ABSTRACT SPIRIT – Horror Vacui
Gruppo: | Abstract Spirit |
Titolo: | Horror Vacui |
Anno: | 2011 |
Provenienza: | Russia |
Etichetta: | Solitude Productions |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 01:10:59 |
Nel recensire l'anno passato il secondo lavoro dei russi Abstract Spirit intitolato "Tragedy And Weeds", avevo sottolineato come la band si trovasse in fase ascendente, le migliorie apportate al sound e alla produzione facevano presagire un'ennesima svolta e puntualmente, gradita, è arrivata Terzo album prodotto e la maturità porta con sé "Horror Vacui".
La band non si discosta dalla corrente funeral doom che ha fatto da cardine al suono. Gli Shape Of Despair sono ancora presenti nelle melodie e nelle chitarre dai solchi profondamente struggenti, così come è percettibile la pesantezza abissale degli Evoken, è però il complesso che una volta di più supera l'ostacolo di slancio, innalzandosi grazie a una composiziona fluida, incredibilmente ricca e adornata sia dal punto di vista dinamico che sinfonico da una prestazione stellare del trio.
La mole musicale è rimasta quantitativamente invariata, con sette tracce che raggiungono l'ora e dieci minuti di durata (il precedente possedeva appena due minuti in meno). La prestazione ambientale è esaltante, pensate a un Danny Elfman in versione horror. Grande è la capacità dei brani di incastonare nella mente immagini diluite, informi e comprensive di tante schegge che si conficcano nel cervello, acuendone le sensazioni di agonia, raccapriccio e inquietudine, come avviene in "Za Predelami Somknutih Vek".
"Post Mortem" è perfetta nell'incarnare quella sensazione di aldilà violato e astringente, una via di fuga che non esiste, una catena che ti incolla all'esistenza terrena a trapasso avvenuto. " Vigilae Mortuorum" è orchestrale e barocca, sontuosa, decadente. Poi si potrebbe scegliere qualsiasi altro pezzo e avere come risultato univoco una decisione indovinata, non c'è nota o avamposto sonoro che non siano schierati nella scacchiera in maniera ordinata, precisa, funzionante e soprattutto coinvolgente.
Le motivazioni che elevano "Horror Vacui" a un livello decisamente superiore a ciò che sinora aveva proposto la band sono ancora due: la prima è legata alla prestazione del cantante I. Stellarghost, esemplare nel calarsi all'interno dell'umore tetro e opprimente dell'album; la seconda è invece rappresentata dalla produzione (opera dello stesso I. Stellarghost), stavolta meritevole di elogio per aver reso l'ambiente gelido e carico di fascino, capace di disperdersi e concentrarsi a mo' di molla, trascinando con sè l'ascoltatore attraverso un incubo che persiste e insiste nell'ingoiarlo.
Per molti il nome Abstract Spirit sarà sconosciuto o solo un vago ricordo fra i tanti sentiti nominare nell'ambito, adesso però lasciate da parte il sentito dire e prendete in mano la situazione, facendo vostro "Horror Vacui". Il disco è un diamante nero e lucente, che reclama a pieno titolo il diritto di entrare a far parte della vostra collezione, collocandosi seppur di poco al di sotto delle prove dei grandi maestri, nel giro che conta.