ABATON – We Are Certainly Not Made Of Flesh
Gruppo: | Abaton |
Titolo: | We Are Certainly Not Made Of Flesh |
Anno: | 2015 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Unquiet Records / Martire Records / Drown Within Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 46:23 |
Centro pieno realizzato dai romagnoli Abaton con "We Are Certainly Not Made Of Flesh"! Ho avuto modo di ascoltarli e recensirli per la prima volta grazie a quel gran bel disco d'esordio che è "Hecate", li ho rivisti nuovamente sulle nostre pagine di recente analizzati da Ul Fieschi e li ritrovo ancora una volta con questo secondo atto discografico su lunga distanza.
L'album dei forlivesi è una pietra scagliata con precisione e violenza, di quelle che ti colpiscono e lasciano il segno. La prestazione è nuovamente incentrata sulla coniugazione a dir poco devastante di sonorità doom-sludge, black metal ed esalazioni ipnotiche, aggiungendo stavolta un pizzico di punk-crust. Si è piacevolmente costretti in uno stato mentale nel quale si viene sedotti e storditi dall'uso ridondante delle chitarre, ammaliati e bastonati da un'esposizione ritmica ossessivamente dinamica e perfetta nel serrare i ranghi quanto nel dare lucidità e spessore alle ambientazioni più espanse, mentre l'apporto vocale meditativo e aggressivo è posto a ciliegina di una torta realizzata a regola d'arte.
"We Are Certainly Not Made Of Flesh" è un lavorone, il frutto partorito da un gruppo che lo ha studiato e curato a trecentosessanta gradi. Ogni singolo pezzo che lo compone è funzionale a supportare la rappresentazione del concept ideato da Marco Burbassi e Sara Agatensi, incentrato sull'evolversi del percorso umano nel passaggio che conduce dal piano materiale a quello spirituale. Ciò avviene sia con l'inserimento della voce di Sean Worrell dei Nero Di Marte in "Nadi" e "[IV]" sia attraverso la sezione grafica che correda l'opera (in formato digipak) e adorna il libretto, nel quale si trovano testi, pensieri e arte da guardare e toccare. Ovviamente vi invito a entrare in possesso della copia fisica.
È in questi momenti, quando hai fra le mani dischi simili, che ti accorgi e prendi — o riprendi — pienamente coscienza di come in Italia vi siano realtà che non hanno veramente nulla da invidiare alle grandi scende d'oltreconfine. Potrei star qui a elencarvi una serie di papabili nomi, ma penso che molti li conosciate già e potreste citarli da soli, pertanto sarebbe inutile. Di sicuro, oggi più che mai, gli Abaton sono da collocare tra questi.