10 ANNI DI BLACK METAL GIAPPONESE: ZERO DIMENSIONAL RECORDS #06 CATAPLEXY – Devangelight
Il fascino dell’esotico, di tutto ciò che è lontano da noi nello spazio o nella concezione, spesso spinge la molla del nostro interesse e scatena la fantasia. Non per niente ormai tantissimi elementi della cultura giapponese fanno parte del nostro immaginario; basti pensare ad anime, manga, videogame, lessico (tsunami, per esempio) e molto altro.
Nel caso dei Cataplexy, al contrario, è il Giappone che attinge dalla produzione artistica europea e ne ricava una nuova versione fedele ai principi dell’originale ma con un tocco autoctono. La band viene fondata dal chitarrista Sadis Gordinn nel lontano 1991 e dopo un primo periodo dedicato al death metal in stile Autopsy e Nihilist vira sul black metal: è l’inverno del 1994, anno di pubblicazione di Transilvanian Hunger e De Mysteriis Dom Sathanas. Bisogna però attendere addirittura il 2008, compresa una lunga pausa dalle attività e alcuni demo, per vedere l’uscita di …Lunar Eclipse, Chaos To The Ruin, primo album del gruppo (su Bloodbath Records).
Passano altri quattro anni ed è il turno del seguito Devangelight, pubblicato per Zero Dimensional Records. Come nel primo capitolo, di cui mantiene le caratteristiche ma con suoni leggermente migliori e più tondi (compreso un basso udibile), l’ispirazione è tutta norvegese, coi classici riff gelidi abbinati a una certa vena epica in stile Gorgoroth e con l’aggiunta di un tocco malinconico deciso: effettivamente la definizione presente su Facebook di «Japanese melancholic fast black metal» risulta azzeccata.
Se da un lato la valanga di blast beat e la furia belluina sono quanto di più tradizionale si possa trovare, dall’altro è lo spirito di fondo a fare la differenza in positivo: chiamatela attitudine, convinzione o come preferite, ma i Cataplexy credono in quanto suonano e ciò si percepisce chiaramente. Questo viaggio all’indietro nel tempo assume connotati talvolta entusiasmanti, come se la passione della band fosse trasmessa direttamente all’ascoltatore. Saggiamente poi il gruppo giapponese alterna con abilità assalti all’arma bianca, rallentamenti e frangenti atmosferici, così da evitare distrazioni o sbadigli.
Sul fronte dei testi, redatti in inglese, va segnalata invece l’abbondanza di vocaboli utilizzati in ciascun verso, spesso aggettivi. I Cataplexy guardano al cielo mentre si rivolgono al loro Signore (Lucifero, ovviamente), delineando un immaginario di paradisi sanguinanti, angeli torturati e un firmamento colmo di orribili presagi.
Devangelight è un esempio di black metal un po’ naïf dedicato a chi possiede ancora l’ardore di esaltarsi per sonorità derivative quasi trentennali, ma assolutamente pure negli intenti. Io sono fra questi.