, spesso più innocenti di altri, che si sono trovati a causa del non sempre giusto Fato sulla stessa strada di sanguinari con manie di grandezza e deliri di onnipotenza.
[Elisunn]
The Vision Bleak – Carpathia (A Dramatic Poem) (gothic metal)
Etichetta: Prophecy Productions
Anno: 2005
Dove sinistre atmosfere gotiche incontrano l’horror otteniamo Carpathia (A Dramatic Poem), con il suo graditissimo seguito di occultismo e orpelli orchestrali che ci trasportano in un castello infestato da creature che non vedono la luce del sole da secoli. I bavaresi The Vision Bleak raggiungono uno dei punti più alti della loro carriera con un disco relativamente breve, appena una quarantina di minuti, ma farcito di storie che farebbero accapponare la pelle a chiunque. Del resto i Monti Carpazi attraversano la Romania, dimora secolare di tale Vlad l’Impalatore, per circa il 50% del paese stesso, per cui ha perfettamente senso che quando il sole tramonta sulle montagne e al suo posto sorge la pallida luna possano succedere solo cose poco gradevoli, di cui noi mortali non possiamo che essere tragiche vittime.
L’influenza principale dalla quale i The Vision Bleak attingono in abbondanza è il macabro genio di H.P. Lovecraft, esplicitamente presente in più di un brano: ad esempio, “Dreams In The Witch-House” è ispirato all’omonimo racconto horror in cui il giovane studente Walter Gilman è succube delle influenze della strega Keziah, che lo catapulta in un mondo a metà tra la realtà e il sogno. Inutile dire che Walter farà una fine orribile, col cuore divorato dall’interno dal famiglio di Keziah dopo essersi rifiutato di compiere un sacrificio umano e dopo aver ucciso la strega stessa, nel vano tentativo di riappropriarsi della sua vita così com’era prima. Le canzoni “The Curse Of Arabia”, “Kutulu!” e “The Charm Is Done” sono invece dedicati al folle Abdul Alhazred, personaggio fittizio autore dell’altrettanto fittizio Necronomicon, il potentissimo e maledetto libro di magia nera.
Le storie che i The Vision Bleak scelgono di rappresentare in Carpathia sono terrificanti, accompagnate da tappeti di archi e voci baritone che immergono il disco in una lugubre nebbia fatta di incubi e paura, eppure ascoltare periodicamente questo dramma musicale gotico è un’attività alla quale non posso sottrarmi, a maggior ragione nel mese più inquietante e spettrale dell’anno.
[Elisunn]
Moonspell – The Antidote (gothic metal)
Etichetta: Century Media Records
Anno: 2003
I Moonspell, a cavallo tra la fine degli anni ‘90 e i primi del nuovo secolo, sono stati una creatura particolare. Sin/Pecado prima, The Butterfly Effect dopo sono stati tentativi di prendere nuove strade, lontane dal metallo degli esordi e più ardite, almeno per i portoghesi. Queste incursioni più o meno riuscite in territori elettronici e new wave hanno evidentemente soddisfatto a sufficienza la voglia di sperimentare di Fernando Ribeiro e soci, così mentre Darkness And Hope mantiene un po’ i piedi in due scarpe diverse, The Antidote segna un ritorno ai chitarroni e alle mazzate.
Basato sul romanzo O Antídoto dello scrittore portoghese José Luís Peixoto, il sesto album dell’allora quartetto lusitano è un lavoro denso di atmosfera, e non di un’atmosfera comune: il paese d’origine dei Moonspell è infatti il teatro, caldo e magico, su cui si sviluppa un viaggio fatto di suggestione più che di narrazione. Siamo abituati alla letteratura gotica nordeuropea, decisamente meno ai racconti ambientati nel sud del nostro continente.
Chitarroni e mazzate, abbiamo detto, ma i quattro di Brandoa non accantonano del tutto l’elettronica, e infatti la “Lunar Still” di cui parliamo è un brano con due facce, proprio come il satellite che orbita attorno alla Terra. L’apertura è affidata a un arpeggio cristallino, da carillon, sotto il quale si inserisce e cresce un essenziale tappeto di tastiere. Poi la voce sussurrata di Ribeiro contribuisce a tingere di nero una notte già di per sé bella fitta. Il brivido diventa caldo circa a metà del pezzo, quando il buio della notte è squarciato dalla luce della Luna: «I look outside and it’s lunar still» grida Ribeiro, e i Moonspell imbracciano le armi e ci corcano di mazzate in un crescendo di riff che, a poco a poco, ritorna ai sintetizzatori e ci spinge sotto terra.
