10 ANNI DI BLACK METAL GIAPPONESE: ZERO DIMENSIONAL RECORDS #05 SUBCONSCIOUS EVIL – [senza titolo]
Gruppo: | Subconscious Evil |
Titolo: | [senza titolo] |
Anno: | 2009 |
Provenienza: | Giappone |
Etichetta: | Zero Dimensional Records |
Contatti: | non disponibili |
TRACKLIST
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DURATA: | 27:15 |
Facciamo un salto indietro nel tempo fino agli albori di Zero Dimensional Records. La prima uscita dell’etichetta nipponica è completamente avvolta nel mistero: nessun titolo, nessuna informazione, niente di niente; sappiamo solo che la band dietro a questo lavoro si chiama Subconscious Evil e il suo regno è il caos.
I due lunghi brani che compongono questo EP sono quanto di più primitivo ci si possa aspettare in ambito black metal: un muro di rumore prodotto dalle chitarre, nel quale sono a malapena riconoscibili alcuni riff; una batteria elettronica programmata in maniera tutto sommato variegata, ma costantemente orientata a sfondare l’apparato uditivo; infine, urla infernali che sporcano ulteriormente il sound, vomitando odio senza sosta. La cacofonia più totale la fa dunque da padrona, tuttavia in una maniera che i fanatici del black metal più intransigente potranno trovare affascinante. Si tratta di un’opera che difficilmente diventerà un ascolto quotidiano, eppure è in grado di lasciare il segno e di generare curiosità in chi la affronta.
A poco servono i due momenti di pausa, uno per brano; o meglio, non servono a dare un attimo di respiro, ma — al contrario — riescono a intensificare la tensione e il senso di oppressione che avvolgono questo caos sonoro. Perfino il finale, con quell’accozzaglia di suoni indescrivibilmente malsani, porta il terrore fino alla conclusione, anche dopo che il black metal vero e proprio è lentamente scomparso nell’oblio.
La difficoltà di questo lavoro, tuttavia, non si ferma alla musica: dietro alla copertina tratta dal famoso film “Begotten”, pare che siano presenti i testi… che però sono fondamentalmente illeggibili. Non è tanto la scelta di scriverli in grigio scuro su sfondo nero a creare problemi e nemmeno l’uso di un carattere alquanto arzigogolato; l’illeggibilità nasce dalla combinazione di questi due elementi con la bizzarra idea di capovolgere orizzontalmente il testo, peraltro — come se non bastasse — formattato in modalità wall of text. Un giorno, qualcuno riuscirà a decifrare tutto ciò, ma molto probabilmente quel qualcuno non sarà il sottoscritto.
Questa mezz’ora di follia è l’unica testimonianza prodotta dai Subconscious Evil ed è curioso come un gruppo così misterioso sia stato anche il punto di partenza di un’etichetta nota nel suo ambiente; forse c’è un legame tra queste due entità, tuttavia per il momento lasceremo la questione in sospeso, in attesa che qualcuno decida di illuminarci. A dirla tutta, però, esisterebbe un altro album collegato a questo gruppo… ma è una storia che racconteremo un’altra volta.