Путь [Pathway] - Юдоль Скорби [The Vale Of Sorrow]

ПУTЬ [PATHWAY] – Юдоль Скорби [The Vale Of Sorrow]

Gruppo: Путь [Pathway]
Titolo: Юдоль Скорби [The Vale Of Sorrow]
Anno: 2020
Provenienza: Russia
Etichetta: Depths Of Void Records
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TRACKLIST

  1. Астерий [Asterion]
  2. Семигласие Cмерти [Sevensong Of Death]
  3. Палэсмуртова Пажить [Palesmurtian Pasture]
  4. Холодная Bесна [Cold Spring]
  5. Юдоль Cкорби [The Vale Of Sorrow]
DURATA: 32:43

Ho imparato a conoscere e apprezzare i Pathway (Путь) circa un anno fa, in una gelida serata invernale di quelle che richiedevano di essere trascorse all’insegna del black metal atmosferico. Così, bighellonando su YouTube, mi imbattei nel primo full length di questa band russa, cioè Pesni Smerti (Песни Смерти, uscito nel 2018 e inglesizzato come Songs Of Death) e rimasi colpita dall’azzeccato connubio fra la malinconia piuttosto pungente del black proposto e la presenza della fisarmonica, che in qualche modo rendeva il tutto più avvolgente e accattivante. Da allora, i Nostri hanno mantenuto un certo silenzio fino ad aprile di quest’anno, quando il gruppo fondato nel 2013 da Dmitriy Yakovlev ha rilasciato “Cold Spring”, il singolo che anticipava l’uscita dell’EP The Vale Of Sorrow (Юдоль Скорби).

La line up che sta dietro The Vale Of Sorrow è la stessa che ha dato vita al precedente Songs Of Death: oltre a Dimitry, che ora è alla chitarra insieme a Mark Shamchinskiy, troviamo Nikita Platonov alla batteria, Maxim Markelov al basso, Artem Mnatsakanyan alla fisarmonica e Andrey Kovalev al microfono. Anche la formula sonora dei Pathway non ha subìto variazioni di sorta: ancora black metal atmosferico e malinconico, nel quale regnano un riffing poderoso e ispirato, blast beat sferzanti come una tormenta di neve, uno scream spesso glaciale e accorato e la fisarmonica, usata per creare melodie che comunicano una notevole desolazione e offrono la sensazione di trovarsi in una gelida campagna russa. A questo impianto dobbiamo poi aggiungere alcuni momenti che sembrano sconfinare nel post-black, come la conclusione malinconica di “Sevensong Of Death”, che personalmente mi ha fatto pensare a certi lavori di Skyforest.

Leggendo i testi dei brani, scopriamo che The Vale Of Sorrow sembra toccare più volte tematiche legate non solo al mondo agreste e alla desolata durezza della vita nei campi, ma anche alla mitologia e ai rituali collegati al ciclo della Natura stessa: oltre all’introduttiva “Asterion”, dove si parla dell’evocazione della omonima divinità della mitologia greca, ciò emerge in modo particolare da “Palesmurtian Pasture”, dove viene evocato il Palesmurt, creatura umanoide tipica del folklore della regione del Volga, che secondo le leggende avrebbe il corpo letteralmente diviso a metà in senso verticale.

Una sferzata di aria gelida arriva anche dalla sopra citata “Cold Spring”, a mio parere uno dei brani più melodici e tristi di The Vale Of Sorrow, nonché quello che già dal primo ascolto si è fissato in maniera indelebile nella mia testa. Fra le tracce particolarmente convincenti rientra anche la title track, che si apre con un arpeggio di chitarra piuttosto delicato e poi evolve in un pezzo distruttivo, dove la malinconia viene parzialmente sostituita dalla sensazione di trovarsi di fronte a una forza oscura.

Quando ho a che fare con un EP che apprezzo, la durata contenuta tende a lasciarmi a bocca asciutta; invece in questo caso i Pathway hanno saputo creare un’opera che non risulta troppo corta né eccessivamente lunga, e che consiglio decisamente sia a chi si sta chiedendo se The Vale Of Sorrow sia un valido successore di Songs Of Death, sia a chi è appassionato di gruppi come Drudkh, Ygg, Gloosh e affini, ma non ha ancora approfondito la proposta musicale di Dimitry e soci.