[VACVVM]
Fulci – Tropical Sun (brutal death metal)
Etichetta: Time To Kill Records
Anno: 2019
L’apocalisse zombie è uno dei cliché di maggior successo nel cinema horror e, si sa, la notte di Halloween e i film dell’orrore sono una accoppiata vincente tanto quanto guanciale e carbonara. E non solo per la fortunata serie di film con Michael Myers nel ruolo di antagonista. Ecco perché in un listone come questo non possono mancare i Fulci.
Il loro secondo album, Tropical Sun, oltre ad essere un disco della Madonna, è infatti la trasposizione in musica di Zombi 2, pellicola cult girata nel 1979 da Lucio Fulci. Il trio di Caserta accompagna il risveglio dei morti e il loro granguignolesco pasto a base di carne umana con un brutal death feroce, massiccio e per niente banale.
I Nostri hanno ben chiara la rotta tracciata dai mostri sacri del genere, Cannibal Corpse su tutti, ma ciò non impedisce loro di aggiungere diversi tocchi personali, non temendo di inserire passaggi più melodici o di lanciarsi in rapide puntate verso lo slam più ferino. Il risultato è una buona mezz’ora di mazzate, gore e puro godimento per gli amanti del genere.
[Pakko]
T.S.O.L. – Dance With Me (hardcore-punk)
Etichetta: Frontier Records
Anno: 1981
Dance With Me del 1981 è il debutto discografico dei T.S.O.L (True Sound Of Liberty), gruppo hardcore-punk inglese che ha lasciato un segno indelebile nella storia del genere proprio grazie a questo disco. Ciò che lo contraddistingue dalle innumerevoli uscite del tempo sono in primis le atmosfere grottesche, sospese tra irriverenza e senso del macabro.
Su una base stilistica che rimanda in alcuni punti al sound californiano dei Dead Kennedys i T.S.O.L inseriscono spunti compositivi gotici e atmosferici, come sulla spettrale “Silent Scream” e nella conclusiva “Dance With Me”, bilanciando e arricchendo enormemente la natura diretta e schietta del punk. Questo disco spicca all’interno della scena punk inglese dell’epoca anche per la pulizia e la ricercatezza esecutiva, andando a sfatare il sempiterno mito del musicista punk armato solo di birre, invettive contro la società e strumenti scordati.
Le tappe di questo grottesco itinerario ci vedono trasportati in boschi notturni, in obitori frequentati da ragazzi in cerca di una compagna per la prima notte d’amore (“Code Blue”) e in cimiteri tutt’altro che silenziosi (“Funeral March”). Per le atmosfere proprie di Halloween, in cui terrore e risata si intrecciano indissolubilmente, il capolavoro dei T.S.O.L risulta più che azzeccato, mostrandoci un lato del punk che, pur non rinnegando le sue battaglie e i suoi stilemi, riesce a condurci in realtà oniriche e spettrali.
[Schlemihl]
Psychonaut 4 – Children Of The Night (depressive black metal)
Etichetta: Talheim Records
Anno: 2018
Vampiri, non morti e fantasmi sono generalmente figure connesse ad Halloween nell’immaginario comune, e quale disco migliore per richiamarle tra noi dello split tra Psychonaut 4 e Nocturnal Depression. Children Of The Night prende il suo nome da una citazione del Dracula del ’31, quello con Bela Lugosi nel ruolo del vampiro transilvano, e con glaciale concretezza ci mostra come certe creature, talvolta, esistano per davvero, pur non essendo ciò che tendenzialmente ci si immagina. Da quello cosmico lovecraftiano, abissale e indefinito, alla tragedia esistenziale, l’orrore può assumere forme diverse e nessuna è meno spaventosa dell’altra, e tanto i georgiani quanto i transalpini ne cantano a modo loro in questo split.
Su tutte, la traccia più emblematica del lavoro, per questo articolo tematico, è indubbiamente “Her Ghost Haunts These Walls”, reinterpretazione degli Psychonaut 4 di un vecchio brano dei francesi che nella nuova veste incarna appieno lo spirito orrorifico della festività. Tutto riecheggia inverosimilmente negli oltre otto minuti di viaggio proposto dai georgiani, un percorso tra ululati e distorsioni, ali di pipistrello e fisarmoniche agghiaccianti. Prima, una voce pulita buia e cavernosa attacca dove le chitarre ci lasciano con la loro introduzione; poi, il ritorno della melodia principale del pezzo, su cui si adagia la voce suadente del Conte estratta del film degli anni Trenta; quindi, l’esplosione definitiva. L’abisso di disperazione interno emerge con prepotenza, la perdita della persona cara — il fantasma che infesta queste mura — prende forma e si materializza («The world’s turning dark, the ambient cold / I feel your presence, your arms around me / Your head on my back»), con un unico esito possibile per questo viaggio nel cuore della depressione.
«Listen to them. Children of the night. What music they make»: applausi, sipario.
[Oneiros]
Abysmal Grief – Blasphema Secta (doom metal)
Etichetta: Sun & Moon Records
Anno: 2018
Da oltre venticinque anni e come nella migliore tradizione occulta italiana, i genovesi Abysmal Grief ci accompagnano a passo di doom tra i meandri di cripte umide, cimiteri nebbiosi e rituali funebri. Tutte cosine per le quali tua nonna smetterebbe di allungarti la solita banconota di grosso taglio a Natale, specialmente se sapesse che fra i tuoi ascolti ci sono Feretri o Strange Rites Of Evil.
Blasphema Secta, quinto album del gruppo, prosegue sulla scia da sempre battuta dal quartetto con quel gusto teatrale che lo rende al contempo repellente e accattivante. Merito anche delle istrioniche performance vocali di Labes C. Necrothytus, abile a gestire tonalità basse, scream e growl, inserendo così la giusta dose di estremo.
“Behold The Corpses Revived” è il piatto forte di un’opera solida e soddisfacente: il violino ammaliante e i rintocchi di una campana scandiscono un perverso rito negromantico che riporta in vita un morto, fra pentacoli disegnati sulla stoffa e torce crepitanti. Immancabile poi il finale con una recitazione in latino tratta dal Codex Latinus Monacensis 849 che aggiunge ulteriore fascino occulto. Nel resto della scaletta il violino è sostituito nel suo compito dalle tastiere, mentre gli Abysmal Grief invocano streghe infernali dal reame dello Stige (“Maleficence”), omaggiano i seminali Evol con la strepitosa cover di “Witchlord” e si fanno prendere dalla smania di profanare chiese (“Ruthless Profaners”). Tutte simpatiche attività consigliatissime nella notte dei Morti fra un dolcetto e uno scherzetto.
Per i fanatici del vinile, segnalo che oltre alla (prima) edizione gatefold ne esiste anche una in picture disc, realizzata sempre dalla rumena Sun & Moon nel 2019. Una delle cinquecento copie esistenti fa parte della mia collezione.
[M1]
Per rimanere in tema e approfondire questo viaggione nei dischi più adatti a questa tre giorni di culto, ecco alcuni titoli che potresti voler spulciare. Perché il male non è mai abbastanza, lo sappiamo.
- Old Nick – A New Generation Of Vampiric Conspiracies (Grime Stone Records, 2021)
- Mutiilation – Vampires Of Black Imperial Blood (Drakkar Productions, 1995)
- VHS – I Heard They Suck… Blood (Wise Blood Records, 2021)
- Ultimo Mondo Cannibale – Pornokult (Rotten Roll Rex, 2009)
- Morbus Chron – Sleepers In The Rift (Pulverised Records, 2011)
- Weregoat – Pestilential Rites Of Infernal Fornication (Vault Of Dried Bones, 2017)
- Haemophagus – Slaves To The Necromancer (Ignorant Worm Records, 2009)
- Taphos Nomos / Urðun – R.I.P. (Caligari Records, 2017)
- Igor Mortis – Ravenous Appetite For Human Flesh (Autoprodotto, 2020)
- Krolok – Flying Above Ancient Ruins (Autoprodotto, 2017)
- Vampirska – Torturous Omens Of Blood And Candlewax (Crown And Thorne Ltd., 2020)
- Bloody Keep – Wampyric Countess (Grime Stone Records, 2022)
- Necromantia – Scarlet Evil Witching Black (Osmose Productions, 1995)